30/12/2019 – Inviato via mail – Cocorita cerca compagnia

Ciao Maria, ho preso da circa 10 giorni una cocorita selvatica nata a metà novembre e sto cercando di addestrarla e abituarla al mio contatto visto la giovane età. Mi sembra però che si senta sola così stavo considerando l’idea di prenderne un’altra però allevata a mano (così mi risparmio un po’ di fatica dato che non è per niente semplice addestrarla da selvatica😁). Stando insieme nella stessa gabbia c’è il rischio che si inselvatichiscano tutte e due o può quella allevata a mano portare nella retta via anche quella allevata dai genitori? Ti ringrazio per la tua attenzione e spero che tu mi possa rispondere! Buona giornata! Damiano Franchin

Ciao Damiano.

Mettere insieme un soggetto selvatico (di qualsiasi specie ), con un soggetto allevato a mano, non è una buona idea, perché si tratta di soggetti con un percorso psicologico totalmente differente, con conseguente incompatibilità caratteriale e affettiva.

Quindi è assai più probabile che il soggetto allevato a mano si inselvatichisca, piuttosto del contrario… Se il tuo obbiettivo è avere una cocorita docile, occorre avere pazienza e costanza, in fondo l’hai portata a casa da appena 10 giorni. Nel tempo, vedrai sicuramente dei risultati. Altrimenti ti suggerisco di metterle una compagna/o, ma allevata dai genitori.

Ciao, Maria.

06/12/2019 – Inviato via mail – Aratinga di Finschi

Cara Maria, ho un pappagallo Arantinga di Finschi: un piccolo conuro verde di pochi mesi (4/5) che dovrebbe (poi) sviluppare le penne rosse sulla testa. A che età, per favore, spuntano le prime penne rosse sulla fronte? E a che etá posso sperare che dica almeno “ciao?” (L’Arantinga di Finschi che avevo, era adulto e  parlava tanto). Grazie Antonella.

Ciao Antonella.

L’Aratinga di Finschi è un ottimo pappagallo da compagnia, molto intelligente e vivace, e apprende con molta facilità la parola umana, come tutti i conuri del genere Aratinga.

Per quanto riguarda i tempi, ogni soggetto è diverso dall’altro, quindi è un aspetto soggettivo, influenzato anche da alcuni fattori come ad esempio lo stimolo ambientale. Non c’è un tempo standard, ma diciamo che un soggetto ben predisposto individualmente, e ben stimolato, già entro il primo anno di vita dovrebbe apprendere qualche parolina, con tutte le variabili soggettive.

Per quanto riguarda la colorazione della fronte, nei soggetti ancora immaturi il rosso è quasi assente, ma con l’avvicinarsi della maturità inizia a definirsi. Con la prossima muta il colore generale si definirà.

Ciao, Maria.

Grazie di cuore per la Tua risposta. Io e Nestòr Junior, l’Aratinga di Finschi, Ti salutiamo. Antonella

18/11/2019 – Inviato via mail – I conuri del sole

Buongiorno Maria, mi chiamo Alessandra… fin da bambina sono sempre stata affascinata dai pappagalli… ora ho 52 anni e dopo tante bellissime esperienze con varie specie oggi vorrei tanto un amico alato, un conuro del sole… Potresti darmi qualche informazione sul carattere? … Grazie mille.

Ciao Alessandra, e benvenuta nel mio blog.

Comprendo benissimo la tua passione per i pappagalli fin da bambina, e mi fa molto piacere.

I conuri del sole, come tutti i conuri del genere Aratinga, sono tra i miei preferiti in assoluto, e potrei elencarti pregi a non finire su questa specie. La sua bellezza a dir poco abbagliante è evidente,  ma se a questo uniamo la sua dolcezza e affettuosità, unita alla sua intelligenza e giocosità , tutto questo lo rende un pappagallo d’ affezione straordinario. Ha una buona suscettibilità all’apprendimento della parola umana, che ripete con una vocina dal timbro sussurrato. Non ha un vocabolario molto ampio, ma alcune paroline e piccole frasi le apprende con facilità. Poi varia molto da soggetto a soggetto.

Tende a legarsi ad una persona in particolare (un po’ come tutti i pappagalli), ma se ben socializzato fin da piccolo, si lega a tutti i componenti della famiglia.

Dal punto di vista caratteriale, il suo tratto dominante è proprio questa capacità di legarsi in modo profondo al proprietario, che cerca e richiama però con una voce molto forte. E la voce piuttosto potente è infatti un aspetto da tenere in considerazione, soprattutto se si abita in condominio, o comunque si ha un vicinato con una soglia di tolleranza piuttosto bassa…

È un pappagallo straordinario, coccolone e affettuoso, ma nella scelta della specie occorre tenere presente anche l’aspetto della rumorosità. Ma nel tuo caso, avendo già avuto esperienze con pappagalli di diverse specie, saranno aspetti che conosci già.

Ciao, Maria.

