Maria con Sunny

Maria con sunny

Innanzitutto, benvenuti in questa pagina !
Mi presento: mi chiamo Maria e da sempre subisco il fascino di queste straordinarie e intelligentissime creature alate, dedicandomi con grande passione e dedizione, in particolare alla tecnica dell’allevamento a mano e l’imprinting.                                    Un po’ di me….
La mia passione per i pappagalli ha origini molto lontane nel tempo; fin da bambina, scoprii che una delle attività che concentravano maggiormente il mio interesse, era addomesticare le cocorite, di cui non mi privavo mai..!
Crescendo, nonostante gli impegni dello studio, il lavoro e la famiglia poi, non ho mai abbandonato l’interesse e la curiosità verso il mondo alato, al quale ho sempre dedicato approfondimenti e studio.
Finchè un giorno, arrivò in casa mia il mio primo pullo di calopsitte, che allevai per me..ma fu solo il primo di una lunghissima serie..! Infatti, ben presto la particolare bontà dei miei esemplari non passò inosservata agli occhi dei miei amici e colleghi allevatori, i quali mi chiesero di allevare a mano dei loro esemplari, per loro conto.
Tutto questo mi permise di realizzare i miei obbiettivi, ovvero approcciarmi con moltissime specie, di ogni taglia e genere, al fine di conoscere “sul campo” tutte le particolarità caratteriali e potenzialità cognitive delle varie specie..!
E naturalmente questo mi ha consentito di accumulare negli anni l’esperienza attuale, preciso che tutte le foto dei post sono mie .
Parallelamente iniziai ad allevare le mie prime coppie da riproduzione ; Ma il mio canale preferenziale dove ho deciso di dedicarmi con una passione viscerale e specializzarmi, è appunto l’allevamento a mano e tutto ciò che ne consegue, come la corretta gestione psicologica del pappagallo d’affezione.     Cosa mi piace..
La lettura, il mare e il suo mondo sommerso, la musica anni 80, La fotografia..e la lealtà !                                             I miei interessi..
La mente umana e la sua affascinante complessità, la psicologia, l’universo dentro di noi e..naturalmente gli psittacidi!             Cosa non mi piace..
 La  Stupidità, la scorrettezza, la maleducazione, l’ipocrisia e la falsità !
Tratto predominante del carattere..        La schiettezza..!
Sarò lieta di rispondere ai vostri quesiti…!                                    Maria Tommasi.
Maria presenta “amici per le piume” al Gran gala’
” Ciao a tutti voi appassionati di pappagalli che mi seguite da tempo!                                                                                                                    “Maria e il suo Patch”.

"Maria e il suo Patch".

Ebbene si, ripartiamo puntualmente con la nostra edizione del GRAN GALA’ DI PAPPAGALLI, e come sempre io saro’ presente con i miei pappagalli pet, e rinnovo la mia piena disponibilita’ a rispondere a tutti i vostri quesiti, eventuali dubbi, e a fornirvi tutti i suggerimenti e consigli sulla corretta gestione quotidiana del pappagallo d’ affezione, sia dal punto di vista pratico che psicologico.
Come ormai sapete, considero una vera missione diffondere la corretta informazione, per tutelare queste straordinarie creature da una gestione irresponsabile. 
Pericolo purtroppo sempre in agguato.
Ciao a tutti e ciao Maria!!!
Sono Alessandra e conosco Maria da anni, da quando, una bellissima domenica in fiera pappagalli, mi innamorai di un piccolo pappa allevato da Lei a mano.
È difficile spiegare a parole cosa si prova quando ti innamori a prima vista di un pappagallino che per noi è diventato parte della famiglia, ma è ancora più difficile spiegare la bravura e l’affetto che Maria diffonde alle persone e alle sue piccole creature. Ricordo che ho girato per tanto tempo, tante fiere e negozi di pappagalli, ma Maria mi ha colpito fin da subito.
Lavoro con i bambini, sono un’ insegnante e penso che prima di tutto dobbiamo avere rispetto e passione nel nostro lavoro…ebbene, in Maria ho percepito subito le stesse cose riflesse nei suoi ‘pargoletti alati’.
Il piccolo pappagallo allevato da lei è stata sempre una soddisfazione…affettuoso e giocherellone…poi ha iniziato a parlare… un’emozione continua…e ogni volta che incontravo Maria ero così contenta!!!!!
È una persona molto dolce e fidata e penso sia evidente a tutti l’amore che trasmette a tutti i suoi pulli, indistintamente…e le viene naturale…semplicemente perché lei è così anche nella vita….questo non serve spiegarlo ai pappagalli come a tutti gli animali..perché sono empatici…e colgono in modo naturale il suo affetto…rispondendole con altrettanto affetto!!!
Brava, bravissima Maria….ci vorrebbero più persone come te…perché ritengo sia importante sensibilizzare le persone e i bambini verso queste splendide creature!!!!! E brava, perché il tuo non è solo un lavoro, è anche una missione….verso i mondo dei volatili e della nostra società!!!!!
Quando penso a lei mi commuovo, perché l’emozione che mi ha dato quel piccolo pappagallino mi è rimasta dentro per sempre!!!
Ciao Maria, ciao bambini..
Il mio miglior augurio è che continui così per la tua strada…perché sei unica!!
Un saluto affettuso
“ …Quando penso a lei mi commuovo, perche’ l’ emozione che mi ha dato quel piccolo pappagallino mi e’rimasta dentro per sempre…!!!”

inviate le vostre domande a :  infogaladipappagalli@gmail.com

08/04/2022

Buonasera, volevo chiedere alcune informazioni.
Noi abbiamo allevato a mano un piccolo pullo di agapornis, di cui però non sappiamo il sesso, è nato a fine agosto 2021.
Da circa un mese sta assumendo dei comportamenti strani, che ci fanno capire che ha dei disturbi ormonali o che comunque sente la necessità di avere un/una compagna.
Ragione per cui abbiamo pensato di acquistare un altro pappagallo, per fargli compagnia. Magari già allevato a mano.
Ecco il motivo della mail.
Volevamo capire il costo di un pullo già allevato a mano e chiedervi se riuscivate a controllare il sesso del nostro uccellino, per capire così quale compagno/a acquistare.
Alleghiamo foto del nostro pappagallo.
Così sicuramente potrete capire di che tipologia di agapornis si tratta.

..

28/02/2022

Salve Sono Lippi Laura, piacere mio di conoscerti, volevo se è possibile informazioni sulll’amazzone fronte gialla, allevata a mano, sesso un maschio. Ti spiego A luglio prenderò un pullo di 90 giorni di amazzone fronte gialla ancora cucciolo, come posso abituarlo già da piccolo con la pettorina?,  come gestirlo in gabbia in modo che da grande non urli , che tipo di alimentazione ? . Cosa molto importante è vero che quando raggiungono la maturità diventano aggressivi? ed è vero che si affezionano ad una persona sola?.

Mi parli del pappagallo e del suo carattere, grazie Laura.

“ Ciao Laura, e benvenuta nel mio blog.
Rispondo molto volentieri ai tuoi quesiti. Parto solo però da una piccola prenessa.
Un pullo di Amazzone di circa 90 giorni, non è ancora completamente autonomo dal punto di vista alimentare, e la fase di svezzamento, è molto delicata e complessa da gestire per molti aspetti.
Una cosa da riservare a persone esperte, in quanto bisogna attuare la giusta gradualita’ nel tempo, monitorare il percorso del pappagallo nel raggiungimento dell’ autonomia, e ovviamente essere in grado di intervenire se insorgono problematiche di ogni tipo.
Pertanto, ti sconsiglio di acquistare il pappagallo se non è completamente autonomo.

Ora veniamo alla nostra Amazzone fronte gialla.
Si tratta di una specie straordinaria come pappagallo d’ affezione.
Intelligentissima, molto socievole e curiosa.
Possiede una capacità eccezionale nell’ apprendere la parola umana, che riproduce con un tipico timbro metallico.
Ovviamente, come tutti i pappagalli, è perfettamente in grado di associare le parole, le frasi e i gesti, al loro significato.
È sorprendente la sua propensione ad apprendere anche suoni, rumori, fischi.
Tanto quanto quella di cimentarsi in doti canore stupefacenti.
La sua intelligenza le permette di apprendere anche molti giochi di abilità’ e l’interazione che ne consegue con noi umani, è quella che io definisco” una storia tutta da scrivere…”.

Si tratta però di una specie con altre caratteristiche.
Non timida, anzi. Tendenzialmente dominante, e di questo bisogna tenerne conto nella sua gestione.
Come quasi tutte le amazzoni, ha una spiccata propensione alla territorialità e a legarsi con una persona in particolare, alla quale preferenza, viene contrapposta la percezione degli altri componenti della famiglia, come antagonisti…..
Questa percezione verso le altre persone altri, spesso si manifesta con una certa aggressività, che è un’altra sfaccettatura caratteriale delle amazzoni in generale.
Il sesso del pappagallo è abbastanza ininfluente su queste caratteristiche, anche se potenzialmente, un maschietto potrebbe manifestarle maggiormente soprattutto al raggiungimento della maturità’ sessuale.

Naturalmente, tutte queste caratteristiche, sono sempre soggettive.
Ogni singolo soggetto ha il proprio bagaglio genetico, la propria storia e unicita’.
Come unico è il suo processo di apprendimento.

Possiamo gestire il suo percorso di crescita, al fine di “ contenere”, e comunque mettere in atto alcune strategie comportamentali al fine di non accentuare certi aspetti caratteriali di questa specie?
La risposta è sì.
Quindi il primo suggerimento che ti do è quello di favorire fin da subito la socializzazione e l’interazione con più persone.
Questo sia durante la gestione quotidiana, che quella del gioco. In particolare è molto importante il contatto fisico.
Abituarla in questo periodo sensibile alle coccole da parte di tutti i componenti della famiglia, le consentirà’ di non sviluppare diffidenza.
Veniamo alle urla.
Partiamo dal presupposto che il pappagallo, di qualsiasi specie, ci imita! Esattamente come i bambini.
Oltretutto la voce è un suo strumento di comunicazione fisiologico quanto insopprimibile.
È pertanto ne farà ricorso ogni qualvolta che vorrà attirare l’attenzione su di se’ o mostrare tutte le sue emozioni( euforia, timore, paura ecc).
Come appena detto, i pappagalli sono psicologicamente quanto di più simili ai bambini, in particolare nel bisogno di attirare le attenzioni, e apprendono molto presto come ottenerle.
Per fare un esempio: il pappagallo protesta con le urla da un’altra stanza per ottenere attenzione, e il proprietario entra nella stanza e urla a sua volta nel tentativo di zittirlo.
Il pappagallo rispondera’ con un tono ancora più robusto, poiché imitandoci, ha ottenuto una duplice risposta: L’ arrivo del proprietario, e per di più con tanto di grida, e questo lo porterà’ a credere che questa sia un’ apprezzata conversazione in corso…….!
Per questo motivo, consiglio di far trascorrere al pappagallo un tempo scandito da rituali nell’ interazione con noi , tra il tempo trascorso fuori dalla gabbia che quello trascorso all’ interno.
La gabbia dev’essere di dimensioni adeguate,il più’ spaziosa possobile e possibilmente con un maggiore sviluppo in orizzontale, E’ importante che al suo interno vi sia un buon intrattenimento di giochi costituiti da corde in fibre naturali, non colorati, e legni idonei ai pappagalli, anche questi non trattati.
L’ Amazzone avrà una notevole necessità’ di rosicchiare e tenere al lavoro il becco.
Per l’alimentazione, dev’essere il più varia possibile, con una buona fornitura quotidiana di frutta come mele, pere, kiwi, banane, arance, mandarini, uva, melone; ortaggi freschi come zucchine, zucca, piselli, carote peperoni gialli e rossi, fagiolini, cetrioli, finocchi, cavoli, broccoli e radicchio.
Ottimi anche i legumi ( da fornire cotti) come fagioli, ceci e lenticchie, da abbinare a cereali come riso, farro e orzo.
Una buona miscela di semi, con pochissimi semi oleosi quali il girasole.
Oltretutto L’ amazzone ha una certa tendenza ad ingrassare ed è importante che la sua dieta sia povera di grassi.
Esistono alimenti come gli estrusi, che sono perfettamente bilanciati nel rapporto di proteine e grassi. Ai quali vanno comunque abbinati gli alimenti freschi.
Per concludere, è opportuno che la giovane amazzone si abitui alla pettorina fin da subito, poiché nel tempo la cosa diventerebbe più problematica.
Si procede in modo graduale, inizialmente proposta come gioco, affinche’ il pappagallo familiarizzi con questo oggetto; anche la fase successiva in cui la indosserà, dev’essere sempre caratterizzata da un gioco, con un premio successivo.
In altri termini, sempre mediante il rinforzo positivo.
Ma questo aspetto, è sempre basilare nella costruzione del rapporto col nostro animale, che dev’essere sempre basato sulla fiducia, rispetto e amore.
Ciao”  Maria.

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10/02/2022

Ciao Maria ti seguo da tanto e ti ammiro tantissimo.

Ho una domanda da farti.
Ho un phirrura ventre rosso allegato a mano da 8 anni, ma ha un carattere lunatico e spesso morde dolorosamente, in compenso parla tanto.
Vorrei acquistare un altro pappagallo allegato a mano.
Intanto che specie mi suggerisci che sia dolce e coccolone.
Il mio quesito è: il phirrura si addolcirà con l’esempio dell’altro pappagallo o l’altro pappagallo potrebbe seguire l’esempio del mordace ed imparare l’aggressività?
Spero in una tua risposta
Un abbraccio
Tiziana

” Ciao Tiziana e benvenuta nel mio blog!
Ti rispondo molto volentieri.
I Conuri appartenenti al genere Pyrrhura, ( tra i quali appartiene la specie Perlata Perlata in questione), sono contraddistinti in modo piu’ o meno marcato, a seconda della specie specifica, da una personalita’ molto forte e territoriale, tendenzialmente mordace.
Questa ” mordacita’ si manifesta proprio con la caratteristica lunaticita’ che riferisci….
Questa e’ una peculiarita’ di queste specie di pappagalli, ma 
ovviamente su questo aspetto,  influisce molto come, e’ stato allevato a mano, la qualita’ della relazione nel cosiddetto periodo sensibile che verra’ impostata con l’ essere umano, e la relazione successiva con il proprietario.
Naturalmente esiste anche l’ aspetto relativo al singolo soggetto.
Ma si tratta anche di una specie straordinariamente intelligente e curiosa, con una sorprendente abilita’ nell’ apprendere giochi di abilita’, e una buona propensione all’ apprendimento della parola umana, cosa che tu stessa hai avuto modo di sperimentare.
La loro voce ha un tipico timbro sussurrato, molto simpatico.
Tende a legarsi ad una persona in particolare, e come dicevo sopra, e’ molto territoriale, sia verso il proprietario, che verso il suo ambiente.
Di questo aspetto ne devi tenere conto, se deciderai di adottare un’ altro pappagallo, poiche’  il nuovo arrivato, verra’ molto probabilmente considerato ” un intruso” dal primogenito,  ( che ha gia’ 8 anni) ed un invasore del territorio.
Le dinamiche di queste forme di antagonismo, sono molto comuni, soprattutto nelle specie molto territoriali, in particolare se esiste una differenza di eta’ accentuata.
Il problema non e’ tanto l’ ultimo arrivato ( solitamente giovane e incuriosito verso i suoi simili), ma la potenziale aggressivita’ del primogenito.
L’ arrivo di un nuovo soggetto e’ possibile, ma e’ fondamentale procedere in modo graduale nella sua introduzione , e naturalmente, aspetto importante, ognuno deve avere la propria gabbia.
 La reciproca conoscenza deve inizialmente essere basata sul contatto visivo, affinche’ a distanza possano studiarsi e conoscersi).
Successivamente le distanze potranno essere accorciare, fino a farli incontrare in un luogo ” neutro” della casa per entrambi”, e sempre naturalmente sotto sorveglianza.
Ci si regolera’ nel tempo di conseguenza, ma raccomando sempre di farli interagire tra loro solo durante la nostra osservazione.
Per quanto riguarda le specie particolarmente dolci e coccolone, te ne potrei consigliare molte, a cominciare dalla Calopsite, per proseguire con un’ altra specie adorabile come il Parrocchetto monaco, ( che puoi vedere nella foto allegata insieme ad un Pyrrhura molinae)  che forse nel tuo caso ti suggerirei in particolare, in quanto anche quest’ ultimo ha una personalita’ molto spiccata, e terrebbe potenzialmente testa alla dominanza del primo nel loro approccio.
 Altra specie molto dolce che potresti considerare e’ il Caicco, o il Conuro del sole.
Per quanto riguarda invece la risposta alla tua ultima domanda, devo dirti che la dinamica e’ simile a quanto avviene nel processo di apprendimento dell’ essere umano: se qualcuno ci aggredisce, noi impariamo a diventare diffidenti, e di conseguenza aggressivi per difenderci…..E’ assai difficile che avvenga il contrario. 
Ovviamente tutto questo non e’ matematico.
Ma e’ per questo che occorre valutare tutti questi aspetti nel loro insieme, per procedere poi nel modo piu’ giusto.
Ciao!”
Maria
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03/05/2021

Gentile Sig. Maria
Ho un’Ara, una Capinera regolarmente con anello ed un passerottino salvato dalla strada. Ho avuto anche due Calopsiti affezionatissime, ma la prima è volata via da una fessura della finestra e non si è più ritrovata, la seconda, anch’essa è volata via approfittando di una mia disattenzione, è stata ritrovata tramite social, e dopo circa un anno, mia moglie è uscita tutta imbacuccata con la sciarpa non accorgendosi di avere sulle spalle la calopsite. Vorrei acquistare un pappagallino che sia affettuoso, non chiassoso. possibilmente parlante, Parrocchetto, Pyrrhura , ed altri di cui non sono esperto, quale mi consiglierebbe dato che la Calopsite è da scartare data la sua volatilità. Nel ringraziare porgo cordiali saluti Valter

” Ciao Walter e benvenuto nel mio blog.
Entro subito nel vivo dell’ argomento.
Devo partire con una doverosa premessa, sia per te, che per tutte le persone che leggono in questo blog.
Il pappagallo di una specie con una maggiore propensione alla fuga rispetto ad un’ altra specie, non esiste!
Esiste solo la naturale curiosita’ di ogni pappagallo ( a prescindere dalla spece) verso lo spazio aperto e l’ altezza.
In modo esattamente sovrapponibile alla specie umana verso uno spazio e un territorio da esplorare diverso dalla nostra casa e/o qualsivoglia localita’ da esplorare.
I pappagalli, come i bambini, hanno una necessita’ fisiologica di esplorare l’ ambiente che li circonda.
Ma devono farlo in tutta sicurezza, sotto la nostra diretta sorveglianza, e quindi, responsabilita’.
Ne consegue che, come nei confronti di un bambino che sta costruendo il proprio bagaglio di esperienze e il proprio se’, noi umani gli insegniamo a camminare e muoversi nell’ambiente che lo circonda, senza dare per scontato che sia in grado di autogestirsi, e non infilarsi nei meandri dei vari pericoli, noi verso i pappagalli  dobbiamo adottare la stessa identica attenzione.
L’ errore ( haime’) comune di moltissime persone, e’ quello di ” dare per scontato” che un pappagallo allevato a mano debba per forza rimanere incollato alla nostra spalla o comunque non sia naturalmente attratto dallo spazio aperto.
Niente di piu’ sbagliato.
Non esiste un pappagallo con una piu’ o meno  spiccata propensione alla fuga, ma solamente la nostra responsabilita’ nel gestirlo!
Questo e’ il concetto fondamentale sul quale ruota tutto il nostro impegno e responsabilita’ che ci assumiamo verso questi straordinari animali.
La reiterata fuga delle tue Calopsiti, non sono imputabili a qualcosa di ” sbagliato” in loro, ma solo, perdona la mia franchezza, e spero che tu colga il senso delle mie parole volte ad un’attenta autoriflessione, ad una vostra disattenzione….
Per carita’, l’ incidente per cosi’ dire, puo’ capitare anche alla persona piu’ accorta, questo non e’ certo oggetto di discussione.
Ma forse su ben 3 fughe una riflessione la farei….
Quindi non mi sento certo di dirti che una specie diversa dalla Calopsite, come ad esempio il Pyrrhura, parrocchetti o altre specie ancora, ti garantiscano la non fuga, o per meglio dire, la naturale attrazione verso lo spazio aperto e liberta’.
Anzi!
Sono tutti eccellenti volatori, e noi dobbiamo garantirgli la possibilita’ di muoversi nel nostro spazio, garantendo gli la sicurezza e protezione.
Sta a noi essere attenti a non lasciare pertugi anche minimi in casa, mentre loro sono liberi, sapendo che per i nostri animali puo’ essere motivo di pericolo.
Detto tutto cio’, arrivo alle specie in questione.
Il Pyrrhura e’ un ottimo pappagallo da compagnia, che risponde a tutti i requisiti da te richiesti.
Con una voce tenue e sussurrata, buona propensione ad apprendere la parola umana e in particolare molti giochi, essendo molto curioso e intelligente ( ma l’ aspetto dell’ intelligenza, e’ qualcosa che coinvolge ogni specie di questo affascinante ordine di animali).
E’ anche molto affettuoso, ma ha una tendenza ad essere molto territoriale, e con una spiccatissima personalita’.
Stessa cosa posso dirti del parrocchetto monaco.
Straordinario pappagallo da compagnia, con eccellente capacita’ di apprendimento della parola umana.
Ha solo un richiamo naturale piu’ forte, del quale occorre tenere conto.
Il Caicco e’ un’ altra specie che potrei suggerirti per tutto questo.
Ma per ogni specie, vale sempre quanto ho scritto sopra.
Ciao.”
Maria
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13/04/2021

Ciao Maria,

è da un po’ che non ti aggiorno sulle evoluzioni del mio amico Basquiat, il Pionus Senilis, che ormai ha un anno. Ho anche dei consigli da chiederti su alcuni comportamenti che mi piacerebbe comprendere e se possibile correggere.Veniamo a Basquiat, come sai ho scelto un Pionus per le sue caratteristiche poco chiassose ed il suo carattere indipendente che lo rende meno bisognoso di attenzioni costanti. Entrambe queste caratteristiche sono confermate e devo dire che, avendo avuto tanti pappagalli, le trovo veramente perfette per chi come me vive una vita attiva in una grande città. Come sappiamo i pappagalli hanno tantissimo bisogno di compagnia ed il fatto che Basquiat sia un po’ più autonomo mi mette tranquillo perchè riesce a stare bene anche senza necessità di un contatto costante. Sia ben chiaro, è sempre un pappagallo e come tale un animale estremamente sociale, quindi è sempre con me fuori dalla gabbia almeno 4 ore al giorno, però ad esempio nel pomeriggio dopo le 18, sceglie di tornare a casa sua autonomamente ed in ogni caso se deve restare in gabbia perchè ho da fare non sembra eccessivamente turbato. Anche il suo richiamo più chiassoso è  nettamente inferiore a quello di un conuro e questo lo rende adatto alla vita in appartamento.

Il consiglio che volevo chiederti è legato al fatto che ho molta difficoltà a farlo stare sulla mia mano, non che non ci salga mai ma è evidente che non ha piacere a salire, come se avesse un problema traumatico nonostante la nostra relazione sia sempre più stretta e che rispettando i suoi umori non sono mai stato beccato anche nei momenti, che pure ci sono stati, in cui era visibilmente nervoso ed aggressivo. Noto che ha perfino difficoltà ad accettare il cibo dalle mani, cosa che invece sarebbe utile proprio per renderlo più disinvolto nella salita. Io non lo forzomai, anche perché i suoi messaggi sono molto chiari ed insistere sarebbe solo un modo per farlo arrabbiare e farmi beccare. Questo handicap fa si che non possa prenderlo per rimetterlo in gabbia, cosa che non mi crea grandi problemi perché comunque lui ci rientra da solo e molto facilmente. Ovviamente se ho un’urgenza la situazione è più complicata, ma al momento la situazione è questa e mi sento già soddisfatto che riesco a gestirlo con tranquillità e senza stressarlo.

Insomma per riassumere i due comportamenti che vorrei correggere sono accettare il cibo dalle mie mani e salire con tranquillità sulle stesse.

Ovviamente immagino che devo solo avere pazienza e provare ad ammorbidirlo con tranquillità e con dei piccoli passi che già metto in atto. Ma se hai qualche consiglio nella tua grande esperienza lo seguirò con grande piacere!

Grazie come sempre per il tuo contributo per la conoscenza di questi splendidi animali e per i consigli che dispensi.

Maurizio

” Ciao Maurizio, e bentornato nel mio blog.
Complimenti per il tuo Pionus e sono felice di sapere che i requisiti che cercavi, siano stati confermati.
Per quanto riguarda i quesiti che mi poni, dalla tua descrizione ho la netta  sensazione che il tuo Basquiat abbia associato le tue mani a qualcosa che in qualche modo ( ovviamente in modo del tutto involontario e inconsapevole da parte tua ) lo ha turbato.
Come sai gia’ molto bene, i pappagalli sono creature estremamente emotive e sensibili.
Anche le specie piu’ ” psicologicamente indipendenti”.
Le nostre mani vengono visivamente da loro percepite in modo molto luminoso, e nella caratteristica anatomica e movimento, quanto di piu’ simile ad un ” predatore”.
Non dimentichiamo mai che i pappagalli sono prede in natura.
Ne consegue che il modo in cui le usiamo nei loro confronti, ha delle dirette conseguenze sia nel trasmettere serenita’ e fiducia, come invece timore o diffidenza.
Per lo stesso motivo non dobbiamo mai forzarli a fare qualcosa. 
Per comprendere le paure del nostro Pappagallo, dobbiamo sempre partire dal presupposto che lui e’ un essere minuscolo  rispetto a noi, e l’ ambiente umano che lo circonda.
Esistono le nostre movenze, i nostri gesti, i toni della nostra voce e i rumori ambientali.
L’ insieme di questi aspetti possono scatenare dei turbamenti che il nostro Pappagallo ricordera’, creando delle semplici associazioni.
Prova a riflettere un po’ sul piano generale riguardo i tuoi approcci manuali verso di lui o anche nel contesto dello spazio condiviso.
Sicuramente tu sei nel tuo intento molto rispettoso del suo carattere e personalita’.
La tua esperienza con varie specie di pappagalli denota grande passione nei loro confronti, oltre che la  conoscenza necessaria.
Eppure c’ e’ qualcosa che lo rende diffidente.
Ipotizzo:
Forse e’ successo in piu’ di un’ occasione che per mancanza di tempo, hai forzato con le mani il suo rientro in gabbia.
In questo caso, il consiglio che ti do e’ quello di evitare queste situazioni  in partenza.
Se riconosci di avere poco tempo a disposizione, meglio rimandare la sua uscita in un momento piu’ tranquillo.
Le situazioni di conflittuali vanno sempre evitate.
Anche forzarli per qualsiasi motivo a restare nelle tue mani e’ controproducente. 
Il fatto che rifiuta il cibo dalle tue mani altro non e’ che la logica conseguenza del fatto che in qualche modo lui le percepisce come una minaccia.
Ripeto, questa non e’ la tua intenzione naturalmente, ma lui le percepisce cosi’ per qualche motivo.
A questo io aggiungerei anche una mia considerazione personale.
Il fatto che una determinata specie di pappagallo ( o il singolo soggetto all’ interno della stessa) sia psicologicamente piu’ indipendente, che non necessiti di quelle attenzioni continue da parte del proprietario, e che resti per molto tempo a solo senza particolari turbamenti, se rifletti tutto questo puo’ comportare come ” effetto collaterale” anche di non sentire la necessita’ del contatto fisico piu’ diretto.
Le coccole per intenderci.
Le mani possono essere percepite anche come qualcosa di invasivo del suo come dire, equilibrio nello stare bene anche con sé stesso.
Altra cosa che potrei ipotizzare e’ inerente all’ambiente in cui si relaziona con te.
Ho visto che sei un musicista  e anche molto creativo (complimenti!).
Quindi potrebbe accadere che, se il tuo Basquiat soggiorna nell’ ambiente in cui suoni, lui in qualche modo ne risenta, lo renda piu’ nervoso e suscettibile.
Penso in particolar modo all’ eventualita’ in cui lui associ i movimenti delle tue mani a qualcosa di brusco e che gli trasmetta timore, come ad esempio gli strumenti a percussione.
Ho cercato di fornirti degli spunti di riflessione per aiutarti a capire i motivi della sua diffidenza verso le tue mani, per poi regolarti di conseguenza.
La situazione puo’ sicuramente migliorare, e sai gia’ bene che la parola chiave e’ sempre il tempo è la pazienza.
In linea generale, evita di interagire con lui se hai poco tempo a disposizione, o sei comunque nervoso. 
Rimanda tutto a  momenti piu’ tranquilli.
Per quanto riguarda il cibo, continua a proporglielo dalle mani, ma non insistere se dimostra di non gradire.
In alternativa cerca di stimolare la sua curiosita’ con qualche gioco.
Meglio ancora, se il tutto avviene in un’ altra stanza rispetto alla solita.
Un ambiente tranquillo e ” neutrale” rispetto a quello in cui si dimostra nervoso, e’ sempre da favorire per stabilire contatti piu’ intimi con lui.
Spero di esserti stata di aiuto.
Ciao! “
Maria

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18/03/2021

Ciao Maria, ti avevo scritto tempo fa che avrei voluto acquistare un Senegal..

ed ecco qua il piccolo Relè!! ❤️    
È davvero splendido! Ti abbraccio, Martha
“Ciao Martha!
Ottima scelta e complimenti.
Il Senegalus e’ una specie che io amo molto.
Rele’ e’ bellissimo!!!
E basta guardarlo per capire  che e’ gestito con amore.”
Maria

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09/03/2021

Ciao Maria,
ho letto tante sue belle risposte che ha dato da cui emerge grande sensibilità e conoscenza di queste creature meravigliose che sono i pappagalli.
Mi chiamo Tiziana, vorrei acquistare/adottare un pappagallo che risponda alle seguenti caratteristiche: che sia docile, affettuoso, si lasci accarezzare senza mordere, insomma che dimostri dolcezza e non rosicchi mobili e che possa abituare ad uscire con la pettorina. Mi interessa poco che impari qualche parola o giochi di abilità perché preferisco un rapporto basato sulla fiducia e sulla dolcezza. Ho già un pyrrhura da quasi 10 anni che mi è stato venduto come allevato a mano ma è talmente nervoso e mordace che penso che mi è stato venduto un soggetto allevato dai genitori. Al pyrrhura dedico tempo e do libertà ma è lunatico, si fa accarezzare quando ha la luna giusta e dice tante parole e gli voglio ugualmente un gran bene. So bene che ogni soggetto è un individuo a se con proprie individuali caratteristiche ma desidero ugualmente il suo parere. Informandomi sulle varie specie ho letto che il Conuro testa blu, il Pionus Senilis, il Poicephalus Meyer o il Poicephalus Senegal potrebbero rispondere ai requisiti che cerco. Lei cosa ne pensa? Quale è più docile tra queste? O ci sono altre specie da poter considerare, tranne cocorite, inseparabili e calopsite che seppur meravigliose hanno già convissuto con me tempo addietro.
Attendo suo esperto parere e la ringrazio in anticipo. Tiziana

”  Benvenuta Tiziana.
Chiedi  molti requisiti uniti insieme, in una creatura caratterizzata da una forte individualita’ e personalita’ come un pappagallo.
L’ aspetto della docilita’, dolcezza e propensione alle coccole e’ abbastanza insita all’ interno di determinate specie, ma tu chiedi anche altri aspetti, come ” che non morda, che non rosicchi i mobili, che si lasci mettere la pettorina ecc.”
Insomma, un animale sempre ” pronto e coccolo, e  che non protesti mai…”
Questi aspetti fanno parte del naturale e fisiologico istinto del pappagallo di mostrare il proprio dissenso ogni volta che avverte una forzatura nei suoi confronti.
Non dimentichiamo che, come ho detto piu’ volte, il pappagallo non conosce il “concetto di obbedienza”, a differenza del cane, in cui nella sua memoria antica esiste la gerarchia sociale del dominante e del sottoposto.
Nella mente antica del pappagallo non esiste questo, bensi’ un regime sociale paritario.
In altri termini, il pappagallo si conquista, non si domina; ( esattamente come noi umani).
Altrettanto naturale e’ il suo fisiologico bisogno di rosicchiare, sia per stimolo cognitivo, sia per la necessita’ di tenere al lavoro il becco nel suo naturale processo di esfoliazione.
Percio’ s tratta di una necessita’ insopprimibile.
Per questo e’ importante mettergli a disposizione del materiale naturale ( legni idonei non trattati, ideali rami di salice)  all’ interno della sua gabbia.
Se non vogliamo che si fiondi sui mobili, non dobbiamo far altro che spostare  la sua attenzione su altro quando e’ libero.
Quanto alla pettorina, e’ naturale che in fase iniziale protesti.
E di certo con specie dalla forte propensione alla mordacita’ non e’ un’ impresa semplice.
Ma su un soggetto giovane, e con la costanza e pazienza, si riesce senza eccessive difficolta’.
Riguardo al tuo Pyrrhura, ti confermo che si tratta di una specie dalla forte personalita’, e ben poco incline ad accettare manipolazioni controvoglia, comprese anche le coccole se in  tempi e modi forzati.
E con la marcata tendenza a essere mordaci, oltre che a quel caratterino un po’ ” lunatico” che riferisci.
Non saprei se il tuo soggetto e’ stato allevato a mano o no.
Di certo il Pirrhura non ha un carattere ” dominabile”, anzi.
In compenso a mio avviso lavorando nel rapporto con lui giornalmente con dolcezza e pazienza, e’ una specie molto interessante per la sua curiosita’ e intraprendenza ( anche dolce se rispettiamo i suoi tempi e personalita’).
Nel consigliarti la specie piu’ adatta alle tue aspettative, tra quelle che mi hai citato,
del conuro testa blu, posso dirti che e’ una specie semplicemente straordinaria, per molti aspetti.
Ma trattandosi di una specie dalla forte personalita’, e desiderando tu un pappagallo che sia fondamentalmente non complesso da gestire, sempre docile ( o quasi)e non mordace, non mi sento di consigliartelo.
Come tutte le specie dal becco di una certa potenziale importanza, avra’ la tendenza ad usarlo, seppure non per mordere consapevolmente ( salvo forzature di ogni qualsivoglia genere).
Tutto questo tende emergere non tanto da giovane, ma con l’ arrivo dell’ adolescenza.
ma questa e’ una fase inevitabile in tutte le specie di pappagalli, anche se in modo diverso.
I pappagalli del genere Pionus, sono in genere molto pacifici e docili, e fatto salvo l’ aspetto individuale, potrebbe essere una specie per te.
Altra specie per me molto interessante sono quelle appartenente al genere Poicephalus.
Straordinario il Senegalus.
Ma devo anche dirti che si tratta  di una specie tendenzialmente timida e schiva.
e nel tempo hanno la tendenza a legarsi con una persona in particolare.
E di questo devi tenerne conto, se la tua aspettativa principale e’ quella di un pappagallo sempre per cosi’ dire ” accondiscendente….
Altre caratteristiche non sono importanti per te, ma quelle che mi hai riferito tutte insieme, non sono semplici da coniugare.
Avrei potuto consigliarti la Calopsite, che alla fine e’ la piu’ docile in assoluto.
Ma l’ hai gia’ esclusa a priori
Altra specie che potrebbe essere interessante per te, e’ il Caicco.
Ma tieni sempre presente la cosa fondamentale, al di la di tutte queste specie trattate.
I pappagalli sono creature psicologicamente molto simili a noi, in particolare ai bambini.
Da qui si evince che non sono animali ” semplici”.
Spero di esserti stata di aiuto nell’ orientarti sulla scelta.
Volevo solo concludere  con un’ osservazione, che fa sempre parte di quel rapporto speciale che costruiamo con loro giorno per giorno.
Ogni momento di condivisione con loro e’ basato sulla fiducia e dolcezza.
Che sia un momento di apprendimento della parola umana, o l’ apprendimento di un gioco o qualsivoglia attivita’ con noi.
Esattamente come una mamma fa con il proprio bambino: Coccole, dialogo e gioco fanno parte in un tutt’ uno con il rapporto di fiducia reciproca che instauriamo con questi complessi animali.
Non puo’ esistere nessuno scambio nel rapporto con loro se non conquistiamo loro fiducia.
Con il contatto fisico, e quindi la loro affettuosita’, questa prerogativa diventa essenziale.
Ciao”  Maria

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08/03/2021

Buongiorno mi sto facendo la quarantena da covid e quindi sono a casa a prendermi cura a fatica dei miei pappi sono stupito dal legame speciale inseparabile che si è instaurato tra una simpatica giovane femmina di parrocchetto argentino nata libera cedutami con una zampa rotta in seguito a un attacco di cornacchia e un melopsitaccus maschio che per lei ha abbandonato la cocorita con la quale l’avevo messo insieme 

“Ciao Bruno.
Charles Darwin disse:
“La compassione e l’empatia per il piu’ piccolo degli animali e’ una delle piu’ nobili virtu’ che un uomo possa ricevere in dono”.
E io aggiungo anche lo stupore e meraviglia…..!
Ciao”
Maria

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22/02/2021

Ciao Maria, straordinaria e ammirevole la tua passione verso queste creature, che a volte capitano nella nostra vita, come nel mio caso. Mi fu regalata un’agapornis ed ora dopo quasi otto anni in famiglia si depluma. Ha sempre volato per casa e sta in cucina abitualmente. Forsennatamente porta carte e oggetti sotto un mobile per il nido, ogni tanto ha fatto uova ma mai accoppiata ed ora cosa posso fare ?. Ti sarei grata di una tua indicazione riguardo alla scelta di un compagno dopo tanti anni che è sola. Grazie per la risposta. MRosaria.

” Ciao e benvenuta.
 La sindrome da autodeplumazione, e’ un disturbo di non semplice gestione, poiche’ alla base ci possono essere cause di varia natura, anche se rientra fondamentalmente nei disordini psicologici dell’ animale.
Ho trattato l’ argomento in un quesito posto da Lilia, il  18-10-20, lo trovi scorrendo qui sotto, e credo ti possa essere utile per comprendere la complessita’ di questo comportamento autolesivo, che se non ben approfondito, innesca un circolo vizioso difficile da eradicare  nella psiche dell’ animale.
Nel tuo caso credo si tratti di stress da frustrazione sessuale;
Il suo comportamento e’ tipico di una certa necessita’ fisiologica nell’espletamento di questo istinto riproduttivo, specialmente negli agapornis.
La complicazione e’ data dal fatto che si tratta di una specie tendenzialmente molto territoriale e aggressiva.
La femmina lo e’ in particolare modo, e l’ introduzione di un possibile compagno, dovrebbe avvenire con molta gradualita’ e cautela.
Quindi abbiamo da una parte la sua conflittualita’ sessuale, ma contemporaneamente anche la sua propensione all’ aggressivita’.
Un tentativo e’ possibile, ma avendo l’ accortezza di procedere per gradi.
Prima con il solo contatto visivo, in una gabbia separata, evitando ogni forma di contatto fisico.
In una fase successiva, e sotto la tua sorveglianza, potrai farli incontrare in un luogo ” neutro ” per entrambi.
Per intenderci, in un luogo che la femmina non consideri una sua proprieta’.
In base al comportamento che osserverai ( in particolar modo della femmina), ti regolerai di conseguenza.
Ciao!
Maria 

10/02/2021

Ciao Maria sono Chiara mamma di due bimbi di 3 anni e mezzo e 7 e mezzo.. Vorremmo prendere un papagallino, stiamo in appartamento quindi non uno troppo casinista😃,la mia bimba vorrebbe dicesse qualche parolina ..cosa mi consigli? Molti mi dicono calopsitte… ah…allevato a mano… grazie mille

” Ciao Chiara e benvenuta.
Non ho alcun dubbio nell’ orientarti.
La Calopsite e’ la specie ideale come primo approccio con i pappagalli, specialmente nel tuo caso, avendo due bimbi di questa eta’.
E’ un pappagallo da compagnia  veramente straordonario, che coniuga sia una relativa semplicita’ nella gestione quotidiana, che una notevole intelligenza e capacita’ di legarsi al proprietario.
E’ molto curioso e affettuoso oltre che ideale in appartamento, dacche’ non e’ un pappagallo particolarmente chiassoso.
Il maschietto ( in questa specie) possiede una spiccata capacita’ di apprendere la parola umana, e fischiettare motivetti e canzoncine.
Pertanto, nella relazione con i bambini, ma non solo, diventa un compagno di gioco eccezzionale.
Ti suggerisco quindi vista l’ eta’ dei tuoi bimbi, in particolare il piccolo di 3 anni e mezzo un bel maschietto di Calopsite, allevato a mano molto bene.
Ciao
Maria

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08/01/2021

Ciao Maria! Ho visto i tuoi articoli su Facebook e ti faccio i complimenti. Hai la mia stessa grande passione. Pensa, io ho avuto l’amazzone farinosa (ha vissuto 58 anni, 20 con me sempre sulla spalla!). Il cacatua (Popy, un coccolone) il cenerino (Dada, mi è morta da quasi un anno a 30 anni). Ho allevato a mano una capinera (si chiamava Ci ed ha vissuto in simbiosi con me 7 anni) almeno 10 passeri i (tutti attaccati a me morbosamente), due rondinelle (Strarski e Acc, due coccolone!) fringuelli (tutti coccoloni!) piccioni( intelligentissimi e umani nel comportamento!) tortorelle, un corvo (un vero bambino!) e tantissimi altri! Con tutti ho avuto storie fantastiche, tutte documentate con foto ed ho iniziato a scrivere un libro su come ho fatto ad allevarli (e non è semplice tu lo saprai, c’è tutto un iter da seguire). Che bello sapere che esistono altre persone come me! Dove vivi? Io sono a Torino. Non si sa mai, potremmo tenerci in contatto se sei d’accordo. Grazie. Ciao e buona vita.
” Ciao Maria Giovanna.
Ti ringrazio delle belle parole e mi fa veramente piacere che leggi tutti i miei articoli.
Mi complimento con te per questa grande passione per il mondo alato e non solo per i pappagalli.
Ma anche  per la grande dedizione che hai indubbiamente avuto nel prenderti cura dei tuoi compagni alati.
L’ aspettativa di vita dei pappagalli com’e’ noto e’ assai elevata, anche se non e’ cosi’ frequente assistere ad esemplari di questa eta’.
Essere deliziati da questi straordinari compagni di viaggio nel nostro percorso di vita e’ un vero privilegio oltre che una gioia immensa.
Come hai intuito, questa gioia mi ha letteralmente folgorata da quando ero bambina, e conoscendo gli effetti di questa ” folgorazione” in tenera’ eta’, ora ne faccio una vera missione, portandola avanti nelle scuole e nei vari istituti con il mio progetto divulgativo  “AMICI PER LE PIUME”, che ripartira’ appena la situazione attuale causata dal Covid 19, terminera’.
Come anche la porto avanti attraverso questo blog, dove sono sempre lieta di rispondere a tutti voi che mi seguite e ponete quesiti.
Essere un ponte che collega questi due mondi,  psittacidi e umani,  cosi’ diversi ma in realta’ cosi’ affini dal punto di vista della complessita’ psicologica e affettivita’, e’ per me fonte di grande motivazione ed entusiasmo.
E’ molto bella la tua iniziativa di scrivere un libro sulle tue esperienze con questi animali; conosco le problematiche annesse, ma non demordere, perche’ credo fermamente che sia importante lasciare una traccia significativa inerente ai propri percorsi.
Appena questa emergenza sanitaria finalmente finira’, rimetteremo in moto la macchina della nostra prossima edizione del GRAN GALA’ DI PAPPAGALLI, e se avrai modo di partecipare saro’ felice di conoscerti di persona.
In fondo Torino non e’ poi cosi’ lontana da noi.
Sara’ nostra premura pubblicare nel sito la data dell’undicesima edizione, appena sara’ possibile.
A presto!”

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27/12/2020

Ciao Maria mi chiamo Luca è da parecchio che cerco una persona esperta che mi possa aiutare ho letto con molto interesse i tuoi articoli, avrei bisogno di un tuo consiglio da  circa un anno ho un’amazzone albifrons allevato a mano di 6 anni acquistato da un precedente proprietario il quale non lo teneva in modo ottimale ti basti pensare che era all’interno di una piccola voliera con un cacatua che a sua volta gli aveva strappato tutte le piume dal capo.

Ad oggi con molta pazienza sono riuscito a riconquistare la sua fiducia,in famiglia si fida e si lascia coccolare  solo da me tanto che è diventata una cosa quasi morbosa non posso fare un passo che mi segue ovunque e se perde il contatto visivo strilla come un matto come quando rientro dal lavoro e mi sente rincasare comincia strillare fino a quando non lo faccio uscire dalla gabbia ed è qui che ho bisogno di un tuo consiglio.
Come potrei rendere questo rapporto meno morboso e come potrei fare in modo che quando sono in casa non continui a gridare aspettando che lo liberi ,come puoi immaginare non posso tenerlo sempre fuori anche se sono in casa ho provato a ignoralo ma  non ha funzionato,.Spero di non averti annoiato e spero in una tua risposta grazie per la tua disponibilità.
amazona aestiva

” Ciao Luca.

Non mi hai annoiata affatto anzi. Ti rispondo molto volentieri e benvenuto nel mio blog.
Il tuo problema e’ piu’ diffuso di quanto puoi immaginare poiche’ i pappagalli, in particolare le specie particolarmente dotate dal punto di vista della potenza vocale, mettono inevitabilmente di fronte a problematiche gestionali prima o poi.
Partiamo innanzitutto  dal presupposto che fare ricorso alla propria voce, e’ per tutti i pappagalli un meccanismo naturale e fisiologico.
Sono animali gregari e sociali, in natura vivono in grandi colonie, e la loro potente voce e’ uno strumento di cui la natura li ha dotati, per potersi richiamare in lunghissime distanze, e oltrepassare la barriera del fogliame delle fitte foreste che costituiscono il loro habitat.
Non e’ un caso che le specie piu’ rumorose vivono nelle fitte foreste dell’ Amazzonia. 
Le Amazzoni, come hai avuto modo di sperimentare, e’ tra queste.
La personalita’ delle Amazzoni in generale, e’ caratterizzata da una forte propensione a essere al centro dell’ attenzione, e’ tutt’ altro che timida, molto esuberante, con tratti marcatamente dominanti nel contesto familiare in cui vivono.
Si attaccano morbosamente al proprietario, ma con la caratteristica di far corrispondere molto spesso alla persona prescelta, una marcata aggressivita’ verso le altre persone che percepisce come antagoniste.
E poiche’ il loro insopprimibile bisogno di attirare l’ attenzione del proprietario si manifesta appunto con il suo detonante richiamo, le problematiche gestionali, soprattutto se si vengono ad instaurare determinate abitudini, col tempo diventano veramente difficili da affrontare.
Premetto comunque che tu hai fatto un ottimo lavoro con la tua Albifrons.
Ti sei ritrovato ad affrontare una situazione gia’ difficile in partenza, derivante da una cattiva gestione precedente,  per non dire pessima.
Un’ amazzone che ha gia’ subito traumi di abbandono, per incapacita’ del proprietario di assumersi la responsabilita’ affettiva dell’ adozione di un animale cosi’ complesso, allevato a mano, e per di piu’ confinato poi a convivere con un cacatua, che essendo gia’ territoriale e tendenzialmente aggressivo di suo, non lo ha certo accolto col tappeto rosso…!
Quindi tu hai dimostrato di avere l’ amore e la pazienza necessaria per il recupero affettivo di questa creatura, ma ci sei riuscito talmente bene che ora lui si e’ inevitabilmente legato in questa maniera morbosa a te.
Vedi, tu con il tuo amorevole intento, senza rendertene conto, hai instaurato determinate abitudini, ormai radicate nelle aspettative del tuo Albifrons.
Lui si comporta in maniera naturale con te, ti sente arrivare e ti chiama.
Ovviamente lo fa usando lo strumento piu’ efficace che ha a disposizione: la sua voce.
E ha capito benissimo che questo funziona, perche’ prima o poi la tua amazzone ottiene quello che vuole, ossia che tu arrivi e la liberi.
Tu sai gia’ che le grida vanno ignorate esattamente come si fa con i capricci dei bimbi, perche’ tali sono in fondo dal punto di vista comportamentale; e giustamente lo anticipi.
Ma non funziona perche’ prima o poi ( piu’ prima che poi) tu cedi, per non sentire vibrare la tua membrana timpanica, oltre ai vetri di casa.
Involontariamente tu “rinforzi positivamente il comportamento” sbagliato, dell’ animale.
In questo modo lui ottiene due effetti in uno: ottiene la tua attenzione, e la fai uscire.
La situazione e’ complicata, ma non impossibile da invertire.
Tu hai dimostrato di avere molta pazienza e quindi puoi sicuramente migliorare la situazione.
 Qui io ti suggerisco di agire su piu’ fronti.
Il primo e’ quello di continuare ad ignorarla quando urla.
Vai da lei solo quando si sara’ calmata.
So che ti mettera’ a dura prova, ma cerca di resistere, perche’ e’ l’unico modo per farle capire che urlare non portera’ a nessun vantaggio, anzi.
Se urla in tua presenza esci dalla stanza.
Ricorda di non alzare mai la voce, perche’ come sai i pappagalli ci imitano.
Quindi usiamo sempre con loro un tono basso e pacato.
Evitiamo anche gli ambienti rumorosi e caotici.
L’ ideale e’ poter avere una gabbia da spostare nei vari ambienti di casa, in modo da garantire un equilibrio di convivenza per tutta la famiglia, alata e non.
La cucina non e’ mai il luogo piu’ idoneo, proprio perche’ ci vedono andare avanti e indietro, e l’ ambiente e’ troppo caotico ed euforizzante.
Poiche’ tutto si basa sul ” rinforzo positivo”, non appena lei urla, tu esci subito dalla stanza.
Fai in modo che lei crei subito una connessione tra i due eventi.
Urlare porta solo a ottenere l’ opposto di cio’ che vorrebbe: il tuo allontanamento.
Quando si sara’ calmata allora vai da lei e premiala con una coccola o una leccornia.
L’ obbiettivo e’ rinforzare positivamente  i momenti in cui si calma.
Altro consiglio.
Tra le Amazzoni, l’ Albifrons e’ di temperamento molto attivo, e molto incline alla noia.
Ha una notevole necessita’ di rosicchiare.
Forniscile nella sua gabbia dei rami in grandi quantita’, di varie misure.
Ideali quelli di Salice.
Costruisci tu stesso dei giochi fatti di legni idonei ai pappagalli, come Betulla, Faggio, Magnolia. Tieni sempre presente che l’ ambiente piu’ sano per un pappagallo, e’ quello che rispecchia il piu’ possibile quello naturale. Quindi solo materiali semplici, naturali e non trattati.
Tenere sempre in attivita’ la loro mente e’ il miglior antidoto alla noia, con tutte le problematiche annesse.
Metti in atto tutte queste strategie insieme, e sono certa che la situazione migliorera’.
Ma tieni sempre presente che il meccanismo di richiamare il proprio compagno umano, resta per questi animali un meccanismo naturale ed insopprimibile.
Ciao”  Maria

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23/12/2020

ho visto la tua pagina e mi sono permessa di mandarti una mail per farti qualche domanda.
Io un un Lory Pet da fine Novembre circa. 
Giocherellone, vispo, mangione, quando lo libero dalla grande gabbia in cui vive si mette da solo sulle mie mani, a volte svolazza per la stanza altre volte rimane su di me.
Vedo che tende a “mordicchiare” ogni tanto, è normale?
Altra domanda: durante la giornata ogni tanto canta e “strilla” forte, gli acuti non gli mancano senz’altro. So che può significare noia e simili, è corretto? Allora lo prendo e lo sposto dalla cucina, dove sta di solito, alla camera, dove lavoro attualmente in smart working. E vedo che si calma e torna sereno: è normale? E’ davvero possibile che un pappagallo si affezioni così tanto ad un essere umano “di fiducia”?
Grazie, buon Natale e buone feste

” Ciao Giorgia, e benvenuta nel mio blog!
Sono sempre lieta di accogliere i quesiti di chi come te, si pone davanti a questo mondo straordinario con l’ intento di conoscerlo in modo approfondito al fine di instaurare il rapporto veramente ideale con queste creature cosi’ speciali.
Inizio a risponderti dall’ ultima domanda, in quanto e’ quella che rappresenta in assoluto lo scrigno piu’ prezioso, l’ emblema, il simbolo della magia che viene ad instaurarsi in un rapporto che io definisco ” una storia tutta da scrivere…”
E” davvero possibile che un pappagallo si affezioni cosi’ tanto ad un essere umano di fiducia?
Parliamone.
La risposta e’ si Giorgia!
Il pappagallo e’ una creatura estremamente complessa, quanto di piu’ simile ad un essere umano per capacita’ cognitive ed emotivita’.
Ne consegue che come tutte le creature dotate di una spiccata intelligenza, viene a sovrapporsi un’ altrettanta sensibilita’.
Amo queste creature proprio per la loro complessita’ psicologica.
Il loro modo di amarci e’ completamente diverso da quello di altri ordini di animali in cui esiste nella loro memoria antica, una gerarchia sociale  rappresentata da un ” dominante ed un sottoposto”, come ad esempio nel cane.
Nella memoria antica del pappagallo non esiste alcuna gerarchia sociale basata su un rapporto subordinato, bensi’ un regime sociale paritario.
I pappagalli ci scelgono, esattamente come noi scegliamo il nostro compagno/a per la vita.
Non ci amano a prescindere.
E’ un rapporto basato sulla fiducia e sulla conquista, non su forme di dominio.
Il loro comportamento affettivo si modifichera’ nel tempo esattamente come avviene per noi umani ( evolvendosi in tutta la costruttivita’ di cui noi saremo i pionieri) a seconda delle fasi di crescita e relative tempeste ormonali.
Dobbiamo vedere queste creature esattamente come i bimbi, in tutto il loro percorso evolutivo ed emotivita’.
Il legame che si puo’ instaurare con loro e’ qualcosa che va al di la’ di ogni immaginazione, una profondita’ che puo’ sfidare le leggi del possibile, una grande tela in cui dipingere insieme a questi nostri compagni alati, itinerari inesplorati nel mondo dell’ affettivita’ umana.
Sono in grado di donarci un amore incondizionato, a patto di instaurare con loro un rapporto in cui ricambiamo  la loro stessa dote di empatia.
Sentire quello che sente un pappagallo, entrare dentro la sua anima e percepire tutto quello che lo circonda, attraverso la sua sensibilita’, entrare dentro le sue insicurezze e paure, come entrare nei suoi umori.
Ma soprattutto, ” sentirli”….
Ora rispondo agli altri tuoi quesiti.
Abbiamo parlato di percorso evolutivo.
Quindi, esattamente come un bambino lui sta esplorando l’ ambiente che lo circonda, e lo sta facendo in assoluta serenita’.
Dalle tue parole percepisco che tu stai facendo un ottimo lavoro nel condurlo idealmente per mano verso la  sua crescita e sviluppo affettivo.
La mordacita’ che a volte noti e’ assolutamente normale in quanto rappresenta da una parte il suo fisiologico bisogno ” assaggiare” l’ ambiente, percepire le varie consistenze degli oggetti che lo circondano. Mani comprese.
Una sorta di fase orale, in cui la conoscenza passa attraverso il becco.
Dall’ altra devi tenere presente che i Lori e Lorichetti, come altre specie di pappagalli dotate di un becco non proprio minuscolo, hanno una certa tendenza a stringere.
Ma non e’ quasi mai intenzionale, a meno che noi non ” rinforziamo” questo comportamento con dei nostri gesti manuali che il pappagallo percepisce come impositivo e quindi con diffidenza.
Ma questa e’ un’ altra storia.
Veniamo alla voce acuta.
Ebbene si, Lori e Lorichetti sono dotati di un fischio molto acuto, che emettono ovviamente in tutte le situazioni in cui vogliono richiamare la loro attenzione, oppure quando sono molto sollecitati dal punto di vista ambientale.
Mi dici che la sua collocazione e’ in cucina; si tratta notoriamente di un ambiente rumoroso per la presenza di TV, rumori domestici e in particolare il passaggio continuo di noi umani.
E poiche’ i pappagalli ci imitano ( come i bambini), un ambiente rumoroso come la cucina avra’  un effetto euforizzante per loro.
Tu stessa mi dici che appena lo porti in camera, dove tu lavori al computer, lui si rilassa.
Luce piu’ soffusa, pochi rumori, e in particolare lui percepisce te rilassata.
Confermo che il ricorso alla voce naturale, puo’ essere riconducibile al bisogno di richiamare l’ attenzione, e talvolta noia.
Ma il tuo Lori mi sembra che abbia instaurato con te un rapporto equilibrato in tal senso.
Attenzione solo ad una cosa:
I pappagalli esattamente come i bambini, sono abilissimi ad acquisire determinate abitudini, che noi nel bene e/o nel male instauriamo con loro fin dall’ inizio.
E nel caso di una specie dalla potenza vocale alquanto marcata, imparera’ molto presto a far ricorso al suo richiamo naturale per utilizzarlo a suo vantaggio.
Quindi e’ importante gestire il suo naturale bisogno di richiamare l’ attenzione senza che ci sia  un’ automatismo tra il richiamo e il nostro intervento.
A parte tutto questo, mi riaggancio a quanto ti ho detto all’ inizio, sulla meravigliosa storia che potrai scrivere insieme alla tua creatura alata giorno per giorno, in cui tu stessa ti sorprenderai di quanto amore sono in grado di donarci, e di quanto colorano la nostra vita nutrendoci l’ anima.”
Maria

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18/12/2020

Ciao Maria, ho da poco acquistato un parrocchetto barrato nato il 25/10 e che sto alimentando a mano con Pappetta. Ho avuto una precedente esperienza di pullo allevato a mano una calopsita con grandi soddisfazioni. Sono due piccoli uccelli con carattere completamente diverso. Ho notato però che il parrocchetto sporca tanto paragonandolo alla calopsitte. È normale o è solo perché è piccolo o forse l’alimentazione? Grazie in anticipo per la risposta.

