IL GRAN GALA’ OSPITA PAPPAGALLI FREE FLIGHT

da sin: socio GG Marco Paludetti, Alessandra Mauti, Presidente PPFF Chiara Alessandrini, Dott.ssa Sara Mainardi e il ns Presidente Maurizio Bavaresco

Oggi è una giornata uggiosa, le previsioni meteo hanno persino messo pioggia. Faccio colazione sconfortata perché avevo sperato fino all’ultimo in una bella giornata di sole. Da un paio di mesi, noi del Consiglio Direttivo del Gran Galà di Pappagalli, con la Dottoressa Sara Mainardi e Chiara Alessandrini, di Passione Pappagalli Free Flight, stiamo organizzando una giornata di volo libero per i pappagalli di P.P.F.F. e il meteo era l’unica grande incognita.

Mentre guido verso la location, presso l’agriturismo Ai Casoni, a Codognè (TV), ripasso mentalmente il piano B ovvero cosa avremo potuto fare se i pappagalli non possono volare… perché non sono mica animali stupidi, se piove non vanno in esplorazione dell’ambiente. Sono nervosa e arrivo in anticipo. E’ appena uscito un DPCM sull’emergenza COVID quindi dobbiamo anche verificare di essere in regola con tutte le procedure per svolgere un evento che raggruppa molte persone.

In poco è tutto pronto: i trespoli vengono messi vicino a un campo alberato e gli appassionati iniziano ad arrivare. Sara accoglie i presenti e ci dà le prime raccomandazioni: i pappagalli voleranno sopra le nostre teste, forse molto vicini, non bisogna fare movimenti bruschi. La chiave per vivere appieno l’esperienza è l’osservazione: cosa faranno i pappagalli in quest’ambiente?

I pappagalli si annunciano coi loro richiami poi, finalmente, si vedono: sono macchie di colore che passano veloci nell’aria; fanno alcuni cerchi sopra le nostre teste, prima stretti poi, forse perché hanno visto i loro trespoli, forse perché i “loro” umani li chiamano, fanno sentire dove sono, osano di più e allargano le traiettorie.

L’emozionante momento dell’arrivo dello stormo

Fra di loro si conoscono, si capisce perché non volano soli ma appaiati o più. Ogni curva è accompagnata da un richiamo come a dire “io giro, vieni con me?” “io vado di qua, tu dove sei?”. Dopo aver sorvolato il campo, controllato bene tutto l’areale, si abbassano e ci passano letteralmente sopra le teste: è il loro segnale per i loro accompagnatori: sono pronto. Allora i ragazzi di Passione Pappagalli tendono le braccia, dando una voce, per dargli un appoggio sicuro e ogni animale atterra al suo posto. Ora è il momento delle rassicurazioni: ci sono, sono qui, mi trovi qui, puoi stare qui. Non ci sono parole, se non il nome stesso del pappagallo ma la comunicazione che passa fra gli sguardi e i gesti dice tutto.

Sara ci aveva avvisati… volo radente a curiosare

I pappagalli ora interagiscono appollaiati sui loro trespoli, poi, a piacimento, ripartono.

Storm sul trespolo con Luciano… occhio alle tue spalle!

Xena è un’Ara militaris, accompagnata da Chiara Alessandrini e mentre vola ha un piccolo, perché rispetto a lei tale sembra, cosino che segue la sua scia: è Palu, un Thichoglossus haematodus, lori arcobaleno. Xena si posa in alto, indifferente a noi che la ammiriamo mentre inizia a lisciarsi le penne, mentre Palu si rifugia da Chiara perché è ancora piccolo e non può competere nel volo poderoso di Xena.

Palù
Malù raggiunge Chiara e Xena (di cui si vede solo la coda)

Ci sono Storm, Luna e Grace, Ara ararauna, che giocano a rincorrersi nel cielo. Grace sceglie di posarsi sulla cima di un albero e se non l’hai seguita con lo sguardo non la scorgi finché non lancia il suo richiamo, fino a che non ottiene risposta. Avevo sempre immaginato che, a causa dei loro colori sgargianti, i pappagalli fossero facilmente avvistabili nelle foreste, invece mi sono dovuta ricredere perché per trovarli bisogna andare ad orecchio! Storm e Luna mi passano vicino ed eccolo il giallo delle ararauna: a vederli da sotto non sono azzurro blu ma splendidamente gialli. Hanno il posatoio vicino ma oggi decidono di condividerlo e si scambiano anche il cibo, in quello che è uno dei segnali di corteggiamento dei pappagalli: che si sia formata una coppia? Certo sono ancora soggetti giovani, Storm ha solo due anni e mezzo, ma indubbiamente è un segnale di affiatamento e si vede tutto l’orgoglio della conquista anche negli occhi di Luciano, il compagno umano di Storm.

Storm e Luciano

Cuma e Giorgia, entrambi Aratinga solstitialis, conuri del sole, sono arrivati volando sotto le pance dei soggetti più grandi ma sono più attratti ad arrampicarsi sui giovani noci. Giorgia però si stufa presto e preferisce tornare da Jo. Cuma, oltre a Grace, ha anche Malù, un’Ara chloroptera, in famiglia, oltre a Alessandra Mauti, ovviamente. Malù passa vicino a dove è posato Cuma, come ad invitarlo al volo e lui cede per un altro giretto per poi tornare ad aiutare il noce a cambiare le foglie. Malù, invece , si posa su un ramo in alto, vicino a Xena ma non abbastanza da darle fastidio ed inizia a chiaccherare con lei. Storm, attirato dai richiami, vorrebbe entrare nella discussione ma Malù lo scaccia letteralmente via e, alla seconda respinta, Storm torna in zona trespolo.