13/11/2019 – Inviato via mail – Inseparabile diffidente

Buonasera Maria non riesco a capire il mio pappagallo inseparabile. Ce l’ho da quattro mesi, non è allevato a mano e con molta pazienza sono riuscita ad avvicinarlo infatti mangia dalla mia mano e a volte è lui a venire da me per prendere il cibo. Però ha sempre paura di me se mi avvicino alla gabbietta per parlargli lui scappa nascondendosi sotto i fogli di giornale mi puoi aiutare a capire perché si comporta così e come risolvere il problema ti ringrazio a presto.  

Ciao Carmela.

Il tuo inseparabile non è allevato a mano e quindi è naturale che mantenga sempre una certa diffidenza. Le aspettative riposte in un soggetto selvatico, non possono essere sovrapponibili, a quelle di un soggetto allevato a mano. Anche se in alcuni casi, col tempo e la pazienza, si ottengono dei buoni risultati. Questa specie poi, non è che sia particolarmente docile nemmeno se lo fosse.

Tuttavia, hai un soggetto sicuramente docile nelle potenzialità, e lo dimostra il fatto che pur essendo allevato dai genitori, si avvicina a te per prendere il cibo dalle tue mani. Quindi con un po’ di pazienza dovresti conquistarti ulteriormente la sua fiducia.

Ciao, Maria.

08/11/2019 – Inviato via commento – Conuro del sole in svezzamento

Ciao Maria, complimenti per lo stile di vita che hai scelto, sempre a contatto con un esplosione di gioia colorata che può dare un amico alato sto pensando da anni a creare un mio allevamento, ho interessi così forti solo in altre poche cose. Passando ad un argomento serio, vorrei parlarti del mio conuro del sole, arrivato a casa proprio ieri. Ho esperienza con cocorita, calopsite e Agapornis, non con altri pappagalli ma devo dire che sul web ho sempre trovato tutte le informazioni che volevo, sul conuro non trovo quello che cerco. Il mio conuro femmina è nata il 21 agosto, ad oggi quindi ha 2 mesi e qualche giorno ma ho notato che non sa aprire bene i semi, scarta la buccia e non mangia il seme, l’allevatore mi ha detto di dargli 1 sola poppata al giorno e di lasciargli dentro i semini, ora io qualche hanno fa ho svezzato una calopsite femmina in meno di due mesi, quindi non so se è questione di specie o soggetto o entrambi, in ogni caso non riesco a leggere se l’Aratinga Solstitialis ha bisogno o no di più tempo e più poppate per svezzare. Ho letto di due persone che gli continuavano a dare il Nutribird due volte al giorno fino al terzo mese e poi hanno iniziato con una e a svezzare, questo ha alimentato il mio dubbio che forse ha bisogno ancora di prendere la pappa due volte al giorno e non una sennò muore di fame, ma al tempo stesso non voglio nemmeno fare il contrario di quello che mi ha detto l’allevatore, non vorrei che gli facesse male prolungare la pappa e dargliela più volte a giorno, o peggio che rischia di non abituarsi mai ai semi. Mi dispiace per il Poema, ma per me dettagliare è importante, e ci tengo a crescerla bene ed in salute. Grazie mille per la tua pazienza. Dani

Ps: scusa gli errori grammaticali, colpa della tastiera. In ogni caso calcolando che ha più di 60 giorni, dovrebbe essere giusto dare solo 1 poppata al giorno, sempre se queste indicazioni valgono pure per la sua specie, anche perché so che queste indicazioni possono variare. Magari è tutto giusto e deve avere tempo per i semini, ma io nel dubbio di quelle persone che hanno dato due poppate fino ai 3 mesi, chiedo, anche perché magari dipende da soggetto e la mia ha bisogno di prolungare, oppure hanno sbagliato quei due ragazzi a prolungare l’imbecco.

Ciao Dani.
Ti chiedo scusa per il ritardo nel risponderti, ma mi sono accorta solo da poco del tuo quesito. Scusami ancora.

Hai proprio colto in pieno il mio essere e sentire, con le tue parole.
Sì, di questa esplosione di gioia e colore alata ne ho fatto proprio uno stile di vita, e alle persone questo arriva, come tutte le cose in cui ci si mette il cuore…

Per quanto riguarda la tua piccola conurina del sole, il fatto di dare un solo pasto unico o due, all’età di 60 giorni, dipende non tanto da uno schema fisso e prestabilito, a prescindere dalla specie, ma da quanto lei in effetti osservi che mangia. Non devi fare paragoni con la tua precedente esperienza con la calopsite. È vero che ogni specie ha dei tempi indicativi, ma è altrettanto vero che ogni soggetto è a sé.