” Ciao Giuseppe.
Se lo stai ancora imbeccando con la pappa da imbecco e’ fisiologico che le sue deiezioni siano abbondanti, e dalla consistenza fluida e cremosa.
Quanto alla quantita’ e il paragone con la Calopsitte, dipende da quanto mangiava quest’ ultima, e  quanto mangia il Barrato nella medesima fase di accrescimento.
Tutto e’ condizionato dal rapporto con l’ alimentazione secca ( fase svezzamento) e quella della formula da imbecco.
Ciao”
Maria

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04/12/2020

Ciao Maria, innanzitutto complimenti per il sito e per la passione per queste creature.
Mi sono imbattuta nel suo blog in cerca di risposte: mi piacerebbe tanto un pappagallino pet e sono indecisa tra due specie: la calopsitte e il pappagallino barrato. Sarebbe il mio primo pappagallo ed entrambi sembrano idonei per i neofiti, ma mi chiedevo, c’è tanta differenza tra queste specie nella capacità di parola? Mi piacerebbe addestrarlo/a a ripetere qualcosina. Grazie mille in anticipo!

” Ciao.
 Entrambe le specie sono indicate per i neofiti.
Ma molto dipende dalle tue aspettative.
Il pappagallino barrato (Bolborhyncus lineola) e’ un pappagallino dal temperamento molto tranquillo, simpatico, di facile gestione; viste anche le sue dimensioni ridotte non necessita di un alloggiamento particolarmente grande.
Per quanto riguarda l’ apprendimento della parola pero’ se questa e’ una tua  precisa aspettativa, non mi sento di paragonarlo alla calopsite.
Il maschio di questa specie e’ particolarmente dotato dal punto di vista dell’ apprendimento, e della mimica.
Caratterialmente e’ un pappagallo straordinario, molto affettuoso,  curioso, socievole,  e si lega moltissimo al proprietario.
Tutto questo lo rende un pappagallo d’ affezione ideale per un neofita, e in particolare alle famiglie con bambini.
Ciao”
Maria

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18/11/2020

Buonasera Maria, le scrivo perché ero su internet alla ricerca di qualche sito che potesse darmi informazioni su alcuni pappagalli.

Allora mi sono innamorata del Parrocchetto Monaco del mio ragazzo, è molto dolce e ne desidero tanto uno anche io. Ho chiesto a chi li alleva se ne avessero uno, ma purtroppo non è periodo, ma in alternativa mi ha consigliato un Lori Variopinto. Ho cercato su internet e in generale rispetto al Parocchetto è sicuramente più bello e colorato,ma per quanto riguarda il suo comportamento sono un pó incerta. Ho letto che è un pappagallo molto vivace e che non ama stare molto tempo da solo. Purtroppo però tra scuola e lavoro dei miei genitori, non sempre siamo a casa tutta la giornata, quindi ho paura che questa nostra mancanza possa influire negativamente sul pappagallo. Inoltre, essendo una ragazza che ama molto le coccole, ho paura che questa specie magari non sia affettuosa come un parrocchetto, anche perché ho potuto vedere con i miei occhi che il parrocchetto, se addomesticato con cura, è molto affettuoso, addirittura ho visto che si appoggia su di te per riposarsi.
Forse sono un pó stupida, ma diciamo che vorrei tanto instaurare un rapporto dolce con questo pappagallo e vorrei quindi essere sicura prima di adottarlo. Quindi mi potrebbe gentilmente spiegare un pó quali sono le caratteristiche di questo pappagallo, un confronto tra parrocchetto monaco e un lori variopinto e soprattutto, dopo aver letto i miei dubbi, me lo consiglierebbe?
La ringrazio molto per la l’attenzione!
Ps. Un’altra cosa che un pó mi spaventa sono il becco e le zampe che sono decisamente più grandi rispetto ad un parrocchetto. 
” Ciao Chiara.
C’ e’ una differenza fondamentale di cui devi tenere conto tra queste due specie, che vanno al di la’ dell’ aspetto cromatico, o caratteriale.
Ossia il Parrocchetto monaco fa parte delle specie granivore, mentre i Lori sono nettarivori, e la loro alimentazione e’ alquanto delicata.
Si nutrono di polline e nettare di fiori, oltre che di frutta in abbondanza.
La loro alimentazione particolarmente zuccherina, produce delle feci molto liquide, emesse a spruzzo, creando delle difficolta’ non indifferenti nella gestione in casa.
La natura ha provveduto a predisporre queste specie per questa particolare alimentazione, a cominciare dalla loro lingua a ” spatola” con la quale i Lori e Lorichetti raccolgono il nettare dei fiori.
Per quanto riguarda l’ aspetto caratteriale, sono pappagalli molto attivi e curiosi. Necessitano quindi di un certo spazio e intrattenimento.
Sono comunque pappagalli molto affettuosi, anche se hanno la tendenza ad essere mordaci, soprattutto nel tempo.
Il parrocchetto monaco e’ a mio avviso un pappagallo straordinario, sia dal punto di vista cognitivo che caratteriale.
Estremamente dolce e coccolone, molto intelligente nell’ apprendere giochi anche di una certa complessita’. 
Ha un ottima predisposizione nell’ apprendimento della parola umana, che riproduce con un tipico e simpatico timbro nasale.
Pertanto, se la tua aspettativa e’ quella di avere un compagno alato particolarmente dolce, ti consiglio decisamente il Monaco;
Tieni presente che e’ anche una specie molto territoriale, e con una spiccata personalita’, e tutto questo lo rende un pappagallo da compagnia  veramente speciale, al di la’ dei colori meno appariscenti rispetto ai Lori.
Ciao”
Maria

02/11/2020

Buona sera Maria,
le scrivo perche’ sono incappata nel suo sito mentre cercavo di reperire informazioni sulle specie di pappagalli per cercare di capire se la richiesta di mia figlia di 9 anni di adottare due inseparabili sia sostenibile per l’intera famiglia, non abituata ad avere alati in casa.
Sono rimasta colpita dalla profondita’ psicologica delle sue analisi, oltre che dalla competenza dimostrata in materia e ho deciso rivolgermi a lei per un parere.
Premettendo che l’intera famiglia presenta una bassa soglia di sopportazione del rumore, detonante o ripetitivo che sia, ci stiamo domandando se esistono specie compatibili con tale soglia o se sia il caso di orientarci da subito verso altre specie di volatili, escludendo a priori I pappagalli, evitando di vederci costretti a cederli poco dopo averli accolti.
Viviamo in un condominio, ad un piano alto, molto soleggiato, clima mite anche in inverno (citta’ di mare) e abbiamo disponibilita’ di collocare in casa una gabbia ampia, oltre il metro di lunghezza.
Viviamo fuori casa 8 ore al giorno ma mia figlia si dichiara determinata nel volersi dedicare un paio d’ore al giorno nella sua ampia stanza all’interazione giocosa e affettuosa fuori gabbia con I pappagallini (due sicuramente, data la ns scelta di non lasciare un unico esemplare di pet, di qualsivoglia razza, solo in casa per tante ore consecutive ogni giorno).
Grazie in anticipo per la sua preziosa guida . A presto.  Mamma Claudia
Ciao Claudia e benvenuta nel mio blog.
Ti ringrazio delle belle parole e ti confermo che, partire da un’ attenta valutazione dell’ insieme, specialmente quando mi vengono posti quesiti orientativi sull’ opportunita’ di attuare determinate scelte, e’ per me un fatto imprescindibile.
Detto questo, partiamo dal presupposto che i pappagalli silenziosi non esistono.
Esistono specie piu’ o meno rumorose, ma come hai tu stessa compreso, tutto e’ relativo e soggettivo.
Come tu stessa hai giustamente premesso, la vostra soglia personale di tolleranza al rumore e’ molto bassa, e questo dev’ essere attentamente valutato, proprio per evitare di dover cedere gli animali una volta portati a casa e sperimentato che non era una scelta idonea per voi.
Questo ovviamente comporterebbe uno scompenso affettivo ai pappagalli ( di qualsiasi specie), oltre che una sofferenza per la tua bimba, che nel frattempo si sara’ certamente legata ai suoi animali….
Il richiamo naturale degli inseparabili e’ rappresentato da un cicaleccio, di tipo continuo e ripetuto.
Quindi se paragonato ad altre specie piu’ grandi, non si puo’ definire un rumore potente, squillante o stridulo.
Ma nella sua ripetitivita’ puo’ risultare fastidioso.
E da come percepisco dalle tue parole, nel vostro caso lo potrebbe rappresentare molto.
Anche perche’ devi considerare che se nella vostra eventuale scelta, ne portereste a casa due,  il cicaleccio diventerebbe doppio….
Le dimensioni della gabbia e lo spazio a disposizione sono adeguati, e sembra anche la determinazione della tua bimba.
Ma temo per la situazione nel lungo termine, vista la premessa di una soglia di tolleranza al rumore gia’ bassa.
Se devo comunque orientarti verso una specie alternativa, potrei suggerirti la piu’ tranquilla Calopsitte, oltre che dal mio punto di vista, migliore come animale da compagnia, per tutto un insieme di aspetti che ho gia’ descritto in altre risposte.
Ma naturalmente e’ pur sempre una creatura con un suo richiamo naturale, nel suo caso rappresentato da un fischio.
Ma anche in questo caso, devi tenere conto di tutti gli aspetti descritti sopra.
Aggiungo una cosa relativamente alla scelta di acquistarne due:
Per un pappagallo d’ affezione non e’ fondamentale avere un suo simile vicino, in quanto il punto di riferimento affettivo siamo noi umani…
Quindi oltre che ad avere del tempo ragionevole a disposizione,  e’ importante la qualita’ di questo tempo.
In termini proprio di relazione affettiva.
Spero di esserti stata d’ aiuto nell’ orientarti verso la giusta scelta.
Ciao.”
Maria

18/10/2020

Buongiorno mi chiamo Lilia ed ho un problema con uno dei due Parrocchetti dal collare, allora il più grande (16 mesi) si depluma, ma non ha nulla, ne acari ne altro credo sia solo stress, ho pensato perciò di utilizzare il collarino elisabettiano, non so se è giusto o no farlo, cosa consigli?
Nel caso che misura dovrei comprare ?
Attendo con ansia un consiglio.
Grazie .
” Ciao Lilia.
La sindrome da autodeplumazione dei pappagalli, rientra in tutti quei disturbi della sfera psicologica di questi complessi ed emotivi animali.
La trattazione di questo comportamento autolesivo, e’ molto complesso, e di non semplice risoluzione.
Come puoi intuire, coinvolgendo gli aspetti inerenti alla psiche di un animale sovrapponibile alla complessita’ umana per emotivita’ e complessita’ psicologica, l’ aspetto affettivo e relazionale con l’ essere umano ( o dei propri conspecifici nel caso di soggetti allevati dai genitori), e’ fondamentale.
Occorre quindi esaminare la qualita’ della sua relazione con l’ ambiente che lo circonda.
Andiamo con ordine.
Mi sembra di capire che hai gia’ avuto modo di escludere la presenza di acari o patologie che possano innescare in modo secondario il suo comportano autolesivo.
Quindi non resta che valutare l’ aspetto affettivo/ ambientale.
Facendo un’ autoanalisi, quanto tempo dedichi al tuo parrocchetto dal collare? E  soprattutto, la qualita’ affettiva e relazionale ti sembra in tutta obbiettivita’ adeguata?
Un pappagallo sano, non annoiato, ben stimolato dagli imput esterni, e appagato da un punto di vista affettivo difficilmente andra ‘ incontro a disturbi del comportamento ( che si manifestano in molti modi).
Il primo passo da fare quindi, e’ partire da un’ attenta valutazione d’ insieme.
I pappagalli sono due, e l’interessato e’ il maggiore di soli 16 mesi.
Premettendo cio’ che ho gia’ spiegato in precedenti post, in cui sottolineo la necessita’ di questa particolare specie, di avere un rapporto di continuita’ nella relazione con l’ uomo, ipotizzo una cosa:
Avendone un’ altro piu’ piccolo, non e’ che ha catalizzato tutte le tue attenzioni, a discapito del maggiore…?
Non dobbiamo mai dimenticare che l’ approccio psicologico da tenere con questi animali cosi’ sensibili, e’ lo stesso che dobbiamo tenere con i bambini, e non mi stanchero’ mai di ripetere quanto la loro permeabilita’ psicologica sia molto simile……..
L’ uso del collare elisabettiano personalmente lo ritengo utile solo nel caso in cui occorra preservare l’ animale da un’ autodeplumazione importante, in cui il disturbo sia talmente progredito da spingere l’ animale ad accanirsi al punto da crearsi lesioni e ferite ( a volte puo’ degenerare in automutilazioni vere e proprie).
Oppure dopo interventi chirurgici, medicazioni ecc).
Quindi il disturbo non e’ affatto da trascurare, al fine di evitare la cronicizzazione del problema, con le conseguenze annesse.
E’ una via decisamente piu’ complessa da intraprendere,  e non semplice nella soluzione.
 Anche perche’ implica mettere in atto altre strategie quotidiane e comportamentali.
Ma e’ l’ unica via risolutiva, e non un impedimento puramente meccanico, che puo’ accentuare maggiormente la sua frustrazione, se alla base non si comprende il motivo scatenante.
Ciao”
Maria

13/10/2020

ciao Maria 

scusami se ti scrivo di nuovo 
Ti avevo scritto un pò di tempo fa per avere delle informazioni inerenti a un parrocchetto monaco
ho notato che da qualche giorno le sue feci sono diventate piu scure 
in alcuni momenti della giornata sono assolutamente normali, ma in altre sono scure 
Lui è il solito
un pappagallo molto attivo che fa i suoi usuali versi 
Non gli do da mangiare frutta come mirtilli o altro, anche se ho notato che nel mangime che gli diamo c è della frutta rossa
non so bene cosa sia ma comunque ho visto che non è molto interessato 
Da che cosa potrebbe essere causato questo colore così scuro? 
potrebbe essere legato allo stress della muta? 
Ho smesso di dargli le vitamine 
Sono davvero preoccupata, non lo nascondo
credo che se non migliora lo porto subito dal veterinario 
Grazie per la tua disponibilità 
Grazie davvero 
scusami se ti ho scritto ancora 
ho visto che la scorsa volta mi hai risposto per davvero e non come altri siti in cui mandi email e non arriva mai una parola inerente a quello che hai scritto, Jessica
” Ciao Jessica.
Le feci dei pappagalli sono costituite da 3 elementi:
La componente fecale, quella densa e di colore variabile dal verde al marrone;
La componente degli urati, che e’ quella piu’ pastosa e biancastra;
La componente dell’ urine, che e’ quella liquida e trasparente.
La loro alimentazione ne influenza molto la consistenza e il colore, anche all’ interno della stessa giornata.
Quindi un’ assunzione abbondante di frutta e verdura dara’ luogo a feci piu’ liquide, e certi frutti rossi come more, mirtilli, lamponi e alcune bacche, influenzano il colore, che diventera’ piu’ scuro, tendente al rossastro o violaceo.
Anche alcuni pastoncini contenenti frutti essiccati e bacche, influenzano il colore in tal senso.
I semi e gli estrusi, faranno variare molto il colore delle feci, che potranno essere di un verde piu’ o meno scuro, ed e’ normale notare queste variazioni nel contesto di un’ alimentazione completa e varia.
Detto questo, tu mi parli di feci molto scure che noti da qualche giorno, anche se non sempre nell’ arco della stessa giornata.
Qui si tratta di capire il confine tra un eccesso di preoccupazione da parte tua notando delle variazioni che in realta’ sono fisiologiche, e tra invece un segnale di qualcosa che va approfondito.
Le feci nere, come qualsiasi anomalia delle caratteristiche abituali  delle deiezioni del pappagallo  e ripetute nel tempo,  vanno sempre attenzionate e approfondite con un esame delle feci.
Le cause delle feci molto scure, nerastre come me le descrivi, possono avere molte cause, che vanno da alcune infezioni come parassitosi, o in alcuni casi enteriti, infiammazioni dell’ apparato digerente, piccole emorragie e lesioni.
Nel dubbio, ti consiglio di eseguire un semplice esame delle feci presso un veterinario aviare di tua fiducia, per escludere questo tipo di patologie.
Ciao”  Maria

06/10/2020

Ciao, mi chiamo Jessica e ho un parrocchetto monaco

Sono capitata per caso sul tuo sito e, leggendo un po’,  ho visto la conoscenza che hai inerente a queste meravigliose creature quali sono i pappagalli e soprattutto la dedizione che ci metti

Vorrei chiederti una cosa, Il mio parrocchetto monaco ha un anno ed è ancora, in questo periodo, in una fase di muta

Sembrava avesse finito però colui che ce lo ha venduto ci ha detto che vede ancora qualche piumetta che sta per uscire, è un po’ giù, sta arruffato, ogni tanto gioca e molto spesso si pulisce

Le feci sono assolutamente normali (mangia semi e frutta), come anche il suo appetito, il veterinario ci ha detto di aiutarlo con qualche prodotto vitaminico, cosa che sto facendo

È da qualche giorno che però vedo che va sul fondo della gabbia e con le zampine gratta sul giornale e lo distrugge (quest’ultima cosa la faceva già prima, ma il grattare con le zampine no) non capisco se sia un comportamento normale o meno

Non ti nascondo che sono un po’ preoccupata, però prima di andare da un veterinario vorrei sentire anche qualche parere esterno

Il veterinario che abbiamo vicino è generico, non specializzato in pappagalli

Grazie per l’aiuto, Jessica.

” Ciao Jessica e benvenuta nel mio blog.
Sono sempre felice di sapere che la passione che metto nell’ essere un ponte e punto di riferimento nella relazione a tutto tondo tra noi umani e questi meravigliosi animali alati,  arrivi al cuore delle persone.
Da quanto mi riferisci, non vedrei nulla di anomalo nel tuo parrocchetto monaco.
Intorno al primo anno anno di vita avviene la prima muta completa, ed e’ normale verificare una perdita piu’ consistente del piumaggio.
Questa avviene sempre in modo omogeneo, bilaterale per quanto riguarda le remiganti e timoniere,  e tutto avviene regolarmente con la successiva comparsa dei relativi calami, ( quelle specie di ” aghetti” che spuntano tra il piumaggio) che daranno luogo alla nuova piuma e penna.
Tutto questo naturalmente avviene con la produzione di una polverina, che e’ il prodotto dell’ esfoliazione del suddetto calamo.
Il Pappagallo in questa fase ovviamente dedica molto tempo alla toelettatura per facilitare questo processo di esfoliazione, e avverte anche un comprensibile fastidio.
Per questo motivo puo’ essere utile fargli periodiche doccette con uno spray, molto gradite ai pappagalli. O comunque un bagno frequente.
 Questo facilita le sue manovre di pulizia, e lenisce il suo senso di fastidio.
Altrettanto utile e’ anche la somministrazione di un multivitaminico completo sia di vitamine che minerali, come ti ha suggerito il veterinario.
Naturalmente un’ alimentazione equilibrata e’ sempre basata sulla somministrazione quotidiana di frutta e verdura, cosa che gia’ metti in atto.
Quello che devi osservare, ai fini di una diagnosi differenziale, e’ che la muta fisiologica non deve mai presentare chiazze piu’ o meno estese di cute vuota, o qualsiasi disordine del piumaggio nel tempo.
In questi casi entriamo in altri in altri ambiti che spaziano dai disturbi del comportamento, ad altre patologie.
Ma nel tuo caso, mi sento assolutamente di tranquillizzarti; si tratta con ogni probabilita’ della sua prima muta completa; il pappagallo e’ attivo, non apatico, ha appetito e le feci sono normali.
Il comportamento che noti inerente all’ attivita’ sul fondo gabbia  e’ normale, oltretutto considera che il Parrocchetto monaco e’ una specie particolarmente attiva nella sua propensione a lavorare col becco per sbriciolare e rosicchiare materiali di ogni sorta.
Considera che nel suo comportamento naturale,  costruisce imponenti nidi intrecciando rametti di legno, e questa caratteristica la mantiene anche in cattivita’.
Per questo motivo ti suggerisco di inserire nella sua gabbia dei giochi in legno e corde da poter rosicchiare, e ancora meglio dei rametti in salice con le sue foglie, per poterlo mantenere attivo in tal senso, e contemporaneamente prevenire forme di noia.
Il Parrocchetto monaco e’ un pappagallo particolarmente intelligente e curioso, e il gioco e’ una componente essenziale del suo benessere.
Ciao”
Maria

20/09/2020

Ciao,
potresti essere la mia salvezza…
Ti chiedo un grande aiuto per quanto riguarda questa razza, non è il Conuro del sole, ma credo che il comportamento non sia molto distante.
Io e mio marito abbiamo scelto questo pappagallo quasi per caso, e da qui il primo errore. Documentandomi tra le varie razze, optavo per il caicco…ma entrando nel nostro negozio di animali di fiducia, abbiamo visto lui…colori stupendi, apparentemente molto tranquillo ed era in negozio da diverso tempo…
Io non ero convinta ma a gennaio di quest’anno è iniziato un periodo molto tosto e mio marito ha insistito per prenderlo in quel momento.
Era nei progetti un pappagallo ma con il 2021…
Un po’ titubante, ma neanche troppo, lo abbiamo preso.
Bene, purtroppo sono disperata…
Il primo periodo mio marito era senza lavoro e lo aveva spesso addosso anche se io gli dicevo che sarebbe stato un errore visto che non sarebbe potuto essere così per sempre…ma tant’è…
Credo che qui sia stato fatto il secondo grave errore.
Morale, ci sono giorni in cui mi viene da piangere per le grida insopportabili che emette…sono sensibile ai rumori e mai avrei immaginato degli acuti così.
Ho conosciuto altri pappagalli ma non è il rumore in sé che mi fa impazzire, quanto il volume che raggiunge…arriva a farmi venire un mal di testa infernale e la realtà dei fatti è che divento nervosissima…
Oltre a fischi alle orecchie…e la mia qualità di vita sta peggiorando per via di questo.
Non posso rilassarmi mezz’ora in pace a casa mia…anche coprendolo, lui continua…solo il buio mette la pace…
Mi chiedo, posso vivere così? La risposta è no…decisamente no.
Stavo pensando anche se la soluzione fosse un altro pappagallo…ma chi mi garantisce che non sia ancora peggio?
È brutto da dire….ma non vedo l’ora di non averlo più… ahimè la vita media è assai lunga.
Mio marito è molto meno sensibile a livello uditivo…io invece sono sempre stata ipersensibile…e niente, ho fatto il gravissimo errore di prendere il pappagallo più rumoroso che esista e dovevo informarmi meglio, ma soprattutto non farmi convincere per non deludere mio marito.
Perdona la lunghezza della mail, ma spero che tu possa comprendere la mia situazione e ho visto e letto che di te posso fidarmi e capire cosa posso fare senza nuocere nessuno, compresa me stessa.
Grazie mille,  Nadia

” Ciao Nadia.
Ho letto piu’ volte la tua mail, e sento molto chiaramente la complessita’ della tua  situazione, soprattutto dal punto di vista psicologico che si e’ generata.
Le tue parole descrivono molto chiaramente le conseguenze che possono conseguire dall’ acquisto dettato troppo spesso piu’ da impulso ( bellissimi colori, apparentemente tranquillo, per passare a aspetti piu’ complessi, quali il non deludere sentimenti affettivi, quali quelli a cui fai riferimento).
Come spesso mi ritrovo a dovere ribadire, c’ e’ una doverosa responsabilita’ da entrambe le parti: ossia, da parte di chi si avvicina all’adozione  di un pappagallo d’ affezione, e in particolare da parte di chi lo cede….
Le persone non sono mai abbastanza preparate e informate per gestire in tutti gli aspetti questi animali.
Si tratta di animali estremamente complessi dal punto di vista psicologico, e una volta esauriti l’ abbaglio cromatico iniziale, le proiezioni personali volte ad un’ identificazione irreale di animali acquiescenti, passivi, dominabili, e peggio ancora, depersonalizzati al punto di silenziarli a comando, le conflittialita’ arrivano puntuali come un orologio svizzero.
Parlando solo contestualmente all’ aspetto della rumorosita’ di una determinata specie, non bastano gli interrogativi sul contesto ambientale quali casa singola o condominio, possibili conflittualita’ col vicinato ecc, ma anche la PROPRIA soglia personale della percezione del rumore.
Ognuno di noi possiede una soglia di tolleranza ad essa, ed e’ tutto estremamente soggettivo e relativo.
Se noi riconosciamo in noi stessi una soglia di percezione estremamente bassa, avvertiremo rumori definiti come insopportabili, imputabili di disturbi della qualita’ di vita in senso generale, rumori che per altri sono piu’ gestibili su suddetti fronti.
Ne consegue che un rumore potenzialmente quanto obbiettivamente percepibile come intenso, puo’ detonare in noi reazioni che innescano un vero proprio circolo vizioso nefasto, una spirale che innesca meccanismi a catena, che risucchiano in comportamenti che finiscono per  essere lesivi verso tutti componenti dello stormo familiare, costituito da alati e non.
So che le mie parole possono essere percepite dure, ma in realta’ sto cercando di far comprendere a te, come in tutti coloro che leggono e che si accingono ad adottare un pappagallo d’ affezione, le possibili problematiche alle quali dobbiamo essere pronti ed  ” attrezzati” per gestirle nel medio e lungo termine.
Per quanto riguarda il solo aspetto della rumorosita’, occorre comprendere bene una cosa: il pappagallo silenzioso non esiste.
Esistono specie piu’ o meno dotate di questo strumento fondatorio importamte, ma NON e’ insopprimibile e meno che meno dominabilie.
Per il pappagallo, fare ricorso alla propria voce, e’ uno strumento biologico e psicologico insopprimibile.
Come piu’ volte ho detto, i pappagalli si comportano esattamente come i bambini: ci imitano!
Apprendono tutto quello che vivono, nel bene o nel male, e che ci piaccia o no, hanno le antenne e captano tutti i nostri umori, e li RIFLETTONO all’ esterno……
Detto tutto questo, e’ facile comprendere come si inneschino certi meccanismi.
Tornando a te Nadia e alla tua situazione che si e’ venuta a creare, come tu stessa descrivi e ammetti, sei nervosissima, non trovi pace e la tua qualita’ della vita percepisci che sta diventando ingestibile per te.
Quindi da una parte ci sei tu che,  immagino avrai reazioni di stizza verso il tuo pappagallo, con risposte ancora piu’ robuste dal punto di vista del tono della tua voce alla sua normale richiesta di attenzioni, quindi probabilmente a tua volta urli, e lui inevitabilmente risponde con l’ unico strumento a disposizione che ha: la voce.
Due effetti in uno: da una parte il proprietario risponde alle attenzioni del pappagallo, dall’ altra ottiene una risposta ancora piu’ forte… quindi dal punto di vista del pappagallo, una vera e propria conversazione in corso…!
Dall’altra parte abbiamo questo potenziale vocale del pappagallo, che e’ fisiologico quanto insopprimibile, ma con i NOSTRI comportamenti possiamo in qualche modo gestirlo.
L’ Aratinga Jandaya e’ in quasi tutto e per tutto simile all’ Aratinga solstitialis, sia nella bellezza cromatica, quanto nella docilita’ e dolcezza.
Ma anche nell’ estensione del suo apparato fonatorio…
Il suo richiamo naturale e’ altrettanto importante, con un timbro di tipo stridulo e acuto.
Altre specie sono caratterizzate da un fischio acutissimo, e altre con un richiamo piu’ gracchiante, ma dalla potenza percepibile come una detonazione.
Altre specie con un richiamo meno potente preso singolarmente, ma che diventa poco gestibile nella ripetitivita’.
Tutto e’ soggettivo Nadia.
Analizzando la tua specifica situazione, e come tu stessa riconosci, il tuo Jandaya nel periodo iniziale, causa anche alla forzata permanenza in casa alla quale tutti siamo stati sottoposti all’ inizio di quest’anno,  e’ stato in qualche modo viziato, sempre fuori dalla gabbia e sempre a contatto fisico.
E come sappiamo tutti bene dall’ esperienza con i bambini ( quanto di piu’ simili a questi animali alati ), e’ molto semplice  acquisire determinate abitudini piacevoli…
Ma proprio come avviene per il bambino, occorre stabilire dei rituali, delle abitudini che costituiscono il cardine dell’ equilibrio psicologico.
In altre parole, esiste un tempo ed un confine per tutto, un tempo per il gioco e per  le coccole fuori dalla sua gabbia, e un tempo per l’ intrattenimento dentro la sua gabbia.
Che ricordo non deve essere mai percepita dal pappagallo come una costrizione o punizione, ma come un’ accogliente nicchia, un rifugio in cui sentirsi sereno e tranquillo.
Per fare un semplice paragone con noi umani: anche a noi piace ( giustamente) esplorare l’ ambiente, muoverci, viaggiare… ma poi abbiamo voglia e bisogno di un rifugio in cui sentirci bene e protetti:  La nostra casa.
Ecco, per il nostro compagno alato,  la sua gabbia deve essere percepita come la sua casa, il suo rifugio.
Se commettiamo l’ errore di tenerlo prevalentemente al di fuori, appena arrivera’ il momento di tenerlo dentro per preservare la sua incolumita’ quando saremo fuori casa, e’ inevitabile che lui protestera’…
 E lo fara’ con il suo unico e grande strumento che ha a disposizione: la sua voce.
Quello che in estrema sintesi posso concludere per orientarti sul da farsi nella tua situazione, e’ questo:
Esercita il piu’ possibile dell’ autocontrollo nelle tue reazioni nei suoi confronti.
Ricorda che loro ci imitano……
Quindi non urlare a tua volta al pappagallo, evita il piu’ possibile di esporlo a rumori, quali tv, stereo, e qualsiasi rumore ambientale molesto; tienilo in una stanza tranquilla, ed evita assolutamente di coprirlo buttandogli sopra teli o quant’ altro, perche’ non fai altro che alimentare il suo livello di frustrazione affettiva nei confronti del suo ambiente familiare.
Piuttosto se hai bisogno di riposare o comunque di controllare il suo momento di richiamo, puoi semplicemente mettere in penombra la sua stanza, abbassando la persiana.
L’ abbassamento della luce favorisce il relax tanto in noi quanto in loro.
La luce intensa e’ un’ euforizzante quanto il rumore ambientale.
Ti sconsiglio vivamente di portare a casa un’ altro pappagallo, in quanto in questo momento devi imparare a gestire la situazione con il tuo Jandaya, e rischieresti di raddoppiare le difficolta’ di gestione.
Infine, mi sento di dirti in base alla mia esperienza diretta con le tipologie di specie tutt’ altro che silenziose, che puoi arrivare a trovare un equilibrio in questa situazione, ma devi trovare la pazienza e costanza di applicare tutti gli strumenti comportamentali di cui ti ho fornita, e non aspettarti tutto e subito, perche’ i risultati li apprezzerai, ma con il dovuto tempo.
Ciao”
Maria

……………………………………………………………………

22/07/2020

Ciao Maria, 
Innanzitutto grazie per il tuo impegno nella diffusione di una corretta conoscenza dei pappagalli e della complessa psicologia che li caratterizza.
Sin da piccolo, ho amato questi animali eccezionali e la mia passione mi ha portato ad averne tanti commettendo enormi errori e leggerezze. Il primo è stato un parrocchetto dal collare cieco che il negoziante vedendomi molto giovane ed ovviamente inesperto , avrò avuto 10/12, mi ha  vedendo imbrogliandomi. Ha vissuto con me almeno per 15 anni e chi sa precedentemente che storia aveva alle spalle. Sto parlando degli anni ‘70 quando le conoscenze sui ppphalli erano molto ridotte. Poi ho continuato ad averne e l’ultimo è stato un Conuro Nanday. Ora sono diversi anni che non ne ho più anche perché ho studiato, anche i recenti libri di Nadia Ghibaudo, ed ormai ho ben presente l’importanza di una scelta così impegnativa e delicata. Avrei davvero voglia di avere di nuovo un amico pappagallo ma queste decisioni non si possono prendere con leggerezza. Non ho mai generato problemi psicologici nei miei pappagalli ma ciononostante cerco di far capire a tutti, compreso me stesso, quanti questi animali siano evoluti e quanto la detenzione sia una terribile condizione Alla quale li costringoamo.
Detto questo la domanda che ti faccio nasce dopo aver letto tuti i post ed i commenti che rilasci alle tantissimi che ti scrivono, ho avuto la netta sensazione che tra le varie specie i Pionus non siano tra I tuoi preferiti e mi chiedevo, se la mia sensazione è corretta ed il perché? È una specie definita “poco chiassosa” “indipendente” e relativamente tranquilla. Cosa che come pet la renderebbe meno problematica, c’è qualcosa che puoi dirmi al riguardo? C’è qualche caratteristica particolare che non viene descritta? Sappiamo che le descrizioni sono sempre approssimative e soprattutto sempre sminuenti le caratteristiche complesse, questo vale anche per i cani (altra specie con cui convivo da sempre), di solito si tende a non evidenziare le caratteristiche “peggiori” specialmente da parte di alcuni allevatori che così facendo arrecano enormi danni agli animali ed ai loro compagni umani. Quindi il tuo parere così schietto e spietato ha un enorme valore per me.
Spero di ricevere al più presto la tua risposta!
Grazie di tutto
Maurizio
” Ciao Maurizio.
Devo dire che con la tua ultima frase, sul mio parere ” cosi’ schietto e spietato”, mi hai fatto sorridere…!😅
Si legge benissimo tra le righe che sei una persona che si documenta molto, e pondera molto bene le proprie scelte.
Cosa che io apprezzo molto, perche’ denota quel senso di responsabilita’ che cerco sempre di fare comprendere alle persone che si avvicinano a questo particolare mondo alato.
Come apprezzo moltissimo che hai letto tutti i miei post e ti ringrazio veramente delle parole di stima.
Concordo in pieno sul fatto che spesso ci sia in senso generale la propensione a non bilanciare bene i pregi e difetti di una determinata specie, e questo e’ un errore, perche’ i problemi arrivano sempre con questi ultimi.
Un esempio per tutti e’ dato dall’ aspetto della rumorosita’ di alcune specie.
Cosa che io metto sempre davanti alle persone, in modo da valutare insieme se e’ la scelta piu’ idonea per loro.
Per quanto riguarda il Pionus, e’ vero che non suscita il mio particolare interesse, ma non perche’ non sia un buon pappagallo d’ affezione, anzi.
Ma come ti avevo gia’ scritto, ogni allevatore ha sempre delle specie che preferisce rispetto ad altre.
E certe caratteristiche, possono essere apprezzabili per qualcuno, e meno per altri, come anche il contrario.
E’ tutto molto relativo.
Il Pionus e’ sicuramente un pappagallo molto tranquillo e docile, relativamente silenzioso; cosa che lo rende sicuramente indicato a coloro che vivono in appartamento, con un vicinato dalla  soglia di percezione del rumore molto bassa ( o anche quella personale).
Ma forse per i miei personali criteri di apprezzamento e’ anche un po’ troppo tranquillo….
Dal mio punto di vista, ( ripeto solo dal mio, ed e’ una cosa estremamente soggettiva) le specie che trovo piu’ interessanti sotto il profilo dell’ esaltazione delle potenzialita’ cognitive e mimiche, sono quelle che posseggono quella particolare esuberanza che spesso coincide anche con aspetti piu’ difficili da gestire…
Come mi attrae anche quella particolare vulnerabilita’ emotiva, che rende altre specie quanto di piu’ simili all’ essere umano, 
Una per tutte il Cenerino.
Sono attratta dalla complessita’…..
Tornando al Pionus, e’ anche poco diffuso, e non avendomi mai attratta particolarmente, non lo conosco cosi’ bene da consigliartelo oppure no.
Dipende anche da quali sono le tue aspettative verso un pappagallo, qual’e’ l’ aspetto predominante che orienta il tuo interesse.
Mi sembra di capire dalle tue parole che la tua esigenza sia una specie che non sia chiassosa ( l’ esperienza con il Nanday). E qui il Pionus e’ certamente piu’ silenzioso.
Ma cos’ altro cerchi nel tuo compagno alato? Se cerchi anche una spiccata propensione all’ apprendimento della parola umana, oppure una particolare giocosita’ allora forse potresti considerare anche altre specie.
Dipende da cosa tu cerchi.
Se tu sei particolarmente attratto dal Pionus ( il Pionus menstruus lo trovo molto bello), per il suo temperamento mite e tranquillo, allora credo che sia la scelta giusta per te.
E la tua voglia di capire e conoscere bene questi animali, e’ il presupposto ideale, che ti guidera’ verso un rapporto davvero straordinario con il tuo compagno alato.
Ciao!”
Maria

Cara Maria, grazie per la risposta tempestiva!

Avere uno scambio con chi ne capisce tanto del mondo dei pappagalli è per un amante della specie una grande opportunità e stuzzica il mio desiderio di capire e fare domande. Che, come ti ho già accennato, non ho avuto modo di fare quando ero piccolo e che, nonostante le belle parole che hai speso per me, mi ha fatto commettere molti errori. Sono, per così dire, un buon esempio di come l’ignoranza fa fare cose sbagliate anche quando c’è amore e passione. Spenderò qualche parola perchè credo di potere essere un esempio per chi si accinge a prendere un pappagallo. Non sono un allevatore ma la mia esperienza su singoli soggetti è discreta come sono discreti i fallimenti che mi hanno costretto a ripensare completamente il mio grande desiderio di averne in nome dell’amore per questi animali. Ti elencherò tutta la sfilza di specie che ho posseduto sempre un individuo per volta tranne nel caso del Senegal che ha convissuto per la sua breve vita con un parrocchetto dal collare: 4 ondulati non domestici, 3 parrocchetti dal collare, 2 non domestici che non sono riuscito ad addomesticare, uno allevato a mano che dopo un mio viaggio di tre giorni non mi ha riconosciuto più e si è inselvatichito, un Senegal non domestico morto senza apparente causa pochi giorni dopo averlo acquistato e tenuto nella stessa gabbia col parrocchetto cieco di cui ti ho già parlato (siamo negli anni ’70 quindi immaginati l’ignoranza generale). Poi una Calopsite fuggita ma con lei avevo un gran bel feeling, un  Cenerino, un Ara Ararauna entrambi di cattura o almeno non domestici ed in fine un Nanday. Come vedi la sfilza è lunga e non voglio annoiarti con troppe spiegazioni dei motivi vari che hanno accelerato le separazioni anche se sarebbero molto “educativi” per chi ha poca esperienza. Sarò però anche io un po spietato nel dire chi i pappagalli di media e grande taglia non sono per tutti, anzi direi per pochi. Hanno caratteristiche in alcuni casi ingestibili come le Ara che non possono vivere in condomini pena denunce ai carabinieri per schiamazzi. Il problema del inselvatichimento penso sia altrettanto un serio rischio per alcune specie ed anche un semplice conuro può arrecare moto fastidio per i suoi momenti di screamig. Insomma non si può essere superficiali perchè poi ci si può trovare in difficolta emotive, etiche e perfino di equilibrio familiare!
Detto ciò ritorno sul motivo che mi ha spinto a scriverti, una possibile nuova esperienza e quindi ora ti chiedo qualcosa sul Senegal. E’ stato un mio amore che è durato pochissimo, ero piccolo e neanche ho avuto modo di provare a creare una relazione che è morto. Ma comunque era non domestico quindi conoscendo la loro timidezza credo sarebbe stato parecchio difficile addomesticarlo. 
Oggi l’allevamento a mano è una pratica diffusa ed ho studiato molto questa specie che stavo valutando come alternativa al Pionus. In realtà il Senegal è stato il mio primo pensiero per vari motivi, il suo carattere abbastanza calmo ed il suono della voce non eccessivo. Temo un po l’affezione ad un unico proprietario perchè in casa siamo quattro, cane compreso, e quindi non mi piacerebbe che beccasse gli altri, lo renderebbe poco gestibile e non parte della famiglia. Diciamo che la caratteristica di “indipendenza” dei Pionus mi interessa proprio perchè mi fa pensare che sono maggiormente autonomi e disponibili verso tutti, ma magari sbaglio. Tieni conto che a me non interessa addestrare nessuno, ne a parlare ne a fare trick, ma la relazione e il piacere di stare insieme. Questo è il mio desiderio principale. L’armonia tra le specie è quello che cerco, pensa che ho un cane, un akita americano che non attacca neanche i gatti! Ho sempre avuto cani e pappagalli ed anche altri volatili liberi in casa e so come rendere unita la famiglia, chiaramente sempre sotto diretta sorveglianza.
Forse la lettera è un po lunga ma gli argomenti sono molto interessanti e potrei scrivere pagine…
Aspetto un tuo consiglio sul Senegal in confronto al Pionus…oggi ho visto un cucciolo di Senilis. 
Grazie ancora per il tuo aiuto!
Maurizio
” Ciao Maurizio.
Ho letto con molta attenzione, e devo dire che in effetti nel corso del tempo hai avuto modo di approcciarti a numerosi pappagalli, e di specie con caratteristiche estremamente differenti  tra loro. 
Tra l’ altro soggetti con percorso psicologico completamente diverso, tra allevati a mano, e dai genitori naturali.
E quest’ ultimo aspetto ne condiziona il comportamento nella relazione (aspettative annesse) con l’ uomo.
A parte questo, voglio dirti che sbagliare e’ umano, e non esiste nessuno che non abbia commesso errori nel proprio percorso, sia in ambito di allevamento, che nella vita in generale.
E ognuno di noi ha imparato proprio grazie agli errori commessi.
Perche’ sono solo loro a darci la grande opportunita’ di apprendere e migliorarci.
Basta solo averne la consapevolezza, segno di grande saggezza, per poterne fare tesoro.
Confermo quello che hai scritto relativamente alle specie di taglia medio/grande, non certo adatte a tutti.
Per tanti ordini di motivi, a cominciare dalla complessita’ psicologica, che ne aumenta la difficolta’ di gestione.
E qui torniamo sul grande ruolo che ha la corretta informazione, per aiutare le persone nel comprendere la responsabilita’ e impegno che si assumono, a seconda della specie in questione.
E’ impensabile poter tenere e gestire animali di dimensioni cosi’ impegnative in appartamento, e non solo per la voce equivalente pressoche’ ad una detonazione, sicuramente poco gradita al vicinato, ma anche per la necessita’ fisiologica dell’ animale di avere uno spazio adeguato.
Tornando al nostro Pappagallo del Senegal, come gia’ avrai intuito leggendo i miei precedenti post, e’ una specie che mi piace molto.
Possiede una spiccata intelligenza e curiosita’ oltre che una propensione al gioco che a mio avviso lo rende un compagno straordinario.
L’ armonia interfamiliare, nella relazione uomo e animale passa attraverso l’ interazione, il gioco, l’ apprendere l’ uno dall’ altro, sia tra conspecifici che non.
Attraverso questo si affina l’ empatia, presupposto fondamentale sul quale si basa la gioia e armonia che ci viene donata dalla relazione con questi animali.
E’ altrettanto vero che il Senegal e’ piuttosto timido, soprattutto in fase iniziale.
La timidezza unita ad una certa diffidenza, e’ piu’ accentuata verso le persone che non conosce; ma la sua innata curiosita’ tende comunque a prevalere, e se ben allevato e socializzato fin da piccolo, ( aspetto molto importante) non avra’ difficolta’ a interagire con tutti i componenti della famiglia.
Manterra’ comunque la tendenza a legarsi con una persona in particolare.
Ma questa e’ una caratteristica comune in quasi tutte le specie, anche se in modo piu’ o meno marcato.
Pertanto e’ un aspetto di cui devi tenere sempre conto.
Altra cosa che devi considerare, e’ che si tratta di un pappagallo molto attivo, e necessita di uno spazio adeguato, oltre che di stimoli, proprio perche’ e’ molto curioso e intelligente.
Ha inoltre la necessita’ di tenere sempre ” al lavoro” il suo forte becco, e quindi l’ ideale e’ fornirgli molti rami da rosicchiare; ideali quelli di salice.
L’ aspetto della capacita’ di apprendere la parola umana e’ un’ altra sua caratteristica che lo rende una specie molto interessante, anche se per te e’ meno importante. 
Infine, e’ un pappagallo dal richiamo naturale non molto forte, e questo e’ un’ altro aspetto importante, e credo che lo renda un compagno ideale per te.
Non e’ pero’ una specie sedentaria, rispetto al Pionus; ne consegue che gli stimoli sono molto importanti. 
Un’ altra specie che potresti tenere in considerazione, per le dimensioni contenute unite alla curiosita’ e propensione spiccata al gioco, e’ il Caicco. Differisce caratterialmente dal Senegal per la non timidezza; al contrario e’ molto estroverso e socievole.
Entrambe le specie comunque sono estremamente coccolone e affettuose col proprietario. 
E in ogni caso avrai un compagno col quale scrivere un capitolo meraviglioso del vostro rapporto.
Spero di esserti stata di aiuto nell’ orientarti.  Ma tieni sempre presente una cosa: Ogni specie ha pregi e difetti, per cosi’ dire ( come noi umani del resto…), ed e’ impossibile trovare tutte le caratteristiche che noi vorremmo, all’ interno di una determinata specie.
Ma anche ogni singolo soggetto e’ diverso dall’ altro, e tutto questo sara’ sempre relativo all’ unicita’ del piccolo in questione.
Ciao!”  Maria
Ciao Maria!
Ti volevo aggiornare sulla scelta che ho fatto rispetto al nuovo amico pennuto che desideravo entrasse nella nostra famiglia. Sei stata un po una zia e mi sembrava giusto raccontarti. Anche perchè ho preso un Pionus Senilis e mi fa piacere darti notizie anche sull’esperienza, nuova anche per me, riguardo ai pionus. Ovviamente sappiamo, e tu ancora più di me, che ogni pappagallo ha un suo proprio carattere a prescindere dalla specie di appartenenza. Ma da questo primo mese di convivenza posso dire che le caratteristiche che mi hanno mosso nella scelta sono confermate. Trovo che sia un animale abbastanza timido ed è in questi ultimi giorni che sto constatando un maggior fiducia nei miei confronti. La mia tecnica è stata di assoluta calma ed accoglienza dei suoi tempi, è un pappagallo molto giovane, ora ha tre mesi, con un carattere determinato e una ottima capacità di far capire cosa non vuole gli si faccia. Sicuramente la voce non è molto potente, in confronto alle ara o le piccole aratinga che, avendole avute entrambe, lasciano sbalorditi per la sproporzione tra la loro dimensione fisica ed il volume di suono che riescono ad emettere. Basquiat, questo è il suo nome, invece ha un suono proporzionato alla sua taglia e soprattutto, sempre per ora, non è frenetico nel richiamare l’attenzione quando è in gabbia. Ovviamente lo sto ancora imbeccando e credo che aspetterò che lui decida quando interrompere, lo trovo un atteggiamento valido e vincente per dimostrare affetto e rispetto della sua condizione cucciolo in cattività. Ovviamente sta mangiando un po di tutto, verdure, frutta, estruso e stranamente proprio i semi non li gradisce particolarmente, ma forse è una questione di tempo e di tecnica per imparare ad aprirli.
Sempre per ora, un mese è una piccolissima porzione di tempo, confermo una buona indipendenza, passa molto tempo sul posatoio della gabbia quando è aperta giocando con i diversi giochi che ha a disposizione, I primi giorni era la sua principale attività e la mia presenza gli era quasi indifferente, anche se ogni tanto faceva una puntata sulla mia spalla, mal gradendo i miei pur rispettosi tentativi di grattargli la testa. Poi molto lentamente ha cominciato ad “assagiarmi” e da qualche giorno scorgo nei suoi occhi affetto e tu sai che tenerezza suscitano i pappagalli con il loro sguardo curioso ed intelligente. Un altro cambiamento significativo è stato il fatto che nei primi giorni Basquiat si lanciava disastrosamente verso le finestre che anche se avevano tende ed erano anche un po oscurate dalle persiane attiravano moltissimo la sua attenzione. Questo atteggiamento è totalmente cambiato ed ora posso addirittura stare con le persiane alzate senza che ci sia il pericolo di un tuffo…tra l’altro pericolosissimo e da evitare assolutamente…uno dei miei cenerini si è gravemente ferito proprio urtando durante un volo maldestro.
Se ti farà piacere continuerò ogni tanto ad aggiornarti sulle evoluzioni nella speranza di essere utile ad una parte dei tuoi lettori che come me sono dei semplici amanti dei pappagalli e non esperti allevatori.
C’è una domanda che volevo farti rispetto alla possibilità di incontrare altri pappagalli che posseggono degli amici. E’ una idea che può avere un senso o meno? E nel caso si immagino che debba avvenire su un terreno neutro vista la territorialità tipica dei pappagalli o può bastare tenerli fuori dalla gabbia anche se in una casa in cui vive uno di loro?
Ok ora ti saluto ed a presto per nuovi aggiornamenti!
” Ciao Maurizio e bentornato nel mio blog.
Quando ho letto ” Oggi ho visto un cucciolo di Senilis”, ho capito subito che la tua scelta si sarebbe appoggiata su di lui.
Molto bene direi; alla fine e’ la specie che era piu’ confacente alle tue aspettative, e dalle tue parole sento tutto l’ entusiasmo della tua scelta.
Conosco bene quello sguardo che si illumina di fronte alla loro tenerezza…
Stai procedendo molto bene.
Solo un suggerimento riguardo lo svezzamento.
E’ corretto e giusto rispettare i suoi tempi fisiologici; come dico sempre, il tutto va fatto con estrema gradualita’ e osservazione.
Ma questo non significa dovere dare le imbeccate  finche’ lui le chiede, anche quando la sua autonomia alimentare e’ perfettamente raggiunta.
Dico questo perche’ uno degli errori piu’ comuni viene commesso proprio in questa delicata fase, sia dal punto di vista alimentare che psicologico.
Mai interrompere di colpo, come non va protratto oltre un tempo fisiologico.
Stimola il piu’ possibile ( come stai gia’ facendo) la sua autonomia proponendo vari tipi di cibi.
Per quanto riguarda i tratti del suo carattere che al momento evidenzia, considera che ora ha appena 3 mesi; un cambiamento significativo lo osserverai nel tempo, e in particolare con il raggiungimento della maturita’ sessuale, tra il secondo e terzo anno di eta’.
Come noi umani, attraverserà’ anche lui la tempesta ormonale tipica della adolescenza.
Ma di per se’ si tratta di pappagalli molto tranquilli anche se naturalmente come sai bene, esiste sempre una loro individualita’.
Per quanto riguarda l’ utilita’ di socializzare anche con altri pappagalli, la risposta e’ si.
Interagire con altri conspecifici lo aiuta ad arricchire la sua maturita’.
Ma come hai giustamente detto, l’ importante e’ tenere conto del come, dove e con chi.
 Il tuo Basquiat e’ ancora un cucciolo e in  questa fase non ha nessun problema a interagire con altri soggetti.
Non ha ancora sviluppato quella caratteristica territorialita’, tipica in particolare in alcune specie, e soprattutto presente in soggetti adulti.
Quindi il luogo ideale di un incontro, e un luogo ” neutrale” per entrambi.
Ma va benissimo anche nelle rispettive case. Preferendo una stanza che sia appunto ” neutra”.
L’ importante e’ sempre osservarli insieme in modo da intervenire in caso di conflittualita’. 
Certamente, mi fa molto piacere se mi aggiornerai sugli sviluppi futuri portando la tua testimonianza.
Ciao😊”
Maria

21/07/2020

Buonasera signora Maria. Ti sto scoprendo proprio adesso.
Ti espongo il mio problema.
5 anni fa mi sono approcciata al mondo dei volatili, ma avevo la fobia pure di un pulcino.
Due anni fa, guardando dei video su YouTube con mio figlio, ci innamoriamo  di una Calopsitte, che fischia molto piacevolmente. Cosi’ decidiamo dopo esserci documentati un po’ su internet di prendere un pullo da allevare a mano.
Volevo un maschietto.
Ciuffo il suo nome. Andiamo a casa.
Cresce felicemente con me, mio figlio e il mio compagno, al quale era particolarmente legato.
Una ventina di giorni fa mi reco in un negozio e noto 6 pulli di Calopsite da allevare a mano.
L’ attenzione viene dirottata su di loro,  2 perlati.
Cosi’ chiamo mia madre e le chiedo se dopo averlo svezzato potevamo darne uno dei due a lei.
Il problema nasce quando Ciuffy vede i nuovi arrivati.
Una delusione, non li accetta.
In camera da letto, dove la teniamo libera, appena messi accanto lui scappa.
Che disastro. Ciuffy diventa triste, e a me piange il cuore anche perche’ uno dei due pulli muore.
Due affamati erano, una sera a quello che piaceva piu’ a me, do piu’ pappa del dovuto pensando che essendo stata l’ ultima della sera avrebbe avuto tutta la notte per digerire..
Il giorno dopo aveva il gozzo ancora pieno.
Lo metto a pancia in su e massaggio il gozzo e vomita.
Pomeriggio stessa cosa.
Pero’ stava molto giu’ e dormiva.
La sera parlo col mio veterinario aviario e mi consiglia come tentativo di mettere un sondino e aspirare la pappa.
Poi dargli qualche goccia di acqua tiepida con due goccia di aceto di mele.
Aspirare di nuovo e dopo un paio d’ ore dargli la pappa nuova.
Pero’ io poi ad un certo punto presa dalla paura decido di non fare piu’ nulla.
Era molto debilitato, anche perche’ tutto il giorno a digiuno mi sembrava di perderlo da un momento all’ altro.
Cosi’ d’ istinto, ignorantemente decido di dargli appena 2cc di pappa. Magari si sarebbe messo in forza.
Contatto un’ altra veterinaria e fisso il ricovero d’ urgenza la mattina seguente.
Ma il piccolo e’ volato in cielo.
Non so descrivere il mio dolore e il mio senso di colpa terribile che mi porto dentro.
Resto con Ciuffy e Brandy, l’ altra calopsite.
Pero’ la mia preoccupazione piu’ grande e’ Ciuffy che e’ molto triste, non canta non fischia e non parla piu’.
Quando do la pappa a Ciuffy anche Brandy la vuole e gliela faccio assaggiare per non farlo sentire escluso.
Per me e’ tutta una situazione che mi coglie impreparata.
Vorrei prendere un’ altro pullo per Brandy ma anche per Ciuffy, per vedere come reagiscono.
Ma ho paura di fare l’ ennesimo errore.
Appena svezzato potro’ metterli in gabbia insieme? Ma soprattutto Ciuffy ritornera’ a cantare e parlare ed essere quello che era prima? Quel poco di pappa che faccio assaggiare a Ciuffy devo eliminarla? E non fargli vedere quando imbecco Brandy?
Io chiedo scusa se mi sono permessa di scrivere cosi’ a lungo, ma spero di ricevere una risposta con dei consigli su come comportarmi in merito.
Nell’ attesa la ringrazio vivamente e spero di poterle scrivere nuovamente con animo piu’ sereno, perche’ amo sopra ogni cosa i miei pappi e voglio il meglio per loro.
Grazie e a presto…
Ciao.
Ho dovuto riassumere la tua lunga mail per ragioni di spazio, e per cogliere i punti piu’ essenziali, al fine di evidenziare il senso del tutto, che sara’ utile sia per te come per chiunque leggera’.
Saro’ schietta e sincera, come sempre…
” Per me e’ tutta una situazione che mi coglie impreparata”.
Ecco, questa tua frase riassume il senso di tutto questo.
Come piu’ volte ho detto nel mio blog, NON ci si improvvisa nell’ allevamento a mano.
Se non si ha l’ esperienza alle spalle giusta, non si dove mai acquistare un pullo da imbecco, e soprattutto non ci dovrebbe mai essere chi li cede a persone totalmente inesperte…!
E di questo aspetto, ne ho sempre fatto, e continuero’ sempre a fare, una crociata purtroppo, con chi non osserva le logiche del buon senso in tal senso.
Detto questo, la mia risposta alla tua idea di prendere un’ altro pullo, come avrai intuito, e’ assolutamente no.
Credo che tu ora debba occuparti del gestire le due calopsiti che hai, e non certo di cimentarti in un’ altra avventura che, come tu stessa hai sperimentato, e’ tutt’ altro che facile e scontata…
Allevare a mano, a prescindere dalle peculiarita’ tempistiche di ogni singola specie, nonche’ dai tempi consoni di sviluppo fisico e psicologico, e la fase piu’ complessa, ossia  lo svezzamento, non e’ cosa in cui ci si improvvisa.
Occorre avere l’ esperienza per cogliere tutte le problematiche che possono insorgere, e sapere intervenite prontamente con le metodiche giuste, con gli eventuali farmaci giusti al momento giusto, e in certi casi, come nel tuo, a manovre meccaniche che solo persone esperte sono in grado di gestire.
Il tuo pullo ha manifestato una stasi del gozzo, frequente quando insorgono problemi di natura micotica, spesso causati da errori nella somministrazione della pappa, a cominciare dal somministrarla quando il gozzo non e’ ancora svuotato completamente.
Come ho detto piu’ volte, mai somministrare un pasto se prima non e’ stato digerito quello precedente.
Un piccolo non deve mangiare ” per forza quel numero di pasti al giorno, e/o quella quantita’.
Per tua stessa ammissione, gli hai dato piu’ pappa del dovuto ( e con che motivo, solo perche’ lui era il tuo preferito…? ).
Probabilmente questo tra i due pulli era quello che, per predisposizione soggettiva, insieme agli aspetti secondari nella  gestione alimentare, era quello piu’ predisposto in partenza a sviluppare una stasi del gozzo.
Quando tu hai visto il tuo pullo  letargico  sul fondo, era gia’ entrato nella fase critica.
A quel punto , a volte sono invani anche questi tentativi consistenti in manovre di svuotamento meccanico, con lavaggio del gozzo.
Il punto fondamentale e’ essere in grado di prevenire questo tipo di problematiche, saperle cogliere ( l’ esperienza), e saper intervenire qualora insorgessero.
Perdona la mia franchezza, ma ritengo corretto e doveroso, far comprendere alle persone, che non si puo’ avventurarsi nell’ allevare a mano un piccolo, se non si ha alle spalle la competenza e l’ esperienza giusta.
Quindi la mia risposta ovviamente vale per tutte tue domande, volte gia’ nell’ ottica di un’ altro acquisto che ti sconsiglio vivamente.
Quanto a Ciuffy, riferisci della tua delusione nel vedere che non accettava l’ arrivo degli altri due.
In  realta’ la sua e’ una  reazione del tutto normale, dacche’ era” il primogenito” per cosi’ dire ; nel senso che diventando adulto, per quanto la calopsite non sia una specie peculiarmente territoriale, restava comunque il figlio unico di casa… gli altri due e’ normalissimo che li percepisca come una sorta di antagonisti.
Il suo improvviso silenzio nella sua mimica acquisita, altro non e’ che il frutto dell’ elaborazione di un cambiamento ( cosa che succede anche a noi umani).
Difficile dirti se tornera’ come dici tu, quello di prima. 
Dipende, da molti fattori ambientali.
Tu continua a stimolarlo con quello che aveva acquisito, e concentrati su entrambi in modo differenziato, rispettando la loro individualita’ e vedrai che i risultati arriveranno.
Ciao “
Maria

21/06/2020

Buongiorno e buona domenica. Desidero avere qualche chiarimento sulla gestione degli inseparabili. Premetto che sono appassionata di animali e mi sono sempre dedicata ad allattare gattini e cuccioli di cane abbandonati con ottimi risultati. Una passione ultima quella dei volatili, per cui dopo la morte della mia piccola cocorita, ho deciso di prendere 2 pulli di inseparabili che allora avevano 18 gg. Li ho imbeccato col nutribird21 con la siringa ed oggi hanno già 48 giorni di vita. Però da qualche giorno rifiutano l’imbeccata e mangiano panico e pastoncino che io metto loro nella gabbietta dove attualmente stanno. Inoltre sbattono le ali come se volessero volare. Li esco fuori dalla gabbietta spesso e loro spiccano un brevissimo volo solo per trasferirsi dalla mia mano alla spalla. Come mi devo comportare e, soprattutto devo preoccuparmi se non vogliono più l’impasto da imbecco? Ti ringrazio e spero che tu mi dia dei chiarimenti. Giusy

” Ciao Giusy.
Gli inseparabili hanno tempi di svezzamento brevi rispetto ad altre specie di pappagalli.
Quindi e’ normale che nel loro caso, a 48 giorni rifiutino le imbeccate con la siringa.
E da come tu stessa riferisci, mangiano con regolarita’ le spighette di panico e pastoncino.
Il loro sbattere le ali e’ un comportamento normale nel pullus, poiche’ a prescindere dall’ eta’ dello svezzamento effettivo, rimane un riflesso comportamentale di fisiologica reattivita’ verso la figura ” genitoriale”.
Quindi procedi con l’ inserimento di altri alimenti freschi, e rispetta la gradualita’ dello svezzamento, nella consapevolezza che il rifiuto della pappa, corrisponde alla loro autonomia alimentare.
Ciao”
Maria

26/05/2020

Buona sera Maria, mi chiamo Lorella. Innanzitutto volevo complimentarmi con te per il tempo che riesci a dedicare nel rispondere a tutte le domande che ti vengono poste! Volevo chiederti un parere: 2 giorni fa ho acquistato un pullo di Gran alessandrino allevato a mano, ( nato il 3 marzo) mi sembra molto docile tant’è che entro poche ore già mi saliva sul braccio. Trascorre parecchio tempo sulla mia spalla tranquillo tranquillo ma, alle volte, con il becco mi tocca il collo e mi pizzica. Secondo te è normale? Fa parte della conoscenza? Oppure deve solamente imparare a dosare la forza? Come devo comportarmi quando succede? Grazie mille!
Lorella 

” Ciao Lorella 😊
Cerco sempre di dedicare il tempo necessario alle risposte, perche’ sono una persona molto precisa per mia natura, e mi piace essere il piu’ possibile esaustiva.
Il comportamento del tuo piccolo Alessandrino e’ normale.
Sta cercando di sperimentare le diverse consistenze dell’ ambiente che lo circonda, parti del corpo umano comprese….
Esattente come avviene per il bambino, anche i pappagalli attraversano una sorta di ” fase orale” in cui la scoperta ed elaborazione passa attraverso consistenze e sapori.
Ne consegue che attraverso questi esperimenti, puo’ anche stringere, ma per lui e’ assolutamente fisiologico.
Tra l’ altro il Grande Alessandrino ha un becco di una certa dimensione, con un potenziale di forza non indifferente, e ovviamente non sempre riesce a dosarne la potenza.
Il comportamento piu’ corretto da avere e’ quello di spostare la sua attenzione su altro quando avviene. 
Evita i rimproveri o comunque le reazioni aggressive, in quanto rischieresti di innescare una sorta di circolo vizioso.
Spesso i pappagalli diventano mordaci perche’ l’ essere umano, piu’ o meno inconsapevolmente, risponde con aggressivita’ alla beccata.
E i pappagalli, essendo esattamente come i bambini, apprendono con estrema facilita’ che possono tenerci lontani con il loro becco, per il semplice rapporto ” causa effetto”.
Certo non e’ facile restare indifferenti al dolore procurato da una beccata; ma la strategia vincente e’ sempre quella di dirottare l’attenzione su altro.
Poiche’ il fatto di tenere in funzione il becco e’ un’ assoluta necessita’ per i pappagalli, ti suggerisco di tenere sempre nella sua gabbia dei giochi in legno, e lasciare a sua disposizione anche dei blocchi di minerali, che oltre all’ integrazione alimentare, rappresentano una fonte di divertente attivita’.
Ciao”
Maria

14/05/2020

Buongiorno Maria a breve nella nostra famiglia arriverà un parrocchetto dal collare allevato a mano nato da 50 giorni.abbiamo due bambini uno di 11 e una piccola di 3. Io faccio l’insegnante e ho molto tempo da dedicargli e abbiamo una casa semiindipendente.Ci siamo informati molto e abbiamo già acquistato tutto il necessario mio marito ha già allevato altri uccelli e proseguirà lui con con lo svezzamento. Vorrei dei consigli perché ci piacerebbe interagire con lui nel modo corretto rispettando i suoi tempi. Come dobbiamo comportarci soprattutto i primi giorni non vorrei commettere errori irreparabili. Grazie mille Alessandra.

