Accipitrino – Scheda allevamento

Deroptyus accipitrinus accipitrinus (Linnaeus, 1758)

Deroptyus accipitrinus fuscifrons (Hellmayr, 1905)

Ciao a tutti, mi chiamo Matteo Moschini, vivo in centro Italia in un piccolo paese di campagna, vicino al mar Adriatico. La mia numerosa famiglia è composta da me, mia moglie Cinzia e 4 bambine.

Ho iniziato ad allevare pappagalli per caso, 13 anni fa, dopo aver venduto il mio cavallo, mia moglie mi ha permesso di prendere una coppia di Cocorite e da lì ebbe inizio la mia avventura che continua tutt’ora… e spero per parecchi altri anni.

Arriviamo all’argomento dell’articolo: mi sono avvicinato a questa specie perché particolare e affascinante nel suo genere, ricorda più un animale primitivo che un pappagallo super colorato.  Nell’immaginario collettivo, non è il classico pappagallo a cui tutti pensano, non è colorato in modo appariscente.  Premetto che tutto ciò che è particolare e diverso, da quello che allevano altri, mi attrae; certo nella mia piccola collezione non mancano Ara Ararauna, Ara Macao, Ara Manilata, Trilcaria Melachitacea, Amazona O. Ochrocephala, Eclectus Roratus Vosmaeri … ma il Deroptuys A. Accipitrinus rimane il punto fermo su cui ruota la maggior parte dell’allevamento. Gli altri animali possono venire e andare, per tener vivo lo spirito e il piacere di allevare diverse specie, ma il mio cuore di allevatore si dedica agli accipitrini.

Allevo questa specie dal 2015 quando riuscii a reperire una coppia, di 8 anni, che aveva riprodotto ma non aveva svezzato i piccoli, quindi sono stato facilitato nella partenza. L’ho alloggiata in una voliera di 5x2x2m all’esterno, ricca di vegetazione, mettendo a disposizione 2 nidi: uno di 120x40x40cm (destinato alla precedente coppia di Eos Roseicapilla che occupava la voliera), l’altro un classico verticale 30x30x50cm.

Per la loro prima deposizione nel mio allevamento, la primavera successiva, hanno scelto quello classico da 50 cm che non avevo possibilità di controllare dall’esterno. Non conoscendo il comportamento in riproduzione della coppia, ho controllato solo ogni 10 giorni come procedeva la cova, e ho studiato come si comportava la coppia in queste fasi.  Per mia fortuna sono nati 2 soggetti che ho lasciato allevare a loro e non ho nemmeno anellato* per paura di un eventuale rifiuto: li hanno allevati fino all’involo e per mia fortuna sono risultate 2 femmine.

Avendo potuto studiare il loro comportamento durante il periodo di riproduzione e svezzamento, gli anni successivi mi son permesso di controllare più spesso il nido e ho anche anellato i novelli. La coppia si è dimostrata tranquilla e accetta senza grossi problemi le ispezioni del nido.

Attualmente in allevamento ci sono 4 coppie in riproduzione, di diverse linee di sangue, in maniera di creare coppie non consanguinee di novelli. Sono alloggiate per singole coppie,le voliere sono divise da doppia rete per proteggerli da litigi. Le tipologie di voliere sono due: 5x2m con parte interna 120x120cm, e 5x1m tutta esterna. Entrambe hanno una parte tutta coperta e parte scoperta per prendere sole e acqua, e cerco di tenerle nel modo più naturale possibile.

Principalmente lascio i soggetti allevare ai genitori, perché non sono amante dei riproduttori allevati a mano visto che le mie esperienze su altre specie con soggetti allevati a mano non hanno avuto gran fortuna. È capitato di intervenire una stagione perché la coppia aveva abbandonato il nido a causa di una scossa di terremoto, quindi nel mio allevamento effettuo l’imbecco a mano solo se strettamente necessario e tengo a precisare che non dispongo di incubatrici.

Per quanto riguarda l’alimentazione per questa specie, ho una gestione giornaliera, quindi cambio cibo e acqua tutti i giorni. Uso principalmente semi secchi, frutta, verdura e saltuariamente estrusi in sostituzione dei semi. In inverno uso un misto semi per Ara tagliato per 1/3 con misto Agapornis, aggiungendo anche frutta secca (noci e mandorle) nei giorni più freddi. Al cambio stagione, per stimolarli alla riproduzione, aggiungo semi germinati e canapa alla frutta e verdura; offro anche una ciotola separata con del pastoncino secco. Questo tipo di alimentazione la porto avanti fino allo svezzamento dei novelli. Nel periodo estivo/autunnale il misto semi per grandi pappagalli tagliato per metà con misto Agapornis.

Concludo dicendo che per mia esperienza non ho avuto grandi difficoltà nella gestione e nella riproduzione di questi animali. Sento, però, parecchi allevatori che hanno problematiche di aggressività dei maschi e di difficoltà nella riproduzione della coppia. Vedo anche molti allevatori stranieri che si adoperano con l’allevamento a mano forse per ovviare a questo genere di problematiche, ma così, a mio avviso, perpetuano il problema di avere in riproduzione soggetti poco equilibrati.

ndr: La specie è soggetta alle normative C.I.T.E.S. per all. B con dichiarazione di nascita entro 10 gg all’ufficio Nucleo Carabinieri C.I.T.E.S. competente, detenzione del registro Eb e denuncia informativa dichiarativa Sct2b in caso di cessione dei nuovi nati.

Testo, foto ed allevamento Moschini Matteo

Sitografia https://www.itis.gov/index.html

*È possibile non anellare i pulli, per poi microchippare i soggetti in un secondo momento a condizione sia fatta regolare denuncia di nascita. Può succedere di non riuscire ad anellare per svariate motivazioni come ad esempio non compromettere l’esito della cova (ndr).

Quest’intervista è stata pubblicata anche su Les Oiseaux du Monde

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