La fase dello svezzamento è sempre estremamente delicata, sia dal punto di vista alimentare, che psicologico. Mai interrompere bruscamente i pasti, come non vanno nemmeno protratti oltre un termine corretto, in relazione al raggiungimento dell’autonomia. Quest’ultima, va favorita mettendo a disposizione del piccolo vari tipi di alimenti, con diverse consistenze. Personalmente non metto a disposizione solo la miscela di semi, ma anche altri cibi come pastoncini (sempre molto graditi ai conuri, che oltretutto sono molto curiosi verso le novità), e cibi freschi. Questo “stimola” appunto verso l’autonomia alimentare, ma in questa fase va osservato attentamente quanto il piccolo effettivamente mangia durante il giorno. Questo è verificabile anche attraverso la palpazione del gozzo.

Quindi in linea indicativa, se a 60 giorni il piccolo spizzica per bene e beve adeguatamente, può andar bene un solo pasto serale. Altrimenti puoi mantenere anche un pasto ridotto mattutino. Ma ripeto, una proposta varia di cibo stimola il piccolo a mangiare da solo. I semini passano sempre attraverso una fase sperimentale, ossia il piccolo li gira e rigira nel becco, magari cadono e riprova. Finché comprende come sbucciarli, e quindi nutrirsene. Se li sbuccia, probabilmente li mangia.
Ma la risposta può arrivare solo da un’attenta osservazione del piccolo in questa fase.

Ciao! Maria.

04/10/2019 – Inviato via mail – Specie a confronto

Salve. Sono già in possesso di tre coppie di volatili: 1 di Roseicollis, 1 di cocorite e 1 di bengalini e poi ho un Roseicollis che abita da solo in una gabbia poiché spesso lo facciamo uscire avendo instaurato un rapporto con lui da quando l’abbiamo preso (aveva 3 mesi e non era allevato a mano. Ora esce, viene sulla nostra mano e non ci becca più).
Vorrei sapere quali sono i pappagalli di media-piccola dimensione più docili fra i Pyrrhura, parrocchetto monaco, Roseicollis e calopsite. Se per caso che qualche giorno siamo costretti ad allontanarci e a non poterli far uscire quali potrebbero inselvatichirsi di più. Mi hanno detto che i Pyrrhura se presi da piccoli, dopo svezzamento o comunque a qualche mese sono comunque facilmente addomesticabili. Le risulta?
Grazie per qualunque aiuto voglia darmi. Saluti. Delia
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Ciao Delia, e benvenuta nel mio blog.

Ti dico subito che tra le specie che mi hai indicato, la meno docile è decisamente l’inseparabile. Ha proprio una propensione ad inselvatichirsi appena terminato lo svezzamento, oltre che una certa aggressività caratteriale di fondo. Ma naturalmente dipende da soggetto a soggetto, e da come è stato allevato a mano. Tuttavia non è una specie così docile come si potrebbe pensare.

Passiamo alle altre specie.

Sono tutte molto docili, ma molto diverse caratterialmente. Dipende da quali caratteristiche precise cerchi tu in un pappagallo da compagnia di taglia medio/piccola.

Tra queste, la più docile in assoluto è la calopsite. La sua grande docilità e il suo essere molto affettuosa, e socievole, unita alla facilità di gestione, la rende un ottimo animale da compagnia. Oltretutto i maschietti di questa specie, hanno una straordinaria capacità nell’apprendere la parola umana, e a fischiettare diversi motivetti e canzoncine.

Il Parrocchetto monacoè un’ altro straordinario e simpaticissimo pappagallo da compagnia ed è tra i migliori parlatori tra quelli della sua taglia. Affettuoso e di relativamente facile gestione. Ha solo una voce da richiamo piuttosto forte, e di questo va tenuto conto, se abiti ad esempio in condominio…

È molto territoriale, e tende a ”difendere” la sua gabbia e la casa, e tende a legarsi ad una persona in particolare. Ma se ben socializzato da giovanissimo, unito a tutte le sue qualità, è veramente un compagno di giochi e coccole eccezionale. 

Il Pyrrhura è un altro buon pappagallo da compagnia, molto vivace, attivo e giocherellone. Non molto rumoroso, ed è anche lui in grado di apprendere qualche parolina, che pronuncia con un tipico timbro ”sussurrato”. Ma ha la caratteristica di legarsi con una persona in particolare, e a volta può essere un po’ mordace… Il suo carattere è già più dominante rispetto alle altre specie. Tuttavia se ben allevato è anche lui tra i migliori pappagalli d’affezione tra le taglie medio/piccole.

Ti confermo che il Pyrrhura può rivelarsi molto docile anche se non allevato a mano; ma certo non potrai avere proprio le stesse aspettative, anche perché manterrà sempre una certa mordacità che lo renderà sempre poco ”maneggevole”.

Tutte queste specie comunque, non risentono dei momenti di assenza del proprietario e non hanno una particolare tendenza a inselvatichirsi nel tempo. L’importante è che abbiano instaurato un buon rapporto con la figura umana sia in fase di allevamento, che con il futuro proprietario poi.

Ciao! Maria.