” Ciao Alessandra, e benvenuta nel mio blog.
ho letto con molto piacere che ti sei documentata a lungo prima di prendere la decisione e questo e’ sempre l’ approccio corretto che raccomando alle persone per un’ adozione consapevole.
Il Parrocchetto dal collare e’ un pappagallo molto bello, dalle forme slanciate ed eleganti; e’ anche un ottimo pappagallo da compagnia.
Buona capacita’ di apprendimento della parola umana, che riproduce con un particolare timbro vocale.
Ha pero’ un carattere fondamentalmente diffidente e schivo. La sua timorosita’ lo puo’ far apparire a volte un po’ scontroso.
Ma in realta’ questo non e’ dovuto ad aggressivita’, ma solo al suo essere schivo.
Naturalmente questa e’ solo una caratteristica comune alla specie, ma non significa che il tuo soggetto la sviluppera’.
Molto dipende dalla predisposizione individuale, ma soprattutto nel suo percorso psicologico.
La fase in assoluto piu’ delicata e’ questa, quando e’ vicino allo svezzamento. 
Alcuni soggetti sviluppano infatti la loro timorosita’ una volta che raggiungono l’ autonomia, e talvolta anche una tendenza a rinselvatichire.
Con questa specie e’ particolarmente importante mantenere un costante contatto fisico, proprio per non disperdere quel rapporto affettivo di scambio che avviene tra l’ essere umano e il pappagallo.
Oltre alla costanza giornaliera nel dedicare attenzioni e contatto fisico, occorre anche favorire la socializzazione, abituandolo ad interagire con tutti i componenti della tua  famiglia, poiche’ e’ una specie che tende a legarsi poi nel tempo ad una persona in particolare.
Altra cosa da evitare, data la sua natura timorosa, sono tutti quegli atteggiamenti bruschi, che possono pervenirgli anche da giochi rumorosi, o urla vigorose, avendo due bimbi, e in particolare la piccola di 3.
 Ma basta semplicemente far capire ai bimbi, che il nuovo amico piumato vive delle paure esattamente come loro.
Il concetto di immedesimazione con la creatura piu’ piccola e’ sempre qualcosa che avvicina emotivamente i bimbi agli animali…
Quindi oltre ad uno svezzamento graduale nel rispetto delle sue esigenze, raccomando il tempo a lui dedicato per il contatto fisico, coccole, attenzioni e giochi. Tutto questo con costanza, sia durante lo svezzamento, che dopo nel tempo.
Con questi accorgimenti sono certa che il tuo nuovo componente della famiglia crescera’ in modo sereno e vi dara’ molta gioia.
Ciao”   Maria.

07/05/2020

Ciao Maria, ho un pyrrhura molinae pullo di circa 23-25 giorni da appena due giorni, vorrei saper come distribuire nei prossimi giorni l’ imbecco, inteso come numeri e ore in una giornata. Grazie in anticipo e grazie sopratutto per la tua disponibilità
Inviato da Francesco

” Ciao Francesco, e benvenuto nel mio blog.
I Conuri del genere  Pyrrhura sono pappagalli molto intelligenti, curiosi e socievoli; ottimi pappagalli da compagnia.
Per quanto riguarda la distribuzione dei pasti di un piccolo di questa specie e di questa eta’, premetto un aspetto  fondamentale: i numeri sono qualcosa di puramente orientativo e una linea guida generale,  ma non vanno mai presi alla lettera, in quanto la regola fondamentale in questo campo, e’ l’osservazione.
Non esiste una regola assoluta che vale per tutto e tutti.
Ogni soggetto e’ a se’ e ha un proprio ritmo metabolico.
Naturalmente poi ogni singola specie ha un ritmo di crescita differente dalle altre, a  prescindere dall’ eta’ del pullo.
Ci sono specie che crescono molto in fretta, raggiungendo l’ autonomia in tempi relativamente brevi, altre con una crescita molto lenta, e altre che invece sono per cosi’ dire ” mammone”, cioe’ con tempi psicologici piu’ lunghi.
Detto questo, nel tuo caso io direi che con un pullo di Molinae di circa 25 giorni, puoi orientarti inizialmente con 3 pasti al giorno, distribuiti al mattino presto, seguito da un pasto meno abbondante nel pomeriggio, per concludere con quello piu’ consistente la sera.
Ma la regola fondamentale e’ questa:
Mai somministrare un pasto finche’ non ha digerito il pasto precedente.
Questo lo verificherai facilmente palpando il gozzo.
Se lo percepirai ben svuotato, allora puoi procedere con il pasto successivo.
Per questo insisto sul fatto che le tabelle sono puramente indicative.
Il rischio e’ quello di incappare in problematiche quali stasi del gozzo, con relative fermentazioni e infezioni.
Quindi cerca sempre di personalizzare i pasti in base a quanto in effetti il piccolo mangia durante il singolo pasto. 
Puo’ succedere ad esempio che il piccolo al  mattino sia piu’ vorace e quindi restera’ sazio piu’ a lungo.Quindi ti regolerai di conseguenza.
 Oppure puo’ succedere che sia piu’ pigro, e quindi durante i pasti successivi sia piu” affamato.
Tu regolati sempre palpando il suo gozzo.
La densita’ del pasto dev’ essere simile a quella dello yogurt.
Prosegui cosi’ per una settimana, e poi inizia a sistemare nella gabbietta del piccolo dei cibi solidi.
Questo per iniziare a stimolare la sua curiosita’.
 I Pyrrhura, come tutti i conuri del resto, sono molto curiosi verso le novita’, e non tarderai a notare che iniziera’ a spizzicare i nuovi cibi.
Ti suggerisco di proporre dei pastoncini, a base di prodotti da forno, uova e frutta secca ( sempre molto graditi) , dei pezzi di frutta, e i primi semi.
Appena noterai che mangera’ sempre di piu’ da solo durante il giorno ( lo verificherai sempre palpando il gozzo), puoi passare a due pasti al giorno; al mattino e alla sera.
 E Proseguirai cosi’ nel tempo gradatamente, togliendo poi il pasto del mattino, e cosi’ via fino a tenere l’ ultimo pasto, quello serale.
Questo fino a quando verifichersi che  mangera’ autonomamente da solo di tutto. Nel frattempo il piccolo crescera’ e si implumera’ sempre di piu’.
Raccomando sempre la gradualita, nel processo di svezzamento, che e’ la fase piu’ delicata.
Elimina gradatamente il numero dei pasti insieme alla quantita’ della pappa.
Mai di colpo.
Se vuoi approfondire ulteriormente l’ argomento, ti invito alla lettura del mio articolo specifico:  
” Allevare a mano un pappagallo”.
Lo trovi nella sezione ” Categorie”, e poi su ” Allevamento”.
Ciao.”
Maria

04/05/2020

Ciao Maria, mio figlio di 13 anni si è appassionato del lorichetto arcobaleno, ho letto che è un ottimo giocherellone ma l’unico inconveniente sono le sue feci liquide e a spruzzo addirittura, e che quindi sporca i muri. Cosa mi consigli? Grazie mille  

” Ciao.
Confermo quello che hai letto in merito all’ emissione di feci liquide e a spruzzo.
Lori e Lorichetti sono nettarivori, e non granivori. 
La loro alimentazione e’ particolarmente delicata, e se da una parte il loro apparato digerente e’ anatomicamente predisposto in tal senso, e’ altrettanto vero che l’ effetto collaterale e’ la produzione di queste feci
particolarmente abbondanti e liquide, di difficile gestione casalinga…..
E’ difficile dirti quale specie consigliarti, dipende da tanti fattori, a cominciare  dalle tue aspettative, se sei alla prima esperienza con i pappagalli, e se abiti in condominio o casa singola.
Quest’ ultimo aspetto e’ importante, poiche’ molte specie sono particolarmente rumorose.
Se non hai mai avuto esperienze con i pappagalli, non ho dubbi nel consigliarti la Calopsitte.
Di facile gestione, e dalle grandi soddisfazioni in termini affettivi.
Molto intelligente, socievole e affettuosa, oltre alla capacita’ di apprendere molte paroline e fischiettare canzoncine.
Oltre alla Calopsitte potrei consigliarti il Parrocchetto monaco.
Estremamente curioso e giocherellone oltre che coccolone.
Ottima capacita’ di apprendere la parola umana, e di interazione con tutti i componenti della famiglia.
Tendenzialmente territoriale di carattere, si lega moltissimo al suo ambiente familiare.
Ha pero’ un richiamo naturale piuttosto forte, e di questo va tenuto conto se abiti in condominio. 
La scelta di un pappagallo va sempre ponderata in base alla caratteristica delle singole specie.
Ciao”Maria

02/05/2020

Ciao Maria, avrei bisogno di un consiglio.. premetto che ho avuto esperienza in passato con cocorite, calo ed inseparabili e un anno fa ho fatto il passo più lungo della gamba acquistando un Ecletto.. straordinario, ma troppo impegnativo. Lavoro part – time la mattina e ho due figli di 9 e 6 anni.. Da un paio di mesi mi sto informando sul pappagallo del Senegal che potrebbe diventare in futuro, il nostro nuovo piccolo di famiglia. Vorrei però questa volta, saper bene come approcciarmi e soprattutto far approcciare i miei figli, per non incorrere in spiacevoli inconvenienti, come quelle precedenti, quali beccate e fare troppo chiasso. Non voglio assolutamente arrivare impreparata, hai delle direttive da potermi dare o consigli su libri da poter leggere? Ti ringrazio molto e complimenti per la tua splendida passione

 Ciao Marta.

 Benvenuta nel mio blog, e grazie delle tue belle parole.
I pappagalli sono nel mio DNA….
Comprendo, e concordo in pieno nel fatto di documentarsi bene, prima di approcciarsi a qualsiasi specie di pappagallo.
A volte si vorrebbe fare il ” salto di specie”, perche’ magari si pensa di poter gestire eventuali situazioni, o perche’ spesso si lascia prevalere gli impatti estetici, rispetto a quelli caratteriali, con i quali poi bisogna confrontarsi.
L’ Ecletto e’ un gran bel pappagallo, e dall’indole tranquilla (il maschio), ma decisamente impegnativo, specialmente rispetto alle specie delle tue precedenti esperienze.
Confermo la voce molto forte, non adatta se si vive in appartamento, o se la soglia di tolleranza personale al rumore e’ bassa.
Da tenere conto poi la presenza di bambini, e quindi concordo sull’ orientamento verso specie di piu’ semplice gestione, ma altrettanto interessanti come pappagalli da compagnia.
Il Pappagallo del Senegal e’ un ottimo pappagallo, molto intelligente, vivace e giocoso; buona capacita’ di apprendere la parola umana, e poco rumoroso.
La sua giocosita’ lo rende un compagno ideale per i bimbi della tua eta’.
Ma tieni in considerazione che ha un carattere tendenzialmente molto timido e schivo.
A volte un po’ diffidente, specialmente con le persone che non conosce.
Tende a privilegiare nel tempo il rapporto con una persona in particolare.
Un’ altra specie che potrei consigliarti in alternativa, per le dimensioni simili, la relativa semplicita’ di gestione, e bassa rumorosita, oltre ad un’ elevata giocosita’ e’ il Caicco.
Pappagallo molto socievole, curioso e vivace, oltre che estremamente coccolone e affettuoso. 
Non timido, e interagisce facilmente con tutti i componenti della famiglia.
Ma comunque in entrambe le specie va favorita la socializzazione al piu’ presto.
Questo e’ sempre opportuno, ma ancora di piu’ nel tuo caso, avendo due bambini.
Ti segnalo due libri in particolare, che a mio avviso sono validissimi nel far conoscere questi complessi quanto affascinanti animali dal punto di vista psicologico e comportamentale, al fine di approcciarsi con loro nel modo piu’ corretto e quindi instaurare un rapporto consapevole e costruttivo.
” Conoscere il comportamento dei pappagalli”, di Nadia Ghibaudo.
“Educare un pappagallo”, sempre di Nadia Ghibaudo.
Ciao”
Maria

01/05/2020

Ciao Maria, in famiglia volevamo comprare una calopsite e un conuro guance verdi entrambi allevati a mano. Volevo sapere se possono stare insieme nella stessa gabbia e se lo stare insieme fa si che si disaffezionano dall’uomo. Grazie e complimenti per il tuo blog
Converso Giuseppe

” Ciao Giuseppe, e benvenuto nel mio blog.
Sono entrambi degli ottimi pappagalli da compagnia, anche se con aspetti caratteriali differenti, di cui e’ opportuno tenere conto al fine di una possibile convivenza nella stessa gabbia.
La Calopsitte, e’ estremamente docile, socievole, e caratterialmente molto adattabile ai vari contesti, oltre che alla capacita’ di legarsi a piu’ componenti della famiglia.
I Conuri del genere Pyrrhura, sono anche loro molto affettuosi, curiosi e socievoli; ma con un carattere decisamente piu’ territoriale, dominante e con una propensione a legarsi nel tempo ad una persona in particolare.
Detto questo, posso dire che se i soggetti sono entrambi giovani, e possibilmente cresciuti insieme, ( almeno con contatto visivo) la convivenza e’ possibile.
La conflittualita’ potrebbe insorgere non tanto per la Calopsitte, ma per il Pyrrhura, specialmente se quest’ ultimo ha raggiunto l’eta’ adulta.
Questo potrebbe fare scattare una certa competitivita’ tra i due, per la contesa del territorio, costituito sia dalla gabbia che dagli affetti.
Ma ripeto, questo e’ un aspetto potenziale, ma non e’ da escludere a priori una convivenza, specialmente se i soggetti sono entrambe giovani.
Suggerisco in ogni caso di procedere per gradi in questo modo: Portare a casa entrambi i pappagalli, o comunque non far trascorrere troppo tempo tra l’ arrivo di uno e dell’ altro.
Poi di farli interagire insieme ( sotto osservazione) in un terreno neutrale della casa.
In base alle loro reazioni, si puo’ iniziare a metterli insieme nella gabbia, sempre osservandoli, che comunque deve essere il piu’ spaziosa possibile in modo tale da garantire ad ognuno il proprio spazio in caso di rappresaglie.
Consiglio di introdurre prima la Calopsitte, e successivamente il Pyrrhura, in modo da non far sentire quest’ ultimo ” dominante” nella sua nuova dimora.
Raccomando di sistemare nella gabbia dei giochini di legno e corda, in quanto il Pyrrhura ha una necessita’ particolare di rosicchiare, oltre che essere molto attivo.
Infine, se i Pappagalli hanno entrambi le stesse attenzioni dai proprietari nei modi e tempi adeguati,  escludo che possano staccarsi affettimente dall’ uomo.
Al massimo puo’ scattare un po’ di antagonismo tra loro per contendersi le attenzioni. Ma fondamentalmente e’ una convivenza possibile.
Ciao.”
Maria
19/04/2020
Ciao Maria, desidero tanto avere un pappagallo, puoi darmi un consiglio?.Vorrei un pappagallo socievole e affettuoso, ma soprattutto intelligente. Vivo in una casa indipendente, non ho problemi di spesa, non desidero a tutti costi un pappagallo parlante, mi piacerebbe portarlo in vacanza con noi. Lo prenderei allevato a mano da un allevatore con esperienza.
Io vivo con mio figlio di 13 anni, due cani anziani e bravissimi, un coniglio che vive libero,  il mio compagno vive con me quattro giorni a settimana e spesso ho ospiti in casa. Sono molto spesso a casa e ho tempo da dedicare.
Vorrei evitare un pappagallo molto legato a me, che è geloso del mio compagno ed è aggressivo con le altre persone. Non deve avere lo stesso rapporto con tutti ci mancherebbe, una beccata non spaventa nessuno, ma leggo di comportamenti alle volte molto aggressivi e non capisco se sono errori di addestramento o l’indole di alcuni pappagalli. Il conuro del sole, ho letto che è terribilmente geloso con chi non vive sempre con lui.
La calopsitte è molto docile e buona, ma desideravo un pappagallo che stesse tutta la vita con me e poi con mio figlio, e che fosse molto intelligente, con cui costruire un rapporto complesso e importante.
Grazie
” Ciao Elisa, e benvenuta nel mio blog.
Ho letto con molta attenzione il tuo quesito, e osservo con piacere che sei una persona che si pone con attenti interrogativi riguardo all’ adozione di un pappagallo.
Nel tuo caso, non hai particolari esigenze inerenti allo spazio, o tipologia di abitazione, in quanto vivi in una casa indipendente; e questo gia’ non pone una particolare selezione nelle specie che potrebbero fare al caso tuo.
Mi riferisco alle specie dal richiamo molto forte, che non sono opportune come scelta in chi vive in un condomini; per questioni di soglia di tollerabilita’ molto bassa al rumore, sia da parte del vicinato, che di conseguenza quella personale.
Tu sei orientata verso una specie che unisca una particolare intelligenza, insieme ad una spiccata capacita’ di interazione e socializzazione con altre persone oltre a te.
Parto da alcune premesse. 
Tutti i pappagalli hanno un’ estrema intelligenza, a prescindere dalla specie.
E’ altrettanto vero, che ci sono specie che si contraddistinguono per peculiari aspetti cognitivi, quali la capacita’ di apprendimento della parola umana,  con relativa capacita’ di associazione di  una parola o azione, al suo significato, oltre che all’ elaborazioni di concetti di una certa complessita’.
Altre specie, per le doti mimiche inerenti al gioco, e all’ interazione fisica con il proprietario.
Per quanto riguarda la loro capacita’ di legarsi ad una o piu’ persone, quasi tutti i pappagalli tendono a legarsi con una persona in particolare; e’ una cosa assolutamente normale.
Ci sono comunque specie  piu’ predisposte a sviluppare un attaccamento particolarmente morboso verso il proprietario.
Questo aspetto tende a svilupparsi non tanto nella prima fase di crescita del pappagallo, quanto con l’ avvicinarsi della maturita’ sessuale.
Questo perche’ il pappagallo viene attraversato dalla stessa tempesta ormonale che investe noi umani:
l’ adolescenza, con le relative conflittualita’.
Detto questo, arriviamo alle specie in questione.
Escluderei nel tuo caso le Amazzoni, in quanto hanno proprio la tendenza a sviluppare un legame esclusivo con la persona ” prescelta”, alla quale pero’ corrisponde un rapporto di antagonismo e aggressivita’ verso tutte le altre.
Quindi ogni qualvolta che a casa tua verrebbe una figura estranea, verrebbe percepita come una sorta di ” usurpatore” del territorio, e in particolare degli affetti.
Le Amazzoni sono molto belle, intelligenti ed estroverse, tutt’ altro che timide. Ma dal momento che hanno questa marcata propensione caratteriale che le porta ad essere dominanti nel nucleo familiare, forse nel tuo caso non e’ adatta.
Tra le Amazzoni piu’ adatte come pappagallo da compagnia, suggerisco l’ A. fronte azzurra e l’ A. fronte gialla.
Sconsiglio l’ A. amazzonica, in quanto rispetto alle prime due, e’ quella che dimostra un carattere piu’ problematico e aggressivo.
Se parliamo di una specie dalle capacita’ cognitive a dir poco eccezionali, ne spicca una tra tutte: il Cenerino.
Di lui dovrei aprire un’ argomentazione a parte, dal momento che si tratta di una specie particolarmente complessa dal punto di vista psicologico.
E’ dotato di un’ intelligenza eccezzionale, sovrapponibile a quella di un bambino tra i 3 e i 5 anni.
Ma con l’ emotivita’ di un bambino di 2.
E questo lo rende particolarmente vulnerabile dal punto di vista psicologico. 
Essendo particolarmente intelligente, ha bisogno di molti stimoli e attenzioni.
Ma da quello che scrivi, il tempo a disposizione da dedicargli non ti manca.
Considera pero’ che si tratta di una specie molto paurosa e timida, oltre che tendenzialmente insicuro ed emotivo.
Per questo motivo, anche lui tendera’ a legarsi ad una persona in particolare.
Verso le altre si mostrera’ piuttosto timido e diffidente.
Passando ad altre specie, non c’e’ ombra di dubbio che la specie piu’ docile e socievole in assoluto, capace di interagire con tutti, e’ la Calopsite.
E’ la specie piu’ adatta soprattutto a chi e’ alla prima esperienza con un pappagallo, oppure desidera un pappagallo che si dimostri affettuoso con tutti oltre che ad avere una notevole intelligenza.
In questa specie in particolare, esiste una spiccata capacita’ del maschio, di apprendere paroline, frasi e fischiettare canzoncine.
Ma entrambi i sessi sono molto dolci e coccoloni.
Per quanto riguarda il Conuro del sole, devo dire che,  un po’ come tutti i conuri, in particolare quelli del genere Aratinga, hanno la tendenza a legarsi nel tempo ad una persona in particolare.
Ma non e’ detto in modo assoluto
Dipende dal singolo soggetto, ma anche dal tipo di percorso e rapporto che sviluppera’ con il proprietario.
Per questo e’ importante l’ aspetto della socializzazione. Ma questo vale un po’ per tutte le specie.
Personalmente favorisco l’ interazione da subito con piu’ persone,  in particolare se si tratta di  specie piu’ complesse da questo punto di vista.
In modo da contrastare la possibile diffidenza futura verso altre persone.
Quindi se un soggetto e’ ben allevato, e socializzato, potrebbe essere una scelta idonea.
Un’ altro Conuro di estrema intelligenza  e’ il Conuro testa blu.
Io lo definisco ” il Cenerino dei Conuri” per le sue capacita’ mimiche e cognitive.
Ma con l’ avvicinarsi del periodo adolescenziale ha la tendenza a sviluppare un attaccamento piuttosto morboso verso il proprietario.
Un’ altra specie interessante che abbinia queste due caratteristiche da te richieste, e’ il Caicco testa nera.
E’ una specie molto socievole e  propensa al gioco oltre che molto coccolone.
Anche il Parrocchetto monaco e’ un ottimo pappagallo da compagnia, molto intelligente e curioso, oltre che una buona capacita’ di apprendere la parola umana.
Ti sconsiglio invece i pappagalli del genere psittacula, in quanto si tratta di specie tendenzialmente diffidenti e schive, con la forte tendenza a legarsi con una persona in particolare.
Spero di averti dato una panoramica generale abbastanza esaustiva nell’ orientarti verso la specie piu’ adatta a te.
Ciao! “
Maria

17/03/2020

Ciao, ho bisogno di un consiglio.

Possiedo un roseicollis ancestrale femmina che ho allevato a mano da quando aveva appena 20 giorni. adesso ha un anno e mezzo di età, depone le uova che ovviamente non sono fecondate. La domanda è appunto questa: Come posso fare accoppiare la mia pennuta con un bel maschio dal momento che appena li vede si gonfia arruffando le piume e li aggredisce in malomodo???

Sei veramente brava, complimenti e piacere per averti conosciuta (virtualmente). Cordialmente.

” Ciao Pietro e benvenuto nel mio blog.
La questione non e’ cosi’ semplice, per due fondamentali motivi.
Il primo, e’ l’ incompatibilita’ in generale tra soggetti allevati a mano, e soggetti allevati dai loro genitori.
Si tratta come ho gia’ detto in altri casi simili, di due percorsi psicologici completamente diversi in cui l’ animale, nel primo caso ha un imprinting ( piu’ o meno accentuato, a seconda dell’ intensita’ dell’ interazione ) con la figura umana; nel secondo caso invece, il legame si instaura con i propri conspecifici.
Il secondo, e’ che gli inseparabili non hanno un carattere cosi’ docile come si potrebbe pensare, ma al contrario sono piuttosto aggressivi e territoriali.
E tra i due sessi, in questa specie e’ proprio la femmina ad essere particolarmente aggressiva.
Nel caso quindi di un soggetto allevato a mano, questo aspetto emerge proprio a contatto con altri ” invasori” di territorio.
Di conseguenza, oltre all’ aspetto dell’ incompatibilita’ del percorso evolutivo, abbiamo in piu’ una specie con una certa propensione all’ aggressivita’.
Il mio consiglio se la tua intenzione e’ quella di riprodurre, e’ quello di orientarti versi una coppia allevata dai genitori.
Ciao”
Maria

12/03/2020

Ciao Maria,
Ho un’amazzone fronte blu femmina da due anni, e mi è venuto in mente di mettere con lei un Lori arcobaleno…
So che mangiano cose diverse, ma sarebbe una cosa fattibile…?
Grazie

Fabrizio

 Ciao Fabrizio.
Direi proprio di no, e il motivo e’ quello che tu stesso hai detto: hanno un’ alimentazione completamente diversa.
L’ amazzone e’ un granivoro, e i Lori e Lorichetti, sono nettarivori.
Hanno un’ alimentazione particolare basata su polline e nettare di fiori, oltre che abbondante frutta.
Il loro apparato digerente e’ anatomicamente predisposto per questa specifica alimentazione, e un’ alimentazione basata sui semi e’ dannosa per queste specie.
Inoltre la loro alimentazione molto zuccherina, rende le loro feci molto abbondanti e liquide; questo comporterebbe l’ inevitabile contaminazione degli alimenti dell’ amazzone.
Ciao”
Maria

28/02/2020

Buongiorno Maria, sono Lisa, volevo sapere se ho speranze che il mio piccolo parrocchetto dal collare di 3 mesi torni a casa. L’ho preso l’11 di gennaio da un allevatore, gli davo ancora da mangiare una volta al giorno la sua pappina con la siringa. È scappato ieri intorno alle 13.00, ma non lo vedo e non lo sento. Lui solitamente quando era fuori nella sua gabbietta non fischiava. È da ieri che provo a richiamarlo con fischi, o facendo rumore con la tazzina della sua pappa, perche quando lo facevo lui correva da me. Abito in una zona balneare piena di pini, e ville, inoltre da ieri c’è vento e stamattina ha cominciato a piovere a tratti. Sono disperata c’è possibilità che ritorni? Spero tu possa rispondervi presto. Ti ringrazio

” Ciao Lisa.
I Pappagalli sono attratti dall’ altezza e dallo spazio, e sono abilissimi nel cogliere ogni minimo pertugio che porta all” esterno, e occorre prestare sempre molta attenzione.
Quando poi i soggetti sono cosi’ giovani, lo sono ancora di piu’, data la loro naturale curiosita’ verso cio’ che li circonda.
La loro intraprendenza li spinge, qualora si trovassero in ambienti esterni, a spostarsi anche molto distante.
Il problema e’ che non sono altrettanto abili a tornare indietro.
La ragione fondamentale e’ che i pappagalli perdono facilmente l’ orientamento una volta che si allontanano.
Le cose che stai facendo sono giustissime: in questi casi bisogna mettere a disposizione del pappagallo ogni possibile riferimento acustico e visivo.
Scuotere la tazzina della sua pappa e’ un’ ottima cosa, poiche’ a questo richiamo lui correva da te.
Anche il fatto di chiamarlo con la tua voce, o con suoni a lui familiari, va benissimo.
Altra cosa utile e’ quella di mettere la sua gabbia con il cibo  fuori, verso la direzione in cui e’ fuggito.
Altra cosa da fare contemporaneamente a queste, e’ quella di tappezzare di foto la zona in cui e’ fuggito, anche per qualche km.
Naturalmente e’ opportuno allertare il vicinato della sua fuga.
Vista la caratteristica della zona che mi descrivi, e’ possibile che si sia spostato di albero in albero, anche allontanandosi parecchio.
Ma potrebbe essere che sfiancato dalla fame, sia planato su qualche terrazza o giardino.
In fondo e’ allevato a mano, e non e’ diffidente verso l’ uomo.
Questa e’ l’ ipotesi migliore, e credimi, succede piu’ di quanto immagini, che i pappagalli vengano ritrovati, anche a distanza di molti giorni.
Quindi non abbandonare le speranze, e metti in atto tutte queste procedure.
Altra cosa: i pappagalli sono molto attivi in due momenti della giornata: al mattino e al tramonto.
In questi momenti si spostano alla  ricerca di cibo, e emettono il loro caratteristico richiamo.
Quello dei parrocchetto dal collare e’ molto particolare, quindi in questi momenti e’ possibile che, se e’ rimasto in zona, tu lo possa sentire.
Ti faccio tanti auguri per il suo ritrovamento.”
Maria

04/02/2020

Ciao Maria, da circa un anno mi sto appassionando sempre di più a queste meraviglie con le ali. Ho un inseparabile di 5 mesi e da una settimana un piccolo lori arcobaleno di 40-45 giorni che sto allevando a mano. Il piccolo è quasi completamente piumato e mangia tantissimo. Però piange sempre, davvero sempre, anche mentre gli do da mangiare. L’ho osservato in questi giorni e ogni volta che sente la mia (o quella di chiunque)voce inizia a piangere, appena sente dei passi piange. Quando mi vede si agita e cerca di rifugiarsi. Se lo prendo in braccio corre in un angolino della mia felpa e si accovaccia. A quel punto lo stringo e lo coccolo più che posso per farlo sentire protetto, mi esplora le dita con quella sua lunghissima lingua e leggermente si calma, ma quel verso non lo smette mai. Quando si avvicina l’ora della pappa se lo chiamo dopo un po’, titubante viene, altrimenti si avvicina, mi lecca le mani per vedere se gli ho portato il cibo e se ne va. Il fatto è che quando è da solo è tranquillissimo, anzi, fa dei versetti completamente diversi, di gioia sembra. Al momento lo faccio dormire in una scatola da scarpe con delle copertine, posta dentro al mio armadio. Le ante ovviamente non le chiudo, ma le socchiudo per dargli più la sensazione di protezione. Gli ho ordinato una bella gabbia grande che arriverà giovedì, è il caso di metterlo dentro ora? Una settimana fa è stato visitato dal vet. che ha detto che è bello grosso e in carne, ho provato a pesarlo ma non sta fermo, 3 giorni fa era 125gr, domattina lo ripeso, ma mi sembra che sta crescendo, non vorrei che fosse troppo “grasso”, come faccio a capirlo? Gli do da mangiare 3 volte al giorno, ogni 6 ore. La quantità non la peso, gli faccio un po’ di pappa e quando non ne vuole più smette da solo. Sbaglio?
Per il fatto che sia un po’ schivo, mi sto scoraggiando un po’, credo che non gli piaccia il contatto con l’essere umano e che mi vede solo come un mezzo per mangiare, perché anche dopo mezz’ore passate ad accarezzarlo e a distrarlo, appena può scappa via. Cosa ne pensi a riguardo? Ti ringrazio Maria e scusa del papiro, ma ci tengo a migliorarmi, vorrei dargli la migliore vita possibile e avere un bel rapporto con lui/lei.

Ciao!
Quel richiamo che tu senti in modo continuo del tuo pullo di Lorichetto, che definisci come ” pianto”, e’ normale nei pulli di queste specie.
I Lori emettono questo verso continuo, quasi a tutte ore, e a prescindere dal gozzo piu’ o meno pieno.
Si tratta quindi di una loro caratteristica, e non il sintomo di qualcosa che non va.
Il fatto che aumenta durante la tua presenza, o la percezione della tua prezenza, significa solo che sta avvertendo l’ arrivo della ” mamma”.
Quindi stai tranquilla in questo senso.
Per quanto riguarda i pasti, devi seguire il suo ritmo naturale, non uno schema definito e obbligato.
Quando dimostra di essere sazio, non devi insistere.
E aspetta sempre che abbia svuotato il pasto precedente prima di somministrare il secondo.
Lo schema dei 3 pasti per il momento va bene, ma senza forzature, e senza pesare la pappa.
Lascia che mangi quello che si sente di mangiare.
La gabbia grande per il momento la escluderei. Lo metterei in una gabbietta temporanea piu’ piccola per la fase di svezzamento, dove puoi posizionare le varie ciotole di acqua, il suo cibo in polvere a base di polline e nettare, e magari qualche pezzo di frutta, per questa fase esplorativa.
Il tutto facilmente accessibile a lui, in modo da stimolare l’ autonomia alimentare.
Man mano che mangera’ sempre piu’ da solo, gradatamente diminuisci i pasti con la pappa.
Va benissimo naturalmente, il contatto fisico per rinforzare il legame affettivo.
Appena sara’ ben autonomo,.puoi sistemarlo nella gabbia piu’ grande.
Ciao!”
Maria
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27/01/2020

Ciao Maria, ti scrivo perché mi sono innamorata e mi piacerebbe prendere una coppia di loricchetto arcobaleno sia perché si tengono compagnia (io ho tre figli e non sono orientata al pet) con l’intenzione di fargli fare i pulli…. Cosa mi cosigli? Due allevati a mano o due selvatci? Gli allevati a mano potrebbe essere meglio visto che ho i bambini? Grazie mille

“Ciao Elisabetta.
Se il tuo fine e’ quello di farli riprodurre, ti suggerisco una coppia di soggetti allevati dai genitori.
Non ha senso che tu li prenda allevati a mano, se il tuo intento non e’ avere dei pappagalli d’ affezione.
 Che pertanto avranno determinate necessita’ e aspettative  verso il compagno umano che poi non potranno avere, in quanto la tua aspettativa e’ quella di farli riprodurre.
E quindi in questo caso, e’ giustissimo che tu li prenda in coppia.
Ciao”
Maria

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11/01/2020

Ciao Maria un aiuto ! Vorrei avere un pappagallo pet . Dolce , affettuoso e tranquillo . Lo farei uscire spesso e gli insegnerò a portare la pettorina così potrò tenerlo ulteriormente fuori la gabbia e stare di più con me . Mi piacerebbe anche che sapesse parlare o almeno qualche parola . Il mio cruccio , dato che mi piacciono molto tutte e due le specie , sono indecisa tra , Conuro Del Sole e Caicco testa nera ! Ho 60 anni e sono casalinga . Grazie mille per i tuoi consigli . Marina

” Ciao Marina, e benvenuta nel mio blog.
Le specie su cui sei orientata, sono entrambe un’ ottima scelta, come pappagallo d’ affezione.
Entrambe molto dolci, giocherellone, e si legano moltissimo al proprietario.
Quanto all’ apprendimento della parola umana, hanno entrambe potenzialita’ simili.
La differenza in tal senso, e’ che il Caicco ha una particolare predisposizione alla riproduzione anche di suoni e rumori, oltre che ad avere una marcata predisposizione alla mimica del gioco.
Si tratta comunque di specie estremamente intelligenti, che se ben stimolate apprendono con grande facilita’.
Ognuna sempre nella propria soggettivita’ caratteriale.
La differenza piu’ significativa tra le due specie, e’ dal punto di vista della potenza vocale.
E qui, dipende molto sia dalla tua soglia di sopportazione della loro rumorosita’, e in particolare quella dell’ eventuale vicinato.
 Se abiti in condominio, e  per ” tranquille” intendi poco rumorose, allora ti sconsiglio il conuro del sole, che ha un richiamo molto forte, ( ma d’ altra parte e’ nella loro natura farne uso per richiamare l’ attenzione; e a questo non va MAI data una risposta rumorosa, in quanto loro, come i bambini, ci imitano).
Il Caicco testa nera, ha a richiamo molto diverso dal Conuro del sole, il suo richiamo naturale e’ un fischio, che talvolta puo’ risultare acuto.
Ma la soglia della percezione della rumorosita’ e’ sempre molto relativa e soggettiva.
In ogni caso, avrai un  compagno alato veramente straordinario, e avrai sicuramente il tempo e ‘ attenzione giusta nei suoi confronti, e concordo con l’ abituarlo fin da giovane alla pettorina, per portarlo sempre con te anche all’ esterno,. in assoluta sicurezza, rispettandone la sua natura fisica e psicologica.
Ciao!”
Maria

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30/12/2019

Ciao Maria, ho preso da circa 10 giorni una cocorita selvatica nata a metà novembre e sto cercando di addestrarla e abituarla al mio contatto visto la giovane età. Mi sembra però che si senta sola così stavo considerando l’idea di prenderne un’ altra però allevata a mano (così mi risparmio un po di fatica dato che non è per niente semplice addestrarla da selvatica😁). Stando insieme nella stessa gabbia c’è il rischio che si inselvatichiscano tutte e due o può quella allevata a mano portare nella retta via anche quella allevata dai genitori? Ti ringrazio per la tua attenzione e spero che tu mi possa rispondere! Buona giornata!    Damiano Franchin.

” Ciao Damiano.
Mettere insieme un soggetto selvatico ( di qualsiasi specie ), con un soggetto allevato a mano, non e’ una buona idea, perche’ si tratta di soggetti con un percorso psicologico totalmente differente, con conseguente incompatibilita’ caratteriale e affettiva.
Quindi e’ assai piu’ probabile che il soggetto allevato a mano si inselvatichisca, piuttosto del contrario…
Se il tuo obbiettivo e’ avere una cocorita docile, occorre avere pazienza e costanza, in fondo l’ hai portata a casa da appena 10 giorni.
Nel tempo, vedrai sicuramente dei risultati.
Altrimenti ti suggerisco di metterle una compagna/o, ma allevata dai genitori.
Ciao  “
Maria
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27/01/2020
Ciao Maria, ti scrivo perché mi sono innamorata e mi piacerebbe prendere una coppia di loricchetto arcobaleno sia perché si tengono compagnia (io ho tre figli e non sono orientata al pet) con l’intenzione di fargli fare i pulli…. Cosa mi cosigli ? Due allevati a mano o due selvatci ? Gli allevati a mano potrebbe essere meglio visto che ho i bambini? Grazie mille.
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06/12/2019

Cara Maria, ho un pappagallo Arantinga di Finschi : un piccolo  conuro  verde di pochi mesi (4/5 ) che dovrebbe  (poi)  sviluppare le penne rosse sulla testa .A che età,  per favore, spuntano le prime penne rosse sulla fronte? E a che etá posso sperare che dica almeno “ciao?” (L’Arantinga di Finschi che avevo, era adulto e  parlava tanto)  Grazie Antonella

” Ciao Antonella.
L’ Aratinga di finschi e’ un ottimo pappagallo da compagnia, molto intelligente e vivace, e apprende con molta facilita’ la parola umana, come tutti i conuri del genere Aratinga.
Per quanto riguarda i tempi, ogni soggetto e’ diverso dall’ altro, quindi e’ un aspetto soggettivo, influenzato anche da alcuni fattori come ad esempio lo stimolo ambientale.
Non c’ e’ un tempo standard, ma diciamo che un soggetto ben predisposto individualmente, e ben stimolato, gia’ entro il primo anno di vita dovrebbe apprendere qualche parolina, con tutte le variabili soggettive.
Per quanto riguarda la colorazione della fronte, nei soggetti ancora immaturi il rosso e’ quasi assente, ma con l’ avvicinarsi della maturita’ inizia a definirsi.
Con la prossima muta il colore generale si definira’.
Ciao” 
Maria
Grazie di cuore per la Tua risposta .Io e Nestòr Junior, l’Aratinga di Finschi,Ti salutiamo. Antonella

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18/11/2019

Buongiorno Maria, mi chiamo Alessandra…fin da bambina sono sempre stata affascinata dai pappagalli…ora ho 52 anni e dopo tante bellissime esperienze con varie specie oggi vorrei tanto un amico alato, un conuro del sole….potresti darmi qualche informazione sul carattere? … Grazie mille.  

” Ciao Alessandra, e benvenuta nel mio blog.
Comprendo benissimo la tua passione per i pappagalli fin da bambina, e mi fa molto piacere.
I Conuri del sole, come tutti i conuri del genere Aratinga, sono tra i miei preferiti in assoluto, e potrei elencarti pregi a non finire su questa specie.
La sua bellezza a dir poco abbagliante e’ evidente,  ma se a questo uniamo la sua dolcezza e affettuosita’, unita alla sua intelligenza e giocosita’ , tutto questo lo rende un pappagallo d’ affezione straordinario.
Ha una buona suscettibilita’ all’ apprendimento della parola umana, che ripete con una vocina dal timbro sussurrato. Non ha un vocabolario molto ampio, ma alcune paroline e piccole frasi le apprende con facilita’.
Poi varia molto da soggetto a soggetto.
Tende a legarsi ad una persona in particolare ( un po’ come tutti i pappagalli), ma se ben socializzato fin da piccolo, si lega a tutti i componenti della famiglia.
Dal punto di vista caratteriale , il suo tratto dominante e’ proprio questa capacita’ di legarsi in modo profondo al proprietario, che cerca e richiama pero’ con una voce molto forte.
E la voce piuttosto potente e’ infatti un aspetto da tenere in considerazione, soprattutto se si abita in condominio, o comunque si ha un vicinato con una soglia di tolleranza piuttosto bassa….
E’ un pappagallo straordinario, coccolone e affettuoso, ma nella scelta della specie occorre tenere presente anche l’ aspetto della rumorosità.
Ma nel tuo caso, avendo gia’ avuto esperienze con pappagalli di diverse specie, saranno aspetti che conosci gia’.
Ciao”
Maria

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13/11/2019

Buonasera Maria non riesco a capire il mio pappagallo inseparabile ce l’ho da quattro mesi non è allevato a mano con molta pazienza sono riuscita ad avvicinarlo infatti mangia dalla mia mano e a volte è lui a venire da me per prendere il cibo. Però ha sempre paura di me se mi avvicino alla gabbietta per parlargli lui scappa nascondendosi sotto i fogli di giornale mi puoi aiutare a capire perché si comporta così e come risolvere il problema ti ringrazio a presto.  

” Ciao Carmela.
Il tuo inseparabile non e’ allevato a mano, e quindi e’ naturale che mantenga sempre una certa diffidenza.
Le aspettative riposte in un soggetto selvatico, non possono essere sovrapponibili, a quelle di un soggetto allevato a mano.
Anche se in alcuni casi, col tempo e la pazienza, si ottengono dei buoni risultati.
Questa specie poi, non e’ che sia particolarmente docile nemmeno se lo fosse.
Tuttavia, hai un soggetto sicuramente docile nelle potenzialita’, e lo dimostra il fatto che pur essendo allevato dai genitori, si avvicina a te per prendere il cibo dalle tue mani.
Quindi con un po’ di pazienza dovresti conquistarti ulteriormente la sua fiducia.
Ciao “

04/10/2019

Salve. Sono già in possesso di tre coppie di volatili:1 di roseicollis, 1 di cocorite e 1 di bengalini e poi ho un roseicollis che abita da solo in una gabbia poichè spesso lo facciamo uscire avendo instaurato un rapporto con lui da quando l’abbiamo preso (aveva 3 mesi e non era allevato a mano. Ora esce, viene sulla nostra mano e non ci becca più).
Vorrei sapere quali sono i pappagalli di media-piccola dimensione più docili fra i pyrrhura, parrocchetto monaco, roseicollis e calopsite. se per caso che qualche giorno siamo costretti ad allontanarci e a non poterli far uscire quali potrebbero inselvatichirsi di più.Mi hanno detto che i pyrrhura se presi da piccoli, dopo svezzamento o comunque a qualche mese sono comunque facilmente addomesticabili. Le risulta?
Grazie per qualunque aiuto voglia darmi.
Saluti. Delia

” Ciao Delia, e benvenuta nel mio blog.
Ti dico subito che tra le specie che mi hai indicato, la meno docile e’ decisamente l’ inseparabile.
Ha proprio una propensione ad inselvatichirsi appena terminato lo svezzamento, oltre che una certa aggressivita’ caratteriale di fondo.
Ma naturalmente dipende da soggetto a soggetto, e da come e’ stato allevato a mano. Tuttavia non e’ una specie cosi’ docile come si potrebbe pensare.
Passiamo alle altre specie.
Sono tutte molto docili, ma molto diverse caratterialmente. Dipende da quali caratteristiche precise cerchi tu in un pappagallo da compagnia di taglia medio / piccola.
Tra queste, la piu’ docile in assoluto e’ la Calopsite.
La sua grande docilita’ e il suo essere molto affettuosa, e socievole, unita alla facilita’ di gestione, la rende un’ ottimo animale da compagnia. Oltretutto i maschietti di questa specie, hanno una straordinaria capacita’ nell’ apprendere la parola umana, e a fischiettano diversi motivetti e canzoncine.
….miei giovani monaci
Il Parrocchetto monaco e’ un’ altro straordinario e simpaticissimo pappagallo da compagnia, ed e’ tra i migliori parlatori tra quelli della sua taglia.
Affettuoso e di relativamente facile gestione.
Ha solo una voce da richiamo piuttosto forte, e di questo va tenuto conto, se abiti ad esempio in condominio….
E’ molto territoriale, e tende a ” difendere” la sua gabbia e la casa, e tende a legarsi ad una persona in particolare.
Ma se ben socializzato da giovanissimo, unito a tutte le sue qualita’, e’ veramente un compagno di giochi e coccole eccezionale. 
Il Pyrrhura e’ un’ altro buon pappagallo da compagnia, molto vivace, attivo e giocherellone.
Non molto rumoroso, ed e’ anche lui in grado di apprendere qualche parolina, che pronuncia con un tipico timbro ” sussurrato”.
Ma ha la caratteristica di legarsi con una persona in particolare, e a volta puo’ essere un po’ mordace…
Il suo carattere e’ gia’ piu’ dominante rispetto alle altre specie.
Tuttavia se ben allevato e’ anche lui tra i migliori pappagalli d’ affezione tra le taglie medio/piccole.
Ti confermo che il Pyrrhura puo’ rivelarsi molto docile anche se non allevato a mano; ma certo non potrai avere proprio le stesse aspettative, anche perche’ manterra’ sempre una certa mordacita’ che lo rendera’ sempre poco ” maneggevole”.
Tutte queste specie comunque, non risentono dei momenti di assenza del proprietario e non hanno una particolare tendenza a inselvatichirsi nel tempo.
L’ importante e’ che abbiano instaurato un buon rapporto con la figura umana sia in fase di allevamento, che con il futuro proprietario poi.
Ciao! ”   Maria

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17/09/2019

Buonasera Maria, ho un problema con un pulli di 30 giorni di Amazzone Amazzonica. L’ho preso che aveva 23 giorni e mangiava anche un po’ di più del 10% del suo peso. Da due giorni non ne vuole sapere di alimentarsi del giusta dose. Ne prende sempre poca e spesso. Nonostante tutto cresce di circa 7 grammi al giorno. Cosa mi consiglia? Grazie in anticipo per la sua risposta.

” Ciao Augusto e benvenuto nel mio blog.

Premetto che in ambito di allevamento a mano, non ci sono delle regole assolute che vanno bene per tutti i soggetti, per tutte le specie e tutte le eta’.
 Questi schemi vanno intesi sempre come puramente indicativi, poi vanno sempre adattati ai singoli soggetti. 
L’ esperienza infatti e’ quella che ti fa trovare il giusto numero di imbeccate, nella giusta quantita’, sapendole modulare nel tempo.
Non esiste un numero fisso di imbeccate, e la quantita’ di conseguenza va adattata.
Non mi dici quante imbeccate gli dai, ma da quello che mi dici, se il piccolo cresce significa che quello che mangia puo’ essere sufficiente.
Probabilmente i pasti ( ipotizzo) sono troppo ravvicinati, e di conseguenza al pasto successivo si sente piu’ sazio.
Oppure la pappa e’ un po’ densa, e quindi lo sazia di piu’.
Oppure la temperatura della pappa e’ un po’ freddina, e il pullo ad un certo punto la rifiuta.
In ogni caso devi tenere presente una cosa fondamentale: Mai somministrare il pasto finche’ il piccolo non ha svuotato completamente il gozzo. 
Questo e’ un errore frequente, che si commette seguendo numeri e schemi fissi. Se il piccolo in questa fase gradisce mangiare poco e spesso, e constati che cresce regolarmente, vuol dire che per lui va bene cosi’.
Se vuoi approfondire l’ argomento, ti invito a leggere il mio articolo ” Allevare a mano un  pappagallo” che trovi qui nel sito, nella home page”.
Ciao! “
Maria

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15/09/2019

Ciao mi chiamo Maurizio e da qualche mese ho preso 2 pappagalli del Senegal di 2 mesi,avevo già 2 femmine di calopsite di 3 anni. Quando siamo in casa spesso li lasciamo liberi. Ho un problema. I 2 senegal hanno paura della mia fidanzata che addirittura a differenza mia, la vedono ogni giorno. Con me sono normali,a volte pizzicano e fanno male,ma spesso sono ok,anzi mi cercano quando sono in casa. Non riesco a capire del perché hanno paura della mia ragazza. Potrebbe essere che le 2 calo che sono molto coccolose ,stanno sempre sopra di lei e i 2 senegal che per evitare incidenti faccio uscire solo quando le calo sono in gabbia,ne soffrono. Non so davvero come fare per fargli prendere fiducia in lei,anche perché lei ci tiene moltissimo ai piccolini. Qualche consiglio?

” Ciao Maurizio.
Il Pappagallo del Senegal e’ un ottimo pappagallo da compagnia, simpatico, giocherellone, molto attivo, affettuoso e molto recettivo all’ apprendimento della parola umana.
 Ma ha un carattere tendenzialmente schivo, timido e timoroso, e soprattutto ha la tendenza a legarsi ad una persona in particolare;  a volte questa preferenza si traduce in un marcato timore verso tutte le altre.
Probabilmente sebbene i tuoi Senegalus sono ancora molto giovani, stanno gia’ sviluppando questa predilezione. Non e’ detto che la persona che vedono di piu’, sia scontatamente quella ai quali loro si legano…. 
I pappagalli sono animali molto complessi dal punto di vista psicologico, ed evidentemente c’ e’ qualcosa nel vostro modo di porvi verso di loro, che suscita queste reazioni differenti.
Comunque il fatto che abbiano appena 2 mesi, e’ un grosso vantaggio, e sono convinta che con il tempo è la pazienza, impareranno a essere meno diffidenti verso la tua fidanzata.
Intanto potrebbe provare ad approcciarsi a loro senza le Calopsiti vicino, perché’ potrebbe essere un ulteriore motivo di diffidenza.
La cosa fondamentale, e’ andare per tentativi, coinvolgerli in qualche gioco, proporgli del cibo molto ghiotto ecc, ma senza mai forzarli.
Ciao.
“Maria”

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26/08/2019

Ciao Maria avrei tanto bisogno di aiuto. Mio marito mi ha regalato un pappagallo inseparabile il venditore ha detto che dovrebbe avere un anno ed è un maschio sta con me da una ventina di giorni ma è molto spaventato dell’uomo io lo adoro ma non si lascia avvicinare ho provato a offrirgli dei semini attraverso la gabbia ma scappa il più lontano possibile e inizia a guardare me è il seme e se vede che non me ne vado mi cinguetta contro arrabbiato. Le ho provate tutte gli parlo con dolcezza stiamo quasi tutta la giornata insieme la gabbietta l’ho messa nel soggiorno dove trascorro ore intere spero tanto che tu mi possa aiutare in qualche modo non so più che fare vi voglio tanto bene. Aspetto una tua risposta grazie infinite bacioni.

” Ciao Carmela.
Come potrai leggere nella risposta che ho dato a Sara, gli inseparabili purtroppo non hanno un caratterino cosi’ docile come si potrebbe immaginare, in quanto esiste questa loro tendenza a legarsi tra simili, e inselvatichirsi nel tempo, se trascorreranno molto tempo lontani da un contatto umano privilegiato.
Il tuo inseparabile ha un anno, e questo complica un po’ le cose.
Immagino che sia stato allevato a mano, ma da quello che mi descrivi, e’ assai probabile che in questo suo primo anno, abbia sviluppato attaccamento verso i propri simili, tenuti molto probabilmente insieme a lui. Questo spiega il fatto che e’ molto spaventato anche dal solo avvicinamento alla gabbia.
Devi certamente armarti di molta pazienza, evitando di farlo uscire dalla gabbia, finche’ non avrete superato il primo passaggio, ossia il non avere timore dal semplice avvicinamento alla gabbia.
Iniziate gradualmente col proporre del cibo, nei momenti in cui appare piu’ tranquillo. Ci vorra’ del tempo e molta pazienza.
Ma se arrivera’ ad accettare il cibo dalle mani, e’ gia’ un buon risultato dal quale partire poi in seguito.
Ciao”

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26/08/2019

Ciao Maria ieri ho preso un inseparabile allevato a mano di 4 mesi preso da un ragazzo che ne aveva due. 

