La Camola del miele, ovvero lo stadio larvale della Galleria mellonella, è una falena infestante degli alveari in cui depone le uova e che, in poco tempo, distruggono i telai di cera e miele degli stessi. Queste larve sono una vera leccornia per moltissime specie di uccelli, usata anche come cibo vivo per anfibi, rettili e sauri, la si può reperire facilmente nei negozi di caccia pesca, ma il loro costo è abbastanza alto.

La riproduzione è abbastanza complessa: bisogna procurare le larve e portarle allo stato adulto, poi aspettare che le farfalline depongano le uova, quindi svezzare le larve. Il tutto comporta molta attenzione alla percentuale di umidità, calore, cibo adatto e contenitori che ne impediscano la fuga.

Molto spesso le larve pronte che si acquistano sono sottoposte a trattamenti termici per evitare che si riproducano, inutile dire di tentarne la riproduzione. Un sistema molto più veloce e semplice per ottenere le grasse larve consiste nel reperire i “panetti” pronti che vengono venduti dentro un contenitore trasparente, lo stesso usato per ricotte e prodotti alimentari dei supermercati, che contengono all’incirca 500 larve lunghe pochi mm. Il substrato che brulica di giovani larve è divorato in pochi giorni da questi voracissimi insetti per cui bisogna provvedere presto ad alimentarle e mantenere pulito il contenitore dove le abbiamo ospitate.

Il contenitore può essere in plastica o vetro, ma deve essere alto e deve garantire una buona aerazione. Bisogna accertarsi che le larve non possano fuggire poiché corrono dappertutto e si infilano anche nelle piccole fessure; quindi la chiusura del coperchio deve risultare ermetica. Io uso un vecchio acquario a cui ho applicato un telaio in legno con una guarnizione ai bordi, una zanzariera in resina è ideale per garantire un buon ricambio d’aria.

Come cibo dobbiamo procurare 500 grammi di farina di mais, 100 grammi di pastoncino all’uovo per canarini, 200 grammi di miele e 100 grammi di biscotti secchi o altri alimenti simili.

Usando un frullatore dobbiamo ridurre in farina i biscotti e amalgamare bene il miele. Alcuni usano anche la glicerina e la crusca, ma io non ho mai provato, fino ad ottenere un composto omogeneo, leggermente appiccicoso. Questo composto va posto sul fondo del contenitore e ci si adagia sopra il pannetto di larve: in poco tempo le larve iniziano a mangiare e nel giro di due-tre giorni, riducono il tutto ad una massa legata dalla seta che producono. Essendo insetti che vivono al buio, sarà opportuno collocare il contenitore in ambiente scuro, alla temperatura di circa 25-30 gradi, il loro metabolismo infatti accelera se la fonte di calore è alta, per fermarsi quasi completamente sotto i 15 gradi.

Gli ammassi di cibo distrutti sono tutti legati dalla seta e una volta esaurito il cibo, vanno rimossi, contengono anche gli escrementi delle larve e l’ambiente deve sempre rimanere pulito.

Dopo circa una settimana le larve saranno al massimo sviluppo e se la temperatura è sempre alta cercheranno di imbozzolarsi per passare allo stadio di pupa prima di sfarfallare. Possiamo quindi toglierle delicatamente e inscatolarle o nelle apposite scatoline di plastica aerate o in contenitori sempre forati ed ermetici, ideale metterle in frigo dove la bassa temperatura ferma il loro metabolismo e possono durare per alcune settimane senza problemi. Sarà nostra cura inserire dei cartoncini alveolati e controllare che siano vive, quelle morte di colore scuro vanno sempre rimosse, ovviamente.

Se volete provare a iniziare il ciclo riproduttivo, quelle imbozzolate andranno poste sempre in contenitori ermetici, ma ben aerati con un substrato sempre composto da farine e miele. Qui le farfalle, una volta involate, deporranno le uova e cosi inizierà il ciclo riproduttivo.

Come detto amano ambiente buio, caldo e con pochissima umidità. Le muffe sono molto pericolose e danneggiano il ciclo riproduttivo; l’acqua è meglio non usarla mai per inumidire i composti nutritivi, se volete aggiungerla in pochissima quantità prestate attenzione che non provochi muffe, comunque non è necessaria perchè la ricavano dal miele e dall’umidità dell’aria.

Le proprietà nutritive di queste camole sono veramente ottime infatti contengono molte proteine e grassi, così come la loro appetibilità in quanto il gusto delicato e dolce è gradito a molte specie di uccelli, al contrario delle tarme della farina che risultano indigeste (causa la cheratina delle cuticole) le camole sono adatte anche allo svezzamento degli uccelli insettivori. I pappagalli una volta assaggiate, ne sono molto attratti, ma bisogna fare molta attenzione a non esagerare con la dose giornaliera: per una coppia di parrocchetti di media taglia con i piccoli nel nido, saranno sufficienti un paio di camole 3/4 volte al giorno.

Fate molta attenzione a non far scappare questi insetti, sono un flagello per gli apicoltori e di questi tempi in cui le api sono in pericolo è bene contribuire a cercare di tutelare questi insetti impollinatori.

Foto e testo Attilio Casagrande

Un pensiero riguardo “LE CAMOLE DEL MIELE

  1. Grazie Attilio per i tuoi articoli, sono sempre interessantisimi e fonte di ispirazione
    Buon ferragosto

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