17/09/2019 – Inviato via mail – Amazzone amazzonica

Buonasera Maria, ho un problema con un pullo di 30 giorni di Amazzone Amazzonica. L’ho preso che aveva 23 giorni e mangiava anche un po’ di più del 10% del suo peso. Da due giorni non ne vuole sapere di alimentarsi del giusta dose. Ne prende sempre poca e spesso. Nonostante tutto cresce di circa 7 grammi al giorno. Cosa mi consiglia? Grazie in anticipo per la sua risposta.

Ciao Augusto e benvenuto nel mio blog.

Premetto che in ambito di allevamento a mano, non ci sono delle regole assolute che vanno bene per tutti i soggetti, per tutte le specie e tutte le età.  Questi schemi vanno intesi sempre come puramente indicativi, poi vanno sempre adattati ai singoli soggetti.

Amazona Amazonica

L’esperienza infatti è quella che ti fa trovare il giusto numero di imbeccate, nella giusta quantità, sapendole modulare nel tempo. Non esiste un numero fisso di imbeccate, e la quantità di conseguenza va adattata. Non mi dici quante imbeccate gli dai, ma da quello che mi dici, se il piccolo cresce significa che quello che mangia può essere sufficiente.

Probabilmente i pasti (ipotizzo) sono troppo ravvicinati, e di conseguenza al pasto successivo si sente più sazio. Oppure la pappa è un po’ densa, e quindi lo sazia di più. Oppure la temperatura della pappa è un po’ freddina, e il pullo ad un certo punto la rifiuta.

In ogni caso devi tenere presente una cosa fondamentale: mai somministrare il pasto finché il piccolo non ha svuotato completamente il gozzo. Questo è un errore frequente, che si commette seguendo numeri e schemi fissi. Se il piccolo in questa fase gradisce mangiare poco e spesso, e constati che cresce regolarmente, vuol dire che per lui va bene così. Se vuoi approfondire l’argomento, ti invito a leggere il mio articolo ”Allevare a mano un  pappagallo”.

Ciao! Maria.

15/09/2019 – Inviato via mail – Pappagalli del senegal

Ciao mi chiamo Maurizio e da qualche mese ho preso 2 pappagalli del Senegal di 2 mesi, avevo già 2 femmine di calopsite di 3 anni. Quando siamo in casa spesso li lasciamo liberi. Ho un problema. I 2 senegal hanno paura della mia fidanzata che addirittura a differenza mia, la vedono ogni giorno. Con me sono normali, a volte pizzicano e fanno male, ma spesso sono ok, anzi mi cercano quando sono in casa. Non riesco a capire del perché hanno paura della mia ragazza. Potrebbe essere che le 2 calo che sono molto coccolose, stanno sempre sopra di lei e i 2 senegal che per evitare incidenti faccio uscire solo quando le calo sono in gabbia, ne soffrono. Non so davvero come fare per fargli prendere fiducia in lei, anche perché lei ci tiene moltissimo ai piccolini. Qualche consiglio?

Giovane pappagallo del Senegal

Ciao Maurizio.

Il Pappagallo del Senegal è un ottimo pappagallo da compagnia, simpatico, giocherellone, molto attivo, affettuoso e molto recettivo all’apprendimento della parola umana. Ma ha un carattere tendenzialmente schivo, timido e timoroso, e soprattutto ha la tendenza a legarsi ad una persona in particolare; a volte questa preferenza si traduce in un marcato timore verso tutte le altre.

Probabilmente sebbene i tuoi Senegalus sono ancora molto giovani, stanno già sviluppando questa predilezione. Non è detto che la persona che vedono di più, sia scontatamente quella ai quali loro si legano… I pappagalli sono animali molto complessi dal punto di vista psicologico, ed evidentemente c’è qualcosa nel vostro modo di porvi verso di loro, che suscita queste reazioni differenti. Comunque il fatto che abbiano appena 2 mesi, è un grosso vantaggio, e sono convinta che con il tempo e la pazienza, impareranno a essere meno diffidenti verso la tua fidanzata.

Intanto potrebbe provare ad approcciarsi a loro senza le calopsiti vicino, perché potrebbe essere un ulteriore motivo di diffidenza. La cosa fondamentale, è andare per tentativi, coinvolgerli in qualche gioco, proporgli del cibo molto ghiotto ecc, ma senza mai forzarli.

Ciao. Maria.

26/08/2019 – Inviato via mail – Instaurare un rapporto inseparabile

Ciao Maria avrei tanto bisogno di aiuto. Mio marito mi ha regalato un pappagallo inseparabile il venditore ha detto che dovrebbe avere un anno ed è un maschio sta con me da una ventina di giorni ma è molto spaventato dell’uomo io lo adoro ma non si lascia avvicinare ho provato a offrirgli dei semini attraverso la gabbia ma scappa il più lontano possibile e inizia a guardare me è il seme e se vede che non me ne vado mi cinguetta contro arrabbiato. Le ho provate tutte gli parlo con dolcezza stiamo quasi tutta la giornata insieme la gabbietta l’ho messa nel soggiorno dove trascorro ore intere spero tanto che tu mi possa aiutare in qualche modo non so più che fare vi voglio tanto bene. Aspetto una tua risposta grazie infinite bacioni.