Uno è stato dato a una persona e uno a me. 
L’ho portato a casa ho provato a liberarlo e ovviamente è immobilizzato dove decide lui di mettersi e non si muove più. Se provo a prenderlo scappaa quando lo prendo è buono si fa coccolare. 
Credo che tutto questo sia normale, è stato separato dal fratello, ha cambiato casa e padroni credo ci stia che sia così triste diciamo. Ho un problema io a giorni dovrei andare a casa al mare, che faccio me lo porto o è meglio lasciarlo in gabbia 5 gg e far venire i miei genitori per cibo e acqua? Non so se potrebbe essere un trauma un altro cambiamento o l’importante è che ci sia io e basta. 
Aspetto con ansia una tua risposta. 
Grazie mille 

Sara

Sara PENNACCHIOLI
 ” Ciao Sara.
Gli inseparabili hanno una caratteristica che li accomuna tutti nell’ indole: quella di avere una forte tendenza ad inselvatichirsi una volta terminato lo svezzamento, ed in particolare, quella di legarsi preferenzialmente tra loro simili rispetto alla figura umana, se sono tenuti insieme nello stesso ambiente.
Pertanto e’ una reazione normale quella di timore che mi riferisci.
Considera poi che un po’ tutti i pappagalli in generale non amano essere ” presi” con le mani, o forzature in generale.
Detto questo, il tuo inseparabile ha solo 4 mesi, quindi e’ ancora molto giovane, e hai tutto il tempo ora che e’ con te, di stabilire un rapporto di reciproca conoscenza.
Il fatto poi che quando e’ tra le tue mani si lascia coccolare, e’ un buon segno, e devi lavorare solo sulla fiducia, stimolando la sua curiosita’. Cerca di trascorrere un tempo adeguato insieme a lui, basato sul contatto fisico e le coccole, e vedrai che col tempo vincera’ i suoi timori.
Per la tua partenza al mare, se non hai problemi a  tenerlo dove andrai, portalo pure con te. Il cambio di ambiente non influira’ su questo, poiche’ ci sarai sempre tu come suo punto di riferimento.
Ma non sara’ neanche un problema se lo lascerai in affido ai tuoi genitori.
In fondo lo hai appena portato a casa, e starai via solo 5 giorni.
Hai tutto il tempo al tuo ritorno di riprendere il rapporto con lui.
Ciao! “
Maria

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28/07/2019

Ciao Maria,
ho adottato una calopsite maschio di 8 anni non più desiderata dai parenti dopo che il padrone è stato ricoverato, la tengo in gabbia con una cocorita maschio della medesima età e un altro calopsite maschio di 1 anno acquistato in seguito per tenere compagnia all’altro che si era intristito alla morte della cocorita femmina con cui condivideva la gabbia assieme al maschio.
Vorrei fare uscire le calopsite ma non so come. La calopsite di 8 anni ce l’ho da un anno, quella di un anno da qualche mese. Per ora sono solo riuscita a  insegnare una strofa di canzone alla più giovane (l’altra, arrivata che cantava la famiglia addams, non canta più da quando ha una compagnia della stessa specie) e a fare accettare ad entrambe cibo tenuto con le dita attraverso le sbarre. Se metto una mano dentro, anche col cibo preferito invece…apriti cielo! Come procederesti tu?
Grazie, Sara
Ciao Sara.
Il tutto mi sembra un po’ caotico, ma se ho capito bene, la Calopsite maschio di 8 anni, non convive nella stessa gabbia solo con la calopsite maschio di un anno, e l’ altra cocorita, ma anche con una Calopsite femmina (lo dici alla fine).
Non lo specifichi ma mi sembra di intuire che le Calopsiti maschi siano state allevate a mano (entrambe fischiettano dei  motivetti, o li fischiettavano.
Comincio col dirti che per quanto riguarda l’ introduzione delle mani nella gabbia, e’ sempre sbagliato, tranne in caso di mera necessita’, per somministrare il cibo.
Questo e’ un gesto che nessun pappagallo ama, di nessuna specie e sia allevati a mano che non. 
Viene vissuta come una vera e propria invasione minacciosa al loro territorio, e alla loro incolumita’.
Non dimentichiamo che nella loro memoria antica, loro sono prede in natura, e pertanto l’ intrusione forzata della mano viene percepito come un vero attacco predatorio.
Viene da se’ comprendere la loro reazione quando introduci le mani dentro la gabbia.
Altra cosa fondamentale: Mai mettere insieme un soggetto allevato a mano con un  soggetto selvatico, perche’ sono profondamente incompatibili.
Molto probabilmente la Calopsite di 8 anni, in tutto questo percorso, e’ stata un po’ trascurata dal punto di vista delle attenzioni, e col tempo e’ andata incontro a quel processo di inselvatichimento, tipico in questi casi; il fatto di introdurre poi altri soggetti selvatici, o quasi, ha fatto il resto.
All’ introduzione della femmina suo simile, lui ha iniziato a legarsi a lei, e questo spiega che ha smesso di cantare quel motivetto insegnato dagli umani.
Quindi in sintesi io direi di mettere un po’ di ordine a questi soggetti.
Iniziando a separare la calopsite, dalla cocorita, trovando a quest’ ultima possibilmente una compagna.
Poi tenere unite la coppia di Calopsite, e tenere il maschio Spaiato da solo  (do per scontato che sia allevato a mano, dacche’ ha imparato una canzoncina. Altrimenti e’ utile trovare una compagna anche a lui.). E lavorare con tutti loro separatamente, per evitare condizionamenti involutivi dell’ uno o dell’ altro ( un soggetto allevato a mano, messo insieme ad un selvatico, tende sempre a inselvatichire, oltre che ad avere forti conflittualita’).
In sintesi: il simile col simile.
Per quanto riguarda il desiderio di farli uscire dalla Gabbia….non resta che armarsi di tanta pazienza, e lavorare con la conquista della fiducia: niente mani introdotte nella gabbia.
Continuare ad offrire il cibo dalle dita attraverso la gabbia, affinche’ Conquistino fiducia  di te.
Col tempo, tanti piccoli, ma significativi progressi, non dovrebbero tardare ad arrivare.
Ma ci vuole tanta pazienza. Col tempo potrai provare a lasciare la porticina aperta, e aspettare che escano spontaneamente. L’ importante e’ rispettarli, senza nessuna forzatura.
Ciao”
Maria

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25/07/2109

Ciao Maria!

Ti scrivo perchè ho deciso di prendere una coppia di calopsitte da allevamento condiviso, ma purtroppo sono nati solo maschi. Prenderò quindi adesso il maschietto (che ha 2 mesi) e tra 2 mesi prenderò una delle femmine appena nate. 

Vorrei sapere come sarà farli conoscere all’ inizio e se dovrò comprare una nuova gabbia per la femmina per i primi tempi. 
Grazie, un caro saluto, 
Jana
” Ciao Jana.
La Calopsite e’ una specie molto tranquilla, e socievole.
Nessun problema quindi nell’ abbinare una femminuccia al maschietto a distanza di pochi mesi, tanto piu’ che si tratta di novelli.
A mio avviso non e’ quindi necessario tenere la femminuccia in gabbia separata.
Se pensi quindi di formare una coppia riproduttiva, ti suggerisco di predisporre gia’ in una volieretta di adeguate dimensioni per entrambi, in modo che possano crescere e ambientarsi gia’ nell’ ambiente preposto.
Ciao!”
Maria

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23/07/2019

Gentile Maria, mi chiamo Linda, ho letto il suo bel blog mentre mi dedicavo a fare ricerche sulle mie pappagalline calopsiti e inseparabili. Grata davvero di amare molto i volatili nei confronti dei quali esistono molti pregiudizi, vengo al punto, da due anni ho 9 pappagalline, di cui quattro calopsitte e degli inseparabili, non li tengo in gabbia, hanno una stanza tutta per loro, le chiedo, a volte non so se stanno bene vengono dall’ Australia e la casa non e’ il loro ambiente naturale, secondo Lei ? stanno bene in una stanza? a volte mi fanno pena, gli do tutto l’amore possibile sono una compania in quanto sola, ma temo si annoino, anche se vengono dai negozi , non nascono proprio li’ in quelle terre ma sono li’ le loro terre d’ origine.

Venendo all’ alimentazione, cambio l’ acqua ogni giorno, da mangiare ogni tre, riempio pero’ le scodelle ogni giorno è giusto? Una , la prima, si chiama Bassol , e’ svezzata a mano, ha appena fatto due anni , mi viene sempre vicino, le parlo, le voglio bene moltissimo, non socializza con gli altri però come mai ?, Intanto la saluto , grata se mi darà’ qualche consiglio, vivo nelle regione più’ sperdfuta d’ Italia, la Sicilia e la parte più isolata, il siracusano, dunque non esistono neppure veterinari  aviari, il capoluogo Palermo dista moltissimo, grazie doppiamente, le domande sono molte spero non la tedi la lunghezza, Linda.

PS: se mi fornisse qualche indirizzo di chi se ne occupa grazie ancora.

Ciao Linda.

Le Calopsiti sono originarie dell’ Australia, gli inseparabili del continente Africano.
Ma a mio avviso il problema non e’ tanto la provenienza di origine diversa, quanto di spazi adeguati.
Sicuramente tutti i tuoi pappagallini liberi dentro ad una stanza, di spazio ne hanno, ma io li vedrei molto meglio in una spaziosa voliera ambientata per loro, con vari  posatoi adeguati, e qualche oggetto per intrattenersi.
Io poi separerei gli inseparabili ( tendenzialmente litigiosi verso altre specie), dalle pacifiche calopsiti. 
Nel tuo caso comunque,  fortunatamente sembrano avere trovato tutti un equilibrio.
Il soggetto allevato a mano non socializza con gli altri proprio perche’ ha un percorso psicologico diverso da tutti gli altri, che invece sono stati allevati dai loro genitori. Esiste quindi una profonda incompatibilita’ tra loro.
La figura di riferimento per Bassol e’ la figura umana, quindi tu.
Mentre per tutti  tutti gli altri sono i loro simili.
Due percorsi di sviluppo psicologico completamente diverso, e quindi quindi questa pappagallina dovrebbe stare separata dagli altri, per poter stare piu’ a contatto con te.
Per quanto riguarda l’alimentazione, e’ corretto mettere acqua fresca giornalmente.
Le ciotole del cibo in effetti non e’ necessario riempirle tutti i giorni.
Integra pero’ l’ alimentazione anche con frutta e verdura.
Ciao!
Maria

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03/07/2019

ciao Maria,
volevo chiederti sto per acquistare un conuro del sole da imbecco ma ho una certa confusione per il nome a me piacerebbe Sunny o sun , ma molti dicono che sunny e’ femminile mi daresti un consiglio?

“Ciao.
” Sunny e’ un aggettivo, che signigica” soleggiato, solare”, quindi  usato in modo neutro sia al maschile che al femminile.
“Sun” e’ un sostantivo maschile, che significa “sole”.
Direi che entrambi sono confacenti alle caratteristiche di un’ Aratinga Solstitialis….
Maria

12/06/2019

Ciao Maria, complimenti per le risposte esaustive che leggo sul tuo forum, mi chiamo Lorella e vivo a Trento. Il mese scorso ho acquistato presso un allevamento, un pullo di 50 giorni di Gran Alessandrino. L’allevatore mi ha consigliato di proseguire con due poppate al giorno e poi di ridurle a una la sera dando però dei semi. In teoria avrei dovuto ridurre le poppate il 7 giugno ma il mio piccolo non ne vuole sapere! Non appena mi vede andare in cucina mi segue e urla come un matto, i semini li mangia ma la poppata gli manca… Come posso fare? Ignoro i suoi lamenti e tolgo la poppata della mattina? Questa settimana ho acquistato una gabbia più grande dato che ho sempre utilizzato quella più piccola per una calopsite ma, appena entra nella nuova casetta non trova pace, sembra molto agitato e non spilucca nemmeno i semini. Se però lo rimetto nella vecchia gabbia si tranquillizza e mangia, come mai?
Ti ringrazio di cuore se vorrai rispondermi!
Lorella  

” Ciao Lorella, ti rispondo molto volentieri, e benvenuta nel mio blog.
La fase dello svezzamento e’ molto delicata, e ogni schema va visto in termini sempre indicativi.
L’ eliminazione di un pasto va fatta sempre in modo graduale, anche nel quantitativo della pappa stessa.
E la cosa fondamentale, e’ accertarsi che il piccolo stia effettivamente mangiando, e non solo spizzicando. 
Lo si verifica palpando il gozzo, in cui e’ percepibile la presenza di cibo solido.
Quindi nel caso dei due pasti al giorno, nel momento in cui si constata che il piccolo inizia a mangiare da solo, si diminuisce gradatamente la quantita’ del pasto, fino ad eliminarlo, proseguendo con il pasto serale.
L’eta’ attuale del pullo e’ compatibile con questo schema fornito, ma ripeto, il tutto va sempre adattato, non solo ad ogni specie, ma anche al singolo soggetto. Rispettando sempre la gradualita’.
Ti suggerisco di procedere in questo modo: integra il cibo solido non solo con i semi, ma anche con altri alimenti che possono stuzzicare la sua curiosita’, come ad esempio dei pastoncini, (molto graditi in fase di svezzamento), della frutta e della verdura.
Il grande Alessandrino e’ una specie molto curiosa da questo punto di vista, e questo oltretutto gli consentira’ di sperimentare cibi e sapori diversi.
La sua alimentazione futura dovra’ sempre essere integrata di alimenti freschi.
 Nel frattempo diminuisci sempre di piu’ la quantita’ di pappa, fino a che lui si stacchera’ anche psicologicamente dal “biberon”, e terrai solamente il pasto serale, fino a diminuire gradatamente anche quest’ultimo.
La nuova gabbia probabilmente lo intimorisce un po’, ma sara’ solo la fase iniziale.
D’altra parte le sue dimensioni richiedono uno spazio adatto. Metti all’ interno qualsiasi cosa che stuzzichi la sua curiosita’, da un alimento gradito, a dei giochi;
Vedrai che presto abbandonera’ ogni forma di timore. Ti suggerisco anche una collocazione della gabbia lontana da rumori o comunque fonti di potenziale disturbo, poiche’ si tratta di una specie tendenzialmente timorosa e diffidente.
Ma stabilendo con lui un buon rapporto di fiducia, si rivelera’ un compagno alato meraviglioso.
Ciao! ”   Maria  
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Ciao Maria,
anzi ciao vita mia.Volevo farti come sempre i miei complimenti per il tuo impegno e per la tua professionalita’ e volevo augurarti in bocca al lupo per il grangala’ di domenica. Te e tutto lo staff del grangala’ lavorate tanto per ogni evento. Ci mettete il cuore e come vedo anche dal sito e dal tuo blog Maria, le persone lo hanno capito quanto siete bravi e vi ricambiano scrivendo e chiedendo consigli. Io purtroppo sono a Roma ma ti giuro parteciperei molto volentieri domenica proprio per toccare con mano la splendida atmosfera che si respira tra te i tuoi colleghi e i pappi che amate tantissimo. Vai avanti cosi’. Porta avanti tutti i tuoi progetti e non ti fermare davanti a nessun ostacolo. Niente e’ impossibile se lo vuoi se lo dsideri con tutta te stessa. Complimenti ancora a te e a tutti, compreso il signor Attilio.
Un abbraccio forte. Ti voglio bene. Daniela

” Ciao Danie’, anzi solmio.
Grazie come sempre del tuo stupendo pensiero.
E’ vero, esiste una potente forza propulsiva, la piu’ potente in assoluto, che si chiama volonta’.
E di fronte a questa, si supera ogni cosa e non ti ferma nulla.
E come si dice a Roma, ” Daje tutta!”
Si Danie’ lo so che se tu non abitassi a Roma, saresti con me Domenica, a respirare il forte spirito di squadra e la motivazione che ci anima..ma io so che idealmente sei piu’ presente che mai.
Ti voglio un mondo di bene e ti abbraccio forte!”
Mari’

inviato il 07/10/2017

Ciao volevo sapere se il parrocchetto dal collare può essere indicato per il pet con dei bambini e se fa molta differenza se si prende da Pullo e va bene anche se ha 1 anno……grazie

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” In linea di massima si, ma dipende molto da soggetto a soggetto e comunque dall’ eta’ dei bambini vista la tendenza della specie in questione a rinselvatichirsi se privati di una continuita’ relazionale con l’ essere umano un volta ultimato lo svezzamento.
Per quanto concerne l’ eta’ consiglio un soggetto molto giovane, ma non un pullo in quanto nell’ allevamento a mano non ci si puo’ improvvisare e occorre esperienza. Direi che un soggetto sotto l’ anno di eta’ se ben allevato, puo’ essere indicato come pet per dei bambini.

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inviato il 15/09/2017

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Ciao Maria, so che la tua strepitosa calopsite Paulie non c’è più.

Ieri se né andato il tuo piccolo amichetto, guancette color arancio spuntavano prepotenti dalla sua testa gialla, immersa nel suo bel piumaggio grigio e bianco; Paulie tutto matto.

Ci hanno insegnato a chiamarli animali, ma quando se ne vanno sentiamo un vuoto profondo. Paulie era uno di famiglia, conosceva le tue, le vostre abitudini, ascolta i vostri rumori e sapeva del vostro arrivo. Riempiva di colore le vostre giornate.

C’è un casetta vuota, e da lì, non si sentirà più il suo proprietario fischiettare “La famiglia Adams”, non lo si sentirà più far cagnara insieme a Patch, Alex e Sunny, compagni di merenda da tempo ormai; anche loro sentono che qualcosa lì dentro è cambiato.

Li chiamiamo animali, ma noi sentiamo che quel posto vuoto non sarà più lo stesso.

No, non sono animali, sono parte di noi, si addormentano con noi, ci cercano, perché noi per loro siamo la cosa più importante che hanno; siamo la loro famiglia.

Dovremmo imparare ad amare nel modo che loro sanno fare, senza invidie o pregiudizi; già li chiamiamo animali.

Tu mi hai accompagnato in questo mondo fantastico, da dove è impossibile volar via, e comprendo alla perfezione il tuo silenzioso dolore; grazie Maria.

Ciao Paulie tutto matto.

Paolo

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inviato il 30 /06/2017

Vista l’ora buna giorno . posseggo una amazona aestiva fronte blu di 14 anni, Maschio. Io sono il 3° possessore . non è stata trattata benissimo sin dal primo possessore . Il pennuto ha vissuto parecchio tempo in solitudine per cause di lavoro stava quasi sempre solo in compagnia di altri animali domestici Ora si i è adattata molto in fretta alla nuova dimora. Ci stupisce il fatto che non ha un suo vocabolario. ogni tanto ripete il miagolio del gatto e dice Ciao. tutto qua . lo stiamo stimolando poichè molto giocherellone e protagonista e molto affetuoso nonostante faccia le sue scelte con chi famigliarizzare. So benissimo che il suo imitare di suoni o parole è una loro forma di mimetismo nell’ambiente. Domando avrò speranza di sentirlo imitare qualche altra parola nonostante la sua età ? Cosa mi consigliate per poter avere questi risultati in riguardo alla chiacchiera? Sicuro che la mia richiesta verrà considerata allego il mio indirizzi e-mail. distinti saluti e grazie anticipate. “” LINO” Cagliari.

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“Ciao. La tua amazzone purtroppo ha dovuto subire le conseguenze di quella tipica superficialita’ umana nell’ acquisto di animali cosi’ complessi come i pappagalli, che io cerco sempre di prevenire e combattere. E purtroppo nel suo periodo cosiddetto ” sensibile” del suo percorso psicologico e formativo, ha vissuto nella quasi totale solitudine e abbandono, a parte la somministrazione di acqua e cibo.
Non e’ stata quindi stimolata abbastanza nell’ apprendimento della parola umana. Cosa che presuppone un rapporto diretto e giocoso con il proprietario, e comunque, l’ essere umano. Non basta l’ ancestrale comportamento volto a al mimetismo ambientale; qui si parla di un’ animale allevato a mano, quindi inprintato verso la figura umana, e se poi questa figura umana rimarra’ defilata e non stabilirà’ con il pappagallo un legame affettivo, quest’ ultimo non sara’ mai abbastanza stimolato x apprendere e riprodurre la parola umana.
E’ la relazione che conta, il legame affettivo, e il continuo stimolo. E’ esattamente lo stesso principio del rapporto madre e bambino. Va anche detto che ogni soggetto e’ comunque diverso dall’ altro.

Detto tutto cio’, i pappagalli sono comunque creature molto intelligenti, e anche se alle spalle la tua amazzone ha 2 passaggi di cattiva gestione, non e’ detto che ora nel nuovo rapporto con te, non possa recuperare tutte le sue potenzialita’, che in questa specie poi, sono notevoli.

Il suggerimento che ti do e’ di stimolarla il piu’ possibile, senza avere fretta.
Parlale direttamente, non di sfuggita.
Etichetta tutto quello che dici e fai con lei, ad esempio quando le dai l’ acqua, dille che questa e’ acqua, cosi’, con qualsiasi cibo che le offrirai. In particolare qualcosa che la tua amazzone gradisce molto.
Usa il “rinforzo positivo”, cioe’ premiala ogni volta che dimostra curiosita’ o ripetera’ qualcosa, anche in forma di suono o vocalizzazione.
La stessa cosa con le azioni.
Insomma, tutto quello che implica un rapporto affettivo, che le e’ mancato nelle precedenti gestioni.
Vedrai che i risultati arriveranno.
Ciao”

………………………

inviato il 16 06 2017

Salve, sto valutando l’acquisto di un pappagallo come pet. Non ho mai avuto esperienza simile se non da bambino con 2 cocorita. Tra i vari, la mia “simpatia” si è indirizzata verso il genere pyrrhura (in particolare il frontalis), sia da un punto di vista estetico che caratteriale. Non ho ancora realizzato l’acquisto sia perché allevatori in zona (Sicilia) che allevano il Frontalis sono rari (ci sono diversi Molina, Hypoxantha.. ma Frontalis non è facile, ne ho contattato uno il quale mi ha dato una probabilità per Ottobre, o più sicuramente Marzo prossimo), sia perché sono incerto da un punto di vista “etico”: infatti non ho intenzione di prendere 2 esemplari ma solo uno, e mi chiedo quanto sia giusto nei suoi confronti non dargli la possibilità di interagire con un altro esemplare della sua specie, essendo come ho letto un po’ dappertutto, il pappagallo un animale particolarmente socievole. E’ un progetto che mi consigliate di portare avanti o è meglio rivolgere le mie attenzioni a un diverso pet? Grazie.

” Ciao. E’ un’ ottima scelta un pappagallo del genere Pyrrhura come pet.
Di gestione relativamente semplice, poco rumoroso, e molto giocherellone e affettuoso, oltre che essere in grado.di ripetere qualche parolina, che riprodurra’ con una voce dal timbro ” sussurrato”.
Confermo la socievolezza e gregarieta’ di tutti i pappagalli.
Ma c’ e’ un aspetto da considerare: se ti orienti in un pappagallo pet, non e’ indispensabile che interagisca con un proprio conspecifico. Il suo punto di riferimento affettivo e’ l’ uomo, quindi sta a te non fargli mancare tutte le attenzioni di cui ha bisogno: interazione, gioco, coccole.
Al contrario, un soggetto selvatico ha bisogno della relazione con i suoi simili, e l’ ideale e’ formare una coppia.
Ma non e’ il caso di un soggetto pet.
Quindi devi valutare se nella scelta di un animale da compagnia hai come aspettativa un animale indipendente dal punto di vista psicologico, o cerchi una relazione piu’ profonda, e sei pronto a dedicare del tempo tutto per lui in modo costante, perche’ il nemico principale del pappagallo d’ affezione, e’ la noia e l’ abbandono da parte del proprietario.
Ciao”
Maria

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inviato il 14/05/2017

Buonasera ,Chiedo scusa se importuno di sabato e a quest’ora., cercando una risposta urgentemente in internet ho trovato per caso il Suo blog e mi complimento perchè non avevo mai letto risposte così competenti in materia.Vengo all’argomento che mi sta a cuore, da dodici  anni vive con noi un conuro del sole femmina. L’abbiamo presa all’età di 5 mesi da una persona che l’aveva allevata allo stecco fino a quel momento. La nostra pappagallina vive in un locale suo, in gabbia aperta. Quando non ci siamo le lasciamo la radio accesa perchè comunque abbia “compagnia” e , quando siamo in casa (mio marito lavora spesso da casa) trascorriamo del tempo insieme. All’imbrunire, la piccola va a dormire in una giacca appesa nella stanza e all’alba, spunta da lì sotto e vuole..la colazione. E’ molto affettuosa e simpatica con tutti noi anche se è letteralmente innamorata di mio marito..Beh, vengo al punto: questa mattina, dopo 12 anni, ha fatto…un uovo(!!) Da quel momento ha letteralmente “perso la testa”, o meglio, è molto cambiata rispetto alle sue abitudini. Come ogni mamma in cova, il suo pensiero fisso è covare e far ruotare l’uovo. Non è interessata al cibo, se ci avviciniamo non ci minaccia, è sempre molto dolce, ma è evidente che è molto preoccupata e agitata,  “presa” dalla sua attività di mamma.Si lascia accarezzare ma non distrarre e noi non sappiamo come comportarci: togliere l’uovo? Lasciarla fare? Siamo spiazzati dal fatto che tutto questo non si è mai verificato in tanti anni e preoccupati perchè recentemente una nostra canarina (ne avevamo 4) è entrata in un loop spaventosamente negativo continuando a produrre un numero esagerato di uova (le lasciava sul fondo della gabbia) fino a che, …è morta. Cosa sta succedendo? Cosa dobbiamo fare?.Grazie mille per la risposta che vorrà darci Buona domenica e ancora grazie

Paola Ruffa

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“Ciao Paola e benvenuta nel mio blog.
Inizio subito col tranquillizzarti , perche’ il comportamento della tua conurina , e’ assolutamente normale. 
E’ piuttosto frequente che i pappagalli pet, sviluppino la maturita’ sessuale piu’ tardi, rispetto ai soggetti allevati dai genitori. Il motivo e’ molto semplice: i pet, contrariamente agli altri, non sono esposti a stimoli ambientali tali da far giungere la maturita’ ormonale in tempi piu’ precoci. Rimangono per cosi’ dire, piu’ ” bambinoni”. Ti allego la foto del mio Sunny, che ha 5 anni, e ancora non ha deposto nulla;  teoricamente dovrebbe essere un maschio…ma non e’ affatto detto, e  l’ esperienza lo insegna.
Al contrario, nei soggetti con imprinting verso i loro simili, il richiamo sessuale e’ decisamente piu’ forte, e stimola nei tempi piu’ fisiologici, la maturita’ sessuale e ormonale.
Detto questo, lei avendo deposto il suo primo uovo, ne e’ incuriosita, un po’ lo cova e un po’ ci gioca…
Sarebbe anche normale un cambiamento di atteggiamento, quale la territorialita’ e quindi una lieve aggressivita’, poiche’ anche se l’ uovo ovviamente e’ infecondo, lei comunque prova l’ istinto naturale di proteggerlo.
Nel suo caso, essendo molto dolce di suo, si dimostra sempre coccolona.  Ma e’ assolutamente normale che sia ” presa da questa novita’!.
Ne deporra’ sicuramente altre, a giorni alterni o anche piu’ giorni di distacco. In genere un numero da 4 a 6. Ma alle prime deposizioni anche meno.
Consiglio di toglierlo subito, perche’ poi si metterebbe a covare e la cosa nel caso di un pet non ha nessun senso. Si stresserebbe inutilmente.
Altro consiglio: poiche’ le femmine sono potenzialmente esposte a problematiche legate alla ritenzione dell’ uovo, suggerisco, ai fini di prevenire, di somministrare del calcio nell’ acqua tutti i giorni, ma SOLO nei giorni in cui e’ in ovodeposizione. Quindi per i primi 7-10 giorni in cui deporra’.
Esiste un prodotto in farmacia di cui non posso farti il nome commerciale, ma sono delle compresse effervescenti di calcio, per uso umano.
Va messo un quarto di compressa ogni giorno nella vaschetta d’ acqua fresca, finche’ vedi che depone.
Le altre parti di compressa li conservi in un barattolino.
Quindi procederai cosi’ ogni volta che nel tempo (la frequenza di ovodeposizione e’ soggettiva), lei deporra’, dal primo fino all’ ultimo uovo.
Ciao!”  Maria
Grazie mille. Così siamo più tranquilli.
Abbiamo tolto l’uovo. Domani inizieremo con l’integratore.
Ci rimane solo questo dubbio: le deposizioni potrebbero susseguirsi a oltranza con danno conseguente per la sua salute?
Se non dovesse interrompersi c’è qualcosa che possiamo fare?
Confido che faccia delle lunghe pause.
Chiedo scusa per averLa inondata di domande, ma in dodici anni non avevamo mai avuto nessun “intoppo” e del resto è entusiasmante poter imparare da chi è esperto come Lei.
Grazie ancora!
” Ciao Paola, stai tranquilla, e’ normale sentirsi impreparati di fronte ad eventi del tutto nuovi e dopo 12 anni. Anche perche’ se non si e’ allevatori, non si ha nessuna esperienza in merito, quindi e’ normalissimo.
Il ritmo e frequenza delle deposizioni puo’ variare molto nel tempo, ma e’ un fenomeno naturale, che avviene anche per i soggetti selvatici e non si puo’, e non si deve fare nulla.
Non c’ e’ nessun scompenso per un fenomeno naturale. L’ unica cosa utile, puo’ essere la somministrazione di calcio.
Comunque posso rassicuranti su un aspetto. I pappagalli allevati a mano, depongono piu’ raramente rispetto ai soggetti selvatici, che, come ti ho detto ieri, sono meno ” stimolati” sessualmente.
Quindi non credo che ti deporra’ le uova piu’ di una volta all’ anno.
Ciao”
Maria

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inviato il 20/04/2017

Ciao Maria,
Mi chiamo Antonella e ti ho scritto qualche tempo fa per avere qualche consiglio sul mio lori arcobaleno(Gin)..
Scusami se approfitto della tua disponibilità ma i tuoi suggerimenti sono un vero toccasana per me perché oltre ad essere preparata cogli pure il lato “emotivo” delle persone che ti scrivono, ed è questo che ti rende speciale!!!
Sono passati circa sei mesi da quando Gin mi becco’  la prima volta la guancia, si ci appese pure, e da allora qualcosa é cambiato, in negativo intento.
Prima eravamo pappa e ciccia sempre assieme e non lo temevo per nulla anzi.. Ma da allora lui è più diffidente nei miei riguardi, guardingo, e adesso non becca più come avvertimento ma con forza anche da dentro la gabbia per esempio quando gli cambio l’ acqua o metto il mangiare. Io dal mio canto lo faccio uscire pochissimo oramai perché temo le sue beccate non tanto sulle mani quanto sul viso(é diventato il suo bersaglio preferito). Si è innescato un circolo vizioso che non riesco più a spezzare e mi fa stare male. Quando provo a farlo uscire e lui si lancia sulla mia spalla mi irrigidisco e lui è come se lo percepisse perché comincia a beccarmi il collo e le dita con forza, e più mi fa male più lo temo.
Ha perso i confini che avevo stabilito ed io la fiducia in lui.
Vivo col rimorso di avere rovinato tutto e più non lo faccio uscire più mi sembra di farlo diventare aggressivo.. Finirà tutto questo? Tornerà il Gin dolce di prima o continuerà a beccarmi per bene?
Sono consapevole che sta crescendo e che ciò lo porta a modificare parte del suo carattere ma in questo momento non capisco più cosa gli è permesso fare e cosa non.
Spero che le tue parole mi guidino verso la risoluzione di questo problema perché non voglio più stare male e soprattutto sentirmi la causa unica del suo e del mio malessere.
Grazie mille per la tua disponibilità.
Antonella

“Ciao Antonella.
Si, mi ricordo di te e del tuo Gin.
Ho riletto la tua mail precedente per inquadrare meglio la causa scatenante di tutto questo.
Sei una ragazza intelligente e con uno spiccato senso dell’ analisi dei fatti e dell’autocritica, e hai spiegato tu stessa cosa avviene: un circolo vizioso.
Purtroppo non e’ facile uscirne, perche’ i circoli viziosi vengono per loro caratteristica, autoalimentati a vicenda.
Ma mi sento di dirti una cosa importante: Non devi sentirti in colpa di tutto questo, perche’ le tue reazioni di paura sono umanamente comprensibili.
La beccata del lori e’ estremamente dolorosa, specialmente quando usa il suo becco con la consapevolezza che otterra’ il suo scopo, ovvero allontanare chi teme.
A tua volta tu temi lui, che ha capito benissimo che il tuo viso e’ molto sensibile, e basta che voli sul tuo collo per suscitare in te un meccanismo di difesa e paura. Mi rendo conto della tua emotiva reazione, ma hai mai provato a cercare di non farti sopraffare dalla paura prima ancora che lui ti becchi?
E’ solo un tentativo, un mio pensiero, ma piu’ tu allontani questo confronto piu’ si rinforza tra voi la diffidenza reciproca.
E allora prova a fare un tentativo.
Appena  vola sulla tua spalla, prova a mostrarti tranquilla e imperturbabile ( so che non e’ facile, ma prova), magari aspettandolo con una leccornia gradita, un oggetto che lo incuriosisca; insomma, qualsiasi cosa che lo distolga dalla tentazione di beccarti. 
Automaticamente tu ti rilassarai, e potresti invertire la rotta comportamentale che porta entrambi a diffidare l’ uno dell’ altro. E’ un tentativo che vale la pena di essere provato.
Rimane il fatto che il lorichetto arcobaleno, come tutti i lori in genere, e’ una specie che, se da una parte e’ curiosa e socievole, dall’ altra ha la tendenza a essere mordace.
Ma e’ ancora abbastanza giovane da essere suscettibile ai cambiamenti.
Ma si avvicina all’eta’ adulta, quindi i tentativi, anche se ” dolorosissimi”, vale la pena di provarli.
Ma in ogni caso, sgombra la tua mente dai sensi di colpa: le tue sono reazioni istintive, come quelle di Gin del resto.
Ma tu hai sicuramente piu’ potere di dominarti di lui.
Un abbraccio.”
Maria

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inviato il 16/03/2017

Buonasera Maria e grazie per la tua presenza preziosa anche sul web.
Perdonami in anticipo se “approfitto” della tua esperienza e disponibilità per chiederti un consiglio.
Ho un conuro della specie pyrrhura di 4 anni che è molto intelligente, ma non ama farsi accarezzare se non quando si avvicina spontaneamente ed abbassa la testolina per farsela grattare. Ho anche un borborinchus lineola di 1 anno e mezzo che, invece, adora le coccole, essere accarezzato o tenuto tra le mani, baciato, insomma è dolcissimo.
Vivono in gabbie separate, ma in realtà stanno in una stessa stanza ed entrambi hanno le rispettive gabbie sempre aperte, così quando arrivo a casa li ritrovo sempre insieme in una o nell’altra gabbia. La cosa curiosa è che quando non ci sono io, pur potendo, preferiscono stare in gabbia ed escono per giocare solo, appunto, quando rientro.
Ciò su cui vorrei un consiglio riguarda il mio desiderio di avere un pappagallo del Senegal ed a tal proposito ti vorrei fare una serie di domande.
Premetto che ho visto un piccolo di 9 mesi in un negozio. Mi sono avvicinata, mi ha ripetutamente assaggiato il dito senza stringere attraverso le sbarre della gabbia e, nel caos generale, non ha emesso alcuni fischio, se non un lieve verso che facevo fatica a sentire io stessa, pur vicina. In realtà non so se si fa accarezzare perché il negoziante non mi ha fatto provare e non mi ha garantito in tal senso ma è convinto che ha una buona base di dolcezza e con pazienza sarebbe docilissimo.
Le domande che ti voglio porre sono le seguenti:
1) un piccolo di 9 mesi con quelle premesse di assaggiare il dito senza mordere e farmi la linguaccia potrebbe essere realmente docile e farsi accarezzare?
2) un piccolo di 9 mesi allevato a mano e cresciuto in un negozio a contatto con tanta gente è più socializzato e meno soggetto a diventare possessivo con una persona?
3) un piccolo di 9 mesi potrebbe socializzare con i miei piccoli (vivendo in gabbie separate ovviamente)? Ho letto che i Senegal sono aggressivi con gli altri pappagalli ed essendo più grosso temo per i miei che hanno la routine che ti ho raccontato.
4) un piccolo appena svezzato, eventualmente, sarebbe preferibile, secondo te, visto che ho già una piccola famiglia e quindi si adatterebbe meglio?
5) nel caso tu mi consigliassi di prendere il piccolo di 9 mesi come dovrei gestirlo?
Aspetto con impazienza le risposte che spero vorrai darmi.
Titti

” CiaoTitti e benvenuta nel mio blog.2017-03-16-20-56-16-051

E’ normale che il tuo Phirrhura si comporti cosi’, perche’ si tratta di una specie con una forte personalita’, e non e’ sempre disponibile alle coccole.
Possiamo definirlo un po’ ” capriccioso”, ma si tratta di conoscere le caratteristiche caratteriali e regolarsi di conseguenza.
Il tuo parrocchetto barrato e’ un soggetto che per caratteristiche individuali, e’ gia’ piu’ docile. Concordo con il tenerli in gabbie separate. Il fatto che escano solo quando ci sei tu, significa che si sentono ben protetti nella loro gabbia, sono ben socializzati  tra loro,  e quando arrivi tu in qualche modo e’ ” festa”.
Veniamo alle domande:
Ma per molte risposte ti rimando nel dettaglio a cio’ che ho scritto a Mariangela, che mi ha posto 2 quesiti simili, e trovi le risposte subito qui sotto.
 
 
1) Si, potrebbe essere, ma hai un solo modo per scoprirlo, che e’ quello di sperimentare direttamente, chiedendo al negoziante, possibilmente in un momento opportuno in cui non c’ e’ confusione, di poterti approcciare direttamente con lui.
 
2) Non e’ detto. Per il semplice fatto che da una parte e’ si, ben abituato a vedere molte persone, ma cio’ non esclude che poi non sviluppi, com’ e’ naturale, un rapporto affettivo privilegiato con una persona.
 
3) Si e  no. Il Senegal e’ una specie tendenzialmente territoriale, ma anche il Pyrrhura lo e’, e oltretutto e’ il primogenito di casa. Ma e’ anche vero che ha dimostrato di accettare e socializzare bene con il piccolo Barrato. Quindi in teoria (ma solo in teoria), dovrebbe accettare, se con i dovuti tempi e modi, il terzo arrivato. Il Senegalus, se dimostra di essere coccolone e docile, non dovrebbe dimostrare aggressivita’, ma anche qui,  qui e’ questione di di equilibrio e prudenza. E’ ovvio che dovrebbe avere una  gabbia propria anche lui, e mai lasciarli liberi tutti insieme se non monitorati. Occorre un periodo di osservazione a distanza, e assicurarsi che non si creino degli antagonismi.
 E in particolare, osservare come si comportano Pyrrhura e Senegal, se volano sopra le rispettive gabbie.
 
4) Dipende sempre dal soggetto, anche il soggetto di 9 mesi, comunque giovanissimo, puo’ adattarsi bene. Nulla e’ scontato.
 
5) Qui, in estrema sintesi, i punti essenziali sono basati su tempo, pazienza e osservazione.
Monitoraggio in ogni caso nei primi tempi e poi ti regolerai  di conseguenza. All’ inizio tienili in contatto visivo, per poi gradatamente accorciare le distanze liberandoli, ma sempre sotto la tua vigilanza. Poi quando vedrai che non ci sono antagonismi e territorialita’, tutto verra’ da se’. Ciao”
 
Maria

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inviato il 14/02/2017

Ciao Maria,
spero che non mi consideri seccante. Ho optato per il Senegal. Ti avevo scritto dei due fratelli di 7 mesi che avevo visto in un negozio. Li ho rivisti e sono silenziosi, pur in mezzo ad un “concerto” di voci di tanti uccelli di varie specie non hanno emesso un verso, almeno per tutto il tempo in cui li ho osservati.
Ho messo il dito ed entrambi si sono avvicinati a leccarli, ogni tanto stringevano ma è bastato un no per fare allentare la presa. Purtroppo non so se si fanno accarezzare e tenere in mano.
Poi ho visto, presso un allevatore un pullo di 40 giorni e questi mi ha consigliato di prenderlo subito perché ha l’età giusta per “plasmarlo”.
Non ho mai allevato a mano un pappagallo ed ho paura di non saper gestire un piccolo così, però ho buona volontà ed ho allevato gatti trovatelli a biberon (anche se sono animali diversi).
Tu cosa mi consigli?
Il pullo perché potrei abituarlo alle mie aspettative o uno dei piccoli di 7 mesi?
Riguardo al piccolo pullo, una eventuale manovra sbagliata potrebbe indurre il piccolo ad essere diffidente con le mie mani?
Riguardo ai piccoli di 7 mesi, sono ancora in tempo per essere “plasmati” o hanno già avuto un imprinting di vita in gabbia nel negozio e potrebbero non amare le carezze per questo? Potrebbe anche essere più difficile fargli indossare la pettorina?
Insomma cosa mi consigli di scegliere?
Poi c’è differenza tra maschio e femmina?
Nel caso mi consigliassi uno dei piccoli di 7 mesi la mia scelta su chi dovrebbe ricadere?
Scusami le tante domande ma voglio un amico per la vita e ci tengo al tuo parere.
Attendo la tua risposta.
Grazie
Mariangela

“Ciao Mariangela. Vengo subito al sodo. Ti sconsiglio a prescindere da tutto il resto il pullo di 40 GG.  Non hai nessuna esperienza in fatto di allevamento a mano, e come ho detto molte altre volte, non ci si improvvisa in questa materia. Allevare a mano e poi svezzare correttamente nei modi e tempi giusti, un pappagallo, non e’ affatto come alimentare dei gattini. Perche’ per quanto tu abbia buona volonta’, (e vedo che ne hai molta, e per questo mi complimento con te), ti manca l’ esperienza e “l’ occhio clinico” per saper individuare l’ eventuale insorgere di problemi e quindi saperli gestire. Personalmente disapprovo la facilita’ con cui molti colleghi cedono con superficialita’ dei pulli, a persone senza nessuna esperienza in materia, ma questa e’ un’ altra questione.
Per quanto riguarda i fratellini di 7 mesi, sono giovanissimi, e non esiste nessuna preclusione al legarsi a te, ed acquisire determinate abitudini attuate da te, pettorina compresa. Il sesso maschile o femminile e’ ininfluente in tal senso. Per quanto riguarda la scelta tra i due, devi solo avere la possibilita’ di approcciarti a loro in modo diretto. Sono sensazioni molto soggettive e non esiste una regola. Chiedi al negoziante di poterli avvicinare lasciandoli liberi; se ti vede interessata, non dovrebbe avere problemi a farlo. Solo cosi’ puoi confrontarti con loro, e poi lasciati guidate un po’ dall’ istinto.
Ciao”
Maria

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.inviato il 01/02/2017

Buon giorno Maria, mi è dispiaciuto moltissimo che il gran gala sia stato annullato. Era una manifestazione che aspettavo da molto anche perche’ e’ organizzata benissimo e ci sono un sacco di amici “pappagalli” allevati e trattati con cura e amore. Spero che tale manifestazione possa essere fatta nei prossimi mesi. A proposito ti chiedo qualche info su questa influenza aviaria e se può essere pericolosa per noi e per i nostri amici alati.

Ps. Allego foto di gregus 20150928_073952

“Ciao Nicola, purtroppo non abbiamo ancora notizie certe sul blocco restrittivo imposto dalle autorita’ competenti, e spero anch’ io che la situazione si possa sbloccare quanto prima.
Il virus in questione, che ha colpito la zona di Mira e’ un H5N8, considerato ad alta patogenicita’ per le specie aviarie colpite. Va detto anche, che la stessa ASL ha specificato che non si tratta di un virus pericoloso per l’ uomo.
E purtroppo non viene mai fatta abbastanza chiarezza in merito a questi virus.
Si tratta di virus influenzali che colpiscono le specie aviarie  (non tutte allo stesso modo), e vengono classificati come LPAI (a bassa patogenicita, passando quasi per asintomatici con sintomi lievissimi) e HPAI (ad alta patogenicita’, con sintomi importanti a carico sell’ apparato respiratorio e alto tasso di mortalita’). Come tutti i virus influenzali, hanno la caratteristica di mutare nel tempo.
E’ importante fare chiarezza su un’ aspetto: le specie aviarie in cui questi virus, nel tipo e sottotipo, attecchiscono facilmente, sono polli, tacchini, quaglie, anatre, oche ecc; e soprattutto quelli che sono i veri veicolatori del virus: specie acquatiche e uccelli migratori.
Questi virus non prediligono quindi gli psittacidi, sebbene il contagio, se le condizioni ci sono,( vita in promiscuita’ con soggetti a rischio o comunque stretto contatto con soggetti malati) e’ teoricamente possibile.
La ASL ha comunque diffuso in una nota che sono state prese tutte le misure cautelative, al fine di spegnere quanto prima i focolai registrati. Ah, complimenti per Gregus.
Ciao”

Maria

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inviato il 29/01/2017

Ciao Maria ti ringrazio per la risposta che mi hai dato alla mia precedente mail e ti informo che sto seriamente pensando di prendere il Senegal che ho pure visto. Per la verità ho conosciuto 2 fratelli di 7 mesi allevati a mano e quando mi sono avvicinata alla gabbia entrambi si sono a loro volta avvicinati per assaggiarmi le dita.
Entrambi avevano la saliva e ciò mi è sembrato strano perché sapevo che i pappagalli non hanno saliva. Entrambi sembravano dolci ma uno si è mostrato più coraggioso, tanto che è rimasto vicino a me ad aprire i becco e ad uscire la lingua per continuare ad assaggiare le dita (ogni tanto stringeva ma niente di doloroso, gli ho comunque detto no ed ha smesso di stringere), l’altro invece, dopo avere assaggiato il dito, si è arrampicato al tettuccio della gabbia e si è dondolato a testa in giù con una zampa.
Non so se si facevano accarezzare e l’allevatore non me lo ha confermato in quanto ha detto che dovrei starci dietro per avere la loro docilità ma avrei risultati perché sono buoni, tuttavia, mi ha consigliato di aspettare l’arrivo dei pionus che in quanto a dolcezza sono imbattibili.
Premesso ciò ti chiedo se è vero che i Pionus sono di gran lunga più dolci e coccoloni e dovrei aspettare.
Nel caso decidessi di prendere uno dei 2 Senegal, secondo te il fatto che abbia 7 mesi, trascorsi in un negozio (il venditore li alleva) con il contatto visivo e non con tante persone, è migliorativo per avere un pappagallo più socializzato e non troppo attaccato ad una persona?
Inoltre all’età di 7 mesi si può ancora abituare alla pettorina?
Tra i 2 secondo te chi dovrei scegliere: il coraggioso o l’acrobata?
La saliva è normale?
Scusami tutte queste domande ma io appartengo a quella categoria di persone che pensa che l’animale si adotta per la vita e ci tengo ad una scelta consapevole.
Aspetto con ansia le tue risposte ed i tuoi consigli.
Cari saluti
Mariangela

” Ciao Mariangela, arrivo subito al sodo. Il metodo ideale per scegliere il proprio pappagallo, specialmente tra fratelli o comunque piu’ soggetti insieme, e’ quello di valutarlo con il confronto diretto.  In genere, ma non in termini assoluti, il soggetto che si avvicina a noi senza eccessivi timori (fatto salvo che il nostro approccio nei loro confronti sia rispettoso, dolce e non invasivo), e’ quello con una maggiore propensione e curiosita’ verso la figura umana che l’ ambiente esterno. La scelta rimane comunque un fatto istintivo e personale.
A soli 7 mesi il soggetto e’ giovane e il fatto di avere avuto un contatto visivo con molte persone dovrebbe di per se renderlo meno diffidente. Ma questo lo puoi verificare solamente potendo avere l’ esemplare libero e con la possibilita’ di accarezzando, per verificare la sua docilita’. Tieni comunque presente che non ti conosce, E quindi una certa diffidenza e’ fisiologica. Come sempre il resto lo fa il tempo è la pazienza. La pettorina puoi provare  a mettergliela, ma fai tutto gradatamente. Personalmente tra le due specie preferisco nettamente il Senegalus, senza nulla togliere al Pionus. La maggiore o minore docilita’ rimane sempre un fatto legato al singolo soggetto. Entrambe le specie se ben allevate, sono docili. Ma per un insieme di aspetti legati a potenzialita’ cognitive e mitiche, ‘ io trovo piu’ interessanti i Senegalus, ma ripeto, e’ un mio parere personale. Quanto alla saliva, posso dirti che una certa umidita’ all’ interno del cavo orale e’ normale.
Ciao”

Maria

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inviato il 29/01/2017

Salve, sono Rosalba Costa, una docente della scuola secondaria di primo grado. I miei alunni stanno sviluppando un progetto scientifico che ha per tema la pet therapy con i pappagalli. A tal proposito avrei bisogno di informazioni più dettagliate riguardo questa pratica. Potreste fornirmi una relazione più dettagliata dei benefici ottenuti?

Grazie

Impiego dei pappagalli nella Pet Therapy

 

By Maria Tommasi

 

Da sempre sono noti i benefici apportati nella relazione tra l’uomo e l’ animale, in termini relazionali e affettivi, e in molti casi persino terapeutici laddove esistano alcune problematiche sia di ordine esistenziale che sanitario.

Certamente questo avviene con il presupposto fondamentale che la scelta di adottare un animale sia valutata con consapevolezza e responsabilita’, al fine di instaurare con lui un rapporto basato sulla conoscenza e il rispetto, oltre che per scongiurare una problematica diffusa, l’antropomorfizzazione, ossia il proiettare sull’animale valenze affettive, aspettative o risposte comportamentali tipicamente umane.

Da questi benefici osservati  nella convivenza con l’uomo, si è visto l’enorme potenziale terapeutico nell’utilizzo di animali nella cosiddetta “Pet Therapy”.

Nello specifico, approfondirò a grandi linee (l’argomento è molto ricco e complesso), l’utilizzo di questa particolare specie aviaria: i pappagalli.

A differenza di altri animali, i pappagalli per le loro doti mimiche e la loro suscettibilità all’ apprendimento della parola umana, non sono animali verso i quali ci si limita alla semplice osservazione passiva, come ho detto in più occasioni. E questo li rende assolutamente unici rispetto ad altri animali per così dire, più scontati e convenzionali. Inoltre la loro taglia ridotta li rende più maneggevoli e gestibili in vari luoghi e ambiti, come coterapeuti.

Tuttavia, occorre partire da una premessa; i pappagalli sono animali monogami, ovvero sviluppano legami affettivi molto profondi tra loro in natura, e con l’uomo nel caso dei soggetti pet. Quindi hanno loro per primi bisogno di una certa continuità nella relazione con l’uomo, e questo per quanto concerne l’utilizzo in Pet Therapy, non rende tutte le specie adatte a questo scopo.

E’ necessario stabilire preventivamente degli aspetti fondamentali:

  • Individuare la specie adatta, per lo scopo e la tipologia di persona alla quale è affidato come coterapeuta (bambini, anziani, disabili).
  • All’ interno della stessa specie, individuare un soggetto che per caratteristiche caratteriali individuali di docilità, maneggevolezza e adattabilità a varie situazioni e circostanze, oltre che alla fondamentale propensione a essere manipolato da più persone, sia confacente ai risultati che ci si prefigge di ottenere. (cosa non sempre gradita ai pappagalli, che come abbiamo detto sono animali monogami). A questo scopo è sempre preferibile utilizzare dei soggetti molto giovani, l’ideale è appena concluso lo svezzamento.
  • Affiancare quindi in modo compatibile e armonico da entrambe le parti, coterapeuta e “paziente”, al fine di ottenere un costruttivo progetto terapeutico, ed ottenerne tutti gli straordinari benefici.

La Pet Therapy con i pappagalli trova vari ambiti di applicazione e di successi relazionali e terapeutici.

Ricordo come ho detto all’inizio, che si tratta di animali che per le loro caratteristiche mimiche, e di forte empatia con l’uomo, implicano a tutti gli effetti un coinvolgimento affettivo e relazionale. La loro caratteristica fondamentale è quella di apprendere il linguaggio umano, e su questo è basato l’ INPUT che viene trasmesso ad esempio, ai bambini con difficoltà comunicative e del linguaggio, bambini autistici, bambini ma anche adulti, con difficoltà di apprendimento, e socializzazione.

I bambini traggono tutti stimoli positivi , sviluppando una migliore autostima , stimolando la socializzazione e migliorando quindi il loro sviluppo psico affettivo. Non solo, ma la loro interazione passa anche all’accettazione del principio del “diverso da me”, quindi si impara a conoscere e rispettare un animale con una precisa e spiccata personalità, che non “obbedisce” come ad esempio il cane, perchè a differenza di quest’ultimo,  nella  memoria antica del pappagallo , non esiste il concetto di obbedienza, avendo in natura un regime sociale paritario, e non tra “dominante e sottoposto”. Pertanto i bambini con una tendenza all’ iperattivismo o tendenze sociali prevaricanti o comunque poco inclini all’ascolto e all’attenzione, ne traggono beneficio sviluppando un principio fondamentale per tutti i rapporti interpersonali tra conspecifici umani e non : L’EMPATIA.

Anche i bambini audiolesi traggono benefici da questi animali, in quanto la comunicazione viene stimolata attraverso quella del “linguaggio del corpo” e non quella prettamente verbale.

Altro campo di applicazione con significativo successo è nell’ambito della disabilità; come ho già  detto, la loro ridotta dimensione ne facilità la gestibilità anche da un punto di vista tecnico, e quindi sono facilmente trasportabili sia nelle scuole, negli ospedali, nelle case di riposo e nelle comunità.

La loro maneggevolezza li trova quindi coterapeuti ideali in tutte quelle persone con un handicap fisico temporaneo o permanente, poiché implica anche un allenamento al movimento delicato e fine e al controllo del proprio corpo.

E naturalmente l’enorme beneficio tratto dalla Pet Therapy con il pappagallo, è tratto dalle persone anziane, sia con sindromi depressive legate all’età e alla solitudine, che da deficit cognitivi e degenerativi, oltre che deficit della vista, dell’ udito e del movimento.

Oltre a tutti i benefici sopraelencati, l’ anziano ottiene immediatamente una risposta positiva del tono dell’ umore, viene stimolato al gioco, e a tutte le attività ludiche e di socializzazione. Non dimentichiamo che l’anziano ha la tendenza a chiudersi in se stesso a causa del suo stato psicologico, e i pappagalli, con il loro carattere allegro e socievole, oltre alle loro strabilianti doti comunicative, sono la migliore psicoterapia per l’anziano con tendenze all’ introversione e isolamento sociale.

L’ anziano si abitua a parlare con il pappagallo, essendone stimolato dalle “risposte”, e quindi si abitua ad esternare le proprie emozioni; ne consegue che viene portato all’interno del suo vissuto un input positivo, che contrasta il decadimento del tono dell’umore, e prendersi cura dell’animale alato, sia nel nutrimento materiale che affettivo, ne contrasta anche il decadimento cognitivo.

Sono innumerevoli i benefici tratti dall’impiego di questi animali, nell’ambito di affiancare questi simpaticissimi coterapeuti alati, agli operatori del settore al fine di aiutare varie tipologie di persone fragili.

Concludo con una schematica panoramica sulle specie più indicate da impiegare in questo settore.

La specie in assoluto più indicata, sia per le sue caratteristiche caratteriali di estrema docilità e predisposizione ad essere manipolata da più persone, sia per l’estrema dolcezza e affettuosità, che per una non tendenza alla mordacità, è la Calopsitte (Nimphicus Hollandicus). Inoltre il maschio di questa specie, possiede quello straordinario valore aggiunto in più, di apprendere (con consapevolezza),  e ripetere un discreto numero di parole e frasi, e fischiettare motivetti e canzoncine. Queste caratteristiche rendono la Calopsitte il pappagallo ideale in assoluto, per tutte le tipologie di persone sopra indicate.

Altre specie di taglia leggermente maggiore, come ad esempio i conuri del genere Aratinga o Parrocchetti monaco, possono essere adatti, ma essendo specie già più impegnative dal punto di vista della rumorosità, occorre una più attenta valutazione della persona che dovrà essere affiancata all’animale nel percorso di cura. Con specie di taglia maggiore, come ad esempio le Amazzoni, occorre anche qui valutare bene in quanto si tratta di specie dal carattere dominante e quindi più difficili nell’interazione, in quanto si tratta di specie che tendono a sviluppare un legame con una persona in particolare. Occorre valutare bene il singolo soggetto, preferibilmente giovanissimo, e il destinatario.

Per quanto riguarda il cenerino, concentrato assoluto di capacità cognitive, doti mimiche e intellettive, sovrapponibili in tutto e per tutto all’intelligenza di un bambini di 5 anni, con l’emotività pero’ di un bambino di 2, è una specie che personalmente sconsiglio, non perché non sia dotata dei requisiti, ma per il semplice fatto che la sua notevole complessità psicologica, ne fa un pappagallo estremamente delicato e complesso. E’ un pappagallo tendenzialmente timido e insicuro, e possiede lui per primo delle attenzioni particolari e costanti, oltre che continuative nel tempo. La sua straordinaria intelligenza ed emotività, lo porta ad un’estrema fragilità psicologica, con il conseguente sviluppo di disturbi del comportamento che sfociano nell’autolesività, se mal gestito o comunque trascurato. Quindi a mio avviso, non è la specie più indicata laddove non può esistere un rapporto continuativo nel tempo, e con una persona in particolare, che lui inevitabilmente tenderà a preferire.