Cuma

Nicoletta e Angelo hanno portato anche Giada, oltre a Luna. Giada è un’altro Trichoglossus haematodus, della mutazione giada, appunto, che sta ancora completando il suo percorso. E’ legata con una pettorina con un cavo lunghissimo e si libra vicino al trespolo che condivide con Luna.

Sono arrivati anche altri pappagalli, con le loro famiglie,che stanno seguendo i corsi di training della Dott.ssa Sara Mainardi e altri che già volano nell’ambiente conosciuto dei dintorni di casa. C’è anche Battista, l’unico amazzone del giorno che osserva attento cosa fa lo stormo. Quando lo stormo passa vicino a questi giovani sconosciuti, chiama e invita e tutti reagiscono: chi arruffando le penne, chi improntando qualche sbattito di ali, chi semplicemente stringendo l’occhio ma tutti sono attenti. I loro accompagnatori percepiscono il tremito dell’istinto che li attraversa e non si può negare che il volo sia parte integrante della natura di questi animali.

Malù e Luna

Lo stormo è separato ora. Ciascun animale sta interagendo con il proprio accompagnatore richiedendo un po’ di attenzione ma non c’è silenzio. I richiami sono continui, alle volte persino imitando la voce umana e il proprio nome piuttosto che con un semplice grido. E’ difficile seguirli tutti mentre sono a terra, specie perché appena uno di loro decide di cambiare albero o di fare un altro giro di perlustrazione, lo sguardo immancabilmente è attratto dal loro volare.

Il richiamo del cibo si fa sentire per noi umani, quindi i pappagalli tornano nelle loro gabbie e noi ci accomodiamo a tavola. Le esperienze si mescolano: gli allevatori che hanno fatto volare solo i fuggitivi; chi ha sempre avuto pappagalli come PET ma non li ha mai portati fuori di casa; chi sta lavorando per arrivare al volo libero; chi sta solo pensando di prendere un pappagallo. Il comune denominatore è la grande meraviglia e rispetto che abbiamo per questi animali, per la loro capacità di adattamento e per le loro capacità di apprendimento. Abbiamo anche modo di parlare un po’ di salute grazie alla presenza della Dottoressa in Veterinaria Serena Sola, che garantisce la sicurezza dei volatori. L’azienda Dinamys, che ha omaggiato tutti i presenti con degli integratori mirati alla salute dei pappagalli, ci ha anche permesso di garantire quest’ospite con cui i presenti hanno potuto confrontarsi.

L’uscita del pomeriggio è diversa. I pappagalli non sembrano più volare in ricognizione ma vanno dritti nel posto che hanno giudicato più adatto nella mattinata. Così Grace torna al suo albero e Xena al suo punto di osservazione in alto. Ora che la curiosità per l’ambiente è scemata, c’è più tempo per il contatto con i rispettivi accompagnatori, tempo di coccole e giochi.

Uscita pomeridiana
Alessandra Mauti con Grace e Malù

Quando allevi cerchi di dare il massimo per il benessere dei tuoi animali: una gabbia sufficientemente spaziosa con un buon arricchimento ambientale, un’alimentazione varia e salutare, una buona interazione fra la coppia cercando di mediare il più possibile tra le loro scelte e le necessità di selezione. Quando hai un pappagallo PET integri il tutto con un buon alloggio interno, sufficienti stimoli e passatempi e dedichi il tuo tempo alla parte sociale della vita del pappagallo. Quando metti i pappagalli in condizione di poter volare dai tutto questo e aggiungi la libertà del volo. E’ una responsabilità bellissima e terribile, un po’ come aiutare tuo figlio a fare i primi passi: sai che può camminare ma non puoi decidere dove lo porterà il suo andare. Con i pappagalli è lo stesso, sono animali nati per volare e bisogna, coi i tempi e i modi giusti, sostituirsi a quello che farebbero i loro genitori in natura: dargli un luogo sicuro in cui tornare, che sarà anche solo il nostro braccio, assecondare i loro istinti di difesa (es non portarli a volare con la pioggia, non farli uscire se avvistiamo dei rapaci ecc), rispettare la loro socialità che implica anche delle abitudini da consolidare insieme (i pasti diventano dei veri e propri rituali di gruppo); tutto il necessario perché si sentano parte di uno stormo in cui potersi esprimere e a cui tornare. Ecco perché mi auguro che sempre più allevatori inizino, quando già non lo fanno, ad integrare il concetto di allevamento con quello di stormo e che la pratica del volo, ove possibile, sia parte integrante della vita dei nostri amici pappagalli.

Testo Valérie Martinuzzi

Foto Maurizio Bavaresco e Valérie Martinuzzi

Per saperne di più: https://www.passionepappagallifreeflight.com/ 

su Facebook: @saramainardinaturalista @dinamys sas @agriturismo ai casoni

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