Giovani inseparabili

Ciao Carmela.

Come potrai leggere nella risposta che ho dato a Sara, gli inseparabili purtroppo non hanno un caratterino così docile come si potrebbe immaginare, in quanto esiste questa loro tendenza a legarsi tra simili, e inselvatichirsi nel tempo, se trascorreranno molto tempo lontani da un contatto umano privilegiato.

Il tuo inseparabile ha un anno, e questo complica un po’ le cose.

Immagino che sia stato allevato a mano, ma da quello che mi descrivi, è assai probabile che in questo suo primo anno, abbia sviluppato attaccamento verso i propri simili, tenuti molto probabilmente insieme a lui. Questo spiega il fatto che è molto spaventato anche dal solo avvicinamento alla gabbia. Devi certamente armarti di molta pazienza, evitando di farlo uscire dalla gabbia, finché non avrete superato il primo passaggio, ossia il non avere timore dal semplice avvicinamento alla gabbia.

Iniziate gradualmente col proporre del cibo, nei momenti in cui appare più tranquillo. Ci vorrà del tempo e molta pazienza. Ma se arriverà ad accettare il cibo dalle mani, è già un buon risultato dal quale partire poi in seguito.

Ciao.

26/08/2019 – Inviato via mail – Inseparabile appena arrivato

Ciao Maria ieri ho preso un inseparabile allevato a mano di 4 mesi preso da un ragazzo che ne aveva due. Uno è stato dato a una persona e uno a me. L’ho portato a casa ho provato a liberarlo e ovviamente è immobilizzato dove decide lui di mettersi e non si muove più. Se provo a prenderlo scappa quando lo prendo è buono si fa coccolare. Credo che tutto questo sia normale, è stato separato dal fratello, ha cambiato casa e padroni credo ci stia che sia così triste diciamo. Ho un problema io a giorni dovrei andare a casa al mare, che faccio me lo porto o è meglio lasciarlo in gabbia 5 gg e far venire i miei genitori per cibo e acqua? Non so se potrebbe essere un trauma un altro cambiamento o l’importante è che ci sia io e basta. Aspetto con ansia una tua risposta. Grazie mille. Sara

Ciao Sara.

Gli inseparabili hanno una caratteristica che li accomuna tutti nell’indole: quella di avere una forte tendenza ad inselvatichirsi una volta terminato lo svezzamento, ed in particolare, quella di legarsi preferenzialmente tra loro simili rispetto alla figura umana, se sono tenuti insieme nello stesso ambiente. Pertanto è una reazione normale quella di timore che mi riferisci. Considera poi che un po’ tutti i pappagalli in generale non amano essere ”presi” con le mani, o forzature in generale.

Detto questo, il tuo inseparabile ha solo 4 mesi, quindi è ancora molto giovane, e hai tutto il tempo ora che è con te, di stabilire un rapporto di reciproca conoscenza. Il fatto poi che quando è tra le tue mani si lascia coccolare, è un buon segno, e devi lavorare solo sulla fiducia, stimolando la sua curiosità. Cerca di trascorrere un tempo adeguato insieme a lui, basato sul contatto fisico e le coccole, e vedrai che col tempo vincerà i suoi timori.

Per la tua partenza al mare, se non hai problemi a tenerlo dove andrai, portalo pure con te. Il cambio di ambiente non influirà su questo, poiché ci sarai sempre tu come suo punto di riferimento. Ma non sarà neanche un problema se lo lascerai in affido ai tuoi genitori. In fondo lo hai appena portato a casa, e starai via solo 5 giorni. Hai tutto il tempo al tuo ritorno di riprendere il rapporto con lui.

Ciao! Maria.

28/07/2019 – Inviato via mail – Calopsite adottato

Ciao Maria, ho adottato una calopsite maschio di 8 anni non più desiderata dai parenti dopo che il padrone è stato ricoverato, la tengo in gabbia con una cocorita maschio della medesima età e un altro calopsite maschio di 1 anno acquistato in seguito per tenere compagnia all’altro che si era intristito alla morte della cocorita femmina con cui condivideva la gabbia assieme al maschio. Vorrei fare uscire le calopsite ma non so come. La calopsite di 8 anni ce l’ho da un anno, quella di un anno da qualche mese. Per ora sono solo riuscita a insegnare una strofa di canzone alla più giovane (l’altra, arrivata che cantava la famiglia Addams, non canta più da quando ha una compagnia della stessa specie) e a fare accettare ad entrambe cibo tenuto con le dita attraverso le sbarre. Se metto una mano dentro, anche col cibo preferito invece…apriti cielo! Come procederesti tu? Grazie, Sara

Giovani calopsiti

Ciao Sara.