Questo in conclusione, è una panoramica generale sull’impiego dei pappagalli in questa particolare terapia, la Pet Therapy, una nuova visione degli aspetti terapeutici del rapporto tra uomo e animale.

Maria Tommasi

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inviato il 16/01/20\17

Ciao Maria,
mi chiamo Mariangela; da quando ero bambina desidero convivere con un pappagallo da accudire e da tenere come amico, esattamente come si fa con un cane o un gatto; ho letto e sto leggendo molto, ma spesso ciò che leggo consiste in opinioni che, a volte, si contraddicono. Casualmente mi sono imbattuta nel tuo sito e, quindi, ritengo che sei la persona realmente competente ed autorevole che possa darmi il consiglio giusto.
Io desidero un pappagallo tranquillo, docile, affettuoso, che si faccia coccolare, che non abbia tendenze aggressive, che non sia eccessivamente rumoroso, vivace e distruttivo. Ti preciso che richiedo queste caratteristiche perché vorrei portare il mio amico spesso a spasso con me, abitandolo alla pettorina, e, spesso, anche nel mio ufficio di cui sono titolare. Spero di non essere stata troppo pretenziosa, so benissimo che i pappagalli sono pagliaccetti, ma voglio una Amicizia felice per la vita. Dalle varie schede sulle specie di pappagalli ho letto che i pappagalli che hanno caratteristiche compatibili con le mie richieste sono il Pappagallo del Senegal ed i Pionus, tra cui i miei preferiti sono il Pionus Senilis ed il Testa Blu.
Premesso ciò ti vorrei chiedere se, davvero, le specie che ti ho elencato possano essere compatibili con le caratteristiche che ho elencato, se queste specie hanno anche capacità di parola, se ci sono altre specie che possano essere compatibili con me e se, tra i tre esemplari che ho elencato, una è da preferire.
Aspetto con impazienza la tua risposta e ti ringrazio in anticipo per il tempo che mi dedicherai.
Mariangela

2017-01-15-23-47-30-580

Ciao Mariangela e benvenuta nel mio Blog.  Fai molto bene a documentarti prima sulle varie caratteristiche delle specie, poiche’ spesso le persone purtroppo, nelle scelte si lasciano condizionare dai soli canoni estetici, e da parte di chi li cede, trovano persone poco attente ad accertarsi che i potenziali proprietari siano veramente consapevoli se quella specie sara’ effettivamente compatibile con le loro caratteristiche prioritarie. I pappagalli non sono oggetti, ma compagni per la vita. Detto cio’, parto dalle 3 specie interessate. Tra queste, che riassume tutto cio’ che tu cerchi e’ il pappagallo del Senegal. E’ giocherellone, intelligente, poco rumoroso rispetto ad altre specie, ed e’ molto dotato nell’ apprendimento della parola umana e molti suoni. Un po’ timido all’ inizio finche’ non prende confidenza con l’ ambiente. Tieni presente che a volte puo’ stringere un po’ con il suo potente becco, ma quasi sempre e’ per pura curiosita’ verso la sperimentazione in generale.   I Pionus sono tranquilli in effetti come temperamento, e abbastanza silenziosi,  ma meno dotati nella mimica rispetto al Senegalus. Altra specie che ti segnalo con caratteristiche simili al Senegalus, e’ il Caicco, di cui ti allego una foto (Caicco testa nera).Poco rumoroso, affettuoso, molto vivace e giocherellone. E’ pero’ piu’ dotato verso l’ apprendimento di suoni e rumori che la parola umana..Altra specie che in assoluto racchiude tutte le caratteristiche di docilita’ e tranquillita’ di carattere, oltre che una semplicita’ di gestione e affettuosita’ e’ la calopsite.  Scegli un maschio nel caso di questa specie, se come ” valore aggiunto” a tutto cio’ vuoi anche un soggetto con una buona capacita’ di apprendere il linguaggio e capace di fischiettare molte canzoncine. Spero di essere riuscita a darti un quadro chiaro delle specie piu’ adatte alle tue esigenze. Ciao😊”
Maria
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inviato il 09/0172017
Salve, mi chiamo Francesco, ho 20 anni, e sono in possesso di Sunny, un bellissimo conuro del sole allevato a mano,IMG_1940 adesso Sunny ha circa 8 mesi, vive in una gabbia in casa di ben 101×60 h120 e siccome per via delle dimensioni della gabbia, oltre ad essere enorme solo per lui, la tengo in camerino, tutta la mattina la passa con me e pomeriggio e sera con i miei poiché io sono a lavoro, solo che preferirei lasciarlo anche un po’ spesso in gabbia e mia madre mi ha consigliato di rivendere la sua e di comprarne una più piccola da tenere con noi in sala pranzo ma purché sia con noi, e quindi sto per acquistare domani una piccola voliera di 60×60 h150, detto ciò…la mia idea era quella di prendere un secondo pappagallo verso aprile/giugno da mettere nella stessa gabbia, ho pensato ad un amazzone fronte blu/rossa o gialla..la mia domanda é, dato che Sunny ad aprile avrà ormai un anno, e l’amazzone sarà cucciola di circa 2/3 mesi, potrò inserirla nella gabbia? O devo abbandonare l’idea di un amazzone e un altro conuro? Ho letto anche che potrebbe andare bene anche un parrocchetto dal collare, é vero? Perché se é così lo compro domani, che nel negozio della gabbia nuova ne hanno uno da solo da quasi 2 mesi e mi fa molta tenerezza… Grazie anticipatamente
“Ciao Francesco. Una gabbia 60x60x150 h , potra’ andare bene per il conuro del sole da solo, ma escludo categoricamente che questo spazio possa includere insieme anche un pappagallo di taglia medio/grande come un’ amazzone, f. blu, gialla o rossa che sia. E tra l’ altro se avra’ appena 2 o 3 mesi, non e’ ancora completamente svezzata , e se di mesi ne avra’ addirittura 2, te lo sconsiglio vivamente, dato che non ci si improvvisa in questa materia. E diffida di chi te la cede. Il problema non e’ tanto la compatibilita’ tra loro,  poiche’ quella non la puoi conoscere ora. Ma in questo caso si tratta prima di tutto di spazi adeguati ed eta’ opportuna.
Per quanto riguarda il parrocchetto dal collare, ha un carattere piuttosto schivo e diffidente, con una marcata tendenza a rinselvatichirsi se non gli si dedicano attenzioni costanti; anche se mi sembra di capire che si tratta di un soggetto giovane, e anche il tuo conuro lo e. Ma rimane comunque una scelta di accostamento che personalmene non farei.
In ogni caso, riifletti bene sulle caratteristiche psicologiche e necessita’ di ogni specie prima di cimentarti in un nuovo acquisto, poiche’ comporta sempre un impegno. Ciao”
Maria
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inviato il 01/01/2017
Salve, ho un parrocchetto dal collare, è di colore giallo e ha circa 8 mesi, quindi non so se sia maschio o femmina.Vive in un balcone piuttosto ampio: 6,5 metri di larghezza per 3 di altezza e 2 di profondità, con una ampia vetrata e ricambio di aria, poi ha una gabbia molto grande in cui dorme e prende il cibo che poi si mangia dove gli pare più comodo.

Ultimamente si infila in una scatola che io gli ho messo in un angolo e comincia a raspare con le zampe e non capisco perchè. Le prime vole che ho posizionato questa scatole addirittura mi attaccava per difenderla, ora non lo fa più ma come mi avvicino vola subito a vedere cosa faccio.

Qualche idea o suggerimento?

Per il resto è molto vivace, vola in balcone, in casa e quando posso usciamo per alcuni minuti.

Fa le fusa! gli strofino il naso dal ventre a sotto il becco e lui si inarca con la schiena apre le ali a metà ed emette dei suoni come le fusa di un gatto.

Grazie

” Ciao, i Parrocchetti dal collare sono dei veri scavatori.
E’ una loro caratteristica sin da quando sono pulli: sia nel nido se allevati dai genitori, che nel contenitore o scatola se allevati a mano, infilano la testa nell’ angolo e scavano e raspano!
E’ un comportamento innato assolutamente normale. Pensa che a volte in cattivita’, se alloggiati in voliere con fondo naturale, sono in grado di scavare dei tunnel e finire nelle voliere attigue. Ciao”
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inviato il 20/12/2016
Buongiorno Maria,ho recuperato dalla strada questa Calo,a fine settembre
,e ho cercato di documentarmi per tenerla al meglio,alimentandola con
frutta,verdura,bacche,semi.Fino a tre giorni fa tutto ok,sembrava aver
finito la muta,rispondeva agli stimoli,mi riconosceva e fischiettava il
motivetto che le avevo insegnato.Poi ha smesso improvvisamente di fare
ogni cosa che aveva imparato,non parla più ed emette solo il suo verso
tipico,rare volte ripete il suo nome,ma quasi mi ignora.Continua a
mangiare,ed è relativamente attivo(credo sia un maschio) .Premetto che
non ho cambiato nulla,nè ambiente,nè alimenti,nè introdotto elementi di
disturbo.Nella gabbia ha a disposiuzione alcuni passatempo..Mi riesce a
dare qualche consiglio.Grazie infinite.IMG_20161104_111913579
Allego foto inizio Novembre ,ora il becco è a posto,e la gabbia in cui
l’ho spostato(da più di un mese) è molto grande
Daniela
” Ciao Daniela. I pappagalli non si comportano sempre nella medesima maniera prevedibile e, nell’ ambito di un soggetto in buona salute, ci possono essere oscillazioni nel comportamento.
Se noti che parla e fischietta un po’ di meno in questi ultimi 3 giorni, non mi sembra il caso di allarmarsi ! L’ importante e’ che lo vedi normalmente reattivo, che si alimenta, e che non dia segni di effettivo malessere, come inappetenza, torpore generale, stazionamento persistente sul fondo gabbia e piumaggio arruffato.
Se tutto questo e’ a posto , non preoccuparti se da soli 3 giorni e’ meno loquace. Ciao”
Maria
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inviato il 13/12/2016
Buona sera le scrivo in merito ad un lori arcobaleno femmina di 4 mesi allevata a mano presa da pochi giorni. Chiedo a lei perché  leggendo in internet noto abbia una certa cultura sui pappagalli.
Mi avevano detto avessero un carattere molto attivo giocherellone  ecc invece lei dorme e basta tutto il giorno è molto tranquilla e non emette  quasi mai suoni. Non penso sia perché  la casa è nuova ecc perchè  anche quando era con la vecchia padrona era uguale. Spero sia perchè ha solo 4 mesi. In fine volevo sapere se anche le femmine di lori parlano? Alcuni mi dicono di si altri dicono di no. Grazie infinite. Buona giornata
Timeea
“Ciao, in effetti mi sorprende una totale inattivita’ di un Lori arcobaleno, specie che ti confermo essere in genere molto attiva, vivace e giocherellona. Esistono naturalmente delle variabili individuali, e certamente la giovanissima eta’ puo’ anche comprendere un temperento iniziale piu’ tranquillo. Ma se tu mi riferisci testualmente che ” dorme e basta tutto il giorno” e se devo prenderti alla lettera, proprio normale non e’.
La cosa da valutare e’ se sul piano generale da segni di malessere; i segnali da non sottovalutare sono: torpore generale, stazionamento protratto e costante sul fondo gabbia, arruffamento delle penne, sguardo sofferente, inappetenza. Insomma, un esemplare malato da visibilmente segni di sofferenza. Tu hai il soggetto sotto gli occhi, e puoi valutare il confine tra il  torpore, e temperamento tranquillo, ma normale. E per normale intendo che alterni i momenti di sonno a momenti in cui si alimenta correttamente e manifesti    normale reattivita’ agli stimoli e un minimo di attivita’. Se hai dei dubbi ti suggerisco di farla valutare da un veterinario aviare.
Per quanto riguarda l’ apprendimento del linguaggio, maschi e femmine apprendono con le stesse potenzialita’.
Ciao”
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inviato il 12/12/2016
Salve Maria, il 6 dicembre di questo anno ho acquistato in un ne negozio di animali un inseparabile blu, allevato a mano. Mi sono già tanto affezionata a lui e credo anche lui a me, solo che da ieri mi sto facendo alcune domande, e sto rifletto sul fatto di tenere o no il piccolo di 4 mesi. Io lo tengo libero in casa , tranne la notte. Il problema è che ho letto su internet che i pappagalli possono trasmettere malattie all’uomo, e addirittura che in stato di gravidanza si posso andare incontro ad aborto o nascita prematura. Questa cosa mi preoccupa e mi turba . Anche se l’idea che il mio blue non si più mio non mi distrugge. Ma nello stesso tempo mi spaventa questa storia della trasmissione della malattia. Potrebbe darmi delle dritte sull’argomento ? Grazie mille. E complimenti per il blog 
IMG_7609 .

“Ciao. Sono ben poche le malattie che i pappagalli possono trasmettere all’ uomo. La piu’ nota e’ la Psittacosi; E’ causata da un batterio parassita endocellulare, La Chlamydia Psittaci, che infetta non solo i pappagalli ma anche altre specie di uccelli selvatici, in particolare tortore, merli, piccioni e animali da cortile. Puo’ infettare anche mammiferi, incluso l’ uomo. L’ infezione si contrae inalando particelle di feci secche o tramite contatto diretto con l’ animale, in particolare con le sue secrezioni nasali e oculari. L’ infezione viene trasmessa sia in modo verticale (genitore- uovo), che orizzontale (da un soggetto all’ altro). Esistono anche i portatori sani, ovvero soggetti che sono entrati in contatto col batterio, ma hanno sviluppato gli anticorpi necessari affinche’ la malattia non si sviluppi. Tuttavia possono diffonderlo nell’ ambiente.
Ma va detto che si tratta di una malattia riscontrabile solo in determinate condizioni di detenzione dei soggetti, quali sovraffollamento, scarsa igiene e promiscuita’ tra soggetti di provenienze diverse e dubbie….
Quindi escludo che il tuo inseparabile possa essere portatore della zoonosi in questione. Per quanto riguarda i sintomi, sono sfumati e aspecifici, ovvero non esiste un sintomo tipico della Psittacosi, che non sia riscontrabile anche in altre malattie. Tra questi ci puo’ essere intorpidimento generale, secrezioni oculari e scolo dalle narici, difficolta’ respiratorie e colorazione giallo verdognolo delle feci. Ma ripeto, questi sono sintomi aspecifici.
Si tratta in ogni caso, di una malattia curabile sia nei pappagalli che nell’ uomo , verso il quale si manifesta con tosse secca, e febbre (riconducibili a polmonite da Chlamydia). Il trattamento e’ a base di antibiotici mirati, quali le tetracicline. Ma a parte tutto questo, ho una considerazione personale: l’ hai portato a casa da soli 6 giorni….e solo ora ti poni tutti questi dubbi? I pappagalli, come tutti gli animali, non sono oggetti di cui ci si disfa alla minima difficolta’ o addirittura perplessita’. E sono passati solo sei giorni….
L’ acquisto di un pappagallo va ponderato molto bene prima, perche’ ci si assume un impegno e una  responsabilita’ precisa.
Detto questo, pensa a goderti serena il tuo inseparabile, che ora ha bisogno di te. Ciao”

Maria

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inviato il 09/12/2016
Buonasera,
Invio la presente per chiedere gentilmente consigli e aiuto nella gestione del pappagallino in foto.Innanzitutto volevo chiedere secondo lei quanto ha..e se è vero come ha detto il negoziante che ha 2 mesi e mezzo circa.Si tratta di un maschietto?io e mia moglie gli stiamo dando tre imbeccate al giorno di nutribirds….posso somminastrargli frutta e verdura già da ora?e se si intera o sminuzzata?altra cosa molto importante come posso gestire i suoi improvvisi voli?spesso mentre lo teniamo in.mano io mia moglie o la mia bambina(il pappagallino è con noi da soli tre giorni)lui spicca il volo spesso alternandosi sul.muro e cadendo sui mobili con la paura da parte nostra che si posso fare del male?aiutatemi vi prego siamo già stregati di “kiwi” e non  vorremmo compiere errori che lo facciano soffrire!!!!!il  bagnetto lo può già fare????

Manuel

dav

dav

“Ciao Manuel. Si tratta di un kakariki, confermo l’ eta’ approssimativa, osservando la lunghezza della coda, che si allunghera’ ancora di 2/3  cm. I due sessi sono quasi identici, e oltretutto e’ ancora piccolino. Gli adulti maschi sono leggermente piu’ grandicelli delle femmine, ma occorre un buon occhio.
Certo che puoi somministrare frutta e verdura a pezzetti, anzi te lo raccomando vivamente, per iniziare a fargli sperimentare cibi solidi.
Per quanto riguarda gli improvvisi voli, si tratta di una specie che non ama stare fermo nelle mani, e’ molto irrequieto, anche dentro la gabbia, e non ama molto il contatto fisico. Piu’ passera’ il tempo piu’ ti renderai conto della sua irrequietezza, che e’ nella sua natura. Per questo ti consiglio in questa fase, di tenerlo piu’ possibile a contatto con voi, ma senza eccessive forzature.
Il bagnetto glielo puoi fare tranquillamente, oltretutto e’ una specie che ama molto l’ acqua.
E’ inevitabile che finche’ non prendera’  confidenza con le misure e gli spazi della tua casa, qualche volta planera’ sui muri e mobili…ma e’ difficile che si possa far male in modo serio. Cerca magari di farlo volare in una stanza piu’ sicura per lui, ampia e con pochi oggetti. Ciao”

Maria

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inviato il 06/1272016
Salve mi chiamo Massimo ho visto il suo blog e mi è piaciuto molto, io ho alcune domande e le sarei grato se potesse aiutarmi, io 4 anni fa ho acquistato un Ara ararauna da un allevamento l’ho tenuta in casa per due anni poi mi si è presentata l’occasione di prendere un altro esemplare ma maschio di circa 10 anni anche lui vissuto a casa del proprietario ma non proprio tenuto come si deve , ho costruito una bella e grande voliera di 5 metri x 2 x 2,5 di altezza loro convivono bene ma non si avvicinano l’uno all’altro e se lo fanno e io mi avvicino si beccano…… ora è già 1 anno che convivono il mio sogno è quello di farli accoppiare secondo voi è possibile? Basta fargli il nido o devo fare qualcos’altro?

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” Ciao Massimo e benvenuto.
La maturita’ sessuale delle Ara ararauna e’ intorno ai 6 anni, ma la maturita’ genitoriale puo’ richiedere anche qualche anno in piu’, poiche’ dipende da vari fattori come la compatibilita’ dell’ eta’ dei due componenti della coppia, il loro percorso psicologico ( allevamento a mano, socializzazione prevalente verso l’ uomo o verso i propri simili e comunque la maturita’ dei singoli soggetti).
Detto questo, devi sapere che la riproduzione delle ara allevate a mano e’ alquanto difficile rispetto ai soggetti selvatici. Questo perche’ si tratta di una specie fortemente monogama e si lega al proprietario in modo spesso morboso. Ma molto dipende da quanta possibilita’ hanno avuto di socializzare tra i propri simili. Dipende anche se uno o entrambi e’ stato imprintantato verso l’ uomo.
Se il primo soggetto ha meno di 5 anni e’ in ogni caso ancora immaturo sessualmente.
Il tentativo comunque e’ possibile, e la presenza di un nido e’ in genere uno ” stimolante” ai fini della riproduzione, oltre a un’ alimentazione piu’ varia e abbondante nel periodo riproduttivo, in particolare di alimenti contenenti la vit. E.  Sono molto ricchi di questa vitamina i semi germogliati. Questo serve a ” ricordare nella memoria antica del pappagallo, che la primavera coincide , come avviene in natura, con una maggiore disposizione di cibo. Momento ideale per riprodursi.
Ma tieni sempre presente che al di la’ dei tecnicismi, e” fondamentale un buon affiatamento di coppia.

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inviato il 25/11/2016
Buonasera, mi chiamo Alberto e ho trovato il Suo blog e la mail su internet.

Le scrivo perchè da un po’ di tempo avrei in mente di prendere un pappagallo, scelta non molto facile. Non sono il tipo che appena vede un animale lo vuole con sè per poi sbarazzarsene il giorno dopo. Sono andato alla ricerca di informazioni, cercando di studiare ed apprendere quanto necessario su questi uccelli. Nonostante ciò, sono ancora indeciso su quale prendere, sulla voliera, sulla collocazione in casa ecc. Dalle mie ricerche (e avendo un amico biologo che mi dà qualche consiglio, pur non essendo esperto in questa precisa disciplina) sono arrivato alla conclusione che l’ideale per me sia una Calopsite. Sono animali molto intelligenti e che si adattano abbastanza bene, inoltre è relativamente facile allevarle anche per un inesperto come me. Il problema, anche se non pare grave, è che l’aspetto fisico della Calopsite non mi piace molto! Quindi cercavo un pappagallo con caratteristiche psicologiche più o meno simili, ma con un aspetto diverso.

Un altro “candidato” sarebbe l’Alessandrino, molto bello e sveglio, per quel che ho letto. il suo problema però è la coda molto lunga, quindi ne deuco che serva una gabbia molto spaziosa, ma non ho idea quanto.

Per ultimo, ma non ultimo, pensavo al Poicephalus, anche quello molto interessante.

Detto ciò, Le spiego cosa cerco in un pappagallo: che sia discretamente intelligente, che sappia dire qualche parola e/o fischiettare (ho visto che la Calopsite è molto portata per questo).

Io ho una casa abbastanza grande, ma non so quanto debba misurare la gabbia, nonostante abbia trovato su internet le misure minime per ogni specie, ma in particolare, a seconda dell’animale, deve essere diversa! Un altro problema è dove metterla: consideri che io ho il camino in casa e non è affatto consigliabile metterla lì, anche se sarebbe il posto (salotto) dove è concentrato il maggior numero di persone possibile (so che il pappagallo deve vedere tutta la famiglia per potersi abituare).

Infine, vorrei un consiglio da parte Sua. Come avrà capito, non sono uno sprovveduto, prima di due mesi fa non sapevo niente di pappagalli (non che ora sia un esperto), ma sono pronto ad informarmi sempre su ciò che non conosco ed ad ascoltare i giudizi di persone più esperte, fra le quali Lei.

Mi scusi per la lunghezza, forse eccessiva, del messaggio. Spero di essere stato chiaro.

Attendo una Sua risposta.

Cordiali saluti.

Alberto Michelotti

2016-11-26-00-05-13-214

soggetto in abito giovanile

” Ciao Alberto, e benvenuto nel mio Blog.
Ho notato con molto piacere che sei una persona che si approccia nel modo giusto verso questo mondo, cioe’ ti documenti e cerchi approfondimenti.
E mi hai letto nel pensiero, riferendomi le tue aspettative verso la scelta di una specie.
Andiamo con ordine; sei alla prima esperienza con un pappagallo, e credo di capire che in effetti la calopsite riassuma tutte le caratteristiche che tu cerchi, da un punto di vista sia caratteriale che psicologico. Ti confermo che si tratta di un pappagallo di semplice gestione, molto socievole e accomodante ( si affeziona facilmente a tutti i componenti della famiglia), molto affettuoso, e anche molto intelligente. Il maschio di questa specie, ha una straordinaria abilita’ nell’ imparare a fischiettare canzoncine e apprendere la parola umana. Attenzione a scegliere un maschio, se si vuole questo ” valore aggiunto”, per cosi’ dire. E ti assicuro che questa specie, dal punto di vista delle soddisfazioni che puo’ dare, non ha nulla da invidiare a specie di taglia piu’ grande o dai colori piu’ sgargianti.
Il Parrochetto alessandrino, e’ spettacolare da un punto di vista estetico, ma devo dirti che, come carattere e’ molto diverso dalla calopsite, e non e’ poi cosi’ semplice da gestire, e non solo per la sua lunga coda. Si tratta di una specie che (come un po’ tutte quelle del genere Psittacula) e’ molto diffidente e schiva, con una marcata tendenza a rinselvatichirsi. Dovresti trovare un soggetto giovanissimo, e una volta a casa, dedicargli molto tempo per non ” perderlo”…Per altri aspetti, e’ un pappagallo intelligente, ed un buon parlatore. Il suo timbro di voce ricorda un po’ quello di Calimero….! Necessita di una gabbia spaziosa, per non sciupare la sua bella coda ( l’ ideale e’ sul 130x70x80, avendo spazio in casa).
Per quanto riguarda il Poicephalus, credo che tu ti riferisca al piu’ diffuso, il Senegalus. Ottima specie, intelligente, vivace, giocherellone, ed e’ un ottimo parlatore.  Un po’ timido e schivo all’ inizio, ma appena prende confidenza con l’ ambiente, si rivela un compagno di giochi eccezionale.  Molto affettuoso anche lui, ma avra’ la netta tendenza a legarsi a una persona in particolare.
Potrei segnalarti anche altre specie con caratteristiche interessanti , come i conuri, specialmente quelli del genere Aratinga, o il parrocchetto monaco. Ma si tratta di specie gia’ piu’ complesse da gestire, anche per la loro rumorosita’.
Riassumendo, credo che al di la’ dell’ aspetto estetico che non preferisci, la Calopsite sia l’ ideale per te, anche per la caratteristica di fischiettare canzoncine, che ti ha molto colpito, e per la semplicita’ di gestione. In alternativa, il Senegalus, ma ti sconsiglio l’Alessandrino.
Per la collocazione della gabbia ideale, ti sconsiglio la cucina, in cui ci sono troppe esalazioni di fumi e sostanze tossiche: la piu’ pericolosa e’ il Teflon (ne ho parlato in una recente risposta).
La dimensione, beh, avendo spazio in casa, piu’ spaziosa e’, meglio e’.
La calopsite e’ piuttosto sedentaria e non e’ necessaria una gabbia molto grande. Il Senegalus invece e’ molto vivace e ama fare acrobazie. Quindi tra i giocattoli all’ interno della gabbia e la liberta’ di movimento, l’ ideale e’ almeno di 80 x60x60. Un consiglio importante: Abbiamo parlato di misure, ma la gabbia deve essere facilmente trasportabile da una stanza all’ altra, perche’ e’ vero che il salotto concentra molte persone, ma proprio per questo in genere c’ e’ anche molta confusione, specialmente la sera davanti alla tv. E questo devi tenerlo presente, specialmente se ti orienti su una specie dalla voce forte….i pappagalli ci imitano..quindi la sera e’ opportuno poterli spostare su una stanza tranquilla dove possono dormire le 10 ore di sonno medie di cui necessitano, e non solo per la presenza del caminetto.

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inviato il 20/11/2016
Salve…io ho preso un’ara ararauna 3 settimane fa. È nata il 27 settembre e la sto allevando a mano.
All’inizio tutto bene ma sono 3 giorni che urla ininterrottamente ogni 3 secondi.  È insopportabile perché urla davvero forte. Non so da cosa possa dipendere. L’allevatore mi ha detto di metterla in una stanza da sola ma mi.chiama in continuazione.
Non so cosa fare e se devo consultare un veterinario.
Grazie x la risposta.IMG-20161121-WA0002

“Ciao. Crescendo, e’ naturale che il piccolo diventi vocalmente piu’ attivo. Finche’ e’ ancora molto piccolo, praticamente mangia e dorme, ma crescendo, aumenta la sua curiosita’ verso cio’ che vede intorno a lui, in particolare verso di te, che sei la sua ” manma”. Per questo l’ allevatore ti ha detto di tenerla in una stanza da sola, nel senso che probabilmente e’ sempre vicino a te, e anche se e’ ha appena mangiato, lei ti vede e giustamente ti chiama…d’ altra parte hai acquistato un Ara, la cui voce non e’ certo soft. Ma questo immagino tu lo sapessi gia’.
Detto tutto questo, e’ difficile stabilire altri motivi delle urla improvvise cosi’ insistenti, negli ultimi 3 gg. Se l’ animale e’ vispo, cresce bene e mangia con appetito, questo non e’ imputabile a malessere fisico.
Quindi, per esclusione, non resta che stabilire se la quantita’ e il numero dei pasti e’ adeguato (un’ ara di quasi 2 mesi mangia molto), se hai cambiato la sua collocazione rispetto a prima, dove ora evidentemente ti vede e sente di piu’, e non da ultima, se manifesti la tua insofferenza con lei. Se tu sei nervosa e le urli a tua volta di smetterla, lei non puo’ che adeguarsi… Ciao”

Maria

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inviato il 20/11/2018
Ciao Maria , complimenti x l tuo blog ……vorrei farti una domaanda : ho un pappagallo cenerino dii 9 anni allevato ( purtroppo ) da me dalla tenera eta’ d 1 mese: E’ dolcissimo, docileee , ma vigile come un vero selvatico: Da circa un anno sto cercando di alimentarlo in modo piu naturale possibile , senza prodotti industriiali ecc cercando bacche e fiori, ma vorrei sapere qualche notzia in piu’ …..solo x l’alimentazone wilde! Grazie del tempo che metti a disposiziione nostra! Ciao! Luigia IMG-20161121-WA0001

“Ciao Luigia. L’ alimentazione di base del cenerino, prevede una dieta piu’ varia possibile, e ricca in particolare di frutta (molto graditi i fichi) e verdura fresche, da fornire giornalmente, cereali e legumi cotti, da offrire anche insieme, bacche e fiori come stai gia’ facendo, e anche saltuariamente semi ammollati ( da preferire ai germogliati, poiche’ il tempo minore di ammollo, diminuisce il rischio dello sviluppo di pericolose micotossine). La sua miscela di semi non deve eccedere di semi oleosi, come il girasole e arachidi, che purtroppo lui tende a preferire, come tutti i pappagalli, ma in realta’ danneggiano seriamente il fegato. L’ estruso e’ un’ ottimo alimento in quanto ogni singola crocchetta, a prescindere da forma e colore, e’ perfettamente bilanciata  nel rapporto proteine/grassi. Una dieta sbilanciata da questo punto di vista, espone il cenerino a degenerazione epatica, carenze vitaminiche e ipocalcemia. Ciao”

Maria

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inviato il 17/11/2016

Ciao,
sono Gabriele e ho trovato il tuo blog poichè sono alla ricerca di un calopsite allevato a mano da acquistare.
Siccome sono ancora inesperto, leggendo le varie domande riportate sul sito internet, ho pensato di chiederti, vista la tua grande esperienza, se è più indicato prendere un calopsite allevato a mano appena svezzato oppure un esemplare di qualche mese.
Inoltre a tuo parere, è presente qualche differenza caratteriale tra il maschio e la femmina?
Come mutazione mi piacerebbe molto la variante perlata…
Grazie e attendo la tua risposta!

Gabriele IMG-20161117-WA0015

” Ciao Gabriele, e benvenuto.
Per quanto riguarda l’ eta’, puoi acquistarla anche appena svezzato, ma l’ importante e’ che tu abbia la certezza che sia completamente svezzata e autonoma sia dal punto di vista alimentare che psicologico. Per le differenze caratteriali,  posso dirti che entrambi i sessi sono molto affettuosi e coccoloni, e si legano entrambi moltissimo al proprietario. L’ unica differenza in questa specie, e’ che il maschio ha la predisposizione a imparare paroline e a fischiettare molte canzoncine. La femmina no, ma ripeto, sono entrambi molto dolci di carattere.
Le perlate sono molto belle, ma finche’ non faranno la prima muta completa, intorno all’ anno di eta’ , non potrai avere la certezza del sesso. I Maschi perderanno la perlatura, diventando come dei maschi ancestrali, ( grigi con la testa gialla per intenderci) con qualche chiazzetta in giro a volte. Le femmine manterranno la perlatura.
Ciao.”

Maria

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 inviato il 14/11/2016

Ciao Maria,

Mi chiamo Matteo e ho 29 anni.
3 giorni fa io e la mia ragazza abbiamo preso un pappagallino inseparabile nato da nemmeno due mesi.
L’abbiamo portato a casa e lasciato ambientare nella sua gabbietta per un giorno intero.
Ieri lo abbiamo liberato e ha svolazzato per casa e dopo un po’ , mettendogli la gabbietta davanti a lui aperta, c’è rientrato senza problemi.
Oggi gli abbiano tolto la scatolina dove stava dentro la gabbietta.
Considera che nella gabbietta ha due posatoi, due mangiatoie piene di semini misti, un abbeveratoio e il fondo lo lascio libero anche perché è estraibile. Quindi una volta al giorno lo pulisco.

Volevo farti alcune domande perché io e la mia ragazza non abbiamo esperienza in merito.
-È un problema se spostiamo di tanto in tanto la gabbia con lui dentro in modo da stare sempre con noi nelle diverse stanze?
-quando posso togliergli le pannocchie di panìco?
-come faccio per far sì che si abitui a noi due, è possibile che si affezioni sia a me che alla mia ragazza?
-da ultimo, ti chiedo se puoi darmi alcune direttive generali.

Grazie mille. Ti prego aiutami Maria!
Un saluto…

” Ciao Matteo e benvenuto nel mio Blog.
Ti rispondo nell’ ordine.
No, non e’ affatto un problema se lo sposti con la gabbietta, anzi. Cosi’ prende confidenza con tutti gli ambienti di casa.
Le pannocchiette , puoi offrirgliele sempre, anche dopo lo svezzamento; sono un complemento alimentare molto gradito.
Per quanto riguarda l’ affezionarsi a una o piu’ persone, gli inseparabili hanno la tendenza ad affezionarsi a una persona in particolare (ma questo vale un po’ per tutte le specie), e questo aspetto e’ molto accentuato nelle femmine,  le quali diventano proprio aggressive nei confronti di altre persone.
Ma a prescindere dal suo sesso, e’ un soggetto talmente giovane che, se abituato a stare sia con te che con la tua ragazza in eguale misura, non dovrebbe avere problemi ad affezionarsi a entrambi.
Per i consigli di carattere generale, ti suggerisco appunto di abituarlo a stare con entrambi, e di mantenere un equilibrio tra il tempo in cui sta dentro e fuori dalla gabbia. La collocazione ideale della gabbia, e’ possibilmente non in cucina, per evitare le esalazioni di fumo, prodotti chimici, e in particolare sostanze tossiche come il “teflon”. Si tratta del prodotto del surriscaldamento delle padelle antiaderenti, ed e’ purtroppo rapidamente letale per loro, visto il loro esiguo peso corporeo.
Basta usare padelle in ceramica.
Poi, attenzione alle correnti d’ aria e ai bruschi sbalzi di temperatura. Soprattutto nella stagione invernale.
Poi, un’ alimentazione varia, quindi non solo semi, ma integrazione di frutta e verdura fresche. Anche se gli inseparabili non sono molto curiosi verso questi alimenti.
Ma bisogna sempre proporre, soprattutto a partire da ora, che e’ giovanissimo.
Se non e’ ancora completamente svezzato, ti suggerisco il mio articolo ” Allevare a mano un pappagallo”.
Dalla home page, vai su ” allevamento” e poi ” articoli amici dei pappagalli”. Lo trovi subito li.
Ciao”

Maria

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inviato il 23/10/2016
salve, mi può dire se un caicco testa gialla e un conuro del sole possono vivere insieme nella stessa gabbia? e liberi insieme per casa? grazie
2016-10-24-09-34-35-556
” beh detta cosi” si puo’ dire tutto e niente. Nel senso che dipende. Teoricamente si. Ma dipende tutto da loro, dal loro carattere, se uno e’ piu’ territoriale di un altro, anche dalla loro eta’; se sono entrambi giovani e’ piu’ probabile che prevalga una certa curiosita’ reciproca. Se uno e’ gia’ presente da tempo,ed e’ adulto, c’ e’ la possibilita’ che consideri l’ altro come un invasore. Dipende anche dalle dimensioni della gabbia in cui li si ospitano. Ripeto, in teoria si. Perche’ sono entrambe, specie molto curiose di carattere. Poi ci sono le variabili del caso, a cominciare dall’ eta’ e carattere dei singoli soggetti. Ciao”
Maria
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inviato il 20/10/2016
Ciao Maria, sono Antonella !

Avrei bisogno di chiederti un consiglio sul mio Lori arcobaleno (Gin) perché ultimamente sono davvero molto preoccupata.

Come dalle precedenti e-mail Gin continua a soggiornare in un’altra stanza a causa dei suoi continui capricci che rendono impossibile la convivenza tra noi e lui nella stessa stanza e come d’abitudine tutti i pomeriggi e a volte la sera lo facciamo uscire un oretta e anche più.

I problemi sono sorti da circa un paio di settimane e nello specifico da quando Gin ha cominciato ad acquisire sicurezza con il volo.

Un pomeriggio come tanti giocava sul tappeto della cucina con la sua pallina preferita ( fatta di plastica bucherellata con appesi due campanellini). Inizialmente giocavo anch’io ma dopo un po’ mi sono limitata ad osservarlo seduta vicina a lui. Ad un tratto non so cosa sia scattato nella sua testa fatto sta che lo vedo salterellare nel mio braccio come a voler venire sulla mia spalla. E invece Maria in una frazione di secondo si lancia a beccarmi con forza il viso vicino al labbro e si ci appende letteralmente. .Io ho fatto un urlo e d’istinto ho cominciato a scuotere la testa a destra e a sinistra spaventatissima ma lui non mollava assolutamente la presa e cosi con il braccio sinistro sono riuscita a spingerlo con forza facendolo finalmente cadere a terra. Sono corsa in bagno perché chiaramente sanguinavo e dopo essermi disinfettata sono ritornata in cucina e ho urlato il suo nome come a richiamarlo per ciò che aveva fatto. Lui in tutta risposta ha cominciato a scappare senza farsi prendere e a svolazzare per tutta la cucina e dopo vari tentativi sono riuscita a rimetterlo in gabbia. La paura e purtroppo la diffidenza mi sono rimaste perdendo così la totale sicurezza che prima avevo nel gestirlo.

E infine ultimo episodio ieri sera sempre limitandomi ad osservarlo per cui scarto ogni possibilità di averlo in qualche modo infastidito comincia a beccarmi le dita ma con tanta forza, quasi con l’intento di farmi male. Lo sgrido con voce decisa, lui mi guarda come un bambino monello che non vuole essere ripreso e cosa fa? in tutta risposta mi da una beccata cosi forte da non riuscire a contenere un urlo che credimi era di dolore e non di paura. Anche qui stessa reazione, svolazza per la cucina non si fa prendere e dopo vari tentativi riesco a farlo salire sul mio dito e a rimetterlo in gabbia.

Maria a me è rimasta tanta paura, e il mio Gin che consideravo quasi un pulcino per la sua dolcezza e la sua goffaggine sembra diventato cattivo e adesso si, ho paura a prenderlo, ho paura che d’improvviso mi faccia del male.

Chiedo il tuo aiuto per capire e sapere come devo rapportarmi con lui.

Grazie di cuore perchè so già che con la tua risposta starògià meglio.

Un abbraccio forte

Antonella

” Ciao Antonella, cerchero’ di tranquillizzarti, facendoti capire cosa avviene. Si tratta di un certo meccanismo che si viene a instaurare dopo un episodio scatenante. Un circolo vizioso che coinvolge entrambi.
A volte e’ difficile capire cosa scatta nella mente dei pappagalli, ma basta veramente poco, e questo poco a noi appare incomprensibile, per far scattare un meccanismo aggressivo…e poi le reazioni che ne conseguono fanno il resto.
Mi spiego meglio; tu giocavi con Gin, e all’ improvviso lui coglie in te qualcosa di minaccioso o che comunque lo innervosisce, ( del tutto inconsapevole da parte tua) e parte l’ attacco al tuo labbro. Ovviamente il dolore e’ potente e tu reagisci istintivamente facendo movimenti bruschi, con le mani e urlando  per il dolore, finche’ lui cade, e spaventatissimo pure lui per la reazione che ha visto generare in te, si mette a svolazzare spaventato.
Un particolare: tu sei andata prima a disinfettarti (comprensibilmente), e ” “dopo” sei tornata da lui urlando.
Questo lui non ha piu’ potuto collegarlo al fatto, essendo avvenuto solo dopo e non subito.
Quindi lo ha ulteriormente spaventato. Ora lui e’ prevenuto verso di te esattamente come tu lo sei verso di lui…entrambi avete paura l’ uno dell’ altro. E’ una spirale. Vedi il suo attacco e successiva fuga, e’ proprio generato dalla paura.
Occorre fare una sorta di marcia indietro psicologica. Io eviterei i contatti ravvicinati per un po’ di tempo, perche’ in questo momento rinforzerebbero questo meccanismo…Punterei il piu’ possibile su altre distrazioni e novità anche all’ interno della sua gabbia, perche’ spostano la sua attenzione su altro. In seconda fase, ma solo dopo un tempo fisiologico, cercherei di riavvicinarmi con dolcezza puntando su quei gesti e coccole che a lui piacciono. Ma e’ fondamentale che tu mostri un atteggiamento sereno e tranquillo con lui, perche’ come sai, sono animali molto empatici e se siamo nervosi, loro lo colgono immediatamente, e hanno questo tipo di reazioni. Oltretutto imparano presto che con il becco possono tenerci lontani….
Ma vedrai che con un po’ di tempo e pazienza, le cose si ristabiliranno al meglio. Nel frattempo adotta questa sorta di pausa per rilassarvi entrambi😘”
Un abbraccio !
Maria
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inviato il 15/10/2016
Ciao! Sono Giulia e sono nuova in questo sito, ho dato un’occhiata e mi sembra molto valido, per cui avrei bisogno di un consiglio.
Ho un parrocchetto monaco di 1 anno allevato a mano e preso da quando aveva un mese. Al 90% è maschio ed è molto affezionato a me: una volta è scappato per lo spavento ed è riuscito a tornare da me seguendo la mia voce, per cui da allora il rapporto è diventato ancora più intenso. La sua gabbia è molto grande e in un modo o nell’altro lo faccio uscire tutti i giorni. Adesso però sto per riprendere l’università e devo anche lavorare, per cui il tempo a disposizione diminuirà molto, appunto per questo stavo pensando di prendergli un compagnetto (e anche perché sarebbe un mio grande desiderio). Non potendomi permettere di allevare pulli, pensavo ad una specie completamente diversa e non molto chiassosa (vivo in un appartamento), come ad esempio un cenerino, che io amo. Lo prenderei da svezzare, ovviamente, ne ho già trovato uno. Il mio dubbio è come reagirebbe il parrocchetto all’arrivo di un altro pappagallo che, una volta cresciuto, svilupperà anche un becco abbastanza pericoloso per lui… Il parrocchetto ha un bel caratterino ma non è aggressivo, se qualche estraneo si avvicina con la mano fa finta di beccare, ma è molto curioso e socievole quindi sarà lui stesso a salire addosso all’estraneo e a non dargli tregua. Se qualcuno si avvicina a me non è geloso o aggressivo, ma prendendo una specie completamente diversa con l’intento di inserirla nella stessa gabbia non so proprio come potrebbe reagire…la mia più grande preoccupazione è che possano farsi male a vicenda…Ringrazio anticipatamente sperando mi possiate aiutare.

Maria e il suo Alex

Maria e il suo Alex

” Ciao Giulia. Mi sfugge solo un particolare: sostieni di non poterti permettere di allevare pulli, ma il cenerino lo vorresti da svezzare sottolineando ovviamente.
Ho un’ altra perplessita’, ovvero, sembri piu’ preoccupata di come potrebbero interagire tra loro, di un aspetto invece a mio avviso prioritario: vuoi un’ altro soggetto da mettergli ” per fargli compagnia” , perche’ parole tue, stai per riprendere l’ universita’ e devi anche lavorare, per cui il tuo tempo diminuira’ molto……
Hai puntato su un cenerino, ma non basta sceglierlo col criterio della silenziosita’ perche’ sei in appartamento.
Occorre documentarsi bene non solo sulle sue doti, ma in particolare sulla sua complessita’ psicologica, e se gia’ iniziamo con la premessa che non avrai abbastanza tempo da dedicargli partiamo gia’ col piede sbagliato, perche’ si tratta di una specie che soffre in assoluto piu’ di molte altre, della solitudine.
Come ho detto piu’ volte, per i soggetti imprintati all’ uomo, non e’ fondamentale il rapporto con un loro conspecifico, ma il rapporto con noi.
Con questo non ti sto dicendo che e’ giusto un rapporto simbiotico, perche’ e’ controproducente anche questo, come tutte le estremizzazzioni. Ma voglio farti capire che il primo problema che devi porti, e’ se avrai abbastanza tempo residuo da dedicare non a uno,  ma a due soggetti , di cui uno ha gia’ molte esigenze preso da solo.
Detto tutto cio’ , per rispondere alla tua domanda posso dirti che il parrocchetto monaco sembra avere di per se un carattere curioso e socievole, e dovrebbe essere tollerante, a dispetto della sua caratteristica di essere molto territoriale.
D’ altra parte ha appena un anno e non avendo ancora sviluppato la maturita’ sessuale, questo comportamento ancora non si manifesta facilmente. Con il cenerino vale lo stesso discorso , in quanto cresceranno insieme. Ma non dare per scontato nulla, neanche che possano vivere armoniosamente insieme nella stessa gabbia, per quanto spaziosa.
Hai dalla tua parte il fatto che sono soggetti giovani.
Ma la cosa importantissima che devi capire, e’ che a sviluppare le competizioni e gli antagonismi, saranno soprattutto le attenzioni che rivolgerai a entrambi, da un punto di vista sia qualitativo che quantitativo. In una parola: dall’ equilibrio.
Ciao”
Maria
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inviato il 08/09/2016
Buonasera Maria mi chiamo Fabrizio,volevo raccontare un fatto che mi preoccupa sperando di trovare alcune delucidazioni.
Ho portato a casa Emilia ( una Calopsite che adesso ha 8 mesi ) 4 mesi fà,la notte mi è capitato in almeno quattro occasioni di sentirla tutto un tratto urlare tipo spaventata e cadere o lanciarsi dal trespolo,successivamente comincia a girare sempre impaurita per a gabbia fino a lanciarsi per terra ( gabbia sempre aperta) tutta impaurita ed in stato di confusione.
Cosa le,capita? Epilessia è una cosa che si manifesta sulle Calopsite?
Potrebbe fare incubi?
Inoltre ogni tanto fa dei movimenti laterali  bruschi con la testa ( ruota il collo ripetutamente per una  decina di volte  lo gira di 90 gradi )
Dopo di che batte le ali fortissimo fino a stremarsi secondo me perché,quando si calma,per 1 minuto ha tipo i battiti a 1000 ed in stato confusionale.
Ringrazio 20140616_194840

” Ciao Fabrizio.
Parto da una premessa, ovvero che la calopsite e’ un pappagallo particolarmente predisposto al panico notturno, ma in genere c’e’  un motivo ben preciso, un classico e’ la percezione di un terremoto che puo’ avvenire anche a centinaia di km di distanza, con la conseguente reazione da te descritta. Cosi’ come piu’ banalmente un rumore improvviso nella stanza buia o una luce improvvisa.
Detto cio’ mi sembra di capire che gli episodi siano rimasti isolati, ma persistono strani movimenti a scatto del capo, che a mio avviso sarebbero da approfondire.
Esistono molte patologie e soprattutto con cause diverse tra loro, a carico del sistema nervoso dei pappagalli; si va da alcune semplici carenze vitaminiche (in particolare del gruppo B), alle piu’ complesse infezioni causate da agenti eziologici diversi ( virus , batteri, ecc), che colpiscono il cervello ed il sistema nervoso.
Anche alcune intossicazioni da metalli possono dare sintomi neurologici, e infine, una parte di esse ha cause genetiche.
Quindi se a tuo avviso questi sintomi sono vistosi e soprattutto persistono , io farei valutare la calopsite da un veterinario aviare, per fare una diagnosi differenziale, e procedere ad eventuale terapia mirata.
Ciao”

Maria

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inviato il 17/08/2016

Ciao Maria, mi presento mi chiamo Anita e ti scrivo perché vorrei un consiglio. Ho letto le tue risposte e mi hai dato l’idea di una persona molto competente. Ho sempre avuto la passione per gli animali, trasformata poi in lavoro aprendo un negozio per animali e toeletta per quanto riguarda i cani e i gatti, e acquistando una amazzone amazzonica per gli uccelli. Ti premetto che ho scelto di tenerlo al negozio perché lavoro 10 ore al giorno e a casa ho 5 cani, sarebbe stato impensabile anche solo l’idea di portarlo a casa. Ora ha 5 anni e ahimè non riesco a farlo uscire molto dalla gabbia, cerco di dargli più attenzioni possibili ed è diventato un’attrazione ormai per i clienti, tant’è che si fa spesso accarezzare. Non riesco però a saperlo da solo quando ho il negozio chiuso nei 2 giorni di riposo, e stavo pensando di mettergli una compagnia nella sua gabbia. Che mi consigli, potrebbe essere fattibile? Che tipo di pappagallo poi? Escludendo un’altra amazzone perché tra i phon e lui già il rumore è abbastanza intenso. Grazie mille per il tempo che mi dedicherai.
Anita
Ps non so se sia maschio o femmina, l’allevatore non lo fece sessare e per me non aveva importanza

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“Ciao Anita e benvenuta nel mio blog.
L’ Amazzone amazzonica e’ tra le Amazzoni,  la piu’ territoriale come carattere, ed avendo ormai 5 anni escluderei la possibilita’ che possa accettare una convivenza nella sua gabbia; il fatto stesso poi che abbia difficolta’ a uscire indica che ha sviluppato un senso di sicurezza molto forte all’ interno della sua gabbia, rispetto all’ esterno. Probabilmente (ipotizzo) perche’ l’ ambiente del tuo negozio e’ molto rumoroso per la presenza dei cani e l’ uso dei phon. Giustamente tu, passando tutta la giornata in negozio hai optato per questa soluzione, ma dovendo dedicarti alla clientela, c’e’ stata per logica conseguenza la necessita’ di tenerla al sicuro, piu’ all’ interno della gabbia che fuori. Ora lei (o lui non importa) e’ ormai adulta e certe abitudini e relativi suoi equilibri , sono ben radicati. Comprendo il tuo dediderio di dargli una compagnia, ma escluderei di introdurre un nuovo soggetto nella sua gabbia. Non conosco questo soggetto in particolare, ma conosco il caratterino tutt’ altro che morbido dell’ Amazzonica in genere.
Quindi la cosa migliore a mio avviso, di tenere un eventuale nuovo arrivo in gabbie separate, mantenendo un contatto visivo.
Nel tempo potrebbero incontrarsi in uno spazio ” neutro”  per entrambi e monitorare la situazione. Ma e’ un errore dare per scontato che un pappagallo, tra l’ altro adulto,  accetti a prescindere un nuovo arrivo, e per di piu’ dentro la sua gabbia. Ciao”

Maria

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inviato il 14/08/2016

Salve volevo farvi una domanda… Possiedo una ararauna da quando aveva 20 giorni l ho allevato io e sempre libero 24 ore al giorno e sempre con me… La mia domanda e che visto ke nn mangia verdura ne frutta se non ogni morte di papà quando gli do dalla bocca un po di banana può essere un problema col passare degli anni? Ne ha già 5 e poi come alimentazione ho sempre fin dall inizio dato i pellet di varie marche zuuprem harris miste con dei semi ma ho notato ke nn li ama molto ora ho provato con quelli della manitoba e sembra un po meglio… Se nn fosse che mangia e beve molto di quello ke mangio io (te solubile) la sua dieta sarebbe davvero povera nn xke nn gli abbia proposto alternative ma xke ama i semi anke se insisto a dargli veramente un quantità esigua e se nn fosse ke assaggia la mia alimentazione pasta gelato biscotti carne( sempre poco e comunque masticata da me xke lo pretende. E viziata) non vorrei ke in futuro avesse problemi… Sbaglio a preoccuparmi?

