Psittacula eupatria eupatria – Grande Alessandrino

La prima cosa che ci colpisce di fronte a un pappagallo è la sua splendida colorazione e non è un azzardo dire che, fra tutte le specie, i pappagalli possiedono l’intero arcobaleno nel loro piumaggio. Ma come è possibile?


Per rispondere a questa domanda è necessaria una breve introduzione. Un fascio di luce è composto da onde a diversa frequenza che, per certi valori chiamati “spettro visibile”, definiscono il colore. Tutto ciò che ci circonda assorbe la luce e ne riflette solo una parte: il colore che noi vediamo. Noi percepiamo i colori dei pappagalli, e di tutti gli esseri viventi, perché la nostra vista è in grado di elaborare come la luce interagisce con le superfici e con i pigmenti, particolari sostanze chimiche presenti nelle cellule, generalmente sotto forma di granuli, prodotte dall’organismo o assunte tramite l’alimentazione.
Il colore dei pappagalli è il risultato della somma dei colori dei loro pigmenti e dell’interferenza costruttiva (Effetto Tyndall) che la luce fa con il piumaggio.

Esistono quindi tre “responsabili dei colori” nel piumaggio dei pappagalli:


• GIALLO: ovvero i colori dati dalle psittacofulvine, pigmento responsabile della colorazione a base giallo quindi il colore giallo, rosso, arancione e rosa. Le psittacofulvine sono presenti all’esterno della cellula quindi danno il colore di base al pappagallo. Più aumenta la concentrazione di psittacofulvine, più il soggetto sarà giallo, mentre l’assenza di psittacofulvine porta al bianco.

Aratinga solstitialis Conuro del sole

Fino al 2001 si credeva che le psittacofulvine facessero parte della famiglia dei caratenoidi, ovvero pigmenti la cui concentrazione può essere influita dall’alimentazione (come per il fattore rosso dei canarini). Uno studio condotto sulle penne di Ara Scarlatta, Ara Macao, ha dimostrato, invece, che questi pigmenti sono una classe a sé, la loro concentrazione non può essere influenzata dall’alimentazione e sono presenti, fra tutti gli uccelli, solo nei pappagalli.

NERO: i colori dati dalle melanine. Questi pigmenti sono naturalmente neri, ma noi li percepiamo in sfumature di grigi e quindi danno il colore nero, grigio scuro e marrone. Le melanine sono prodotte dai melanociti e arrivano nelle piume in grumi chiamati melanosomi e possono essere di due tipi:eumelanine e feomelanine. Le eumelanine si distinguono in eumelanina nera o rosso-marrone (o eritromelanina).

Quando l’enzima che aiuta la produzione di melanine è danneggiato, si hanno melanine marroni, le feomelanine (nelle mutazioni cannella e fallow). Le melanine possono essere depositate sulla superficie della piuma oppure più in profondità dove interferiscono con la colorazione strutturale dando il blu.

Pyrrhura Leucotis Emma – Conuro di Emma

  • STRUTTURA: qui si compie la vera magia della colorazione perché proprio per come la luce rimbalza, vediamo il colore finale del piumaggio.

Come avrete capito, il colore verde, nella maggior parte delle specie dei pappagalli, non è un colore “reale” ma il risultato di una splendida alchimia fra tutte le basi del colore del piumaggio.

Eclectus roratus aruensis – Ecletto

Questo è vero per quello che riesce a vedere il nostro occhio. I pappagalli hanno uno “spettro del visibile” più ampio perché riescono a vedere anche la luce nella frequenza dell’ultravioletto, quindi onde molto corte. I pappagalli potrebbero vedersi in colori molto diversi e, probabilmente, più sgargianti.

Sezione di una tipica penna gialla
Sezione di una tipica penna verde
Sezione di una tipica penna blu

Psephotus varius -Parrocchetto multicolore o Mulga
Sezione di una tipica penna nera


Come se non bastasse, tutto il pacchetto pigmenti (concentrazione e luogo di deposito nel corpo del pappagallo) non è casuale ma espressione precisa dell’informazione genetica dell’animale. La combinazione di colore è scritta nel DNA del soggetto ed è trasmessa alla prole. Alcune volte, la prole ha manifestato colori diversi dai genitori e, quindi, si è iniziato a parlare di mutazione (di colorazione). Lo studio della genetica, del DNA, ha permesso di capire come sia possibile riconoscere l’effetto nel colore del piumaggio di ciascuna mutazione e di come queste siano costanti non solo all’interno della stessa specie ma anche fra le diverse specie. Ad esempio sappiamo che la mutazione lutino codifica per tutte le specie nella concentrazione di melanine (assenza) ma si esprime in modo diverso perché cambia il colore base del pappagallo (il suo pacchetto di partenza). Il discorso qui si fa tosto ma… scriverò un altro resoconto in merito.

Se siete curiosi di saperne di più ecco le mie fonti:
BIBLIOGRAFIA : A Guide to Colour Mutations an Genetics in Parrots, Terry Martin
SITOGRAFIA: https://academy.allaboutbirds.org/how-birds-make-colorful-feathers/
www.parrotsgenetics.info; www.mutavi.info

Testo e disegni Valérie Martinuzzi; Foto Maurizio Bavaresco.

Si ringraziano Attilio Casagrande e Dario Loreti per la supervisione all’articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.