Il tutto mi sembra un po’ caotico, ma se ho capito bene, la calopsite maschio di 8 anni, non convive nella stessa gabbia solo con la calopsite maschio di un anno, e l’altra cocorita, ma anche con una calopsite femmina (lo dici alla fine). Non lo specifichi ma mi sembra di intuire che le calopsiti maschi siano state allevate a mano (entrambe fischiettano dei  motivetti, o li fischiettavano).

Comincio col dirti che per quanto riguarda l’introduzione delle mani nella gabbia, è sempre sbagliato, tranne in caso di mera necessità, per somministrare il cibo. Questo è un gesto che nessun pappagallo ama, di nessuna specie e sia allevati a mano che non. Viene vissuta come una vera e propria invasione minacciosa al loro territorio, e alla loro incolumità. Non dimentichiamo che nella loro memoria antica, loro sono prede in natura, e pertanto l’intrusione forzata della mano viene percepito come un vero attacco predatorio. Viene da sé comprendere la loro reazione quando introduci le mani dentro la gabbia.

Altra cosa fondamentale: mai mettere insieme un soggetto allevato a mano con un  soggetto selvatico, perché sono profondamente incompatibili. Molto probabilmente la calopsite di 8 anni, in tutto questo percorso, è stata un po’ trascurata dal punto di vista delle attenzioni, e col tempo è andata incontro a quel processo di inselvatichimento, tipico in questi casi; il fatto di introdurre poi altri soggetti selvatici, o quasi, ha fatto il resto. All’introduzione della femmina suo simile, lui ha iniziato a legarsi a lei, e questo spiega che ha smesso di cantare quel motivetto insegnato dagli umani.

Quindi in sintesi io direi di mettere un po’ di ordine a questi soggetti. Iniziando a separare la calopsite, dalla cocorita, trovando a quest’ultima possibilmente una compagna. Poi tenere unite la coppia di calopsite, e tenere il maschio Spaiato da solo  (dò per scontato che sia allevato a mano, dacché ha imparato una canzoncina. Altrimenti è utile trovare una compagna anche a lui.). E lavorare con tutti loro separatamente, per evitare condizionamenti involutivi dell’uno o dell’altro (un soggetto allevato a mano, messo insieme ad un selvatico, tende sempre a inselvatichire, oltre che ad avere forti conflittualità). In sintesi: il simile col simile.

Per quanto riguarda il desiderio di farli uscire dalla gabbia… non resta che armarsi di tanta pazienza, e lavorare con la conquista della fiducia: niente mani introdotte nella gabbia. Continuare ad offrire il cibo dalle dita attraverso la gabbia, affinché conquistino fiducia  di te. Col tempo, tanti piccoli, ma significativi progressi, non dovrebbero tardare ad arrivare. Ma ci vuole tanta pazienza. Col tempo potrai provare a lasciare la porticina aperta, e aspettare che escano spontaneamente. L’importante è rispettarli, senza nessuna forzatura.

Ciao, Maria.

25/07/2109- Inviato via mail – Calopsiti in allevamento condiviso

Ciao Maria! Ti scrivo perché ho deciso di prendere una coppia di calopsitte da allevamento condiviso, ma purtroppo sono nati solo maschi. Prenderò quindi adesso il maschietto (che ha 2 mesi) e tra 2 mesi prenderò una delle femmine appena nate. Vorrei sapere come sarà farli conoscere all’ inizio e se dovrò comprare una nuova gabbia per la femmina per i primi tempi. Grazie, un caro saluto, Jana.

Ciao Jana.

La Calopsite è una specie molto tranquilla, e socievole.

Nessun problema quindi nell’abbinare una femminuccia al maschietto a distanza di pochi mesi, tanto più che si tratta di novelli.

A mio avviso non è quindi necessario tenere la femminuccia in gabbia separata.

Se pensi quindi di formare una coppia riproduttiva, ti suggerisco di predisporre già una volieretta di adeguate dimensioni per entrambi, in modo che possano crescere e ambientarsi già nell’ambiente preposto.

Ciao! Maria.