1471379107890” Ciao. In effetti l’alimentazione della tua Ara non e’ equilibrata. Frutta e verdura fresche non dovrebbero mai mancare nell’ alimentazione di base, ed e’ strano.che non le gradisca. Tutte le specie sud americane solitamente ne vanno ghiotte, e non e’ difficile abituarle fin dallo svezzamento, vista l’ innata curiosita’ di queste specie.
Tu avrai sicuramente provato fin dall’ inizio a proporre vari alimenti, ma vedendo che preferiva i semi, non hai insistito abbastanza. Molte persone commettono l’ errore di ” cedere”  credendo che non si alimenti abbastanza, e cosi’ il pappagallo, esattamente come un bambino scegliera’ sempre quello che preferisce, di fronte all’ opzione.
Tra l’ altro mi dici che mangia cio’ che mangi tu, e l’ alimentazione umana, a parte gli alimenti piu’ semplici (niente condimenti, grassi, cibi salati e/o dolci), non e’ adatta a un pappagallo.
Ti suggerisco di insistere vivamente con frutta e verdura, togliendo i semi (finche’ li ha a disposizione scartera’ sempre il resto), magari offrendole dalle tue mani o bocca, visto che e’ viziatella. Mettile anche a disposizione sotto forma di macedonie di vari colori; ricorda che nessun pappagallo muore di fame con il cibo davanti, ma devi tenere duro.  Puoi aggiungere una ciotola di estrusi, quelli che lui preferisce. Sono un ottimo alimento, ben equilibrato nel rapporto proteine /grassi, ma vanno sempre integrati con frutta e ortaggi freschi. Nel giro di alcuni giorni vedrai che imparera’ ad apprezzare di tutto, e solo in quel momento potrai aggiungere con moderazione i semi. L’obbiettivo e’ quello di convertirla a un’ alimentazione varia, completa ed equilibrata, e con perseveranza e fermezza vedrai che non sara’ cosi’ difficile riuscirci.
Ciao”
Maria

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inviato il 06/08/2016
Ciao Maria sono Antonella,
continuo a seguire sempre il tuo blog e trovo meraviglioso come tu abbia sempre le risposte giuste per ogni problema diverso. Io ad oggi continuo a seguire i consigli che mi hai dato su come gestire il mio lori arcobaleno (gin) e su come abituarlo a stare in gabbia con noi presenti. Mi sono impegnata a non assecondarlo più e a ignorare le sue urla quando vuole stare fuori dalla gabbia equilibrando il tempo trascorso fuori con noi presenti. È aumentata la sintonia tra me e il mio Gin adesso becca un’po meno e sembra darmi più attenzione quando lo richiamo. Ma l’unica cosa che ancora non sono riuscita ad ottenere e’la convivenza tra noi e lui ( in gabbia) nella stessa stanza. Credo che per gin la nostra presenza equivalga alla sua ricreazione fuori dalla gabbia e forse ciò è dettato dal fatto che avendolo sempre alloggiato in un altra stanza( decisione presa a seguito delle sue urla)non appena ci veda associ noi con la libera uscita. Ho provato tante volte a portarlo in cucina creando pure un’ atmosfera rilassante ma dopo pochi secondi comincia a urlare e gracchiare…ho provato ad ignorarlo ma non la smette fino a quando lo rimetto in un altra stanza. E lì’ continua a gracchiare ma per pochi secondi dopo di che si rimette a giocare tranquillo. Sottinteso che con noi presenti fuori dalla gabbia è un vero angioletto. Non ho mai preteso un Gin silenzioso ma c’e’una grande differenza tra quello che è il suo richiamo e quelle che sono le sue urla, sembrano i capricci di un bambino. Il consiglio che cortesemente vorrei chiederti quindi, e’se continuare ad alloggiarlo in un altra stanza o se così facendo creo un circolo vizioso che lo porterà a non abituarsi mai alla nostra presenza (con lui in gabbia intendo); oppure cambiare strategia e poco a poco riabituarlo a noi tenendolo anche per pochi minuti con noi in soggiorno.
Grazie ancora per la tua disponibilità e per la tua pazienza.
Antonella
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” Ciao Antonella. Si i suoi sono a tutti gli effetti i capricci di un bambino che instaura una vera ” prova di forza” tra voi e lui, finche’ non ottiene cio’ che vuole. Come vedi tenendolo in un’ altra stanza lui impara subito ad ” autoconsolarsi”, mettendosi a giocare tranquillo.
E questo credo che crei un equilibrio perfetto tra voi e lui, che silenzioso certo non e’, e se non ricordo male sei su un piccolo appartamento e con potenziali problemi di vicinato…
E d’ altra parte loro come gia’ sai ci imitano, e la cucina non e’ certo il luogo ideale x la vostra convivenza con lui. Ci sono troppi rumori tra tv, lavaggio piatti ecc. E soprattutto, lui vi vede come tu stessa dici, la sua ricreazione, e non molla il tiro finche’ voi non cederete alle sue detonazioni (sa che prima o poi lo farete, lo ha gia’ sperimentato!). Quindi io non incoraggerei inutilmente questa prova di forza tra voi e lui. Ma anzi coltiverei i risultati positivi che tu stessa hai sperimentato, attuando queste strategie che ti ho suggerito con lui, e continuerei a tenerlo nell’ altra stanza, dal momento che, cosa importantissima, ha imparato ha gestire da se’ i suoi capricci. Cosi’ continua a comprendere che c’ e’ un momento e spazio per tutto e tutti. Ciao”

Maria

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inviato il 01/08/2016
Buongiorno,
Io ho un parrocchetto monaco di 4 anni, che credo soffra molto il fatto di non avere una compagna, in quanto si struscia spesso su di noi, e in particolare in primavera a strapparsi qualche piuma quando non riesce a concludere il rapporto. Mi preoccupa pero’ la sua gelosia nei confronti di tutti, anche degli sconosciuti, quando vede carezze o baci che devono essere tutti per lui. Vorrei prendergli una compagna/o, ma ho paura che a causa della sua gelosia non l’accetterebbe. Secondo lei come potrebbe prenderla?Inoltre, il mio problema e’che non so se e’maschio o femmina, e anche facendo sessare lui, non saprei il sesso del nuovo arrivato. Potrei vederlo facendoli incontrare?
Grazie mille
Natasha
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” Ciao, Il tuo Parrocchetto monaco ha 4 anni, e ha ormai raggiunto la maturita’ sessuale. Quindi la sua tempesta ormonale lo porta a cambiare la visione del proprietario, che viene percepito non piu’ come genitore, ma come partner sessuale….il preferito come compagno a tutti gli effetti.
Questa fase l’ attraversano inevitabilmente un po’ tutti i pappagalli, ma non tutti manifestano questo comportamento morboso verso il proprietario, o con questa intensita’.
Il fatto che si struscia sulla mano del proprietario e’ una logica conseguenza del fatto che e’ adulto, e avverte l’ istinto di accoppiarsi, ma se mi dici che dopo un mancato rapporto si strappa qualche piuma, e’ indice di frustrazione sensuale, e forse e’ il caso di prendere in considerazione il fatto di proporgli una compagna.
Ovviamente non conosci il sesso e l’ unica via e’ quella di farli sassare entrambi. Devono comunque essere due soggetti compatibili tra loro, ovvero il compagno/a dev’ essere allevato a mano.
Esiste un problema pero’, ovvero che non e’ detto o scontato, che lui accetti il nuovo arrivato, in quanto potrebbe essere visto come un’ antagonista.
Il monaco e’ una specie molto territoriale,
E difende in modo ferreo cio’ che considera la sua casa e il suo nido….
Si puo’ solo tentare.
A volte un nuovo arrivo puo’ essere visto come una piacevole novita’, a volte un’ antagonista.
Nel frattempo punta sulle novita’ in fatto di giochi, e attivita’. Ciao”

Maria

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inviato il 31 /07/ 2016
Ciao sono Marta ho bisogno di un consiglio.
Sono cresciuta per 15 anni con un rio delle amazzoni a casa. Era di mia madre. Ad un certo punto il nostro zico  ha iniziato ad essere triste, e su consiglio di un esperto lo abbiamo regalato ad una signora che aveva le femmina. Doloroso per noi ma lui è rinato trovando una comoagna. Credo una delle esperienze con gli animali piu bella di cui possa parlare.
ora ho una mia famiglia con 2 bambine di 3 e 5 anni ed è da un po che penso ad un pappagallo. So bene a cisa vado incontro, le attenzioni e la cura di cui ha bisogno e mi sento pronta. Quello di cui ancora non ho idea è verso che razza mi dovrei orientare. Zico era chiacchierone e giicherellone ed è questo che vorrei. Ma anche molto morboso con mia madre e aggressivo con tutti gli altri. Mi potreste indicare e consigliare una razza adatta ad una famiglia con bambini piccoli? Inoltre virrei tenerlo su trespolo e non in gabbia. Esistono razze che non devono per forza essere tenute con catenella? Lo vorrei evitare.
Grazie
Marta
“Ciao, la specie che ti consiglio vista la presenza di bimbi piccoli, e che mette d’ accordo semplicita’ di gestione e nel contempo il tuo desiderio di avere un esemplare che apprenda con facilita’ la parola umana, e’ una calopsite maschio.
In questa specie infatti e’ lui ad avere questa spiccata predisposizione. Puoi tranquillamente tenerlo su un trespolo (mai, nessun pappagallo alla catena!), meglio su una gabbia apribile dall’ alto, dove puoi sistemare il bastone piu’ in alto e richiuderla per  ovvie ragioni di prudenza quando siete assenti. Altro aspetto da considerare e’ la socievolezza della Calopsite, che a differenza di altre specie, non ha la tendenza a sviluppare attaccamenti morbosi verso una persona in particolare. Avra’ la sua preferenza verso qualcuno, ma senza sviluppare aggressivita’ verso altri. E ti suggerisco di abituarla da subito a interagire con tutti.
Ciao”
Maria
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inviato il 27/07/2016
Buongiorno Maria,innanzitutto le faccio i complimenti per il suo blog! Molto ben fatto e finalmente devo proprio dirlo, un blog originale. Complimenti davvero!Mi presento, sono Wanda e ho un amore infinito per gli animali. Ho la fortuna di abitare in un paesino e in casa indipendente con giardino per cui libero sfogo alla mia passione…gli animali come dicevo.. attualmente possiedo o meglio sono loro che possiedono me  2 cani presi già adulti in canile più un cucciolotto che ora ha 5 mesi buttato nel fiume (ma come si fa?) 2 gatti presi cuccioli che ora hanno 14 anni e che stavano per essere uccisi dal proprietario, un furetto 3 tartarughe e pesci (insomma tutti i casi disperati arrivano a casa mia). Fino a 2 anni fa avevo un cenerino allevato a mano che adoravo ma purtroppo è morto. Il mese scorso ho finalmente deciso che era giunto il momento di acquistare un altro cenerino e così ho cominciato i vari pellegrinaggi dall’allevatore. Finalmente arriva il grande giorno e, come per ogni visita precedente posteggio l’auto vicino a una voliera che ospita un amazzone fronte blu. Come ogni volta l’amazzone si fionda sulle sbarre e si fa accarezzare cercando di seguirmi mentre mi dirigo verso le gabbie dei cenerini. Ho passato il pomeriggio fra l’amazzone e i cenerini non sapendo se scegliere in base al cuore o al desiderio di avere un altro cenerino. Ci siamo parlate, gli ho accarezzato il becco e fatto i grattini sulla testa e lui…lì a cercare coccole… anche l’allevatore non si capacita pare che questo comportamento lo riservi solo a me… per farla breve il mio nuovo componente della famiglia è un amazzone fronte blu. (chi l’avrebbe mai detto!)È dolcissimo, mangia dalle mani e si fa fare le coccole. Quando torno dal lavoro sprizza gioia da tutte le piume e emette dei gridolini strani associati ad un tremolio delle ali ma, c’è un ma….non vuole uscire dalla gabbia! In un mese è uscito una sola volta e credo non si sia nemmeno divertito visto che se ne è rimasto appollaiato sulla poltrona. Il suo atteggiamento era attento ma non impaurito…direi più diffidente che impaurito. In seguito ho provato a farlo uscire ancora aprendo la gabbia senza sforzarlo…niente. Ho provato a porgergli il braccio e ho ancora i segni delle beccate. Mi hanno detto che lui (è sessato) ha 4 anni ma del suo vissuto non so assolutamente nulla. Presumo sia stato allevato a mano e poi trascurato e riportato indietro ma le mie sono solo congetture. Cosa vorrei riuscire ad ottenere..?! Beh per iniziare vorrei che si posasse sul mio braccio, vorrei che uscisse di “prigione” perché la vita in gabbia non è vita…vorrei poter interagire con lui come si fa con un amico e non con un carcerato.Jack ed io ci affidiamo fiduciosi alla sua esperienza e ai suoi consigli se vorrà darceli.Nel frattempo la ringraziamo, ci scusiamo per essere stati così prolissi e le auguriamo una buona giornata.Jack e Wanda2016-07-27-21-40-11-932” Ciao Wanda.
Un soggetto di 4 anni ha gia’ interiorizzato, nel bene o nel male, il proprio vissuto. La tua amazzone fronte blu manifesta il tipico comportamento di un soggetto allevato a mano (la ricerca e la curiosita’ verso la figura umana), che pero’ non ha piu’ avuto continuita’ affettiva nel tempo; quindi puo’ avere cambiato uno o piu’ proprietari o essere rimasto li in quel posto, e poi trascurato nel tempo.
Ma il suo comportamento diffidente e’ assolutamente normale. Ha cambiato ambiente e contesto, ed e’ con te da appena un mese…dagli il tempo che a lui serve per ambientarsi, senza avere fretta e soprattutto senza forzarlo.
Vedi, tu stessa dici che e’ diffidente ma non impaurito. Segno che non ha subito traumi particolari, e sulla diffidenza ci si lavora usando semplicemente la pazienza.
Per il momento non si sente di uscire dalla gabbia, luogo in cui lui si sente sicuro e protetto. Ed e’ comprensibile, visto che per 4 anni non ha esplorato altro.
Quindi rispetta i suoi tempi ed esigenze senza avere fretta. Direi che si dimostra gia’ molto coccolone,  e prima o poi acquistera’ la fiducia necessaria non solo per  uscire, ma anche per il tipo di interazione che tu cerchi, ma saranno l’ una la logica conseguenza dell’ altra e non potranno mai avvenire senza la dovuta gradualita’.
Ma sono convinta che hai la dolcezza e pazienza necessaria.
Un suggerimento: hai molti animali in casa, e i cani in particolare possono intimorire. Puo’ essere utile che non siano presenti nei momenti in cui vuoi liberarlo. Ciao”
Maria
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inviato il 23/07/2016
Buonasera !
Complimenti per il sito e le spiegazioni davvero esaurienti !
Ho un problema !
Il mio parrocchetto mustacchiato Pippo purtroppo è’ scappato .
Ho provato a cercarli dappertutto ma niente .
Conviveva con il mio caicco testa gialla sbirulino che è rimasto solo .
Sono 3 giorni che è successo e sbirulino è’ tristissimo .
Prima aveva un comportamento nervoso e dominante ma sempre allegro ,cantava fischiava e giocava .
Adesso non apre più becco è’ diventato estremamente più dolce e insicuro .
Da una parte è’ molto più maneggevole ,dall altra il mio carattere empatico avverte una profonda tristezza .
Se non riesco a trovare il parrocchetto pensavo di prendergli compagnia .
La convivenza con l’altra specie era perfetta , si amavano alla follia
Infatti pensavo di prendere un pappagallo che possa tenere testa , il caicco è’ un piccolo carro armato .
Secondo la tua esperienza sarebbe problematico abituare sbirulino ad un altra specie adesso che ha 2 anni ?
O mi consigli di prendere la stessa specie ?
Egoisticamente dato che il mio piccolo Pippo ha deciso di abbandonarci tendevo ad una razza parlante tipo amazzone o cenerino !!
Ad essere sincero sbirulino adesso è’ un gattino però pensarlo solo ,abituato a stare in compagnia mi sembra di fare una cattiveria troppo grossa !
Sicuramente perderà questa dolcezza ma avrà compagnia .
Che mi consigli di fare ?
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Ciao, in effetti il Caicco ha 2 anni, e con Pippo, probabilmente cresciuti insieme o quasi, aveva stabilito equilibrio e armonia.
Inserire un nuovo soggetto, specialmente se il ” primogenito” ha un carattere dominante, a volte puo’ risultare problematico, ma questo a prescindere dalla specie…e’ proprio il fatto che viene considerato un invasore del proprio territorio.
Ma ovviamente non e’ una legge matematica. Bisogna vedere.
E’ normale poi, che una volta rimasto da solo, un soggetto pet sviluppi piu’ dolcezza nei confronti del proprietario; succede perche’ rimane l’ unico punto di riferimento, e questo rinforza ancora di piu’ il legame affettivo.
Personalmente, non comprometterei questa dolcezza acquisita, visto che con il conspecifico si dimostrava piu’ scontroso, ma anzi la coltiverei. Ma ovviamente questa e’ solo la mia opinione personale, non c’e’ nulla di sbagliato nel desiderare un nuovo esemplare. Solamente, occorre valutare bene prima, e saperlo poi inserire con gradualita’. Gli antagonismi esistono.
Escluderei un cenerino per la sua estrema complessita’ psicologica in questo caso specifico; e’ molto emotivo e timoroso.
Necessità lui da solo di costanti attenzioni, e un soggetto dominante non lo vedo compatibile.
Per quanto riguarda le amazzoni, devi sapere che hanno un carattere dominante e tendenzialmente aggressivo un po’ tutte le specie, verso chi non gradiscono e devi tenerne conto.
Ciao.”

Maria

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inviato il 06/07/2016
Buongiorno , intanto complimenti x il suo lavoro e X come lo svolge .. Ho un cenerino di due mesi e volevo un consiglio praticamente non lo vedo proprio attaccato a me lo vedo come se avesse paura di me e fa sempre un runghio non so cosa volesse significare come faccio a capire se il mio Pippo e felice con me?? E da un mese che vive con me . Un altra informazione mancherò io per una settimana esatta e lo sto portando a casa Del mio amico Xche ancora a bisogno della pappa ma dimmi una cosa al ritorno della mia assenza lui mi riconoscerà ?? E cambierà nuovamente posto gli potrà succedere qualche cosa ? Non voglio lasciarlo a casa Xche rimarrà sempre da solo così a casa del mio amico avrà sempre la compagnia . Aiutami perfavore grazie
“Ciao.

Maria e il suo Alex

Maria e il suo Alex

Inizio subito col dirti che quel ringhio che senti e’ caratteristico nel cenerino, e vi fa ricorso sempre per paura. Il cenerino infatti e’ una specie molto delicata dal punto di vista emotivo, ed e’ molto pauroso.
Forse sente molto rumore intorno a lui o in particolare movinenti bruschi e improvvisi. Vedi, al cenerino basta veramente poco.per provare paura.
Comunque si parla di un soggetto di appena due mesi e i legami si devono ancora consolidare. E tutto puo’ ridimensionarsi. Prova ad avvicinarti a lui piu’ dolcemente, evita rumori improvvisi e tutto cio’ che lo puo’ spaventare.
Per la settimana di assenza non preoccuparti. E’ importante che non rimanga solo e si abitui a socializzare con piu’ persone. Quello che devi fare e’ muoverti con dolcezza intorno a lui, ed evitare ogni forma di forzatura.
E’ piccolino e avete tutto il tempo per instaurare un rapporto di piena fiducia.

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inviato il 04/07/2016
Ciao sono attratta dal prendere un ara ararauna ma ci ho che adesso mi blocca oltre ad essere il prezzo di vendita e’ la qualita’ di salute psicilogica dtu pulli allevati a mano.Ho letto mokto sull argomento e mi sono ampiamente dicumentata su pro e contro di qst tipo di allevamento dopodiche’ ho tirato le mie conclusioni: quando l aspetto economico non sara’ piu’ un ostacolo vorrei prenderne ma da un allevamento che sostiene un orientamento naturale verso i soggetti neonati.Ovvero lasciare i pulli von i propri genitori fino a svezzamento avvenuto!
Magari l inizio dell approccio con l uomo saea’ iniziarlmente un po piu complicato ma trattandosi di piccoli non ci metteranno tanto a fidarsi anche dell uomo.
Lasciare i pulli con i propri genitori fino al completo svezzamento per me significa avere un pappagallo psicologicamente equilibrato da adulto.Significa che amera’ anche te uomo ma che non soffrira’ di crisi di identita’ specie al raggiungimento della maturita’ sessuale…cosa da non sottovalutare assolutamente.A maggior ragione se si parla di grandi pappagalli come l ara.
Vorrei sapere se puoi indicarmi allevamenti che praticano questo tipo di allevamento.
….Ho due bambini piccoli di 7 anni che non ki preoccupa pefche come me e’ molto portato verso gli animali e uno di 15 mesi piu’ monello …oltre ad avere gatto e 4 cani che abitano in casa pur andando fuori quando vogliono. Se hai gia’ avuto esperienze con gli Ara sapresti dirmi o immaginare se il pappagallo conviverebbe bene con tutti noi senza mettere in.pericolo nessuno, nemmeno da adulto?
Ho letto di tutori che insegnano al pullo come comportarsi per fargli capire che loro stessi sono una cosa e noi uomini un altra: come e’ giusto che sia. ..e poi fra di loro ci saranno molti piu insegnamenti di quelli che potremmo dargli noi…cosa ne pensi e sapresti indicarmi qualche indirizzo o nome ?
Ciao e grazie ilaria
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” Primo punto:
Non posso fare esplicite pubblicita’ in questo contesto per ragioni fin troppo ovvie.
Secondo:
Tu stai cercando semplicemente un soggetto allevato dai genitori, un novello appena svezzato. La cosa piu’ semplice del mondo, non hai che da contattare un allevamento che tratta questa specie e prenotarti un novello non imprintato.
Terzo:
Sembri avere idee molto chiare in fatto di imprinting nei pro e contro, nonche’ in ” identificazione sistematica”……………..
Ma poi ti contraddici ponendoti la questione dell’ incolumita’ , nei confronti dei tuoi bambini, di cui uno di appena 15 mesi…! E pure dei gia’ numerosi animali che hai….
Ritengo invece che tu abbia le idee molto confuse, altrimenti non ti porresti questioni cosi’ antitetiche tra loro.
Non basta amare gli animali e attorniarsi da essi, per ritenere di avere la verita’ assoluta in tasca, dacche’  gia’ approcciarsi con una specie tra le piu’ impegnative in assoluto come le ara, non e’ cosa semplice ( e questo vale sia per i soggetti imprintati verso l’ uomo che verso i conspecifici ). E tu cerchi una sorta di formuletta magica che fa andare d’ amore e d’ accordo magicamente ara , bambini, cani , gatto e umani, il tutto nel breve , nel medio e lungo termine.
Ebbene questa formuletta scontata non esiste , e questo te lo dico proprio grazie alla mia esperienza multispecie, (Ara compresa, ) che non do per scontata, ma come bene acquisito, in perenne arricchimento, visto che parliamo di materia estremamente complessa.
Pertanto, ti invito a riflettere su cosa cerchi veramente di inserire, nel tuo ecosistema familiare e le tue aspettative in tal senso, prima di prendere certe decisioni”
Maria
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inviato il 02/07/2016
Gentile Maria,ho trovato il Suo sito estremamente interessante ed esauriente per un’appassionata come me.dall entusiasmo non sapevo in quale punto cominciare la lettura!
Ho iniziato un corso sulla conduzione di piccoli animali in pet therapy secondo l approccio zooantropologico e, dopo la triste perdita della mia dolce calopsita, comunque inadatta per carattere a partecipare a tali interventi, mi sto chiedendo quale specie di pappagallo potrebbe soddisfare di più i requisiti di cordialità e tranquillità nel lavoro di pet therapy con anziani e persone disabili, nonché bambini. Pensavo anche a qualcuno di taglia un po’ più grande,quale amazzone o cinerino. Ad oggi ho soggetti di cocorite e inseparabili ma preferirei approfondire altre conoscenze. Grazie per la gentile risposta.Silvia  IMG-20160704-WA0012
“Ciao Silvia e benvenuta.
Mi complimento con te, per questa tua passione e in particolare per la giusta curiosita’ con cui ti approcci alla materia.
Gli animali infatti, possono essere di grandissimo aiuto per noi umani…
In particolare per bambini, anziani e persone disabili. Ed e’ verissimo che l’ impiego degli animali va differenziato a seconda della persona che devono aiutare…
Per quanto riguarda i pappagalli, possono fare veramente molto, poiche’ si tratta di animali in cui non ti limiti alla semplice osservazione passiva, ma anzi, si crea una grande interazione, oltre che una cosa preziosissima: la comunicazione.
Ma occorre partire da una premessa fondamentale: I pappagalli, in particolare le specie medio grandi, sono piuttosto monogami, e l’ impiego in pet terapy lo vedrei  per certi aspetti molto utile, ma per altri problematico, perche’ in questo campo occorrono animali adatti a essere manipolati da tutti o comunque piu’ persone. Si dovrebbe ricorrere quindi a soggetti novelli e anche ben socializzati in fase di allevamento a mano. Il pappagallo.comunque per sua natura tende a legarsi a una persona in particolare, rispetto ad altre. L’ ideale sarebbe una volta inquadrato l’ animale ideale per quella persona, che il raporto potesse diventare continuativo.
Comunque come primo approccio che non risulti problematico per questi aspetti, inizierei senz’ altro con la calopsite. Si tratta di una specie estremamente docile  e tranquilla, che si adatta ad andare con molte persone senza eccessive diffidenze. La tua calopsite forse aveva un carattere poco socievole, ma ti assicuro che e’ la specie adatta a tutti, dai bimbi agli anziani, e disabili. Suggerisco un soggetto maschio, poiche’ in questa specie, e’ particolarmente dotato dal punto di vista della mimica, e apprende facilmente paroline e a  fischiettare  canzoncine. Ideale e perfetta per i bambini, soprattutto se molto introversi o con difficolta’ comunicative. Molte altre specie lo sono, ma puo’ subentrare la diffidenza di cui parlavo prima. Il cenerino e’ un fenomeno assoluto x doti mimiche e intellettive…ma a causa anche della sua notevole emotivita’ e complessita’ psicologica, non e’ a mio avviso molto adatto in questo impiego. A meno che non si ricorre a un soggetto giovanissimo, e va tenuto conto che ha bisogno lui stesso di molte attenzioni.
Le amazzoni  hanno un carattere decisamente dominante e sono inclini a sviluppare legami esclusivi, come anche forti antipatie. Molto interessanti i conuri, specie del genere Aratinga, ma anche qui, tendono a sviluppare preferenze verso alcune persone e a volte sono mordaci. Anche il parrocchetto monaco puo’ essere impiegato bene, per la sua socievolezza,  mimica e simpatia.
In sintesi, nessun problema per la calopsite, in quanto intelligente, affettuosa, socievole e nel caso dei maschietti, esiste questo ” valore aggiunto” in piu’. Con altre specie e’ possibile, ma un po’ piu’ problematico per  aspetti legati alla diffidenza, monogamia, e poca maneggevolezza.
Ti faccio tanti auguri per questo bellissimo progetto.”
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inviato il 28/06/2016
Buongiorno io e il mio ragazzo abbiamo preso da un annetto e mezzo un Lorichetto arcobaleno di nome Dodo.
da qualche settimana è arrivato anche muffin calopsite di 4 mesi circa. Dodo sembra non volerlo lo becca, e gli tira la cosa.
Abbiamo messo le loro gabbie una vicina all’altra ,ma nulla cambia. :-(può darmi un consiglio ?IMG-20160628-WA0000” Ciao, Dodo si comporta da “primogenito” di casa; e’ arrivato per primo in casa e ora percepisce  Muffin come invasore del suo territorio. La sua reazione e’ quindi fisiologica. Tra l’ altro Il Lorichetto arcobaleno e’ una specie tendenzialmente dominante e territoriale.
Va benissimo la soluzione di tenerli in due gabbie ben distinte, mantenendo un contatto visivo. Sono da evitare tutte quelle situazioni che possono alimentare la gelosia. E occorre mantenere un certo equilibrio nel dedicare tempo e spazio a ciascuno di loro, ed e’ importante evitare le forzature; con il tempo e la pazienza Dodo imparera’ ad accettarlo.”……………………………………………………………………………………………………………………
inviato il 26/06/2016
Ciao,
ti scrivo perchè ho bisogno di un aiuto da qualcuno di più esperto. Ho visto il tuo sito (peraltro davvero ben fatto) da cui si evince la tua grande esperienza, per cui ho pensato di rivolgermi a te.
Dunque, ho un parrocchetto dal collare di 3 mesi d’etè da circa una settimana. E’ allevato a mano, e il padrone mi aveva dato il nutribird da somministrare solo la sera per terminare lo svezzamento.
Il parrocchetto appena portato a casa era molto silenzioso, non si sentiva mai se non occasionalmente.
Adesso invece urla sempre, anche quando lo faccio uscire e sta fuori urla. Mi segue sempre e anche quando è con me urla.
Non credo sia la solitudine perchè ha accanto una gabbia con due calo, ha una gabbia spaziosa e non gli manca nulla.
Io ho avuto solo calopsiti per cui non so bene come comportarmi. Ho provato ad allontanarmi quando urla e avvicinarmi quando smette ma sembra tutto inutile. Vorrei evitare che prendesse il “vizio” di urlare e toglierglielo subito adesso che è piccolo e sta crescendo.
Spero tu mi possa dare una mano.
Grazie
Lavinia
” ciao Lavinia.
All’ inizio era silenzioso perche’ lo avevi appena portato a casa; poi ovviamente prende confidenza e sicurezza verso il nuovo ambiente e le persone. Da quanto mi dici, gli stimoli e i giochi non gli mancano, e non ” rinforzi” il suo richiamo naturale accorrendo appena urla. Quindi il tutto mi sembra rientrare nel semplice fatto che, i pappagalli comunque non sono animali silenziosi, e bisogna mettere in conto che la loro voce si fara’ sentire. Tu cerca sempre di creargli un ambiente idoneo, non rumoroso ( i pappagalli ci imitano !), quindi i rumori di casa sono un potente stimolante per lui; e proponigli  periodiche novita’ in fatto di giochi . In caso di necessita’ crea della penombra nella sua stanza; questo lo rilassera’. Ciao”
Maria
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inviato il 02/06/2016

Ciao, Maria, per iniziare ti faccio i complimenti per la rubrica e per la competenza con cui rispondi alle domande e dai i consigli a tutti noi amanti di questi bellissimi animali. Io ho una calopsite fantastica che ne combina di tutti i colori.. ha imparato a fischiettare alcuni versi di canzoncine: jingle bells, l’inno d Italia, la famiglia addams… dice ciao e manda bacini,   addirittura fa un versetto del flauto magico…  e mi fa la sveglia alla mattina.. puntualissimo.

Ho notato che ama molto vedersi riflesso nei vetri, specchi e specchietti.. mi sai dire come mai?

Volevo inotre chiederti che differenza c’e’ fra un pappagallo allevato a mano e uno selvatico. Puo’ un pappagallo selvatico affezionarsi al padrone o agli umani come uno allevato a mano ed essere un pet d’affezione? Che differenze di approccio ci sono?

Mi incuriosisce questa cosa perché qualche volta vado alle fiere e o parchi naturalistici noto che ci sono dei pappagalli, seppur selvatici, che hanno una predisposizione maggiore rispetto, ad altri al contatto umano o perché si avvicinano o perché ti guardano in maniera diversa rispetto agli altri. E’ come se volessero sceglierti loro in qualche modo.. sbaglio?
Grazie e complimenti ancora.
Nicola.

" Maria e il suo Paulie "

” Maria e il suo Paulie “

“Ciao Nicola e benvenuto nel mio blog.
La tua Calopsite e’ e’ un bel maschietto, sano, e intellettualmente curioso, oltre che ben stimolato. In questa specie e’ il maschio a essere predisposto alla mimica e all’ apprendimento della parola umana.
La differenza da un soggetto allevato a mano e uno selvatico e’ enorme. Il primo ha l’ imprinting rivolto verso l’ uomo, e lo riconosce come un suo simile. Vengono infatti nutriti manualmente dall’ uomo a poche settimane o giorni di vita. Nell’ altro caso invece l’ imprinting e’ rivolto verso i suoi simili, e la figura umana viene di conseguenza temuta. Tuttavia la grande socievolezza e curiosita’ di questi animali, unita alla capacita’ di affezionarsi anche all’ uomo che si prende cura di loro, consente loro in molti casi di creare un rapporto di fiducia tale da ottenere a volte risultati incredibili. Ad esempio si avvicinano all’ arrivo degli umani anziche’ fuggire, e a prendere il cibo dalle loro mani; oppure certe specie attuano delle vere danze come segno di gradimento, oppure addirittura imparano alcune parole, pur non essendo stati imprintati verso l’ uomo. Certo non tutti i soggetti sono predisposti allo stesso modo, ma molti dimostrano questa spiccata socievolezza e curiosita’. Alcuni soggetti, se abituati da giovanissimi, possono dimostrarsi dei buoni animali da compagnia. Va detto pero’ che le aspettative da riporre non possono essere sovrapponibili in tutto e per tutto ad un soggetto imprintato. Occorre essere consapevoli che manterra’ comunque una certa selvaticita’ che va rispettata. Ciao”

Maria

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inviato il 30 /05/2016
Buon giorno vorrei prendere un inseparabile allevato allo stecco,ho trovato un roseicollis ed un taranta sono indeciso tra queste due specie,quale mi consiglia? mi hanno detto che i taranta sono molto piu tranquilli dei roseicollis,grazie
” Non ci sono significative differenze caratteriali;  Dipende tutto da come sono stati allevati”
Maria
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inviato il 29/05/2016
Salve mi chiamo Annamaria e volevo chiedere alcuni consigli per ritrovare il mio pappagallo una calopsite di 3 anni dolcissimo affezionato ad ogni membro della mia famiglia . premetto che abitiamo in un villino e il pappagallo era libero di girare in quanto ogni finestra e provvista di zanzariere.inavvertinamente mentre uscivamo per seguirci è uscito in giardino perdendo l’orientamento volando molto in alto e dirigendosi in direzione opposta a noi abbiamo provato a richiamarlo e rispondeva ai nostri suoni ma non vedendoci più sie perso.siamo circondati da molto verde continuamente lo chiamamo senza ottenere risposte.Lui non conosce l’esterno della nostra abitazione abbiamo affisso la sua immagine su alcuni volantini nella nostra zona pensa che si possa essere allontanato molto ? la prego di indicarci qualche soluzione per poterlo ritrovare .la ringrazio e la saluto Annamaria
 “Ciao, purtroppo i pappagalli perdono il senso dell’ orientamento se fuggono dal loro territorio. Stai gia’ facendo tutto quello che va fatto in questi casi. La cosa piu’ utile e importante e’ appunto volantinare la zona con foto del soggetto e anche mettere inserzioni”
Maria
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inviato il 29/05/2016
 Ho due monaci il maschio lo ho da tre anni …o Pereso una femmina da poco, però il maschio la allontana e invece lei vorrebbe stare con lui. .come devo fare? Grazie
  ” E’ una reazione normale da parte del maschio che hai gia’ da 3 anni. Considera la femmina un’ invasione al suo territorio. Mantieni la distanza fisica, ma con contatto visivo (due gabbie separate) per un po’ , e poi prova ad avvicinarli in luogo neutro x entrambi, un po’ alla volta. ”
Maria
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inviato il 28/05/2016
Ciao  Maria volevo chiederti a che età posso iniziare a fare il bagnetto al mio Romeo e nato il 15 aprile. Ora ti inoltro una foto. Grazie mille a presto 
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 ” Appena sara’ ben impiumato e dimostra di gradirlo”
Maria
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inviato il 28/05/2016

Ciao Maria,

Complimenti per la tua pagina! L’ho trovata x caso navigando su Internet e grazie per l’opportunità che dai di porre domande a chi ha bisogno di chiarimenti,  eccomi dunque!
Dopo un esperienza (purtroppo conclusa) con un kakariki allevato a mano, stiamo pensando di prendere un altro amico pennuto. Mi piacevano molto i conuri (sole, testa nera o blu) ma vivendo in appartamento ci ho rinunciato per evitare problemi con il vicinato. Mi sono sempre piaciuti anche i collari, che pur non essendo silenziosi, sono gestibili in condominio (confermi?). Però ho letto che, anche se allevati a mano, coccolati ecc, quando maturano sessualmente verso l’anno e mezzo tendono a diventare aggressivi. . . questo mi scoraggia un po’, perché non vorrei ritrovarmi in questa situazione. Cosa puoi dirmi al riguardo? Ti ringrazio! ciao
Claudia

20160523_091515_001“Ciao Claudia. Ti confermo il carattere difficile dei collari e opterei su altre specie. Il fatto che abiti in condominio purtroppo pone dei limiti nella scelta delle specie. I conuri, specialmente quelli del genere Aratinga hanno un carattere a dir poco meraviglioso, ma hanno un richiamo naturale decisamente forte. Tieni comunque conto che il pappagallo silenzioso, non esiste. Provieni da un’ esperienza con un Kakariki, che non ha una voce forte, ma a mio avviso non e’ nemmeno particolarmente interessante come pet.
Potrei suggerirti un Parrocchetto monaco, ma anche lui ha una voce piuttosto forte per chi vive in condominio, con potenziali problemi di vicinato.
Allora potrei suggerirti un Pappagallo del senegal, oppure un Caicco; entrambi ottimi pet, e tono di voce meno alto dei conuri. Ti allego la foto di un Caicco testa nera. Ciao “
Maria

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inviato il 28/05/2016
Buongiorno Maria. Mi chiamo Barbara e ho preso in casa un lori arcobaleno femmina allevata a mano. Era simpatica dolce . Stava con me anche in giardino senza allontanarsi troppo. Nessun problema fino al giorno in cui mi fece 2 uova matte. Cosi decisi di prenderle un maschio. Ho chiesto ad un allevatore d pappagalli (nn lori) di procurarmene uno. Lo fece e per un po di tempo i due nn facevano altro che starnazzare. Il maschio era spaventato da lei e sicuramente doveva ancora ambientarsi. Pazienza dopo un po stavano nella stessa gabbia e si facevano le coccole.. Era davvero bello da vedere. Lui la copriva ogni tanto e lei nn si ribellava.. Lei chiedeva a lui cibo dal becco come se fosse una pulla.. Ma ero preoccupata perché intervallavano attimi di coccole a litigi. Ho provato a separarli ma lui la cercava con insistenza e facendo molto baccano. Lui ha le ali tagliate.. E’ arrivar cosi senza la possibilità di volare. E nn era allevato a mano come la mia femmina. Li lasciavo comunque liberi entrambi x nn creare gelosie. ( era il mio intento … ) . Un giorno torno a casa dal lavoro. Lei in fin di vita. Completamente massacrata. Nulla da fare con medicine. Ha sofferto un paio d giorni e mi ha lasciata morendo tra le mie mani senza poter fare nulla. Ovviamente sono disperata. Vedevo che litigavano ogni tanto. Ma nn mi dare mai aspettata questo. Ora ho il maschio impazzito ! Urla dalle 5 di mattina fino a sera. Coperta la gabbia o scoperta nn ga differenza. Iniziamo a soffrire tutti quanti in famiglia e i vicini iniziano a lamentarsi. Ho istinti omicidi verso quel maschio .. Perché lo ritengo responsabile della morte della mia Bella.  In più ora infastidisce. Vorrei correggere il suo comportamento. Oppure non mi resta altro che darlo ad associazioni di recupero animali. Davvero aiuto .. In casa non si dorme piu. Io ho un bimbo di 9 anni. In più lo stress che ne deriva dalla perdita della mia Bella. Ogni giorno che passa mi sento sempre più in colpa per la sua morte. Non volevo lasciarla sola.. Sono impegnativi e sporcano molto.. Ma abbiamo sempre ovviato a tutto… Forse abbiamo sbagliato noi in qualcosa.. Grazie .
2016-05-05-21-23-57-705

“Ciao Barbara. L’ errore e’ stato quello di mettere insieme due soggetti altamente incompatibili: uno allevato a mano con un selvatico ! Sono completamente opposti per imprinting, istinto e percorso psicologico. L’ allevato a mano considera l’ uomo un suo simile, viceversa il selvatico,  i suoi conspecifici, e di conseguenza prova un forte istinto sessuale verso i suoi simili….
Questo spiega la conflittualita’ tra i due(coccole e litigi) e nel contempo l’ aggressivita’ di lui…
La tua femmina Pet non era sempre pronta e disponibile ad accoppiarsi, cosa che lui, dal suo punto di vista si aspettava….
La separazione fisica ha alimentato un senso di frustrazione in lui, tale da causare cio’ che hai visto. E un’ altra cosa: IL taglio delle remiganti non va MAI fatto! Determina una frustrazione troppo profonda nell’ animale, tra l’ altro selvatico e quindi con il naturale istinto di fuga piu’ spiccato che in un pet.  Ma in ogni caso e’ una violenza psicologica che non va mai fatta!
Non aveva nessun senso che tu le affiancassi un compagno solo perche’ ha fatto le uova ( e’ una femmina!)..e per di piu’ mettendo un selvatico. Ora lui urla perche’ si sente doppiamente frustrato per la solitudine,  e per la troppa leggerezza con cui a volte si fanno certi acquisti ..perdona la mia schiettezza, ma mi auspico di informare altre persone che leggeranno, sulle possibili conseguenze di affiancare due soggetti incompatibili tra loro. Ciao”

Maria

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Ciao Maria,
sono il fortunato possessore di un contro testa nera allevato parzialmente a mano. Contrariamente a quanto si legge spesso nelle descrizioni di questi fantastici pappagalli, Bonny non è particolarmente chiassosa, in compenso però tende a beccarmi prevalentemente sulle mani, a volte anche in maniera da farmi delle piccole ferite. Io cerco di intervenire dicendogli un fermo “NO”, distraendola con qualche giochino e se prosegue allontanandola da me.
Per il resto è una giovane pappagallina (di circa un anno) affettuosa, che cerca il contatto con me e mi sta regalando molte soddisfazioni, cominciando a dire ad esempio le prime paroline, anche se per ragioni di lavoro ho solo poche ore al giorno da potergli dedicare.
Volevo chiederti se potevi suggerirmi qualche piccolo trucchetto su come correggere la fastidiosa tendenza di cui ti parlavo e magari anche sul come rimetterla nella gabbia quando è ora.
Approfitto in ultimo, per chiederti se esiste qualche tutorial video, che insegna a giocare correttamente con i pappagalli di questa specie o similare.
Ti ringrazio anticipatamente.MassimilianoDSCN5185

” Ciao Massimiliano.
La questione della mordacita’ di alcuni pappagalli,  specialmente indirizzata alle mani e’ piuttosto diffusa e le ragioni sono complesse.
Dobbiamo interrogarci su come le muoviamo intorno al pappagallo o come ci approcciamo a lui. Le mani, come ho spiegato in altre occasioni, sono percepite come molto luminose dalla sua sensibilissina vista, e rappresenta in assoluto nella sua memoria antica, una “minaccia”. I pappagalli in natura sono delle prede e vivono perennemente in uno stato di allerta. Le mani che si muovono bruscamente su di lui, o alle sue spalle, oppure se le mani hanno unghie dipinte, innervosiscono i pappagalli. Le mani, per la loro forma, ricordano di piu’ in assoluto un predatore che si fionda su di loro.
Un’ altro aspetto  e’ che involontariamente siamo noi ad ” insegnargli” che con il suo becco puo’ tenerci lontano….in genere la reazione umana a una beccata non e’ delle piu’ allegre, e questo i pappagalli lo apprendono immediatamente.
Cosa fare: tu stai gia’ facendo cio’ che e’ corretto fare in questi casi.
Analizzerei se nel tuo approccio con le mani c’ e’ qualcosa che puo’ essere percepito male da Bonny.
Per farla rientrare volentieri crea una specie di ” rituale” positivo, come delle coccole particolari vicino alla gabbia, una sorpresa gradita dentro la gabbia. Qualsiasi cosa o gesto che il pappagallo associ in modo positivo.
Per quanto riguarda i siti che mi hai chiesto, ce ne sono molti che spiegano come far giocare i pappagalli, e anche video. Non esistono sostanziali differenze tra una specie e l’ altra. Ciao”

Maria

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inviato il 21/05/2016
Ciao Maria volevo sapere se  puoi aiutarmi a gestire il comportamento del mio parrocchetto dal collare allora l’ho acquistato al quindicesimo giorno di vita e l’ho allevato a mano con nutribird A21 con molto amore già avevo esperienza con l’imbecco con i calopsite adesso mi sta succedendo lui ha 3 mesi che è diventato molto morboso con me deve stare sempre addosso precisamente sulla mia testa e non mi fa fare nulla lo metto sul trespolo e risale sulla mia testa e poi con le altre persone molto aggressivo a volte lo fa pure con me quando cerco di togliergli qualcosa di pericoloso che sta giocando e quando lo faccio sono guai come posso farlo imparare a comportarsi

“Questa specie tende a legarsi a una persona in particolare. La testa rappresenta il punto piu’ alto della figura umana, in cui preferiscono stare insieme alle spalle. E’ un comportamento naturale e come tale non lo contrasterei.  Cerca se mai di spostare la sua attenzione sulla spalla, proponendo nuovi giochi e offrendo qualcosa di gradito.”

Maria

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inviato il 19/05/2016
Ciao Maria ti volevo chiedere un cosa cio una frmmina di parrocchetto dal collare di due anni e mezzo allevata a mano ho aqquistato un maschio di tre anni ma la femmina non lo accetta io volevo sapere se non lo accetta per adesso o non lo accetera’ mai ?Grazie della tua disponibilita’

” Ciao, difficile dirlo…non c’e che da aspettare e vedere…”

Maria

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inviato il 18/05/2016
Salve Signora Maria mi chiamo simone ho visitato la sua pagina è devo dire che l ho trovata davvero interessante io circa tre giorni fa ho comprato un parrocchetto dal collare di 1 anno solo che è molto diffidente volevo chiederle come faccio a diventare suo amico?la ringrazio anticipatamente saluti!!!
” Ciao Simone, beh l’ hai appena portato a casa…qualsiasi specie di pappagallo ha bisogno dei suoi tempi per adattarsi al nuovo ambiente. Il parrocchetto dal collare e’ gia’ molto diffidente di natura, ma vedrai che col tempo e la la pazienza si rilassera’. Cerca di evitare intorno a lui tutti i movimenti bruschi, che possono spaventarlo, avvicinarti con dolcezza e non forzarlo a uscire dalla gabbia. Rispetta i suoi tempi. Cerca magari di incuriosirlo con dei giochi o leccornie da offrire. Ciao”
Maria
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inviato il 16/05/2016
Ciao Maria, io sono Massimo volevo chiederti se riesci a riconoscere il sesso del mio parrocchetto perché non vorrei fare il sessaggio mi dispiace fargli staccare una penna poverinooo. L’ho comprato circa 5 giorni fa  da un privato ,io e mia moglie siamo totalnente innamorati di lui. Ora ti mando foto così lo vedi. Ps e nato il 15 aprile almemento gli do 3 poppate al giorno….e già si arrampica nella gabbia… grazie anticipatamente e se non ti disturbo se ho bisogno ti contatto. Ciao e grazie ancora 
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” Ciao, e’ impossibile sessare visibilmente un pullo e per di piu’ con i calami delle penne ! ! Mi dispiace ma dovrai fare il assaggio molecolare se proprio vuoi conoscere il sesso, e solo quando sara’ ben impiumato. “
Maria
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inviato il 11/05/2016
Salve, per caso ho scoperto la sua pagina web e devo dire che è utile per chi ha degli amici piumosi come noi.Io ora possiedo un parrocchetto femmina di circa un anno, molto allegra, vivace e giocherellona però avevo notato che quando capita che le piume più lunghe cadono(vuoi cambio stagione vuoi perché è il loro processo naturale)lei ci gioca e le rosicchia come ogni cosa che le capita nel becco… non penso ci sia da preoccuparsi visto lo fa per gioco ma vorrei una conferma da chi ne capisce più di me.Ti ringrazio in anticipo…saluti, Marta!☺
 ”  Direi proprio che e’ assolutamente normale…..! ”
Maria.
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inviato il 11/05/2016
 Ciao Maria, mi chiamo Francesca. ho trovato x caso la pagina con la tua email dove rispondi alle domande che ti fanno….io ho un parrocchetto dal collare,l ho preso a 23 giorni circa ed è una decina di giorni che l’ho abbiamo. L’ho stiamo imbeccando noi (io e mio marito) avendo già esperienza con gli inseparabili. Da un paio di giorni che vedo ke è  molto timoroso, quando io vado da lui per imbeccarlo e  mi vede ( lui sta dentro un trasportino x tenerlo caldo)mi urla e mi vuole beccare, io con calma piano metto la mano al suo becco per fargli capire che non sono una minaccia,lo accarezzo e lo tiro fuori per farlo mangiare. Mangia tranquillo e tutto. Ma sia prima che dopo,  se noi lo teniamo un Po con noi sul petto, x farlo abituare a noi comunque,  lui si lamenta con dei versetti, rimane tutto accovacciato, cerca di nascondere la testa…si vede proprio che ha paura, eppure lo lasciamo tranquillo nel suo trasportino,  quando lo prendiamo siamo cauti,  facciamo molto piano,  lo accarezzano gli parliamo piano.. ho due bambini in casa che comunque non fanno silenzio  e un cane di grossa taglia, ma a lui,  oltre gli abbai ogni tanto e le urla dei bimbi che giocano,  non lo infastidiscono… ho paura che crescendo sia timoroso,  possa beccarci… so che questa fase è molto importante per quanto riguarda come sarà da grande e non vorrei commettere errori. Ho letto qualche forum e cose simili che spiegano sulla razza e moli dicono che sono diffidenti,  beccano e posso anche farti molto male…. come mi devo comportare? Devo tenerlo il più possibile cn me in mano? Devo farlo stare nel silenzio assoluto o si deve abituare a i rumori???? Aiutami non saprei proprio a chi chiedere. Grazie mille
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” Ciao Francesca, Ti confermo le caratteristiche di diffidenza e timorosita’ della specie, come ho gia’ detto altre volte in quesiti simili. Il comportamento di nascondere la testa e’ assolutamente normale nei pulli di parrocchetti dal collare; addirittura cercano di ” scavare” da fermi con la testa conficcata su un angolo ! Il.comportamento che manifesta mi sembra del tutto fisiologico nel tuo pullo. Il fatto che lo tieni in un trasportino chiuso, che ti costringe a introdurre le mani dall’ alto x prenderlo probabilmente accentua la sua paura. Vista la stagione e i 30 giorni abbondanti, (gia’ implumato), io lo metterei su una gabbietta con una buona apertura frontale. Questo lo aiuta ad abituarsi alla vostra presenza visiva intorno a lui. Raccomando comunque attenzione alla mole e relativa irruenza del cane, e che i bimbi non sventolino bruscamente giochi intorno a lui che possono spaventarlo inutilmente. Bene il contatto fisico con voi; questa specie ha bisogno di particolari attenzioni in tal senso, una volta svezzato. Suggerisco di contenerlo in particolar modo sulla testa, piu’ che sul becco. Come la sua natura ci esprime, ricerca proprio di nascondere la testa, e quindi il gesto di accarezzargliela tenendola dolcemente chiusa tra le mani, e’ un gesto che lo rassicura molto.”

Maria

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inviato il 05/05/2016
Ciao, io ho un parrocchettp dal collare di 62 giorni, è arrivata che ne aveva 20 ho iniziato con 5 imbeccate facevo pure la notte e sono andata avanti! Adesso mangia il panico mangia anche la frutta anche I biscotti secchi ma ancora non rifiuta dal tutto la pappa inoltre dovendo mangiare una volta al giorno quando somministrarglielo? Inoltre Ora fa I capricci quando sta in gabbia Prima stava piu tranquillo e mangiava adesso vuole stare  fuori e mangiare fuori, così ogni giorno dopo la mattina che la passa con me Lo metto in gabbia anche se ha iniziato a salire e scendere, si abituerà? Faccio bene ad ignorarlo quando fa traffics Che vuole uscire? Non so piu come fare! Ciao e Grazie
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“Ciao, l’ ultimo pasto e’ preferibile darlo alla sera. Ma visto che ormai mangia di tutto puoi gradatamente iniziare a eliminarlo, diminuendo un po’ alla volta la quantita’. Prima era piu’ tranquillo semplicemente perche’ era ancora molto piccolo. Ora e’ normalissimo che crescendo aumenti la sua curiosita’ e vivacita’. Per quanto riguarda le future abitudini, tieni presente che dipende da come lo abitui tu ora. Piu’ si abitua a stare fuori, meno volentieri stara’ in gabbia. Come dico sempre, l’ equilibrio sta nel mezzo. Tuttavia il parrocchetto dal collare e’ una specie che necessità di un rapporto costante col proprietario, soprattutto dopo lo svezzamento. Sta a te trovare il giusto equilibrio nel rapporto con lui. Confermo che e’ bene ignorare i suoi capricci. Punta sulla distrazione, con nuovi giochi.”
Maria
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inviato il 23/04/2016
buona sera Maria il mio inseparabile si strappa le piume fino ad crearsi delle ferite e la notte piange, nella tua rubrica ho letto che esiste un repellente, mi poi dire dove posso acquistarlo. ti ringrazio di vero cuore
“Ciao, purtroppo non si possono fare riferimenti precisi riguardo a prodotti commerciali…non possiamo fare pubblicita’. Ma posso indicarti l’ uso di particolari collarini elisabettiani, che visto il caso di autodeplumazione fino a ferirsi,  puo’ risultare utile almeno nell’ immediato. Suggerisco anche il contemporaneo intervento puntando sulla distrazione: infatti qualsiasi rimedio di tipo pratico da solo non basta. Va capito perche’ il soggetto si autodepluma. Forse si sente solo e  annoiato. Suggerisco novita’ a tutto tondo, in particolare con dei nuovi giochi dentro la gabbia di quelli in particolare da rosicchiare e con fili da streappare; questo serve a spostare questa compulsione da se stesso, verso un altro oggetto.”
Maria
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inviato il 21/04/2016
Buonasera Signora Maria.. Mi chiamo Ombretta.. Oggi alle 15.30 la mia calopsite mi è scappata.. Ed è solo colpa mia..sono stata una stupida.. Lei ( Grease) era abituata a stare con me .. Sempre mentre facevo mestieri ..mentre uscivo su balcone o uscivo a buttar spazzatura o a spostare la macchina .. Sempre sulla mia spalla .. Pomeriggio sono scesa con la mia csgnolina.. Sotto casa .. Ero già stata con Grease e alla cagnolina era abituata …non aveva paura.. Oggi non so perché..forse uno spavento è volata via ..prima su un albero poi è volata e non l ho più vista.. L ho chiamata ma nulla .. Sul balcone dalla parte opposta da dov è scappata avevo 3 Pappagallini.. Il loro richiamo pensavo la facessero tornare.. O almeno lo speravo .. Invece nulla .. E non riesco a darmi pace .. Mi preoccupo per lei ..e mi manca tantissimo.. Non so cosa fare .. Ho messo su fb tanti post sul mio gruppo del paese ( Omate fraz di Agrate Brianza )e paesi vicini .. Per chi la trovasse di chiamarmi .. Ma la mia domanda è.. Se nessuno la trova ..magari si ferma su qualche balcone.. Potrebbe trovare la strada di casa? Sono disperata.. C è qualche possibilità che torni? È tutto oggi che la chiamo sia fuori casa che dal balcone .. L ho proprio persa? Sono stata cosi tremendamente stupida.. Non riesco a darmi pace … Grazie per avermi ascoltata aspetto gentilmente sua risposta .. Domani metterò anche foto in giro ..speriamo
” L’ errore frequente purtroppo con i pappagalli allevati a mano, e’ proprio quello di dare per scontato che non possano fuggire mai…! Niente di piu’ sbagliato…se va bene una volta, due, tre, prima o poi succede, perche’ loro hanno le ali…e sono attratti dallo spazio aperto e l’ altezza. Il problema e’ che una volta fuggiti, e di strada ne fanno anche molta, i pappagalli perdono il senso dell’ orientamento e difficilmente fanno ritorno. Quello che ti suggerisco e’ di mettere volantini in tutta la zona di fuga, estendendo il raggio anche a qualche decina di km. La foto dev’ essere ben chiara affinche’ chi dovesse avvistarlo puo’ riconoscerlo.
A volte succede che planano in qualche balcone o giardino, e trovano qualcuno che se ne prendera’ cura; oppure se il soggetto e’ stato visto su volantino, viene ricongiunto al proprietario…
Ma a volte no…
Tu tutto quello che puoi fare lo stai facendo, e mettere volantini e’ importante.
Ti faccio tanti auguri .”
Maria
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inviato il 19/04/2016
Salve Maria sono sempre massimo,il proprietario del c. Del sole, della calo,del c.t.nera,domani vado da una signora a prendere la sua calo femmina di 11 mesi allevata a mano come il mio kiwi(calo), lei nn la vuole più io mi sono offerto, dopo alcune settimane di gabbie separate,vorrei introdurre kiwi, cosa succede su soggetti allevati entrambi a mano,comno a far comunella ed a inselvatichirsi,nn capisco perché i soggetti allevati  mano quando cerchi di farli stare bene con un altro loro simile si dimostrano la maggior parte delle volte più freddi, a breve volevo prendere un cenerino molto più timido dei conuri, ma nn gli prenderò mai un compagno se questo significa che dopo qualche tempo ce il rischio che nn mi consideri… lo so è un pensiero egoistico ma a me piace interagire con il mio pet ho questo x il cenerino nn accade, forse il mio errore e metterli insieme dopo un Po dovrebbero stare in gabbie separate, vicine ma separate, questa cosa egoisticamente parlando mi secca, nn so speriamo che la nuova calo, nn diventi diffidente. Grazie di cuore x rispondere sempre e dedicarmi il sul tempo, massimo.inceran
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“Ciao Massimo. Io sono una persona estremamente schietta, e pertanto ti diro’ quello che penso in merito. Il momento ideale per accogliere un nuovo esemplare nella nostra casa, e’ solamente e unicamente quando il suo arrivo non toglie assolutamente nulla al primo arrivato. Credo con questo di avere sintetizzato bene il concetto.
Nel tuo caso, hai dei rapporti da coltivare con i tuoi soggetti in modo separato, in particolare col Conuro t. Nera, e sinceramente un nuovo ulteriore nuovo arrivo lo vedo con perplessita’. Oltretutto dando per scontato che tenendolo insieme alla calopsite loro ne siano felici (il tenerli tutti insieme e’ indubbiamente una scelta dettata dalla comodita’, ma non per questo e’ scontato che sia la scelta migliore anche per loro). In qualche caso puo’ funzionare, se le specie sono compatibili , e stanno insieme da giovanissimi; ma come hai visto non e’ sempre cosi’. Io posseggo quattro pet personali, tra i quali Alex, il Cenerino che vedi nella foto che ho allegato; ognuno ha la propria gabbia, e il proprio tempo e spazio che io dedico loro. C’e’ una cosa che io cerco sempre di far capire alle persone: per i soggetti allevati a mano non e’ importante avere un conspecifico vicino, ma bensi’ il rapporto con noi ! Siamo noi il loro punto di riferimento. Spesso invece un’ altro  simile e’ percepito come un’ antagonista. Addirittura vorresti portare a casa anche un cenerino…..! Qui non posso non dirti che si tratta della specie in assoluto piu’ complessa dal punto di vista emotivo e  psicologico, e la sua ipersensebilita’ non lo rende un pappagallo per tutti. Non e’ semplicemente ” timido”, ma molto complesso, emotivo ed insicuro, ed e’ tra i piu’ inclini proprio per questo motivo, a manifestare disturbi del comportamento come l’ autodeplumazione. E’ un pappagallo che lui da solo ha bisogno di particolari cure e attenzioni relazionali, perche’ la sua intelligenza, quanto di piu’ sovrappinibile a quella di un bambino, lo rende molto incline alla noia e alla tristezza, e tu mi sembra che abbia gia’ difficolta’ a gestire i gia’ presenti. Perdona la mia schiettezza, ma credo sia corretto esserlo visto che mi chiedi il mio parere. Vedo troppi cenerini infelici purtroppo, e le persone devono sapere che i pappagalli sono animali molto complessi, e ci si assume una precisa responsabilita’ al loro arrivo. E non vanno portati a casa con la stessa facilita’ con cui portiamo a casa tanti oggetti perche’ ci piacciono…..pertanto rifletti molto bene prima di assumerti questa responsabilita’.”

Maria

Ok Maria forse hai ragione il Cenerino e troppo x ora grazie 1000, Massimo.

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inviato il 15/0472016
Gentile Sig.ra Maria,
avrei bisogno,se possibile,di alcune informazioni sull’ allevamento a
mano di Kakariki.
Il suo nominativo me l’ ha gentilmente dato il Sig. Attilio del sito
esoticoweb@libero.it .
Io abito in Svizzera e purtroppo qui,questo splendido animale é poco noto.
Ho aquistato qui questa creatura da un tipo che si definiva allevatore
ma ben presto ho capito che era solo un fanfarone irresponsabile,che
alle mie domande rispondeva in modo vago e impreciso.
E’ la mia prima esperienza con questo tipo di animale,non conosco
nessuno di cui fidarmi che mi possa dare informazioni corrette e le
ricerche che faccio in internet mi danno informazioni contrastanti tra loro.
Questa cucciolina l’ ho presa che aveva 20 giorni. La Kakariki ora,ha 2 mesi circa,sono riuscita a diminuire le siringhe da
4 a 3 al giorno,diminuendo pure la dose,ora é mezza siringhina,tento di
diminuire a 2 al giorno ma lei é un orologio,e verso le 14.00 mi chiama
che vuole la pappina,e a me fà pena non darla.
Oltre a cio’ ha a disposizione semini misti completi,acqua fresca mela e
pera,spiga di panico,osso di seppia e fieno.
So’ che amano fiori,frutta,verdura…ma lei,per ora,é schizzinosa.
Non gradisce il lampone,la fragola,il kiwi poco e prende solo i semini
neri (li toglie),la verdura neanche a parlarne,carota sia cruda che
sbollentata,No,zucchina sia cruda che sbollentata,neanche e neppure
insalata.
E’ davvero una vegetariana strana. Le ho dato pure fiori di margherita e
denti di leone ma…schifo assoluto.
In 2 mesi é cambiata molto,vola benissimo,fà virate spettacolari
(preciso,che per molte ore é libera di volare in casa),se la chiamo
risponde (si fà sentire) e ora,mentre scrivo é sul mio braccio a
dormire,mi stà molto vicino.
Le ho spiegato a che punto sono ora,per poterle far capire com’ é la
situazione,quindi chiedo: – E’ corretto darle ancora 3 siringhe ?
– E’ normale che non gradisce frutta e verdura ? Forse é ancora piccola ?
– Dicono che deve fare il bagno,ma che devo aspettare perché ora é
troppo piccola,é vero ? Per bere ha una ciotolina del diametro di 5
centimetri,eppure
lei,piu’ volte é riuscita a bagnarsi interamente.
– Parlano di sabbia-grit,alcuni dicono di darlo,altri no. Cosa é giusto ?
Ora nella base della sua gabbia,ho messo della carta bianca da
cucina,con ciotolina per semi e un’ altra con del fieno e altri semini
sparsi,cosi scava per trovarli e acqua da bere.
Tengo moltissimo a lei,(si chiama CARY),dal primo momento che l’ ho
avuta,mi ha rapito il cuore e l’ anima e desidero solo il meglio per
lei,salute e gioia e qualcuno che ami gli animali e che mi possa
rispondere in modo saggio. La ringrazio molto per la sua gentile disponibilità,non é facile trovare
chi se ne intende.
Cordialmente la saluto.kakariki
“Ciao Debora.
Inizio subito col dirti che i kakariki sono molto precoci in tutto, dalla maturita’ sessuale, alla riproduzione, e anche i tempi di svezzamento sono molto rapidi. A due mesi in genere un kakariki e’ completamente svezzato, ma tu gli dai ancora ben 3 in beccare al giorno !  Molto probabilmente e’ questo il motivo per cui non mangia ancora frutta e verdura, di cui questa specie ha molto bisogno. Devi dargli la possibilita’ di diventare autonomo dal punto di vista alimentare, e finche’ tu lo assecondi con l’ imbeccata ” perche’ ti dispiace non dargliela”, non cerchera’ mai altro cibo. Succede frequentemente che chi non e’ esperto protragga le imbeccate oltre il dovuto. Lo svezzamento e’ la fase piu’ delicata in assoluto. Va fatto in modo naturalmente graduale, ma iniziato al momento giusto. Nel tuo caso ora procedi cosi’: passa prima a 2 imbeccate, mattina e sera, per 4-5 giorni. Poi  passa a un’ unica serale  per altri 4-5, o una settimana; ma poi basta. Bene la mezza siringa ” simbolica. Poi continua a fornire frutta e verdura. All’ inizio sembrera’ che non la cerchi, ma in realta’ e’ solo perche’ e’ convinto di poter scegliere. Varia molto, sia frutta che verdura.  Proponi anche le arance, il succo e’ di soluto gradito. Poi mela, pera, carota, zucchina, cetriolo finocchio, zucca . L’ importante e’ che insisti quotidianamente e anche nella varieta’. Bene anche i fiori. Prova a proporre anche il tarassaco, sia il fiore che le foglie. Metti tranquillamente anche il grit e osso di seppia. Puoi proporre anche dei pastoncini con frutta e bacche. Un ottimo alimento e’ anche l’ estruso, in quanto da solo e’ ben bilanciato nel rapporto tra proteine e grassi. La miscela di semi deve avere pochissimo girasole. Fagli fare tranquillamente il bagno, perche’ e’ una specie che ne ha molto bisogno. Devi avere un’ attenzione particolare all’ igiene del fondo gabbia, perche’ i kakariki amano razzolare sempre sul fondo e trovare li il cibo, e’ una loro caratteristica. Questo li predispone a infezioni. Abbonda con l’ acqua sempre fresca sia da bere che per il bagnetto.
Ciao”
Maria
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inviato il 14&04/2016
Salve Maria grazie 1000 lei si che ama questi animali,ora provo a tirarli fuori uno alla volta,Ruben c.d. sole è il soggetto che secondo me di indole affettuosa, la calo anche solo che nn ama le mani, ma mi è costantemente vicino, sempre, il problema rimane il t. Nera nn è cattivo ma diffidente e schivo, nn so se riesco nemmeno a tirarlo fuori,anche xké io gli apro lo sportello e basta,il t.nera mi sta spezzando il rapporto con Ruben, eppure con lei allevata da me nn gli ho fatto nulla.proverò a fare uscire Ruben da solo ma su questo nn ho difficoltà e sempre il primo. Grazie x la serietà che oggi giorno ce ne poca grazie 1000.
 “Ciao, grazie delle belle parole. Io cerco sempre di dare il massimo nelle cose di cui mi occupo e mi appassionano, e il riscontro positivo da parte di tutte le persone che mi seguono, e’ per me la piu’ grande motivazione.☺ Confermo come gia’ detto che il tentativo da fare e’ lavorare su di loro separatamente, in particolare con il Conuro t. nera, che si rivela il soggetto piu’ diffidente. Ciao”
Maria
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inviato il 07/04/2016
Ciao Maria, sono Antonella!
Anzitutto complimenti davvero per la tua pagina web e per la chiarezza con cui rispondi alle nostre domande. Personalmente nulla togliendo agli altri, sei l’unica che riesce a infondermi sicurezza e di cui mi fido ciecamente.
Ho un quesito da porti sul mio lori arcobaleno che certamente ti sarai sentita ripetere mille e mille volte, ma nella sua banalità nessuno mi ha saputo dare delle risposte certe e soprattutto “coerenti”.
Il mio lori ad oggi ha 6 mesi e rispetto ai primi e’un po’peggiorato.
Non accetta assolutamente di restare in gabbia nonostante ho cercato di bilanciare il tempo trascorso fuori( un paio d’ore al giorno); ma ciò che più mi preme è il suo gracchiare ininterrottamente dal momento in cui si sveglia fino a quando non lo faccio uscire dalla gabbia. Ignorarlo come si dovrebbe fare credimi è impossibile per l’accanimento e la durata infinita con cui persevera per cui mi sono trovata costretta a cambiarlo di stanza ( la cucina ) e portarlo in una stanza neutra. Per farla breve non riesco più a vivere un rapporto con lui perché non lo vedo tutto il giorno essendo in un altra stanza e mi rapporto con lui solo ed esclusivamente durante le due ore serali che, dal suo canto, gioca si ma è più aggressivo pretendendo di fare ciò che vuole beccandomi in particolare il viso e il collo. Non vuole salire sulle mie dita e come protesta si muove a zig zag dietro la mia schiena oppure si lancia a terra e non si fa prendere più. Durante il giorno mi condiziono a fare ogni tipo di cosa( aspirapolvere piatti e televisore) poiché non appena sente questi rumori anche dalla sua stanza neutra a porte chiuse riprende il suo gracchiare e non smette fin quando non lo copro. Mi fa strano scrivere queste cose sai mi sembra di leggere la descrizione di un altro pappagallo e non del mio. In breve lui non riesce a convivere nella stessa stanza con qualcuno senza gracchiare lanciarsi da un punto all altro della gabbia e perdendo piume qua e là . È questo ripeto dura tutto l’arco della giornata. Questa situazione fa male ma credo non solo a me ma anche a lui. Non capisco Maria sono animali dolci e necessitano di compagnia ma al contempo stesso è come se non tollera la vicinanza o il relazionarsi a qualcuno se non fuori dalla gabbia. Vorrei averlo in cucina con me, guardarlo tutto il giorno e infondergli serenità e allegria ma lui non me lo permette. Morale della favola mi ritrovo tutte le sere con i sensi di colpa come se per il suo bene e il mio dovessi tenerlo pomeriggi interi fuori dalla gabbia ( momenti in cui non si stacca da me neppure un attimo),e chiedendomi , se rientro in quella categoria di persone che prima vogliono una cosa e poi si lamentano perché non la sanno gestire..ma io voglio gestirla, voglio capire, voglio rimediare ma se nessuno mi dà delle linee guide su cui muovermi come faccio a capire? Sono animali sensibili e non si improvvisa con loro. Per favore dammi tu un aiuto!
Concludo dicendoti che il fratello del mio lori nato dalla stessa covata  e che vive con una coppia di amici è tutto l’opposto: tranquillissimo, percepisce la sua gabbia come la sua casa e invece di gracchiare emette felice i suoi versi e pronuncia qualche parolina.
Ti ringrazio ancora
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“Ciao, se non ricordo male il tuo lori si chiama Gin. ( ho riletto la lettera precedente  per inquadrare il caso).
Premettendo che ogni pappagallo ha un suo preciso carattere, anche se fratelli e della stessa nudiata, devi comprendere che poi l’ ambiente e proprietari che li accudiranno, sono sempre diversi, e questo influenza molto il loro comportamento. Il fratello oltre che a un carattere diverso, non e’ un clone del tuo, e quindi avra’ il suo carattere personale, sul quale le abitudini che apprende da giovanissimo faranno il resto.
Il tuo lori in qualche modo e’ riuscito a diventare dominante e a ottenere cio’ che vuole alla lunga. Non dimenticare che da appena arrivato a casa, tu appena urlava lo travi fuori. E certe abitudini sono dure da eradicare una volta consolidate. Comprendo la tua ansia e sensi di colpa; giustamente vuoi capire…
Ma non e’ cosi e’ semplice. Devi innanzi tutto continuare cosi’ nel senso di non assecondare mai le sue urla. E per il resto rivedere se nei tuoi comportamenti non ci sia comunque una forma di ” cedevolezza”, perche’ questo, come gia’ detto, rinforza questo comportamento.  E fai bene ad averlo alloggiato in un’ altra stanza.  E’ comunque inevitabile che appena sente rumori forti, lui risponda…loro imitano e ci imitano!
Tieni presente poi che i lori hanno gia’ di per se’ un carattere piuttosto irrequieto, nel senso che non amano stare fermi e immobili sulla spalla o le mani. E la loro  potente voce, sappiamo che c’ e’, e loro imparano in fretta a usarla a loro vantaggio. Sta a noi ” gestirla” al meglio.
Ciao”
Maria 
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inviato il 04/’4/2016
Salve complimenti x la bellissima pagina web,allora io ho un inseparabile di 15,16 giorni..vorrei scritta una tabella dove super giù orientarmi con il peso e super giù quante poppate dargli al giorno e quanto ml …spero mi risponda ci tengo molto ..grazie ornella
“Ciao, non ti serve alcuna tabella peso, in quanto ci si regola nel modo piu’ ottimale seguendo i tempi individuali di svuotamento del gozzo. Per un pullus di inseparabile di 2 settimane puoi partire con circa 4 pasti al giorno. Se svuota bene il gozzo anche 5, per la prima settimana. Usa una siringa da 10ml e somministra 10 ml di pappa. Poi rimani con 4 pasti, per poi passare a 3 pasti, aumentando un po’ la quantita’ della pappa. La regola  fondamentale su cui ti devi basare e’ che tu non dia mai un pasto se prima non ha svuotato completamente il gozzo.
Per maggiori d’informazione vai al mio articolo ” allevare a mano un pappagallo”; dalla home page,  metti freccia su ” allevamento. Compare sotto ” articoli amici dei pappagalli” e click li. “
Maria
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inviato il 03/04/2016
Buona sera Maria,io sono Silvia e abito in Trentino.Sono disperata ho un lori arcobaleno femmina di 5anni,dalla scorsa estate nella zona ventre ha solo il piumino grigio,è stata portata da tanti veterinari,somministrato medicine per la cucciniglia cambiato gabbia ma le piume non si fanno vedere in quella zona.Ho somministrato anche il nectonbio ma dopo qualche gg iniziava a grattarsi.La prego mi dia un consiglio non so più che fare di sicuro sta’ bene perché canta balla gioca è un po’antipatica quando esce ma mi hanno detto che fa parte del carattere dei lori arcobaleno.Io la ringrazio in anticipo spero di sentirla presto
Distinti saluti Silvia
“Ciao Silvia. Non mi e’ molto chiara la questione della cocciniglia. Si tratta di un insetto fitofago che infesta le piante nutrendosi della loro linfa. Ed e’ anche una sostanza colorante estratta da questo insetto. Non vedo il nesso con il tuo Lori. Nel caso tu ti riferissi alla coccidiosi invece, si tratta di una infestazione da parassiti che colpiscono l’ apparato digerente, dei protozoi nello specifico.
Ma la sintomatologia e’ a carico dell’ apparato gastroenterico,  e si manifesta generalmente con dimagramento,  sete intensa, feci liquide. Non interessa le penne o la cute.
Considererei un’ infestazione da parassiti esterni, vista l’ esigenza di cambiare la gabbia, (probabilmente suggerita dai veterinari che hanno visto il soggetto).
e visto il persistere del prurito. Potrebbe trattarsi di pidocchi, ben visibili pero’ a occhio nudo, (si nutrono  della cheratina delle penne e delle cellule di sfaldamento della cute) o piu’ probabilmente acaro rosso, molto piu’ difficile da debellare. Si tratta di un parassita ematofago, che durante il giorno vive nascosto negli interstizi della gabbia (fessure, angoli e interno bastoni), ed esce di notte, per nutrirsi del sangue dell’ animale mentre dorme. Si presentano come piccolissimi puntini rossi. A lungo andare causa anemia all’ animale. Ma se il soggetto e’ stato visto dovrebbe essere stata fatta anche una diagnosi.  Il necton bio e’ un ottimo integratore e puoi continuare a darlo comunque.
Altra cosa che terrei in considerazione e’ l’ autodeplumazione; ma anche in questo caso non passa inosservato l’ animale che si strappa le penne. E qui la questione e’ piu’ complessa. Tieni monitorata la situazione e se continua anche nei prossimi mesi, riportato dal veterinario. Ma se il suo benessere generale non manca in termini di vivacita’, significa che non ha nulla di serio. Ciao”
Maria
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inviato il 31/03/2016
Salve Maria, io ho 3 pappagalli allevati a mano da me, sono soggetti buoni giocherelloni, nn hanno paura di me x nulla te li presentò: kiwi e una calopsitta maschio di quasi 3 anni ,Ruben conuro del sole,Cloe conuro testa nera.sono bravissimi convivono tutti e 3 in un gabbione dove nn hanno problemi di spazio, io sono sfortunato su 3 solo uno è coccolone il conuro del sole, gli altri 2 si mi vengono sulla spalla o in testa ma nn si fanno toccare,si figuri che hanno imparato che quando dico su vanno direttamente in gabbia pur di nn farsi toccare,la calo anche se la tocco nn morde,il testa nera ogni tanto si nn mi può vedere insomma mi sale sulla testa,spalla ma niente di più e legato tanto al conuro del sole che si coccolano molto ad es. Ora scrivo la calo e sopra il mio ginocchio, Ruben lo chiamo ma nn viene, il testa nera ho perso ogni speranza, nn so cosa ho sbagliato speriamo che il conuro del sole con il tempo nn diventi schivo come l’altro. Che ne pensa??

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Maria con il suo “Sammy”

“Ciao Massimo, premettendo che ogni singolo esemplare ha una sua personalita’ e potenzialita’, a mio avviso x tentare di recuperare un po’ di docilita’ del Conuro t. Nera e Calopsite, dovresti relazionarti con loro presi singolarmente, non tutti insieme, dove finiscono per ” scegliersi” tra loro ( vedi il C. testa nera e C.del sole), non solo, ma il rischio che Ruben apprenda il comportamento diffidente di Cloe esiste, perche’ il sentimento di paura e diffidenza e’ sempre dominante su tutti gli altri loro messaggi comunicativi. Prova quindi a tirarli fuori uno alla volta, non tutti insieme,  e cerca di instaurare un rapporto di fiducia con loro, separatamente, ma senza forzature, ad esempio con il gioco che non implichi il contatto fisico manuale…e il tutto seguito magari dà un premio offerto con le mani, come un biscotto o un frutto.
A volte il fatto di convivere tutti insieme in un gabbione di ampi spazi, puo’ indurli a rinforzare di piu’ il legame tra loro rispetto la figura umana. Se Ruben si dimostra ancora affettuoso significa che probabilmente e’ gia’ di suo geneticamente predisposto a non essere troppo diffidente. Questo e’ l’ unico tentativo da fare e ovviamente devi armarti di molta pazienza, e senza eccesso di aspettative. La situazione dovrebbe comunque migliorare un po’ nel tempo. La cosa importante e’ che il tempo gli dedicherài   sia’ ” mirato” singolarmente. Ciao”
Maria
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inviato il 30/03/2016
Ciao Maria, non ho esperienza di pappagalli ma ed è da svariati anni che vorrei averne uno, con cui possa giocare ed insegnargli parole e suoni.
Il problema è che so’ così poco sulla loro corretta gestione che l’idea un po’ mi spaventa. Ho due bimbi ed un cane ed un giardino con due alberi da frutto; rimarrebbe solo 6 ore al giorno circa.
Secondo te quale potrebbe fare al mio caso? Grazie. Gianluca

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simpatico gruppetto di calopsitte

” Ciao Gianluca, benvenuto. Come prima esperienza e considerando che hai due bimbi, ti suggerisco senza dubbio una calopsite. E’ la specie ideale per chi si avvicina a questo mondo in quanto non e’ complessa nella gestione quotidiana, ed e’ l’ ideale per chi ha bimbi, essendo molto docile, affettuosa, non mordace, molto intelligente e socievole,  e se scegli un maschietto, impara con estrema facilita’ paroline e a fischiettare canzoncine; in questa specie e’ il maschio quello predisposto all’ apprendimento della parola umana e alla mimica in generale. Entrambi i sessi comunque sono estremamente coccoloni e si legano profondamente al proprietario. Si tratta di una specie che, per l’ esiguo costo che ha, da veramente molte soddisfazioni sia in termini di affettuosita’ e capacita’ di affezionarsi al proprietario, che in termini di apprendimento; quest’ ultimo aspetto poi e’ molto importante per i bambini, in quanto instaureranno con il pappagallo un rapporto di interazione e scambio.
La sua gestione quotidiana e’ semplice: un’ alimentazione di base con una buona miscela di semi per parrocchetti, sempre integrata con frutta e verdura fresche tutti i giorni, e come premio possiamo offrire dei biscotti semplici, o una leccornia a lui gradita. Alcuni giochini all’ interno della sua gabbia, in modo da intrattenersi nelle ore del giorno in cui e’ solo, e soprattutto coccole a volonta’.
Il nutrimento affettivo e’ la cosa di cui ha piu’ bisogno qualsiasi esemplare allevato a mano. “
Maria
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inviato il 24/03/2016
Ciao Maria. Sono Claudia. Questa volta mi rivolgo a te per chiederti delle informazioni non piacevoli. Io purtroppo per delle situazioni che non posso spiegare non posso più tenere i miei inseparabili. Ti sembrerà non veritiero ma credimi io mi sto ammalando al pensiero di perderli, ma non posso fare diversamente. Il mio tormento è v..
…Scusami è che un pappagallo è salito sul Cell mentre scrivevo ed ha inviato . Dicevo il mio tormento è sapere  come reagiranno i miei inseparabili… Nel non vederci più …insomma come vivranno questa cosa??? Io non ci dormo la notte e piango tanto… Soffriranno? Maria aiutami a capire e a saperne un po di più. Grazie di cuore. Claudia

” Ciao, purtroppo io non posso fare nulla. Invito sempre le persone a riflettere molto bene prima dell’ impegno che si assumono, prima di portarsi a casa dei pappagalli, di qualsiasi specie. Non sono oggetti dei quali ci si puo’ liberare alla prima difficolta’ o cmq quando non va piu’ di occuparsi di loro.  Perdona la mia schiettezza, ma d’ altra parte io per mia abitudine insisto sempre a valutare molto bene prima i possibili problemi che possono intercorrente nel breve, medio o lungo termine, e invitare le persone a valutare bene tutto questo.
Senza contare poi che gli esemplari che rimpallano da un proprietario e un’ altro, si rivelano sempre piuttosto problematici.

Leggo.ora laseconda parte della tua domanda.  Alla luce di questa posso dirti che gli inseparabili sono meno complessi dal punto di vista psicologico rispetto ad altre specie di taglia molto piu’ grande
Quindi se questo puo’ in qualche modo confortarti,  te lo dico con  serenita’.
Detto cio’ , in tutta coscienza sento di dover dire a tutte le persone che si assumono questa responsabilita’, di riflettere molto bene prima , sull’ opportunita’ o meno di adottare uno o piu’ pappagalli.”
Maria

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inviato il 20 /03/2016
Ciao maria,
Volevo porti una domanda riguardo ai parrocchetti dal collare.
Io ho un maschio di 3 anni allevato a mano e da un mesetto ho preso una femmina ma non allevata a mano.. La mia domanda è il maschio riuscirà a riprodursi anche se allevato a mano?
Scusa tutto il giro di parole ma avevo bisogno che tu capissi il mio dubbio.
Leggo che dai delle belle risposte molto approfondite aspetto notizie
Saluti Emy
“Ciao Emy.
Ho anch’ io una domanda…ma perche’ prendere una femmina non allevata a mano se hai gia’ un soggetto allevato a mano…? Sono del tutto incompatibili, per percorso psicologico di crescita. A meno che il maschio di 3 anni nel frattempo non si sia inselvatichito…..
Ma se hai la fortuna di avere un p.d c. che a 3 anni si dimostra ancora docile  (ho spiegato in altre occasioni la difficolta’ di questa specie in tal senso), correresti  solo il rischio di farlo inselvatichire mettendolo a contatto con un soggetto selvatico…
E non mi sembra che questo abbia senso !
Quindi in sintesi: se il maschio non e’ regredito allo stato selvatico, e’ assai improbabile che si riproduca, e in compenso perderesti la sua docilita’.
In caso invece di regressione comportamentale, potrebbe riprodursi; ma non e’ scontato.
Ciao.”
Maria
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inviato il 09/03/2016
Salve Maria, ho delle coppie di cenerini nate in cattività e alloggiate in voliere esterne, qualche giorno fa si sono schiuse le uova ma oggi aimè ho trovato uno scenario terribbile i 2 piccoli presentavano morsi sul becco fatto dai genitori.
Secondo Lei c’è possibilità di correggere questo problema comportamentale?
le chiedo aiuto, premetto che la mia intezione è di farli crescere e svezzare dai genitori.
La ringrazio in anticipo
Rudy IMG-20160309-WA0000

“Ciao Rudy.
Purtroppo e’ un fenomeno relativamente frequente per molte specie quello dell’ aggressivita’ genitoriale verso la propria prole, e accade in molte specie, in particolare in inseparabili e roselle.
Le cause sono molteplici e complesse; si puo’ andare da carenze alimentari (proteine), ma come piu’ spesso accade, c’ e’ un errore nel riconoscimento dei genitori verso la propria prole, come ” non invasori” del proprio territorio. E in particolare puo’ accadere che il maschio, preso dall’ impulso di accoppiarsi nuovamente, vedendo la femmina impegnata prima nella cova e poi nel nutrimento dei piccoli, aggredisca i piccoli (visti come antagonisti) fino a ucciderli.
Difficile correggere questo comportamento, che ha la tendenza a ripresentarsi; E spesso l’ unica soluzione per salvare i piccoli e’ quella di prelevarli dal nido e allevarli a mano. “

Maria

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inviato il 05/03/2016
Il 19 marzo devo prendermi un pullo di ecletto vosmaeri di 5 sett . Lei mi consiglia maschio o femmina?.. Poi un altra dmanda: qual e la femmina della vosmaeri( in un caso il ventre e blu viola scuro con la coda gialla e anche l iride… Il secondo il viola e acceso e inizia dal collo e la coda e l iride e gialla) non capisco quale sia la vosmaeri..

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giovane maschio

” Ciao, tra i due sessi,  il maschio e’ senza dubbio quello che presenta maggiore propensione alla docilità’. Dal punto di vista caratteriale e’ molto piu’ tranquillo rispetto alla femmina. Non e’ un caso che gli ecletto allevati a mano siano quasi sempre i maschi. La femmina vosmeri ha la coda inequivocabilmente gialla arancio, soprattutto nella parte interna, con bordatura di giallo ancora piu’ intenso. (Anche il maschio presenta del giallo nella bordatura della coda), Iride giallo , e la taglia e’ maggiore rispetto alla specie nominale, come pure i colori, ancora piu’ brillanti e accesi in entrambi i sessi.”

Maria

Grazie mille Maria… Allora prendo un maschio , poi se ci riusciro mettero delle fpto..

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inviato il 02/03/2016
Buongiorno , oggi ho preso un parrocchetto dal collare di 4 mesi allevato a mano, e molto spaventato ,come posso farle perche si fidi di me ? Non morde nemmeno se lo prendi e gia un buon segno. Lo lascio nella sua gabbia per ambientarsi con giochi acqua e cibo.. Grazie
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“Ciao, non c’ e’ che avere pazienza…….l’hai appena portato a casa. Rispetta i suoi tempi naturali per ambientarsi. Non morde ed e’ in effetti un buon punto di partenza.
Offri del cibo gradito con le tue mani, questo lo gradira’. Ho gia’ trattato l’ argomento parrochetto dal collare in precedenti quesiti che mi sono stati posti, dove potrai trovare altre informazioni utili.”

Maria

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 inviato il 28/02/2016
Ciao Maria. Sono Claudia. Mi rivolgo a te perché sono sicura mi puoi aiutare. Sei veramente brava e chiara nelle tue risposte. Come ti ho già scritto i miei inseparabili sono 6,di cui 4 roseicollis e due fischer presi da un mesetto. Tutti e sei allevati a mano ; prima di tutto volevo chiederti ma i fischer sono molto diversi caratterialmente parlando,in confronto ai roseicollis?? I miei decisamente si. Nonostante siano allevati a mano vengono vicino solo se vedono pappa ,siringa…… Come hanno mangiato via se ne vanno senza esitare. Non esistono tutte quelle cose che io e i miei siamo abituati con i roseicollis… Baci,giochi coccole. Mangiare le briciole a tavola con noi…. Ecco li trovo freddi . Eppure cerco di coccolarli li bacio li accarezzo ma nulla sembrano quasi scocciati! Razza diversa o avrò sbagliato io qualcosa?? E una sola cosa ancora. Nonostante siano allevati a mano devo sempre lasciarli liberi o devono stare un po’ in gabbia durante il giorno?? Io ti ringrazio di cuore e aspetto una tua risposta. Grazie

“Ciao Claudia.
Non credo che tu abbia sbagliato qualcosa nel modo di allevare,  avrai sicuramente adottato lo stesso metodo e approccio con tutti.
E tutto sommato non credo sia una questione di specie diversa. Gli inseparabili hanno un po’ tutti in generale la caratteristica di avere la tendenza a inselvatichirsi ( con le variabili individuali). L’ unica cosa che puo’, almeno potenzialmente , fare una certa differenza e’ quella di allevarli separatamente gli uni dagli altri; indubbiamente poco pratico, ma nella mia esperienza ho sperimentato che i risultati migliori si ottengono cosi’.
Per quanto riguarda il tempo da trascorrere fuori dalla gabbia, come ho detto altre volte deve essere un tempo bilanciato; devono potere percepire la loro gabbia come un luogo sicuro.”

Maria

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inviato il 24/02/2016
Ciao Maria ti leggo sempre con grande piacere per la passione e la sapienza con cui rispondi in modo appropriato alle domande che ti vengono poste sia per il benessere dei piccoli amici e sia per garantire una bella convivenza con essi.
Sto per adottare un Pappagallo del Senegal di circa 3 mesi allevato a mano. Ho saputo che è maschio e adesso sono un po’ preoccupata perché ho letto che i maschi di questa specie al raggiungimento della maturità sessuale diventano aggressivi.
Vorrei quindi da te sapere se questa informazione è vera, vorrei avere qualche informazione sulla specie secondo la tua esperienza e, se non sono troppo esigente, vorrei avere qualche tuo prezioso  consiglio su come gestirlo al meglio sin da subito per evitare futuri comportamenti sbagliati del pappagallo.
In attesa impaziente di leggere la tua risposta ti saluto caramente.
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Ciao Tiziana, ti rispondo con molto piacere e ti ringrazio delle tue belle parole. Vedi, sono fermamente convinta che quando metti il cuore oltre alla passione, competenza e professionalita’ in quello che fai, alle persone arriva…!
Veniamo al dunque.
Ottima scelta quella del Poicephalus senegalus; si tratta di un pappagallo molto intelligente, vivace e con un’ ottima suscettibilita’ all’ apprendimento della parola umana, che riproduce con un timbro chiaro. Ottima propensione alla ripetizione dei suoni di casa, come sveglia, telefono, campanello, macchina da caffe’ ecc. Altrettanta spiccata propensione al gioco e alla mimica, essendo molto intelligente, e se ben stimolato in tutto questo per tutto il suo cosiddetto ” periodo sensibile” che arriva al secondo anno, e’ in grado di apprendere dei giochini anche di una certa complessita’.
Veniamo al carattere. Si tratta di un pappagallo inizialmente piuttosto timido e timoroso,  ma appena prendera’ confidenza con l’ ambiente e il proprietario non tardera’ a mostrarsi curioso e socievole, soprattutto perche’ si tratta di un giovanissimo esemplare. Manterra’ comunque un atteggiamento di diffidenza verso le persone estranee, questo perche’ ha una marcata tendenza ad affezionarsi con una persona in particolare, con la quale sviluppera’ un rapporto quasi esclusivo. Suggerisco di abituarlo da subito a relazionarsi con tutti i componenti della famiglia, proprio perche’ non sviluppi eccessiva diffidenza o territorialita’ verso la persona ” prediletta”. Ma la diffidenza verso gli estranei, soprattutto con la crescita, e’ assolutamente normale.
Per quanto riguarda differenze caratteriali inerenti al sesso di appartenenza, posso dirti che e’ ininfluente di per se’. Va detto invece, che una volta raggiunta la maturita’ sessuale (in questa specie tra il terzo e quarto anno), tutti i pappagalli manifestano un cambiamento caratteriale e del Comportamento, proprio legato allo sbalzo ormonale. Le avvisaglie si percepiscono gia’ dalla ” pre adolescenza”, con possibili manifestazione di gelosie, forme di aggressivita’(relativa ovviamente), talvolta beccate apparentemente immotivate, e comportamenti interpretabili dal punto vista umano come ” capricci”.
Tutto questo per un motivo ben preciso: il suo passaggio dalla fase di indipendenza emotiva (intorno ai due anni) a quella adulta della maturita’ sessuale ,  comporta una certa crisi nel pappagallo, sovrapponibile a quella dell’ adolescenza umana per alcuni aspetti.I suoi ormoni in tempesta lo porteranno a sviluppare un attaccamento talvolta morboso col proprietario ” prediletto”, e da qui, una ricerca piu’ marcata di avere a tutti i costi la sua attenzione. Ma tutto questo coincide solitamente con una fase della sua crescita, e se ben gestito non perdera’ mai la sua caratteristica di fondo, di essere un pappagallo molto dolce e coccolone. Quindi non devi temere aggressivita’ futura legata al sesso di appartenenza. Questo fenomeno esiste in alcune specie, ma in particolare allo stato selvatico, laddove esiste la necessita’ di difendere la prole, il nido, le uova. Ma nel caso del senegal posso dirti che avrai un soggetto splendido, indipendentemente dal sesso. Ogni variabile puo’ esistere, ma va ricondotta alle singole caratteristiche individuali del soggetto, e questo e’ un concetto da non dimenticare mai.
Consigli sulla gestione: come ho detto, suggerisco di favorire una socializzazione con piu’ persone da subito, molte coccole e contatto fisico; grande importanza allo stimolo del gioco e all’ apprendimento della parola umana, e va premiato mediante il ” rinforzo positivo” di cui ho parlato sovente, (per premiarlo con una ghiottoneria possiamo offrire dell’ uva e dei fichi, molto graditi ) e per quanto riguarda l’ alloggio, una gabbia di dimensioni adeguate, poiche’ si tratta di una specie molto vivace che ama il movimento e il gioco; quindi al suo interno vanno sistemati dei giochini adeguati soprattutto al suo becco, quindi in legno,  perche’ questa specie ama molto rosicchiare. D’ altra parte e’ una sua precisa esigenza fisiologica.
Un caro saluto ☺ ! Ciao”
Maria
Ciao Maria grazie per la risposta, ora mi sento tranquilla. Poiché il mio desiderio è di abituarlo ad uscire con me con la pettorina tu mi consigli di cominciare subito ad abituarlo o potrebbe essere una forzatura? E nel caso quando iniziare.
Sempre in ragione di una gestione ottimale vorrei sapere se comunque posso abituarlo sin da subito ad uscire con me con il trasportino (qualora al momento non dovessi forzarlo alla pettorina).
Poi mi consigli di abituarlo a salire sul dito o posso già prenderlo tra le mani e coccolarlo?
Scusa le tante domande ma voglio evitare di creare al piccolo un dabase di miei comportamenti non gradito che in futuro mi si possano ritorcere contro.
Caratterialmente questa specie è vivace o statica?
Grazie ancora di cuore.
Attendo di leggerti ancora con impazienza.
Ciao, con la pettorina devi iniziare ad abituarlo da subito perche’ altrimenti poi crescendo non l’ accettera’ piu ! E’ molto importante iniziare ad abituare i pappagalli da giovanissimi a questo ” strano oggetto”, e va fatto proponendolo come un gioco, facendolo familiarizzare prima con l’ oggetto da solo, e poi giocando insieme.
Certo che puoi portarlo fuori con te , con trasportino o pettorina, ma magari aspetta le belle giornate tiepide per evitare bruschi sbalzi termici, a cui tutti i pappagalli sono sensibili. Nel frattempo inizia ad abituarlo alla pettorina in casa.
Inizia tranquillamente a coccolarlo a tenerlo a contatto fisico con te. Quello che va evitato e’ ogni forma di forzatura, come ho detto altre volte. In genere non amano essere presi con le mani introdotte bruscamente dentro la gabbia. Ma lascia tranquillamente la gabbia aperta e invitalo a salire sul dito , magari offrendo qualcosa di gradito, e tienilo accoccolato su di te; il contatto fisico e’ molto importante. Ma mantieni da subito un equilibrio (importante in futuro) sui tempi in cui stara’ libero fuori dalla gabbia e quelli in cui stara’ dentro. A tal fine, metti diversi giochini dentro la sua gabbia, che come ho detto dev” essere abbastanza spaziosa perche’ questa specie non e’ affatto statica ma ama molto il movimento, arrampicarsi, dondolarsi.
E ora non mi resta che augurarti, buon Senegalus !☺”
Maria
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inviato il 19/02/2016
Salve….sono una studentessa universitaria che fa spesso su e giu tra casa con ele coinquiline e casa propria. (20 km) Da tre anni ho nella mia stanza da letto un roseicollis allevato a mano che ho svezzato da quando aveva 1 mese…è un maschietto è dolcissimo mi ama alla follia…e quando sono in città siamo io e lui lui ed io poiche lo tengo appunto nella mia stanza…ma e abituato ad interagire tranquillamente con altre persone…quando sono a casa dai miei genitori infatti vola sulla testa tranquillamente ai miei fratelli e tutti…gioca ed e tranquillo….ora mi e stato regalato un pullo di parrocchietto dal collare che ha meno di un mese e che svezzando…la mia domanda e semplice…ovviamente ognuno dei due avra la propria gabbia e il proprio territorio ma lei mi consiglia di tenerli insieme nella stessa da letto dove sto io…e far in modo che si facciano compagnia quando non sono in casa tipo…oppure appena svezzato dovrei portare a casa al paese il parrocchetto? Ne potrebbe risentire il piccolo per caso essendosi legato anche lui a me..?? l inseparabile potrebbe per gelosia autodeplumarsi o ferirsi anche se io do attenzione ad entrambi”…??…( ad esempio ora coccolo un po uno un po l altro ma non trascuro nessuno anche perche sono nella mia camera da letto dove io studio dormo e vivo insomma…i miei peraltro erano preoccupati che ne possa risentire la mia salute nonostante siano in salute e le gabie disinfettatr due volte al giorno…scusi le troppe domande ma sono spaventata…grazie mille per l attenzione

“Ciao, non vedo nessun particolare problema alla convivenza di entrambi. Ti suggerisco di tenerli tranquillamente insieme nella tua stanza, dove ognuno ha la sua gabbia, ma hanno la possibilita’ di interagire con te. Non ha senso tenere altrove il parrocchetto, dove tra l’ altro non avrebbe la tua presenza piu’ continuativa. Il collare tra l’ altro ha bisogno di questo tipo di continuita’ affettiva con te, per le sue caratteristiche caratteriali di cui ho gia’ parlato. Da parte dell’ inseparabile, non credo possa soffrire di particolari gelosie; intanto e’ un maschietto, e su questa specie , la piu’ territoriale e aggressiva e’ la femmina. Aggiungo che e’ ben socializzato,  poiche’ va tranquillamente con tutti, e cosa piu’ importante, da quanto dici tu stessa, hai un rapporto equilibrato con entrambi, dedicando pari attenzioni e spazio a entrambi. Ciao”

Maria

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inviato il 09/02/2016
Ciao Maria, vorrei un consiglio per i miei parrocchetti dal collare. Li ho presi da circa 15 giorni da una persona che ha la coppia genitrice.  Hanno già circa 8 mesi e non sono allevati a mano.La femminuccia è tanto agitata quandi ci avviciniamo, morde se la prendo. Il maschio è  tranquillo. Gia’ esce dalla voliera per andare a mangiaRe la mela. Vorrei sapere se la femmina si puo’ addomesticare o se conviene separarli.
Grazie

Ciao, i soggetti non sono allevati a mano ed e’ quindi normalissimo che si comportino  da selvatici, ovvero si agitano appena ti avvicini e becchino se tenti di prenderli ! E’ inutile riversare le aspettative di un pet, su un soggetto non imprintato. Il maschio dimostra di essere un po’ piu’ tranquillo, e quindi accontentati di guadagnarti la sua fiducia , ottenendo quello che lui puo’ darti, senza pretese o peggio ancora forzature. Se vuoi lavorare in questo senso col maschio, che dimostra una predisposizione alla  docilita’, allora conviene separarli. La paura e la diffidenza, sono sentimenti molto contagiosi nella mente ancestrale del pappagallo. Ciao “

Maria

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inviato il 07/02/2016
Ciao Maria. Sono di nuovo a te x chiederti un chiarimento. Ti ho già scritto una volta,mi hai risposto e sei stata gentilissima e mi hai aiutato tanto. I miei inseparabili sono arrivati a 5. Li amo,anzi io e la mia famiglia li adoriamo. Volevo capire come mai ci sono giornate in cui i miei amori giocano,mangiano dormono litigano ma tutto nella norma diciamo in maniera tranquilla. Una tantum capita che sin dal mattino come li prendo dalla gabbia attaccano un concerto che non c’è modo e maniera di placare… Può influire cielo grigio e sopratutto tanto vento??? Può succedere che il tempo influisca sul loro stato d’animo? Io cerco di distrarli,giochini,qualcosa da mangiare e sul divano a sbaciucchiarmeli tutti… Ma poi si riprende.  Roba che l’indomani sn tranquilli …. Dormigliosi … Ubbidienti …non riesco a capire. Mi puoi aiutare a capire? Pensa che i miei inseparabili la sera quando è ora di dormire e dico ” forza ragazzi andiamo a dormire…. Forza… Tutti e 5 svolazzano e vanno nella loro cameretta e mi aspettano sulla gabbia!!!!! Sono stupendi???? Grazie Maria .aspetto una tua risposta.
“Ciao Claudia, ci sono vari aspetti che influenzano l’ umore dei pappagalli. Il primo e’ il nostro stesso umore e comportamento stesso. A volte noi stessi senza rendercene conto ci muoviamo in modo piu’ frenetico, e siamo piu’ nervosi. E se sentono rumore intorno a loro (parlare ad alta voce, tv, stereo ecc), non possono far altro che imitarlo per tutta risposta. Il tempo metereologico ha influenza nel periodo di ore di luce in piu’, e in particolare le giornate di sole sono molto stimolanti per loro. ”
Maria
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inviato il 07/02/2016
Gent.ma Maria,
tempo fa, qui a Roma, ho trovato per strada un inseparabile (con anellino) ed, in seguito, grazie all’aiuto di un bravissimo allevatore della mia zona, dopo pazienti tentativi, visto che non si conosceva il sesso e visto che aveva cominciato, dopo circa un paio di mesi che stava con noi, a strapparsi le piume, le abbiamo trovato marito. La pappagallina continua, però, ad avere il problema dell’ autodeplumazione. Hanno avuto anche figli ma nell’ultima covata, circa un anno fa (l’ultimissima è andata a vuoto), glieli abbiamo dovuti togliere perché li beccava in testa (fortunatamente li abbiamo lasciati ad una persona che li ha allevati a mano). La situazione ora si è fatta un po’ più complicata perché toglie le piume anche al pappagallo che sta con lei (soprattutto in testa). Cosa devo fare? Usare un repellente per evitare che si continui ad autodeplumarsi (potrebbe essere un tentativo)? Devo separarli in casa? Devo lasciarla fare? Temo sia un problema psicologico o comportamentale: la piccola quando è stata trovata aveva circa un anno e mi ha dato sempre l’impressione di essere       abituata all’uomo perché tutte le volte che metto la mano nella gabbia per cambiare il cibo lei non fugge ma rimane lì  e tutt’al più prova a beccarmi. Molto probabilmente aveva un certo rapporto con il precedente padrone che, magari, la teneva libera e non in gabbia….La ringrazio anticipatamente per quanto potrà suggerirmi. Saluti Sabrina
“Ciao Sabrina, si tratta proprio di un problema psicologico. Sembra un tipico caso di frustrazione da identificazione sistematica conflittuale. In pratica l’ esemplare e’ stata molto probabilmente allevata a mano, ma con la tendenza a rinselvatichirsi, tipica di questa specie. Ne consegue che vive un rapporto conflittuale con la figura umana, il cui imprinting si e’ disperso, ma non puo’  identificarsi nemmeno con i propri conspecifici….
Di conseguenza ha seguito il suo istinto riproduttivo, ma non riesce a percepire i suoi simili come non invasori. Ecco spiegato perche’ aggredisce la sua stessa prole e compagno. Le femmine tra l’ altro sono piu’ aggressive di indole in questa specie.
Cosa fare; potrebbe essere utile un repellente o un collarino elisabettiano, tuttavia i rimedi meccanici non sono risolutivi nel problema di fondo, che come abbiamo detto, e’ un conflitto psicologico.
Tentare con un nuovo compagno temo che in questo caso sarebbe inutile, in quanto il comportamento molto probabilmente si riproporrebbe. Prova a tenerli ancora insieme, monitorando la situazione, e cercando contemporaneamente di spostare la sua attenzione su qualche movita’, in particolare qualche giochino con sfilacci di tessuto, o in legno da rosicchiare. Qualcosa che ” sposti” questo impulso su un oggetto divertente, e non su se stessa e il compagno.
E’ un tentativo, ma non c’ e’ molto altro da fare in questi casi.
Ciao”
Maria
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Ciao sono Antonella,
anzitutto volevo tanto ringraziarti per avere posto fine alle mie perplessità sul mio lori arcobaleno ( Gin ). Le tue indicazioni sono state utilissime e mi hanno aiutata sia da un punto di vista pratico ma soprattutto da un punto di vista emotivo poiché , quando ti rapporti con i pappagalli essendo animali a mio avviso fortemente empatici  percepiscono immediatamente la nostra insicurezza e ne fanno scudo. Ma grazie a te e alle tue parole ora sono  più serena. Adesso Gin seppur a fatica sta imparando a percepire la gabbia come la sua casa, un posto sicuro e protetto, e non più come una punizione al suo volere stare sempre fuori..certo è un po’ testardo ma piano pianino si abituerà.
Volevo tuttavia approfittare della tua disponibilità per chiederti un ulteriore consiglio. Da un paio di settimane ad oggi Gin perde un sacco di piume soprattutto quando vuole uscire dalla gabbia perché comincia ad agitarsi sbattendo le ali. Noto però che anche da fermo quando è semplicemente poggiato sulla mia spalla ne perde proprio tante e la cosa comincia un po’a preoccuparmi soprattutto quando la sera osservando a terra ai piedi della gabbia si sono depositate tantissime piume. Osservandolo con attenzione ho notato pure delle piccole macchioline nere in alcune piume. Pensi sia normale o dovrei prendere dei provvedimenti magari?Ho pensato a un problema di acari vedendo che si gratta spesso ma gli spruzzo uno di quegli spray anti acari e parassiti una volta al giorno proprio per prevenire questi disturbi.
Ti invio un paio di foto che spero possano aiutarti.
In attesa di una tua risposta ti ringrazio anticipatamente.
Ciao Antonella, sono contenta che le mie parole e i miei consigli , ti hanno aiutata a capire molte cose e quindi a gestire al meglio la situazione. E i risultati li stai gia’ sperimentando. Vedrai che col tempo anche lui imparera’ ad accettare determinate cose, l’ importante e’ mantenere sempre una certa fermezza.
Si, confermo che i pappagalli sono delle creature altamente empatiche,  data la loro intelligenza e sensibilita’. Riguardo alle macchioline, sai gia’ che e’ un’ aspetto strettamente legato all’ equilibrio della loro corretta alimentazione, che come immagino saprai, nei lori e’ molto complessa. Evita di spruzzare spray   antiparassitari tutti i giorni, perche’  e’ un soggetto che vive in casa, non a contatto con altri soggetti, quindi e’ sufficiente una spruzzatina saltuaria. Tieni anche presente che una consistente perdita di piume, puo’ essere legata al fisiologico periodo di muta, e questo lo e’. Anche i miei soggetti personali lo sono in questo periodo. Quindi il prurito si accentua in quanto sente spuntare i calami delle nuove piume. Fargli invece spesso il bagnetto, perche’ questo gli da sollievo e lo aiuta a liberarsi del pulviscolo prodotto proprio dallo sfaldamento delle guaine che rivestono la nuova piuma.
Ciao”
Maria
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inviato il 02/02/2016
Salve Maria,
mi chiamo anch’io Maria e da 11 anni ho un parrocchetto ali rosse di nome Charlie.L’abbiamo preso quando aveva 6 mesi e lo abbiamo addomesticato , io e mio marito,ma Charlie ha preso me come il suo punto di riferimento.
Ci divertiamo un sacco e facciamo tutto insieme,io e Charlie.Infatti lui sta sempre sulla mia spalla e guarda con attenzione tutto quello che faccio (ora è appollaiato sul mio ginocchio) o sta nei tanti punti alti e comodi a lui ,tipo sul box doccia,sull’anta aperta ,sopra la sedia e ovviamente ha il suo trespolo. Praticamente in ogni stanza ha il suo posticino.
Mangia tanta frutta e verdura,infatti il suo piumaggio splende! Di sera lo mettiamo in gabbia oppure quando andiamo fuori per qualche ora,e lui sa che è ora di fare la nanna.
Ma purtroppo , c’è un ma.. A noi piacciono anche i gatti , per cui abbiamo anche un gatto che sta fuori casa, ma solo occasionalmente lo facciamo entrare a casa  e per 10 minuti al massimo (mio marito è allergico al pelo dei gatti) e in questo lasco di tempo abbiamo visto che questo non piaceva per niente a Charlie il quale ,inizialmente,cantava in modo curioso ,ma dopo attaccava  il gatto!
Ho capito che è geloso  , e che non si sente più al centro di attenzione , ma quello che mi preoccupa di più è che ha cominciato anche ad attaccare me volando verso il mio viso e occhi (attacca solo me ), e mordendomi le orecchie ,a volte anche fino al sangue.Purtroppo ho i cappelli corti e ne sono soggetta , he-he!
Questo suo comportamento aggressivo dura alcuni minuti,dopodichè si calma e mi cerca come se niente fosse,e mi sta sulla spalla tranquillo!
Ora sono anche in dolce attesa , e sinceramente non potrò dargli tutta questa attenzione all’arrivo del bebè , e volevo Maria ChiederLe  un consiglio. Cosa fare ? Immagino che attaccherà anche il bambino per gelosia,e se lo piazzo continuamente nella gabbia,soffrirebbe un sacco..Potrebbe essere una soluzione mettere delle fascette  sulle ali oppure accorciarle ,per limitare i suoi movimenti?DSCN6606
Mi scuso in quanto ho scritto quasi un romanzo e sarei felice se potesse rispondermi.
La ringrazio anticipatamente!
Un’abbraccio
Maria

“Ciao Maria, che bel nome☺ !
Veniamo al dunque. Il tuo parrocchetto ali cremisi e’ sempre stato abituato a vivere in casa in totale liberta’ con voi quasi in simbiosi, e riposto nella gabbia solo durante le ore notturne, o la vostra assenza. E’ quindi comprensibile e naturale questa sua reazione di aggressivita’ derivante da gelosia, dal momento che la presenza di quello che lui percepisce come un intruso, il gatto, lo faccia sentire spodestato….
Comprendo la tua preoccupazione, ora che sei in dolce attesa, per le sue possibili reazioni verso il bimbo in arrivo.
Ma la convivenza non e’ un obbiettivo impossibile da raggiungere.
Io non mi stanchero’ mai di ripetere che abituare un pappagallo a vivere quasi esclusivamente fuori dalla gabbia, senza dei limiti e confini ben precisi tra uomo e animale, e’ un errore.
Non sto dicendo che non deve esplorare l’ ambiente e gli spazi, ne’ tanto meno che deve vivere solo in gabbia;
Sto parlando di equilibrio e la determinazione di un confine preciso.
Ora infatti ti preoccupa l’ idea che possa soffrire, dovendo stare per ovvi motivi in gabbia per piu’ tempo….
E’ probabile che sviluppi aggressivita’ e gelosia, dal momento che il bimbo rappresentera’ dal suo punto di vista un’ invasore ancora piu’ insidioso del gatto, poiche’  catalizzera’ totalmente la tua attenzione (giustamente!).
Il consiglio che ti do, e’ quello di sfruttare questo tempo della dolce attesa per abituarlo lentamente e progressivamente al distacco. Abitualo a soggiornare per piu’ tempo in gabbia e contemporaneamente fargli trovare delle gradite sorprese all’ interno, come leccornie, nuovi giochi, novita’.
Potrebbe anche essere utile una gabbia piu’ grande, nel caso la sua non lo sia, dal momento che e’ abituato a muoversi in ampi spazi. Fondamentale e’ poi delimitare dei tempi e confini ben precisi: dedica del tempo tutto per lui, ma solo quando il bimbo riposera’. Evita tutte quelle situazioni che possono amplificare i sentimenti di gelosia. A ognuno il proprio tempo e spazio.
Sono assolutamente contraria al taglio delle remiganti in linea generale e in altre risposte ho gia’ spiegato il perche’, e in questo caso non e’ certo la soluzione.
Con il tempo Charle imparera’ ad adattarsi alla nuova situazione, ma inizia gia’ da ora ad a prepararlo psicologicamente. Nulla viene accettato se avviene in modo brusco e repentino.
Un caro abbraccio☺ “

Maria

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 inviato il 28/01/2016
Salve,e mi scusi per il disturbo,volevo solo sapere se posso mettere assieme in una voliera pappagalli inseparabili assieme ai lori arlecchino, grazie
 ” Assolutamente no. Sono due specie con abitudini alimentari e relativa anatomia completamente diversa. Gli inseparabili sono granivori,  i lori invece nettarivori, cioe’ si nutrono di polline e nettare. Hanno quindi una loro alimentazione piuttosto delicata, e messi in promiscuita’ con granivori, finirebbero x nutrirsi anche di semi, e il loro apparato digerente non e’ attrezzato x questo tipo di alimentazione. Senza contare che gli inseparabili sono di indole piuttosto aggressiva e territoriale, e la convivenza, anche in ampi spazi, potrebbe essere problematica. “
Maria
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inviato il 28/01/2016
Ciao Maria , sono Dorina scusami se non ho scritto che un po di esperienza ce l’ho : ho imbeccato un pullo di lori arcobaleno ( ma poi l’ ho dato a mio nonno perche sono andata in vacanza…. So che e un pappagallo abbastanza delicato quasi come i lori…. Beh sono molto responsabile sui miei animali, cmq ti stimo moltissimo . Ci metti davvero il cuore nel crescere i pulli , e mi piace moltissimo che aiuti chi e in difficolta… Grazie at e

“Ciao Dorina. Io non ho certo detto che tu non sia responsabile verso i tuoi animali, ci mancherebbe. Ho solo detto cio’ che ritenevo giusto, ovvero che e’ necessaria una certa esperienza per fronteggiare alle possibili difficolta’ a cui si puo’ andare incontro. Grazie per le parole di stima ☺
Ciao.”

Maria

Ciao di nuovo sono Dorina, non so come fare perche Echo si fidi di me.( il parrocchetto dal collare) , l’ho preso da un signore che teneva male i soggetti , i pappagalli erano in gabbie piccole sporche e con altre specie cioe calopsite e kakariki…. il signore li dava solo semi ma io li do estrusj e frutta…. Mangia benissimo li estrusi pero vorrei che si fidi di me ,c e l ho da 3 sett e mezza. Leggendo gli altri commenti ho visto anche che hai messo delle foto dei tuoi parrocchetti dal collare che pero sono azzurri , anche il mio e la mutazione azzurra pero non e cosi come i suoi ,il mio e un verde acqua….

” Purtroppo non c’e’ molto di piu’ da fare di quanto gia’ non fai, se non armarti della dovuta pazienza, perche’ c’è l’ hai da pochissimo tempo e conquistarsi la fiducia dei pappagalli  comporta dei mesi e in alcuni casi anche anni. Nel tuo caso e’ un soggetto giovane ma non puoi aspettarti tutto e subito. Ci vuole molta pazienza, soprattutto con specie gia’ diffidenti e schive di natura.
Quanto al colore, ne esistono di varie mutazioni.”
Maria

Io al mio li do li estrusi, frutta e verdura .non semi, e un alimentazione sbagliata qualsiasi vet aviario ti consiglierebbe di prendere li estrusi.

” Bene, nessuno ha mai suggerito un’ alimentazione a base di semi infatti…! “

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inviato il 24/01/2016
Ciao, mi chiamo Antonella e da circa tre mesi vive con me  e il mio ragazzo un bellissimo Lori arcobaleno di circa 5 mesi allevato a mano.
Premetto subito che non ho alcuna esperienza con i pappagalli, Gin, questo è il suo nome, è stato il primo e quel poco che so l’ho letto in internet. Adoro il mio pappagallino ma mi trovo in un momento di crisi perchè ad oggi faccio molta fatica a gestirlo o meglio ancora a comprenderlo.
All’inizio era curioso e abbastanza tranquillo, ma da un mesetto a questa parte è diventato intrattabile .
Vuole sempre stare fuori dalla gabbia e urla come una cornacchia; inutili i tentativi quali coprire la gabbia o fischiettargli per distrarlo..le ho provate tutte.
Lavorando sia io che il mio ragazzo lo facciamo uscire dalla gabbia solo il pomeriggio e la sera in media dalle tre alle quattro ore al giorno, ma il problema è che anche se rimane fuori per tanto tempo non appena rientra ricomincia a urlare e giuro che abitando in condominio al secondo piano lo sentono pure al piano terra.
Abbiamo messo tanti giochini in gabbia e sono davvero tante le attenzioni che gli diamo, lui becca tanto da fare un male boia o perchè non vuole rientrare o perchè non vuole essere toccato se proviamo ad allontanarlo da qualcosa a cui non può avvicinarsi.
Sono davvero confusa non riesco più a capire i miei limiti e quelli che lui dovrebbe avere. So che i lori sono molto socievoli e hanno  sempre bisogno del contatto umano ed io rispetto la loro natura  non pretenderei mai che fosse  solo ed esclusivamente come io vorrei che fosse. Nè voglio darlo via perchè non avrò pure esperienza coi pappagalli ma non li considero dei giocattoli anzi..il bene che voglio al mio GIN cresce di giorno in giorno. Tuttavia non voglio vivere questo rapporto con timore per il suo carattere dominante o con stress anche perchè temo di trasmettergli la mia insicurezza .
Un ultima cosa che forse può aiutarti a capire meglio; viviamo in un bilocale la sua gabbia è posta in cucina perchè ci sembrava giusto che avesse sempre la nostra compagnia ma proprio per la sua collocazione ed il suo continuo starnazzare siamo vincolati la mattina presto a fare colazione o a cena perchè fa troppo casino. Non ti dico quando apro il rubinetto dell’acqua per fare i piatti..un dramma lì sembra come posseduto non so il perchè.
Bene spero di essermi spiegata bene e che a grandi linee ti sia fatta un idea.
Resto in attesa di una tua risposta che per me sarà davvero importante. Ti faccio pure i miei complimenti, non ti conosco ma per ciò che ho letto devi essere davvero una persona fantastica!!!
Un abbraccio
Antonella
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” Ciao Antonella e benvenuta.
Ho letto con molta attenzione quanto mi hai scritto e ho inquadrato bene tutta la situazione. La chiave del problema sta in queste tue parole: ” ma il problema e’ che anche se rimane fuori per tanto tempo, non appena rientra ricomincia a urlare..”
L’ errore e’ proprio qui ! I pappagalli si comportano psicologicamente come i bambini piccoli, ovvero acquisiscono nel bene o nel male le abitudini che noi gli diamo, e abituarli a stare per troppo tempo fuori dalla gabbia comporta poi serie difficolta’ a farli rientrare…
E loro hanno uno strumento potentissimo quanto efficace per ottenere quello che vogliono: la loro voce.
Quindi Gin ha capito benissimo che urlando ottiene facilmente cio’ che vuole, ovvero stare fuori; quindi voi involontariamente state proprio ” rinforzando” questo suo comportamento. Il tutto e’ poi reso difficoltoso dal fatto che soggiorna in cucina, un ambiente rumoroso gia’ a prescindere , e non mi riferisco solo al lavaggio dei piatti, ma in particolare alla TV accesa e la vostra presenza…tutte attivita’ stimolanti per lui. Tieni sempre presente che i pappagalli, proprio come i bambini , ci imitano! Altro errore comune e’ quello di rispondere alle urla del pappagallo con le nostre urla nel tentativo di zittirli; niente di piu’ sbagliato perche’ lui credera’ che questa sia una conversazione in corso, e per di piu’ gradita,  dal momento che ha ottenuto una risposta ancora piu’ marcata dal proprietario.
Io raccomando sempre ai futuri proprietari di non abituare mai il pappagallo a stare troppo tempo fuori dalla gabbia , perche’ poi quando per necessita’ dovremo rimetterlo dentro, difficilmente non protestera’…!
Vedi Antonella, la questione e’ un po’ come per noi umani: noi amiamo esplorare l’ ambiente esterno, viaggiare…ma poi vogliamo anche una solida base, un nostro punto di riferimento dove ci sentiamo al sicuro: la nostra casa. Per i pappagalli dev’ essere la stessa cosa, devono potere vivere la loro gabbia come un ” porto sicuro” , il loro punto di riferimento.
Come modificare la situazione? E’ possibile, ma dovrai armarti di una certa pazienza e anche fermezza. In fondo Gin ha appena 5 mesi e non e’ molto che e’ li da voi. Infatti non mi stupisce che all’ inizio fosse piu’ tranquillo, perche’ era ancora nella fase di studio e osservazione del nuovo ambiente.
Per prima cosa, non tirarlo assolutamente fuori dalla gabbia appena urla, perche’ come abbiamo detto, e’ proprio cosi’ che “rinforzi” questo comportamento. In linea di massima, proprio come i bambini, i capricci vanno semplicemente ignorati…solo cosi’ comprenderanno che questo non porta alcun vantaggio. Mi rendo conto che essendo in un condominio la cosa non e’ semplice, e allora puoi aiutarti cambiandolo di posto. La cucina non e’ il luogo ideale e ti suggerisco di spostarlo in camera, soprattutto la sera quando soggiornate  davanti Alla TV  Cosi’ puo’ stare al buio tranquillo e dormire il numero di ore di cui ha bisogno. Se hai una gabbia con le ruote e’ facile spostarlo a seconda delle necessita’.
Usa il cosiddetto” rinforzo positivo” ovvero premialo quando si comporta bene ( leccornie e coccole), e ignoralo
Quando urla, e se becca rimettilo in gabbia subito e allontanati. L’ obbiettivo e’ fargli capire che urla e beccate non gli portano i vantaggi voluti.
Sta tranquilla, la situazione migliorera’ ma dovrai essere molto ferma nelle tue azioni. E sono certa che c’è la farai, perche’ dalle tue parole ho intuito il bene che vuoi a Gin, e in particolare ho notato e apprezzato una cosa molto importante: vuoi capire, e  ti interroghi ….il giusto approccio che ognuno di noi deve avere quando ci relazioniamo con questi intelligenti  animali, ma non solo con loro….!
Un caro abbraccio anche a te, e non scoraggiarti, perche’ vedrai che il giusto equilibrio nella convivenza con Gin, arrivera’ con il tempo.”