23/07/2019 – Inviato via mail – Gestione calopsiti e inseparabili

Gentile Maria, mi chiamo Linda, ho letto il suo bel blog mentre mi dedicavo a fare ricerche sulle mie pappagalline calopsiti e inseparabili. Grata davvero di amare molto i volatili nei confronti dei quali esistono molti pregiudizi, vengo al punto, da due anni ho 9 pappagalline, di cui quattro calopsitte e degli inseparabili, non li tengo in gabbia, hanno una stanza tutta per loro, le chiedo, a volte non so se stanno bene vengono dall’Australia e la casa non è il loro ambiente naturale, secondo Lei? Stanno bene in una stanza? A volte mi fanno pena, gli do tutto l’amore possibile sono una compagnia in quanto sola, ma temo si annoino, anche se vengono dai negozi, non nascono proprio lì in quelle terre ma sono lì le loro terre d’origine. Venendo all’alimentazione, cambio l’acqua ogni giorno, da mangiare ogni tre, riempio però le scodelle ogni giorno è giusto? Una, la prima, si chiama Bassol, è svezzata a mano, ha appena fatto due anni, mi viene sempre vicino, le parlo, le voglio bene moltissimo, non socializza con gli altri però come mai? Intanto la saluto, grata se mi darà qualche consiglio, vivo nelle regione più sperduta d’Italia, la Sicilia e la parte più isolata, il siracusano, dunque non esistono neppure veterinari aviari, il capoluogo Palermo dista moltissimo, grazie doppiamente, le domande sono molte spero non la tedi la lunghezza, Linda. PS: se mi fornisse qualche indirizzo di chi se ne occupa grazie ancora.

Ciao Linda.

Le Calopsiti sono originarie dell’Australia, gli inseparabili del continente africano. Ma a mio avviso il problema non è tanto la provenienza di origine diversa, quanto di spazi adeguati. Sicuramente tutti i tuoi pappagallini liberi dentro ad una stanza, di spazio ne hanno, ma io li vedrei molto meglio in una spaziosa voliera ambientata per loro, con vari  posatoi adeguati, e qualche oggetto per intrattenersi. Io poi separerei gli inseparabili (tendenzialmente litigiosi verso altre specie), dalle pacifiche calopsiti. Nel tuo caso comunque, fortunatamente sembrano avere trovato tutti un equilibrio.

Il soggetto allevato a mano non socializza con gli altri proprio perché ha un percorso psicologico diverso da tutti gli altri, che invece sono stati allevati dai loro genitori. Esiste quindi una profonda incompatibilità tra loro. La figura di riferimento per Bassol è la figura umana, quindi tu. Mentre per tutti gli altri sono i loro simili. Due percorsi di sviluppo psicologico completamente diversi, e quindi quindi questa pappagallina dovrebbe stare separata dagli altri, per poter stare più a contatto con te.

Per quanto riguarda l’alimentazione, è corretto mettere acqua fresca giornalmente. Le ciotole del cibo in effetti non è necessario riempirle tutti i giorni. Integra però l’alimentazione anche con frutta e verdura.

Ciao! Maria.

03/07/2019 – Inviato via mail – La scelta del nome

Ciao Maria, volevo chiederti sto per acquistare un conuro del sole da imbecco ma ho una certa confusione per il nome a me piacerebbe Sunny o Sun , ma molti dicono che Sunny è femminile mi daresti un consiglio?

Ciao.

Sunny è un aggettivo, che significa ”soleggiato, solare”, quindi usato in modo neutro sia al maschile che al femminile.

“Sun” è un sostantivo maschile, che significa “sole”.

Direi che entrambi sono confacenti alle caratteristiche di un’Aratinga Solstitialis…

Maria.

12/06/2019 – Inviato via mail – Pullo di gran alessandrino

Ciao Maria, complimenti per le risposte esaustive che leggo sul tuo forum, mi chiamo Lorella e vivo a Trento. Il mese scorso ho acquistato presso un allevamento, un pullo di 50 giorni di Gran Alessandrino. L’allevatore mi ha consigliato di proseguire con due poppate al giorno e poi di ridurle a una la sera dando però dei semi. In teoria avrei dovuto ridurre le poppate il 7 giugno ma il mio piccolo non ne vuole sapere! Non appena mi vede andare in cucina mi segue e urla come un matto, i semini li mangia ma la poppata gli manca… Come posso fare? Ignoro i suoi lamenti e tolgo la poppata della mattina? Questa settimana ho acquistato una gabbia più grande dato che ho sempre utilizzato quella più piccola per una calopsite ma, appena entra nella nuova casetta non trova pace, sembra molto agitato e non spilucca nemmeno i semini. Se però lo rimetto nella vecchia gabbia si tranquillizza e mangia, come mai? Ti ringrazio di cuore se vorrai rispondermi! Lorella  

Ciao Lorella, ti rispondo molto volentieri, e benvenuta nel mio blog.

La fase dello svezzamento è molto delicata, e ogni schema va visto in termini sempre indicativi. L’eliminazione di un pasto va fatta sempre in modo graduale, anche nel quantitativo della pappa stessa. E la cosa fondamentale è accertarsi che il piccolo stia effettivamente mangiando, e non solo spizzicando. Lo si verifica palpando il gozzo, in cui è percepibile la presenza di cibo solido. Quindi nel caso dei due pasti al giorno, nel momento in cui si constata che il piccolo inizia a mangiare da solo, si diminuisce gradatamente la quantità del pasto, fino ad eliminarlo, proseguendo con il pasto serale.

L’età attuale del pullo è compatibile con questo schema fornito, ma ripeto, il tutto va sempre adattato, non solo ad ogni specie, ma anche al singolo soggetto. Rispettando sempre la gradualità.

Ti suggerisco di procedere in questo modo: integra il cibo solido non solo con i semi, ma anche con altri alimenti che possono stuzzicare la sua curiosità, come ad esempio dei pastoncini (molto graditi in fase di svezzamento), della frutta e della verdura.

Il grande Alessandrino è una specie molto curiosa da questo punto di vista, e questo oltretutto gli consentirà di sperimentare cibi e sapori diversi. La sua alimentazione futura dovrà sempre essere integrata di alimenti freschi.

Nel frattempo diminuisci sempre di più la quantità di pappa, fino a che lui si staccherà anche psicologicamente dal “biberon”, e terrai solamente il pasto serale, fino a diminuire gradatamente anche quest’ultimo.

La nuova gabbia probabilmente lo intimorisce un po’, ma sarà solo la fase iniziale. D’altra parte le sue dimensioni richiedono uno spazio adatto. Metti all’interno qualsiasi cosa che stuzzichi la sua curiosità, da un alimento gradito, a dei giochi; vedrai che presto abbandonerà ogni forma di timore. Ti suggerisco anche una collocazione della gabbia lontana da rumori o comunque fonti di potenziale disturbo, poiché si tratta di una specie tendenzialmente timorosa e diffidente.

Ma stabilendo con lui un buon rapporto di fiducia, si rivelerà un compagno alato meraviglioso. Ciao! Maria.

07/06/2019 – Inviato via commento – Inseparabile maschio o femmina?

Ciao, è da un mese che ho adottato un roseicollis allevato a mano, mi hanno detto essere femmina ma una volta presa quando ci siamo risentiti ha rettificato dicendo “dovrebbe” ma a parte questo volevo avere qualche consiglio su come tenerla correttamente cerco di farla star fuori il più possibile ma durante il giorno lavoro e sto pensando di prenderne un altro per fargli compagnia ma i pareri che ho sentito sono molto discordanti adesso ha circa 3 mesi e mezzo comunque ogni indicazione e ben accetta. Ah la mia piccolina si chiama Blu. Annalisa.

Ciao!
In effetti non è facile definire con certezza il sesso di un Roseicollis in giovanissima età, ci si basa su parametri orientativi. In ogni caso, il carattere di queste specie è contraddistinto dal fatto che hanno una forte tendenza ad aggregarsi tra loro, oltre ad un carattere piuttosto territoriale. Essendo poi un soggetto allevato a mano, per lui (o lei?) siamo noi umani il suo punto di riferimento.


Quindi a mio avviso, affiancargli un proprio simile al fine di fargli compagnia, è ininfluente, e oltretutto considerando la loro propensione ad aggregarsi tra simili, potrebbe perdere una parte di quella domesticità che ora ancora mantiene. Nel caso delle femmine, esiste anche una marcata territorialità. Naturalmente questo non è un principio matematico, ma sempre relativo ai singoli soggetti.


Suggerirei di creargli un ambiente ricco di giochi nella sua gabbia, per contrastare i momenti di noia, nei momenti in cui non si è in casa. Per poi dedicargli del tempo qualitativamente ricco di gioco ed interazione quando sei a casa. Questo tra l’altro stabilirà dei rituali molto importanti, in cui Blu imparerà a riconoscere i vari avvenimenti della giornata, e il loro susseguirsi.

Una lettera per Maria

Ciao Maria,
anzi ciao vita mia. Volevo farti come sempre i miei complimenti per il tuo impegno e per la tua professionalità e volevo augurarti in bocca al lupo per il Gran Galà di domenica. Te e tutto lo staff del Gran Galà lavorate tanto per ogni evento. Ci mettete il cuore e come vedo anche dal sito e dal tuo blog Maria, le persone lo hanno capito quanto siete bravi e vi ricambiano scrivendo e chiedendo consigli. Io purtroppo sono a Roma ma ti giuro parteciperei molto volentieri domenica proprio per toccare con mano la splendida atmosfera che si respira tra te i tuoi colleghi e i pappi che amate tantissimo. Vai avanti così. Porta avanti tutti i tuoi progetti e non ti fermare davanti a nessun ostacolo. Niente è impossibile se lo vuoi se lo desideri con tutta te stessa. Complimenti ancora a te e a tutti, compreso il signor Attilio.
Un abbraccio forte. Ti voglio bene. Daniela

Ciao Danie’, anzi Solmio.

Grazie come sempre del tuo stupendo pensiero.

È vero, esiste una potente forza propulsiva, la più potente in assoluto, che si chiama volontà. E di fronte a questa, si supera ogni cosa e non ti ferma nulla.

E come si dice a Roma, ”Daje tutta”!

Si Daniè lo so che se tu non abitassi a Roma, saresti con me domenica, a respirare il forte spirito di squadra e la motivazione che ci anima… ma io so che idealmente sei più presente che mai.

Ti voglio un mondo di bene e ti abbraccio forte!

Marì.