Maria

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inviato il 21/01/2016
Salve volevo chiederle quali pappagalli otre ad un esemplare della stessa specie possono convivere pacificamente nella stessa gabbia con una calopsite ?
La ringrazio anticipatamente per la risposta.
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” La calopsite e’ una specie dal carattere tendenzialmente mite e in genere tollera bene la convivenza con esemplari della stessa specie, anche se un esemplare viene inserito nella stessa gabbia in un secondo momento ( purche’ compatibili: allevati a mano solo con allevati a mano, e selvatici con selvatici). Diverso e’ il caso di inserimento di altre specie, sicuramente meno ” tolleranti” di carattere della calopsite; a meno che, non siano cresciuti insieme. Pertanto sconsiglio la convivenza nella stessa gabbia, a meno che non sia un’ altra calopsite compatibile.
Maria
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inviato il 20/01/2016
Salve, mi chiamo elisa e un paio di mesi fa mi è stato regalato un
inseparabile allevato a mano.
I primi due giorni era docilissimo, ma poi ha iniziato a beccarmi anche
piuttosto forte. Nonostante sia io a occuparmi di lui/lei (non mi hanno saputo
dire se sia maschio o femmina), al mio ragazzo non fa nulla, si fa coccolare e
con lui è dolcissimo/a. Pure con mio papà e miei amici maschi il pappagallino è
un tesoro, mentre se si trova vicino a una femmina(io, mia mamma, mia sorella,
ecc..) è aggressivo e anche solo se muoviamo la mano ci insegue e ci attacca.
Non so più che fare, lei mi sa dire qualcosa? Posso fare in modo che si
affezioni anche a me?
Grazie in anticipo, ciao
Elisa
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“Ciao Elisa, devo essere sincera, non credo molto alla teoria del ” comportamento sessualizzato” dei pappagalli, inteso come netta preferenza di un sesso in base al proprio…
So che alcune persone constatano questo comportamento, tuttavia io rimango convinta che a influenzarlo siano ben altri fattori…..
Premesso cio’ prova a individuare quali sono gli elementi in comune che possono caratterizzare un’ approccio maschile rispetto al vostro femminile.
La prima cosa che mi viene un mente,  puo’ essere le unghie colorate e i gesti con le mani…ho gia’ parlato piu’ volte dell’ importanza del giusto approccio con le mani,  e di come il pappagallo puo’ interpretarlo.
Considera poi il circolo vizioso: se istintivamente qualcosa lo percepisce come una minaccia, lui istintivamente becca, e so per esperienza che la reazione delle persone alle beccate non e’ certo ” morbida” verso il pappagallo…questo autoalimenta il meccanismo.
Gli inseparabili comunque, come ho detto piu’ volte, hanno un carattere tutt’ altro che docile…
Ma sta al proprietario conquistare la sua fiducia, ottenendo almeno il meglio che, rispetto al  potenziale caratteriale di questa specie, si puo’ ottenere.
Ciao”

Maria

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inviato il 14/01/2016
Ciao sono di nuovo Dorima ,ho gia ridolto il problema con gli estrusi,Echo(il parrocchetto ora e molto legato a me) , vorrei prendermi un pulcino di ecletto , Echo vedendolo crescere diventerano buoni amici credo? E vorrei delle informazioni nel crescere il piccolo ,gia so le cose principali ma un consiglio in piu non mi farà male.

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maschio di eclecto

” Ciao Dorina,  Ti dico da subito che sconsiglio sempre vivamente , a chi non e’ esperto, dall’ acquistare un pullo…! Non e’ una cosa nella quale ci si puo’ improvvisare senza nessuna esperienza, e per di piu’ con una specie di taglia medio/grande! Non bastano informazioni sommarie , senza alcuna esperienza pratica alle spalle. I problemi che possono insorgere vanno poi saputi individuare (l’ esperienza), e saputi gestire! E la mia esperienza m’ insegna purtroppo, che incauti acquisti, fatti perche’ esistono persone irresponsabili che vedono dei pulli a persone totalmente inesperte, risultano poi problematici, e a farne le spese e’ il pullo.
Percio’ pensaci bene perche’ ti assumi una certa respondabilita’ , ed esperienza non né hai.  Detto cio’ , se vuoi approfondire l’ argomento, ti invito a leggere il mio articolo ” allevare a mano un pappagallo”, che trovi nella sezione ” allevamento”: metti freccia li, e compare ” articoli amici dei pappagalli”. Da li trovi subito il mio articolo. Ma quest’ articolo naturalmente va visto in un’ ottica di linea guida per persone gia’ con un minimo di esperienza, perche’ ovviamente non si puo’ sostituire ad essa.
Ciao”
Maria
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inviato il 14/01/2016
Ciao sono Francesco e da una settimana ho preso un conuro del sole di 2 mesi allevato a mano. .è molto schivo e non urla tanto vuole stare nella gabbia. Se lo prendo cerca subito di tornare in gabbia. Io sapevo che i conuri erano molto urlatori e coccoloni ma questo mi sembra molto timido. Non mi mangia gli estrusi e la frutta anche se l’allevatrice aveva detto che li mangiava.Tu cosa ne pensi del suo comportamento? .Grazie e saluti.

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Sunny di Maria

” Ciao Francesco, penso innanzitutto che e’ ancora piccolino, appena 2 mesi, ed e’  li con te da appena una settimana…devi dargli il tempo di ambientarsi…! E’ normale che ancora non manifesti tutto il suo potenziale in fatto di ” urla” ; quando sono cosi’ piccoli ancora non lo manifestano molto, ma appena si ambientera’ per bene, e sviluppera’ attaccamento a te, vedrai che non tardera’ a ricercare la tua attenzione con i suoi potenti mezzi! E’ normale anche un certo timore visto che ha cambiato ambiente.
X quanto riguarda l’ estruso, bisogna vedere se e’ dello stesso tipo a cui era abituato…a volte se e’ in chicchi troppo grossi viene rifiutato. La frutta dovrebbe gradirla,  provane vari tipi e inizia a proporgliela in mano; questo dovrebbe incuriosirlo. Ciao”
Maria

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” Maria con il suo Sunny”

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inviato il 13/01/2016
Ciao, mi chiamo Max e da 9  mesi ho uno splendido parrocchetto monaco allevato a mano. Adesso ha esattamente  un anno di vita. Si è  legato tantissimo a me e ripete molte parole e suoni.  Purtroppo mi capita ultimamente di star fuori casa qualche giorno perciò vorrei chiederti se fosse il caso di mettergli un compagno o compagna della stessa specie…magari anche non allevato a mano. Dello stesso sesso potrebbero stare bene insieme? Grazie e a presto…Ciao!!!!

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Maria con i suoi monaco al Gran Galà dei pappagalli, ultima domenica di Gennaio

“Ciao Max, potrebbe in effetti soffrire molto la solitudine se e’ molto legato a te, e prevedi di assentarsi anche per piu’ giorni. L’ idea di mettergli un compagno/a in questi casi di soggetti allevati a mano e’ spesso irrilevante poiche’ per lui siamo solo noi il loro ” compagno”. A volte quel che soggetto risponde bene, nel senso che riesce a non vedere l’ ultimo arrivato come un intruso, e a interagisce. Non hai che da fare un tentativo per scoprirlo. Ma assolutamente non un soggetto selvatico in quanto sono del tutto incompatibili ! Hanno inprprinting diversi e il comportamento del soggetto pet  finirebbe per inselvatichirsi !
Il suggerimento che ti do e’ di mettere all’ interno della gabbia dei giochi nuovi, lasciarlo solo il meno possibile e , se vuoi tentare a mettergli un compagno, assolutamente non selvatico. “
Maria
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inviato il \12/01/2016

Buonasera Maria,

Ho trovato il suo indirizzo e-mail tramite internet e mi incuriosisce farle delle domande se me lo concede.
Io in casa ho due Calopsite ( maschio e femmina) allevate a mano e nelle ore in cui son presente le lascio libere per casa giocando insieme a loro. Tra un po’ (fine febbraio) dovrei prendere un cenerino, sempre allevato a mano, che terrò nella stessa stanza insieme alle Calopsite ma in gabbie separate. La mia domanda è:
Come mi devo comportare? Possono stare liberi per casa tutti insieme quando son presente anch’io o ci possono essere dei problemi? Se ha qualche esperienza al riguardo mi farebbe piacere sentirle.

Ringrazio anticipatamente,
Buonasererata, Alessandro.

Maria e il suo Alex

Maria e il suo Alex

“Ciao Alessandro, e benvenuto nel mio blog.
Ti rispondo molto volentieri, oltretutto il cenerino, per innumerevoli ragioni di cui potrei riempire un’ enciclopedia, e’ la specie che personalmente amo di piu’ e concentra in assoluto i miei interessi, in quanto si tratta di un vero e proprio fenomeno nelle sue capacita’ cognitive e psicoaffettive…
Questa specie merita una trattazione a parte, ma ora non mi dilunghero’ e arrivo al punto.
Come ti devi comportare: partiamo dal presupposto che il cenerino e’ molto timido e pauroso, e data la sua intelligenza eccezionale, e’  estremamente emotivo. Quindi va benissimo la collocazione nella stanza insieme alle Calopsiti, in gabbie ovviamente separate. Quello che devi tenere presente e’ che cambia completamente ambiente, volti, rumori…e dovrai dargli il tempo di ambientarsi, e non preoccuparti se all’ inizio ti apparira’ timoroso…e’ normale. Muoviti sempre con calma intorno a lui, evitando di muovere bruscamente oggetti o cose voluminose..il concetto e’ che lui deve familiarizzare con un ambiente il piu’ rassicurante possibile per lui. Sara’ sicuramente un soggetto giovane, e quindi non tardera’ ad ambientarsi . Tendera’ molto probabilmente a legarsi con una persona in particolare, quindi abitualo da subito a socializzare con piu’ componenti della famiglia.
X quanto riguarda la convivenza con le calopsiti non ci sono problemi e vale sempre la regola generale : prima l’ approccio visivo, poi possono stare fuori insieme, in terreno ” neutro” x entrambi, ovviamente sotto vigilanza. Da evitare che le Calopsiti volino accidentalmente sopra la gabbia del cenerino, in quanto lui e’ molto territoriale e protettivo , e potrebbe mordere le zampette delle Calopsiti con danni anche seri, visto il potenziale del suo becco. Ma se gli incontri avvengono in terreni neutri x tutti, non ci dovrebbe essere nessun problema. Ti allego una foto del mio Alex. Ciao”

Maria

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inviato il 05/12/2016
Leo
VOLEVO SAPERE MA I PARROCCHETTI DAL COLLARE PARLANO ??
Certamente, basta stimolarli ad apprendere il linguaggio, come per ogni specie.
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inviato il 02/01/2016
Ciao Maria sono Angelica, complimenti per la passione che metti nel tuo lavoro. Volevo farti una domanda, da settembre ho un Ara Arlecchino che ora ha sette mesi, è molto attacato a me e purtroppo non si fa toccare da nessuno. Avevo intenzione di prendere un parrocchetto barrato, da tenere ovviamente in una gabbia diversa ma nella stessa stanza. Possono stare insieme o come mi hanno detto delle calopsite può causare malattie alla mia ara? Dato che lui è così legato a me come potrebbe reagire?Grazie milleCiao IMG-20160103-WA0009

” Ciao Angelica, benvenuta.
Tutte le Ara, in particolare le specie di grande taglia, sono tra i pappagalli piu’ monogami,  e si legano in modo esclusivo,  quasi morboso al loro proprietario. La tua Ara , benche’ giovanissima ha gia’ sviluppato questo attaccamento esclusivo verso di te. Questo puo’ dipendere anche da quanto e’ stata socializzata in fase di allevamento a mano, cioe’ con quante persone ha avuto la possibilita’ di entrare in contatto nei primi mesi; ma anche dal fatto che passa buona parte del suo tempo con te, e quindi si lega a te. Per quanto riguarda l’ introduzione di un parrocchetto barrato, e in gabbie ovviamente separate non vedo particolari problemi. Dal punto di vista della prevenzione delle malattie, non sono potenzialmente piu’ portatori di altre specie, ma provenendo probabilmente da un’ altro allevamento, io eviterei di collocarlo da subito nella stessa stanza. Dal punto di vista psicologico e’ un’ altra questione. Nessun problema per il contatto visivo, ma tieni presente che l’ Ara e’ molto legata a te, e vedendoti riservare attenzioni anche al nuovo arrivato, potrebbero nascere degli antagonismi, anche accesi…! Se dimostra aggressivita’ verso altre persone, e’ assai probabile la sviluppi anche verso l’ ultimo arrivato, che per lui e’ un ” Invasore”. Naturalmente non e’ matematico questo, ma devi tenerlo in considerazione, bilanciando equamente le tue attenzioni tra i due soggetti. Ciao.”

Maria

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inviato il 30/12/2015
Ciao Maria, io e il mio compagno abbiamo preso un parrocchietto dal collare di 4-5 mesi circa due settimane fa.
Il parrochietto non è stato allevato a mano ed è estremamente diffidente.
Stiamo provando a dargli fiducia con un bastoncino da gioco che inseriamo nella gabbia, nel momento che ci sale gli diamo della frutta fresca di premio, ma oltre a questo non abbiamo ottenuto altri risultati. è impossibile mettere la mano nella gabbia perché inizia a svolazzare come un pazzo; inoltre sembra restio pure a farsi il bagnetto, abbiamo notato che da due tre giorni si strappava le piume col becco, sospettando si sentisse sporco gli abbiamo spruzzato un po’ di acqua addosso e messo poi un prodotto contro parassiti e antilesionismo.
Stavamo pensando di tagliargli le ali per provare a farlo uscire, ma non riesco a trovare un veterinario a Londra che lo faccia (viviamo a Londra).
Hai consigli da darci per prendere fiducia e per arrivare a farlo mangiare sulla mano e soprattutto a farlo uscire dalla gabbia??Grazie.
Alessandra e Davide IMG-20151230-WA0001

Ciao Alessandra e Davide, benvenuti nel mio blog. Partiamo da una fondamentale premessa: il parrocchetto dal collare non e’ stato allevato a mano, quindi il suo comportamento selvatico, e’ assolutamente normale
E’ naturale che se viene introdotta una mano nella sua gabbia lui svolazzi in preda al panico. Non riconosce la figura umana come un suo simile, e se questa specie e’ gia’  molto diffidente e schiva da allevata a mano, figuriamoci se allevata dai genitori naturali.  Detto cio’, non va fatta alcuna forzatura nei suoi riguardi. Sconsiglio nella maniera piu’ assoluta il taglio delle remiganti, in quanto e’ una forma di violenza fisica e psicologica che viene fatta a un soggetto, e non mi sorprende che non trovate nessun veterinario disposto a farlo. Tagliargli le remiganti significa privarlo dell’ unica difesa che ha contro una minaccia: il volo. Questo gli genererebbe frustrazione e depressione, e svilupperebbe, come gia’ mi sembra di capire stia facendo in fase iniziale, sindrome da autodeplumazione. Essendo un soggetto selvatico, costretto a stare da solo (sono animali fortemente sociali)e’ possibile che, benche’ giovane, inizi a soffrire x la mancanza di un suo simile; in piu’ vive i vostri tentativi di addomesticamento, come una continua minaccia. Quello che suggerisco, e’ di non forzarlo a comportarsi come un soggetto imprintato,  se non lo e’. Questo non significa non tentare di conquistarsi la sua fiducia, ma sono proprio le forzature a comprometterla. Niente mani introdotte dentro la gabbia. Il bastoncino puo’ essere un buon ” ponte” tra lui e voi, e va bene premiarlo. Continuate con questo rinforzo positivo. Potete provare a offrire cibo dalle mani ma fuori dalla gabbia, giusto perché col tempo comprenda che le vostre mani non sono una minaccia. Ma tagliare le remiganti pur di tenerlo fuori e impedirgli di fuggire non va fatto. “

Maria

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inviato il 25/12/2015
Salve ,questa domenica vado a prendere un parrocchetto dal collare di 4 mesi allevato a mano. Chiamando l’ allevatore mi ha detto che è abituato a magiare i semi per parrocchetti,io vorrei insegnarli a magiare li “estrusi” per parrocchetti. Non saprei come fare. Ho avuto un lori dal bavaglio di 2 mesi allevato a mano , dal primo giorno che l’ho preso era un coccolone, purtroppo 2 settimane fa ha avuto un infarto. i lori sono pappagalli australiani e quindi molto docili,lo so che i parrocchetti sono piutosto freddi però lei pensa che potrebbe essere docile?grazie
“Ciao, non dovrebbe essere difficile abituare un giovane parrocchetto dal collare all’ estruso. Inizia subito pero’, appena lo porterai a casa. E integra comunque con frutta e verdura fresca tutti i giorni. Come specie e’ tendenzialmente molto diffidente e schiva, ma essendo molto giovane, e se manterrai un contatto fisico costante, dedicando giornalmente del tempo solo per lui, sara’ un soggetto docile e probabilmente si leghera’ a una persona in particolare.
Ciao”
Maria
Ciao Maria ho gia preso il parrocchetto però è molto spaventato come faccio a non avere paura di me ? Non becca per niente ,ha 4 mesi allevato a mano

“Ciao, e’ una reazione normale avendo cambiato repentinamente ambiente, trovando un contesto nuovo e persone a lui sconosciute. Dagli tempo e avvicinati a lui senza forzature, rispetta i suoi tempi, lascia che esca dalla gabbia spontaneamente e prova a proporre del cibo gradito con le mani. Col tempo e la pazienza ti conquisterai la sua fiducia.”

Maria

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inviato il 16/12/2015

Ciao Maria ti scrivo per avere qualche consiglio in merito al mio prossimo acquisto, In pratica ho un lutino bellissimo di inseparabile allevato da me a mano, è innamorato della mia famiglia gioca sta sempre con noi dorme sul divano con mio padre, è uno spettacolo :-) .

Io però da amante di vari esemplari volevo prendere un parrocchetto dal collarino di 3 mesi da un’allevatore , però ho paura di far ingelosire il mio inseparabile oppure di creare ostilità tra i due  , da premettere che il mio inseparabile sta sempre fuori gabbia con noi gira la casa conosce ogni angolo , in pratica ho paura che possa fare del male alla mia polly dato il carattere un po particolare del parrocchetto e dato il fatto che non conosco come si comporta dato che non l’ho allevato io.
Ti faccio questa domanda perché da me starebbe spesso fuori anche il parrocchetto. Grazie in Anticipo Maria

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” Maria e il piccolo Minguin “

” Ciao, capisco i tuoi dubbi, ma conoscendo il proverbiale carattere territoriale degli inseparabili, io mi preoccuperei piu’ per il collare…
Vedi, il tuo inseparabile lo vedi cosi’ docile e coccolone perche’ e’ stato allevato a mano da solo, senza conspecifici; ma la loro natura, a dispetto della loro apparente bonta’, e’ tutt’ altro che docile, ma anzi, estremamente territoriale e aggressiva. In particolare i soggetti femmina. E questo si slatentizza non appena in casa arrivano degli antagonisti, degli ” invasori”. Naturalmente non sto dicendo che e’ matematico che sia cosi’ ma conoscendo il carattere di entrambe le specie, vedrei piu’ l’ inseparabile come aggressore, dello schivo e diffidente parrocchetto dal collare.
Quello che ti suggerisco e’ di osservarli nella loro interazione all’ esterno , e vigilare attentamente su di loro, soprattutto nei primi tempi, finche’ non escludi eventuali rappresaglie. “

Maria

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Salve Maria ,
ho appena pubblicato un mio commento nel vostro bellissimo forum , mi chiamo Margherita , abito a Viterbo e vorrei trovare una sistemazione per i due inseparabili , perché come ho scritto , sono incompatibili con gli uccellini più piccoli che ho in casa –
Vi mando alcune foto , sono molto belli e soprattutto sani .
Aspetto un cenno di conferma
Graziepappi macchina s rosa e flickr 030
Margherita
” ciao Margherita. L’unica cosa che posso suggerirti, e’ di mettere un’inserzione su un sito preposto agli annunci, nella tua zona….
Il nostro sito, come il mio blog, si occupa di divulgazione sulla conoscenza e corretta gestione dei pappagalli. Percio’, individua un sito dedicato agli annunci nella tua zona e specifica che li cedi a titolo gratuito. Ciao”
Maria
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imviato il 25/11/2015
Ciao Maria. Mi chiamo Claudia e volevo farti i complimenti X la chiarezza e la semplicità con cui spieghi le cose. Da un po’ di tempo io e la mia famiglia abbiamo deciso di prendere un inseparabile, veramente siamo arrivati a tre. Piumosa ha quasi 3 mesi e l’ho presa che aveva 20 gg,gli altri due sn pulli e li adoro. Ho solo un piccolo problema. Sembra che piumosa non ami la ricostruzione alle unghie. Io ho le unghie ricostruite e niente da fare, né colorate ne lunghe…  Sulla mia spalla è adorabile,mi segue ovunque… Mi da i bacini ,ma come  mi avvicino con le mani prende e mi becca… Forte ma forte. Ma è colpa delle unghie….????? Mi ci sto’ arrovellando il cervello. Se puoi dirmi qualcosa te ne sarei grata. Grazie di cuore.

20140512_151951” Ciao Claudia, grazie per le belle parole, e grazie in particolare al quesito che mi poni, perche’ mi da l’ opportunita’ di spiegare un’ aspetto molto importante, che riguarda tutti i pappagalli a prescindere dalle specie.
Il senso della vista nel pappallo e’ sviluppatissimo, e paragonato alla gamma dei colori percepibili dall’ occhio umano, e’ sorprendente.
I loro occhi assorbono la luce ultravioletta e questo gli
consente di percepire una gamma di colori assolutamente impercepibile all’ occhio umano. Ti basti pensare che i due sessi nei pappagalli, percepiti dall’ occhio umano come identici nel cromatismo, non e’ affatto cosi’ ai loro occhi. Ne consegue che una sensibilita’ alla gamma cromatica cosi’ spiccata, unita poi alla percezione della nostra mano, come molto luminosa, li rende particolalmente suscettibili e nervosi nei confronti delle unghie colorate ! Tutti i pappagalli, e non solo gli inseparabili, non tollerano unghie lunghe e smaltate, ricostruite e decorate…
Immagina dal loro punto di vista, come puo’ essere percepita una mano che si fionda su di loro con unghie dai colori inquietanti ( per loro )…!
Incontro moltissime persone che mi riferiscono questa reazione aggressiva verso le unghie variopinte, e non e’ un caso se osservi le mie mani nelle foto, che le mie unghie siano prive di smalto…….
Quindi il tuo quesito mi da l’ opportunita’ di fare chiarezza su questo concetto che non viene tenuto in considerazione dalle persone, ma che tuttavia e’ molto importante per comprendere i comportamenti dei nostri affascinanti amici alati.
Ciao “

Maria

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inviato il 19/11/2015
Ciao Maria,
Sono Tania, ti avevo scritto quest’estate. Ho seguito il tuo consiglio passando più tempo possibile con il mio conuro testa nera, senza entrare nella sua gabbia o forzarlo in alcun modo. Volevo solo condividere la mia esperienza. La mia conura, è ancora un pó aggressiva quando è nella sua gabbia, ma nel frattempo si è abituata a noi ed è diventata molto più coccolona.  Si lascia grattare la testa ed accarezzare su tutto il corpo. Ancora ci aggredisce a volte, ma lo fa solo se ha confidenza e si sente sicura. Infatti quando ha paura è molto timida. Comunque da un mese la facciamo uscire dalla gabbia e la lasciamo libera in giardino e sulla terrazza sempre in nostra presenza. Ha molta paura di essere abbandonata. Inoltre viene anche in casa.
Ha piena fiducia ed in caso di spaventi o vola su uno di noi o nella sua gabbia. A volte fa dei voli sugli alberi intorno, ma non ci perde mai di vista e ci chiama, infine torna da noi.
È davvero bello vederla così libera.
Ci vuole molta pazienza ed affetto, ma alla fine questi animali capiscono se gli vuoi bene e ti fidi di loro e ti ripagano.
Grazie
“ciao Tania.
Sono contenta che con i miei suggerimenti hai visto dei buoni risultati. Il suo comportamento attuale e’ del tutto normale. Tutti i pappagalli si dimostrano piu’ timidi e insicuri quando sono fuori dal loro territorio, e al contrario piu’ spavaldi e sicuri quando sanno di avere la situazione sotto controllo. Bene anche x le “uscite sotto vigilanza”; quando un pappagallo si sente sicuro e protetto nel proprio ambiente, difficilmente si allontanera’. Tuttavia io suggerisco sempre la  prudenza, perche’ esiste sempre un margine di imprevedibilita’.
La strada intrapresa e’ quella giusta, continua cosi’.
Ciao.”Maria
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inviato il 08/11/2015

Salve,mi chiamo Giorgia, ho scritto quest’estate a Maria a proposito dei miei pulletti di pyrrhura Molinae i quali grazie ai suoi consigli stanno benissimo e non solo hanno smesso di chiamare e di mordere ma sono cresciuti e sono diventati affettuosissimi e docilissimi per di più la mia famiglia di pappi è cresciuta ed ora ci sono Polly, Picio ed Ettore che sono i pyrrhura poi c’è la mia coco Nuvola, Grisù il mio Conuro testa blu e Sky il mio inseparabile malva tutti allevati a mano e tutti convivono quasi sempre pacificamente Ora però vorrei prendere un nuovo esemplare sempre allevato a mano e mi piacerebbe moltissimo un pappagallo di ruppel o un gran alessandrino e vorrei prenderlo da voi se possibile…sempre secondo le vostre preziose indicazioni su quello che sarebbe tra i due l’esemplare più adatto ad entrare nella ns colorata ed affettuosa famiglia piena d’amore, ovviamente mi piacerebbe fosse un esemplare giovane ed allevato a mano! Spero di sentirvi quanto prima e di poter prenotare quanto prima uno dei due esemplari che desidero grazie mille intanto!

20140608_152816

” ciao Giorgia. Mi ricordo di te e mi fa molto piacere che grazie ai miei consigli, hai risolto tutto molto bene.
Veniamo al punto. Sei orientata su Poicephalus ruppelii, e Psittacula eupatria; si tratta in entrambi i casi di specie dal carattere molto timido e schivo; molto diversi dalle specie che ora possiedi. Nel primo caso e’ tra i meno diffusi del genere Poicephalus, ed e’ tra tutti forse il piu’ timido e riservato. Buono l’ apprendinento del linguaggio e la non rumorosita’. Anche se personalmente preferisco il senegalus tra gli appartenenti a questo genere.
Il Parrocchetto Alessandrino e’ il piu’ interessante tra il genere Psittacula, nel senso che ha piu’ propensione all’ apprendimento del linguaggio, e se ben imprintato e’ forse quello relativamente piu’ docile, rispetto ai Parrocchetti dal collare. Ma tieni presente che si tratta pur sempre di una specie molto diffidente e schiva. E con la tendenza a rinselvatichirsi se trascurata. Ne hai gia’ molti a casa e devi tenere presente che il momento giusto per accogliere un nuovo arrivo, e’ rappresentato dalla consapevolezza che quest’ ultimo non porta via nulla agli altri. E saprai mantenere un rapporto affettivamente equilibrato con tutti.
Io personalmente non allevo queste due specie, ma nel caso qualche collega le alleva e dispone di soggetti pet, te lo comunicheremo.
Ciao. “

Maria

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inviato il 07/11/2015
Buongiorno, scusa il disturbo, vorrei delle informazioni se possibile riguardo a due inseparabili. Ho allevato parecchie volte pulli a mano ma stavolta mi è successa una cosa che non mi era mai accaduta prima. Allora, questi due pulli hanno perso la mamma e li ho portati a casa a 10 giorni di vita! Ora ne hanno 36, fino a una settimana fa erano affettuosissimi non volevano stare senza di me, volevano essere presi in continuazione.. Adesso da una settimana a questa parte sono diventati improvvisamente diffidenti come se avessero addirittura paura di me e tra l altro sono anche meno vispi, ma quando arriva l’ora della pappa e hanno fame salgono volentieri in mano, tra l altro li sto allevando con il nutribirdA21 e nonostante ciò hanno il morso parecchio debole.. è la prima volta che mi trovo in difficoltà e sono un po preoccupata come devo comportarmi?
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“Ciao, Riferisci che li vedi meno vispi, ma sono reattivi al momento del pasto. Quindi escluderei problemi di salute, fatto salvo che tu non li veda intorpiditi, con visibili segni di malessere. Quindi io imputerei la questione al fatto che gli inseparabili hanno la tendenza a sviluppare una certa diffidenza appena raggiungono l’autonomia alimentare, e questo appare evidente soprattutto se sono allevati insieme ai loro simili. Poi dipende sempre dalla predisposizione genetica, ma in linea di massima questa è la loro tendenza. quindi con questa specie io suggerisco sempre di allevarli separatamente, in modo da contrastare la loro propensione dominante di legarsi tra i loro simili, con conseguente diffidenza verso la figura umana. Io farei un tentativo tenendoli separati , escludendo anche il contatto visivo, e dedica più tempo possibile al contatto manuale, e tieni sempre monitorata la loro reattività.”
Maria
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inviato il 27/10/2015
Ciao maria
Spero di non disturbarti, ho letto molti dei consigli che hai dato sul
tuo blog per questo vorrei esporti un mio problema: ho un parrocchetto
dal collare di 7/8mesi che io stessa ho allevato a stecco.
Ha una bella gabbia alta 1, 55 e larga 80 cm con un bel ramo su cui puo
arrampicarsi, tuttavia ha cominciato ad essere molto territoriale, mi
spiego: non vuole assolutamente farsi toccare ne da me ne da nessuno
quando è in gabbia, e neanche farsi prendere, non vuole mai entrare in
gabbia nonostante lo tenga libero molto spesso durante la giornata e se
non lo lascio fare come vuole mi becca per fare male (mi ha gia fatto
uscire il sangue parecchie volte).
Non riesco a dargli neanche da mangiare dalle mie mani quando lui è in
gabbia xke becca sia a me che al cibo.
Sono disperata.
Come posso diminuire questa territorialità?
Ti ringrazio in anticipo
Cordialità
Sophie
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“ciao Sophie, nessun disturbo anzi, benvenuta nel mio blog. Innanzitutto devi sapere che Il parrocchetto dal collare è una specie dall’indole estremamente schiva e diffidente, a volte scontroso,  e questo tratto caratteriale si evidenzia spesso proprio dopo lo svezzamento. Premesso ciò, vi sono poi molti aspetti che possono accentuare la diffidenza e di conseguenza la territorialità; I pappagalli, come ho detto altre volte, non amano mai essere forzati in qualcosa, e una delle azioni più sgradite è proprio quella di e forzarli a uscire dalla gabbia, che per loro è un luogo dove si sentono sicuri e protetti. Le mani che si introducono nella loro gabbia, specialmente se con modi bruschi, le percepiscono nella loro memoria antica come un predatore che si fionda su di loro.
Dalle tue parole intuisco che le mani vengono introdotte spesso nella sua gabbia, poiché sottolinei che non si lascia prendere e toccare, e rifiuta anche il cibo proposto con le mani, sempre dentro la sua gabbia, segno che le percepisce come una minaccia. C’è anche da aggiungere che se alle sue vigorose beccate,  la tua risposta è aggressiva , questo autoalimenta il meccanismo, instaurando un circolo vizioso…
Quello che ti suggerisco è di rispettare i suoi tempi e volontà; non forzarlo a uscire prendendolo, ma apri la gabbia e lascia che lo faccia spontaneamente. Una volta fuori puoi , e non subito, avvicinati offrendo una leccornia, del cibo molto gradito . l’obbiettivo è che lui impari a fidarsi di te, e conoscendo la proverbiale diffidenza dei parrocchetti dal collare, occorre molta dolcezza e pazienza. Ma la situazione è sicuramente migliorabile.
Punta con il cosiddetto “rinforzo positivo”, e vedrai che , con i suoi tempi, le sue reazioni si ammorbidiranno. Ciao “
Maria
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Salve, da poco ho adottato una calopsite ed ora vorrei trovarle un amico.. Mi piace molto il Pionus Senilis, ma non so se convivrebbero al meglio.. Che faccio rischio? Aiuto
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” Ciao, non vedo particolari difficolta’ circa la convivenza tra una Calopsitte e un Pionus Senilis. Sono entrambe specie con un’ indole molto docile e accomodante, specialmente la Calopsitte; I Pionus, sono pappagalli abbastanza compatibili per docilita’;Tra l’ altro il Senilis e’ anche tra i piu’ piccoli tra questo genere e l’ arrivo quasi contemporaneo di due giovani esemplari, di cui nessuno dei due ha sviluppato ancora una certa territorialita’, non lo vedo di per se problematico. Come raccomando sempre in questi casi, avvicinamento graduale, sotto vigilanza, fino ad accorciare sempre piu’ le distanze. “

Maria

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Ciao Maria,sono una ragazza di 20 anni di Piacenza. Domenica sono andata a prendere il mio parrocchetto monaco a Como, il signore mi ha detto che ha 4 mesi ha l anello alla zampa e il cites me lo mamda tramite posta in questi giorni.
Ce l ho da due giorni,è il mio primo pappagallo. Lui (penso che sia un maschio,così mi ha detto il signore dal quale lo ho preso.) ha molta paura, non esce dalla gabbia a meno che non lo tiro fuori. Quando lo tiro fuori e lo appoggio, se provo ad avvicinarmi a lui inizia a volare. Vola in discesa perché li hanno tagliato un po di ali,così mi hanno detto.
Quanto ci vuole che si abitui? Come faccio a fargli capire che di me si può fidare? Se ha paura..
Su internet leggo tante cose diverse e non so più che pensare.
Un giorno imparerà qualche parolina? Quanto tempo ci vuole?
Io ogni volta che vado via li dico “ciao” e così ogni volta che arrivo..Prima di spegnere la luce li dico “Buonanotte ” e la mattina appena mi alzo “buongiorno”.
Il suo nome è Chris,lo chiamo tante volte al giorno..ma come niente fosse..

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“Ciao.
Quante domande…e questo va benissimo. Ma soprattutto quanta impazienza !
Lo hai portato a casa da appena due giorni, ripeto due giorni,  e gia’ pretendi che sia perfettamente ambientato, a suo agio (e qui bisognerebbe vedere che clima vive intorno a lui), che sia gia’  automaticamente legato a te, e un dispensatote di coccole e parole! !
Eh no le cose non stanno affatto cosi! Perdona la mia schiettezza, ma il mio intento e’ quello di farti capire che non e’ un peluche dotato di pulsante on /off…ma una creatura dotata di intelligenza e soprattutto sensibilita’, ed esattamente come te, ha bisogno dei suoi personali tempi di adattamento e ambientazione…e la fiducia la acquisira’ non appena si sentira’ evidentemente  non “forzato e pressato” psicologicanente.
Io non conosco il soggetto in questione, ma di sicuro il clima “impaziente” intorno a lui non lo aiuta.
Mi dici che non esce, a meno che tu non forzi la cosa prendendolo (forzandolo) ; non mi stupisco se vola via quando ti avvicini…
A chi cedo i miei esemplari io dico sempre :
” Mai forzarlo in nessun modo…lasciatelo osservare il nuovo ambiente, i nuovi movimenti e rumori intorno a lui, le nuove facce…solo successivamente, aprite la gabbia, ma limitatevi a osservarlo…sara’ lui appena si sentira’ pronto e al sicuro, a uscire ed esplorare l’ ambiente “.

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Qualsiasi rapporto che si instaura con il pappagallo, e’ basato sulla FIDUCIA E RISPETTO.
Da questo fondamenrale presupposto si avvia tutto.
Mi chiedi ” tra quanto si fidera’ di te e imparera’ a parlare”..
Risposta” dipende da te. Da quanto pazienza e dolcezza tu gli dimostrerai…
Veniamo all’ apprendimento del linguaggio. Il parrocchetto monaco e’ un buon parlatore; a mio avviso il migliore tra quelli della sua taglia. E’ chiaro che ogni singolo soggetto ha le sue potenzialita’ e piu’ verra’ stimolato, meglio apprendera’. Ma di certo non puoi pretendere che a soli 4 mesi, e dopo due giorni che ce l’ hai a casa snoccioli parole…!
Non voglio darti riferimenti temporali precisi, perche’ non vorrei mai che tu mettessi un cronometro a Chris…..ma posso dirti che per questo aspetto dovrai pazientare almeno fino all’ anno di eta’; questo e’ influenzato da molti fattori, e tu non devi far altro che…parlargli, coccolarlo e rispettarlo nella sua personalita’ che manifestera’.”

Maria

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inviato il 12 /09/2015

Salve Maria, ho letto sul suo sito cose molto interessanti. Vengo al punto io ho due calo sesso maschile, che convivono con un conuro del sole di 6 mesi, dolce in pagliaccio x ora nn morde, premetto nn so il sesso, io stasera vado a prendere un parrochetto monaco è un testa nera già svezzato ma di circa 3 o 4 mesi, cosa dice il mio sole si ingelosice oppure essendo giovane andranno bene insieme.. La mia idea è di mettere i 3 monaco, sole, testa nera prima o poi nella stessa gabbia grande, e tenere le calo in un altra, cosa mi consiglia, io ho avuto approccio con molti pappagalli tutti diversi ma una cosa in comune e che sono giovani tenderei a questa convivenza più avanti tra un mesetto. Intanto li faccio uscire assieme x vedere il mio pagliaccio contro del sole come reagisce. Premetto il sole l’ho svezzato io. Grazie 1000 a presto. Speriamo che nn faccio cavolate.

DSCN5126

“Ciao. Non ho capito bene cosa intendi x ” testa nera”..credo probabilmente un conuro testa nera. Riassumendo tu mi chiedi se la convivenza tra conuro del sole, parrocchetto monaco e quest’ ultimo e’ possibile. Teoricamente se abituati da giovanissimi tutti e 3 si. ma non e’ poi cosi’ scontato, in quanto dipende sempre dalle caratteristiche caratteriali strettamente individuali dei soggetti. Io suggerisco sempre di iniziare con gradualuta’; prima il contatto visivo, poi la conoscenza fisica in un posto ” neutro” per tutti, e si osservano le reazioni. Se non ci sono rappresaglie si possono far convivere, ma in un gabbione di dimensioni adeguate affinche’ non si creino conflitti per contendersi spazio e cibo.

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Ciao io sono Giorgia innanzitutto grazie davvero dei meticolosissimi è preziosissimi consigli davvero molto utili; io sto allevando a mano tre Pulli di pyrrhura Molinae che sono arrivati da me due mercoledì fa che avevano rispettivamente 15,17,19giorni ed ora ne hanno appunto 27,29,31 ciascuno…premetto che è la prima volta che allevo a mano essendomi fatta influenzare dall’allevatore (ma questa è un’altra storia) che li ho subito messi in camera calda di legno con sul fondo fogli di giornale e di scottex che ho sempre sterilizzato tutto dandogli da mangiare, li nutro con nutribird A21 pappa leggermente diluita (perché hanno avuto difficoltà di digestione 2di loro in particolare uno),che la pappa è sempre a 38’39’gradi controllata con termometro digitale e che li ho già portato dal veterinario aviario tre volte per paura di aver sbagliato qualcosa visto i lunghi tempi di digestione che mostra uno dei soggetti, ma per fortuna con ottimi riscontri in quanto stato fatto un tampone del gozzo con il risultato che non ci sono né batteri ne parassiti, più vado avanti con l’allevamento più i soggetti mi sembrano aggressivi..mangiano e dormono e quando si svegliano sbraitano..ed ora tentano anche di beccarmi ogni tanto…io davvero sto cercando di impegnarmi al massimo ma data la grande intelligenza dei pappagalli non vorrei che questo fosse il loro modo per farmi capire che sto sbagliando in qualcosa…per di più sto giusto iniziando a fare la pappa un po’ più densa appunto come uno yogurt, ma vorrei capire se è il caso di integrare la loro dieta con estrusi semi spighe di panico etc e se si di che tipo e tra quanto e poi vorrei appunto capire se questo comportamento passerà o se sono stata io a rovinare irrimediabilmente il suo carattere o se c’è un motivo se cui fanno così e se c’è qualcosa che io possa fare o correggere per evitare tutta questa aggressività..(! Ho dovuto anche separarli perché si baccavano in maniera violenta tra di loro) vi prego Aiutatemi!!!

“Ciao Giorgia, arrivo subito al nocciolo della questione.
X quanto riguarda la difficolta’ di.digestione, oltre alle cause infettive che col.tampone sono state escluse, c’e’ da considerare il numero dei pasti. Non mi dici il numero, ma a volte a determinare.la ritenzione del.gozzo.c’e’ proprio il.pasto troppo frequente e/o.pappa troppo.densa.
Vedi, chi.non.e’ esperto tende a seguire un “numero” di pasti a prescindere…
Invece non esiste un.numero ‘fisso’” da seguire; ma solo a titolo orientativo, perche’ cio’ che conta e’ NON somministrare mai un.pasto finche’ non.ha svuotato.completamente il gozzo.
Altra questione:
All’eta’ di un mese dovrebbero già aver avuto la possibilita’ di.sperimentare cibi solidi, quindi va messa a disposizione una varieta’ tra pastoncino, spighe di panico, misto semi e un.po’ di frutta. Volendo anche un’ estruso, di piccola pezzatura. Molto gradito comunque in fase iniziale e’ un.buon pastoncino per pappagalli.
Passiamo all’ aggressivita’.
I conuri del genere pyrrhura, hanno una certa tendernza a essere mordaci, ma mi sorprende quella che descrivi, addirittura tra loro.cresciuti insieme. Non.credo.che tu possa avere sbagliato qualcosa in termini psicologici, anche se non basta solo la somministrazione della pappa per un buon inprinting, ma come dico sempre, allevare a mano e’ soprattutto un nutrimento affettivo…dedicare tempo al.contatto fisico.
A parte cio’, i 3 soggetti mostrano una certa predisposizione genetica all’ aggressivita, e oer tentare di.compensare questa caratteristica, suggerisco di isolarli gli uni dagli.altri, tenendoli in.gabbie separate. In.modo.da tenere la figura umana come unico punto di riferimento.ed evitare inutili antagonismi, questo andava fatto anche prima, ma si puo’ sempre tentare.Tutto questo.naturalmente accompagnato.da molto.contatto.fisico e “premi” con.pezzetti di frutta e cibi graditi.
Ciao; Ti.allego la foto di 3 miei.esemplari “

Maria 20150712_142549

Ciao Maria io sono Giorgia ed ho già scritto un post sui miei Pyrrhurini che sto allevando a mano (per la prima volta) rispettivamente di 29, 31 e 33 giorni oggi anche se spero di non aver detto nulla di offensivo o che vi abbia infastidito non avendo avuto risposta…e se l’ho fatto involontariamente chiedo umilmente scusa è preciso che non era assolutamente mia intenzione!
Ti riscrivo oggi in quanto i miei pyrrhurini ogni volta che sono svegli ululano a gran voce e non smettono fino a quando non tornano a dormire..premetto che sto seguendo i consigli dell’allevatore indi per cui non li ho mai tirati fuori dalla gabbia se non per dargli da mangiare perché troppo piccoli e non ancora impiumati anche se da oggi proprio ho iniziato a tenerli qualche ora in camera con me ed a farli giocare ma loro hanno sempre continuato a strillare devo anche dire che avendo avuto dei grossi problemi digestivi purtroppo non sempre ho perfettamente rispettato gli orari delle imbeccate ma sono andata più dietro al completo svuotamento del gozzo e non vorrei che a causa di queste cose il loro carattere sia stato malamente improntato facendoli irrimediabilmente diventare aggressivi. C’è qualcosa che posso fare per rimediare a questo atteggiamento così aggressivo nei nostri confronti?(perché quando sono soli tra l’altro anche se sono svegli si guardano i giro tranquilli ma senza urlare)visto che devono ancora iniziare lo svezzamento, c’è un modo per correggere la loro forte aggressività? Pablito il più grande, becca anche e tenta di farlo in maniera audace e fa male! C’è qualche gioco magari che posso iniziare a prendergli per impegnarli e spostare il loro interesse cancellando magari la paura (se così fosse) nei nostri confronti?e per fargli capire che sbagliano o che fanno qualcosa di giusto come posso premiarli dato che mangiano solo la pappa?grazie mille x l’attenzione speranzosa in una tua risposta ti saluto e ti rinnovo i complimenti per il tuo fantastico blog

“Ciao, non hai detto assolutamente nulla di offensivo, tranquilla!
E’ solo che, io cerco sempre nei limiti del possibile di rispondere in tempi brevi, ma in questo momento sono in vacanza anch’io, e mi dedico ad altre cose…
Comunque ripeto cio’  che ti ho gia’ scritto nella prima risposta, e per il corretto svezzamento ti invito a guardare il mio articolo ” allevare a mano un pappagallo”  che trovi nella sezione ” allevamento”, seguito da ” articoli amici dei pappagalli”. Ti sara’ molto utile per una visione d’ insieme di tutta l’ impresa in cui ti sei cimentata, non avendo mai avuto nessuna esperienza prima…
E qui ci sarebbero molte riflessioni da fare a proposito di chi affida dei pullus a persone totalmente inesperte…
Ma tornando al tema, non devi interpretare come ” aggressivo” il normale atteggianento dei pappagalli di usare il loro richiamo naturale alla vista del proprietario. Vi ricorrono per vari motivi o per attirare l’ attenzione o per euforia; oppure talvolta i pyrrhura lo fanno spesso per una loro caratteristica caratteriale, per segnali di allarme magari persone che non conoscono, oppure gli stessi proprietari che compaiono all’improvviso o movimenti.bruschi intorno a loro. Tu stessa dici che quando sono da soli sono tranquilli percio’ queste reazioni rientrano in una fisiologicita’.
La mordacita’ purtroppo anche, ma andava intensificato il contatto manuale da tempi piu’ precoci di ora.
In conclusione, mai sgridarli o alzare la voce ( i pappagalli imitano il nostro comportamento!) e ricorrere invece, al cosiddetto  rinforzo positivo di cui ho spesso parlato.”

Maria

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inviato il 02/08/2015
ciao Maria Tommasi ho fatto la tua conoscenza alla fiera di Maerne e ti ho chiesto informazioni x un parrochetto monaco  ci sto pensando se decido di sicuro ti contattero vista la tua professionalità nel fratempo ti presento il mio pyrrhura molinae

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” Ciao, certo, mi ricordo di te, e ti ringrazio per le tue parole di stima; segno che la passione e professionalita’ che metto nell’ allevare le mie creature alate, arriva alle persone.
Grazie anche per il video del tuo pyrrhura…e’ molto bello e vedo anche molto giocoso e curioso…complimenti!
Certamente, se deciderai saro’ lieta di darti un mio parrocchetto monaco. Intanto ti allego una foto .20150730_140353
Ciao

Maria

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inviato il 23/07/2015
Ciao Maria, due giorni fa’ e scappato il mio conuro del sole….mi manca da morire…ho bisogno che qualcuno mi spiega quante possibilita c’e che lui ritorna da me. Scusami se non ti scrivo correttamente ma io sono ungherese….per caso mi sono trovata sul tuo sito allora ho pensato che magari tu potresti mettere la mia anima in pace. Se ti interessano le circostanze: lui ha 11 mesi, lo preso circa 5 mesi fa dal suo allevatore….e allevato a mano e era molto affezionato a me….era geloso anche al mio cane….sono in montagna da sola…dietro la spalla di Dio…sono qua per fare una lunga vacanza…siamo circondati dai boschi e dagli alberi di altezza 20-30 metri….sono con me anche i miei inseparabili (11) la mia tortora e il mio cane…ho poche possibilita di spostarmi. Cercavo di tenerlo piu che potevo fuori dalla gabbia e lui era sempre sulla mia spalla…abbiamo fatto anche le passeggiate insieme qui nelle montagne tante volte ….pero ultimamente lui pretendeva di piu star ‘ fuori dalla gabbia e ha comincato dimostrare un comportamento agressivo e vendicativo a confronti miei. Mi mordeva spesso…nonostante del suo comportamento io cercavo di mantenere la calma con lui….due giorni fa la mattina stavo per portare fuori il cane assieme con lui ma lui mi mordeva e io per punirlo lo rimesso in gabbia che si trova sul terrazzo della casa..lui fra due ore la aperto e e’ uscito mentre io ero al telefono…in pochi minuti…:((( poi lo trovato dietro casa sulla punta di un albero alto di 30 m. Tutto il giorno stavo sotto l’albero..poi lui si spostava ma non si e allontanato piu di un raggio di 50 metri dalla casa…ho portato con me il cibo e la sua gabbia…lo chiamavo tutto il giorno e lui mi rispondeva ma non si e sceso. Come lui si e spostato sempre io cercavo di localizzarlo. Mi sono alzata alle 5 del mattino ieri per seguirlo….ieri pioveva forte sono uscita dopo la pioggia e ancora mi rispondeva…poi pomeriggio un altra pioggia e sono andata al posto dove prima si trovava pero ho perso le sue tracce verso le ore 17.00….da allora niente non lo trovo piu…:((( Credo che si e offeso e molto deluso…..mi sento molto trieste e molto preoccupata…mi piacerebbe riaverlo e farei di tutto per far perdonare da lui….Spero che sopravive la fuori anche se dicono che se dopo 72 ore non riesci recuperarlo non lo vedi mai piu. Io non so ma credo nel loro istinti forti e in questo caso lui si trova in una vegetazione immensa e molto fitta simile al suo habitat naturale. Domani vado fare la denuncia alla Forestale locale….. Perdonami Roby…ti voglio un mondo di bene…mi manchi tanto! :( Cara Maria…devo rassegnarmi? Grazie per il tuo consiglio in anticipo Alexandra

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Maria con Sunny

Ciao Alexandra.
Mi dispiace molto per il tuo conuro e capisco.cosa provi. Per prima vosa voglio dirti che lui non e’ sparito perche’ era arrabbiato con te; ma semplicemente perche’ la curiosita’ verso lo spazio aperto e l’ altezza degli alberi, lo ha attratto.
Vedi, non mi stanchero’ mai di ripetere che l’ errore piu’ diffuso con i pappagalli allevati a mano, e’ proprio quello di dare ERRONEAMENTE per scontato che loro non possano essere attratti dallo spazio aperto esterno…! Il problema e’ che poi loro, una volta fuggiti, perdono facilmente il senso dell’orientamento, e una volta perso l’unico eventuale contatto visivo e acustico ( come nel tuo caso), non.sono piu’ in grado di ritornare indietro.
Quindi i casi sono fondamentalmente due: o riescono a raggiungere un centro abitato e planano su qualche terrazzo o giardino, oppure vagano per qualche giorno, ma la difficolta’ di trovare cibo li indebolisce sempre di piu’…………
Ma pensiamo alla prima ipotesi. Tu hai gia’ fatto tutto quello che si fa in questi casi, ovvero mantenere contatto visivo e acustico. Utile anche la gabbia a vista col cibo, e magari il richiamo degli inseparabili puo’ essergli familiare. ma non basta. Devi al piu’ presto possibile fare denuncia di scomparsa alla forestale, riferendo tutto cio’ che ti chiederanno circa cites e numero di marcaggio dell’ anello. Altra cosa utile e ‘ tappezzare la zona di fuga di volantini con foto.
Molti pappagalli sono stati ritrovati grazie a queste procedure.
Ti auguro di cuore che tutto si evolva per il meglio e che tu riesca a ritrovarlo. “

Maria

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foto di <alexandra x Maria

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foto di Alexandra per Maria

Cara Maria, grazie per la tua risposta! ….purtroppo Roby ancora non e’ tornato ma io sono qui ad aspettarlo fino l’autunno. :( Ho fatto la denuncia alla Forestale e cerco di seguire i tuoi consigli. Roby e’ in regola con il doc. CITES pero’ purtroppo non ha l’ annello…non so perche’. Spero tanto che qualcuno lo trova e sopravive questa fuga. Grazie di cuore la tua empatia. Alexandra.

“Ciao Alexandra. Roby non ha l’ anello perche’ non esiste l’ obbligo di anellarli anche se la maggior parte degli allevatori anella i propri esemplari.E in questi casi  sarebbe utilissimo che lo fosse, perche’ con un’ anello di marcaggio sarebbe facilmente identificabile.
Comunque segui i miei suggerimenti e non perdere la speranza….a volte puo’ accadere cio’ che non si immaginerebbe. E io ti auguro veramente di cuore di ritrovare il tuo roby.”
Maria
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inviato il 23/07/2015
Ciao MariaMi chiamo Agostino ho 28 anni residente a Napoli!
Vorrei esporti questo mio “diciamo” problema.
Domenica pomeriggio ho comprato un Pappagallo del Senegal, sul foglio cites c’é scritto che il pappagallo alias MIGUEL… è nato il 29 giugno 2015 quindi l’ho comprato che aveva 20 giorni precisi ora ti elenco delle cose che vorrei sapere:Ho letto su internet che per imbeccarlo cn la siringa dai 20 a 30 giorni posso dargli 4 pasti al giorno e faccio ore 7/13/18/23 faccio bene?Vorrei sapere, io per ora l’ho messo in una scatola di scarpe con coperchio solo nei lati al centro è vuoto e con paglietta e giornale di cronaca secondo te va bene?dato che siamo in estate e fa un caldo tremendo devo mettergli qlcosa di caldo?lo espongo al sole per pochi minuti?Vorrei sapere come fare per far si che si affezzioni a me, in pratica dopo il pasto gli massaggio il gozzo delicatamente e dopo lo accarezzo lo bacio e gli parlo poi dpo lo metto in scatola e lo prendo ogni volta quando mangia in pratica faccio questo ogni volta che mangia ma secondo te dovrei prenderlo anche se non deve mangiare?e se devo prenderlo cosa devo fare?
Oltre al cibo devo farlo bere?Poi per ultimo vorrei sapere se deve ricevere vaccinazioni, se si a che mese?
Poi perchè piange sempre cioè cinguetta ogni volta che passo davanti a lui poi lo prendo in braccio e mi da delle piccole beccate sulle mani e sulle dita io che faccio poi lo bacio sul becco gli parlo e lo bacio sulla testa va bene?Poi ultima cosa dato che ora ha 25 giorni fino a quando finire lo svezzamento?e cosa fare se scappa in volo?a chi sento in giro dicono di tagliare delle piume per far si che non voli ma io sono contrario tu cosa mi dici?Scusami per tutte queste domande ma è la mia prima esperienza e sto andando avanti con i consigli che leggo su internet!!Grazie anticipatamente per la risposta!!!!!IMG-20150724-WA0000“Ciao Agostino, andiamo con ordine
Prima cosa non esporlo al sole! Si disidraterebbe e basta. In questa stagione non e’ necessaria nessuna fonte di calore. E’ sufficiente il contenitore dove lo hai messo, o meglio ancora, per una maggiore igiene, un contenitore di plastica con foglio di giornale e tante striscioline di carta assorbente da cucina. Ok per i pasti, ma considera che non devi mai dargli un pasto se prima non ha svuotato completamente il gozzo. per tutte le altre domande sui tempi di svezzamento e come devi procedere durante, ti rimando al mio articolo ” ALLEVARE A MANO UN.PAPPAGALLO”, che trovi nella sezione ” allevamento” e poi apri ” articoli amici dei pappagalli”. La pappa e’ sufficiente  per idratarlo, non serve aggiungere acqua. Tienila di consistenza piuttosto fluida. Non sono previste vaccinazioni per i pappagalli. La migliore difesa contro le malattie si basa sulla prevenzione e igiene. E’ naturale che tu lo senta ” cinguettare quando ti vede, per lui sei come la sua mamma..le becchatine che dici sono normalissime, sta sperimentando. per gli aspetti del rinforzare il legame affettivo, ti rimando sempre al mio articolo.
Infine, non tagliare assolutamente le remiganti ! E’ una vera violenza psicologica, oltre che un esporlo a possibili infezioni se fatto in modo troppo drastico e da mani non esperte. In alternativa, esistono delle apposite pettorine x pappagalli in vendita su internet. Oppure metti dell’ adesivo di carta alle remiganti se decidi di portarlo fuori.Maria
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inviato il 16 /07/2015
Ciao!
Sono Jacopo, spero di non disturbare….
Ho trovato il tuo blog e avrei delle curiosità da chiederti….
Convivo in appartamento luminoso con la mia fidanzata….
È da un mese ho un conuro testa nera allevato a mano in teoria maschio…di 2 anni
Sul campo uccelli… Sono ignorante ma ho voglia di imparare….
Gli ho comprato una gabbia grande e li cambio sabbia e acqua ogni giorno….
•Vorrei capire perché becca così tanto…. Nei momenti in cui siamo a casa e l’ho lasciamo libero tieni conto che quasi mezza giornata siamo a casa….
• gli posso comprare una compagnia? Un altro uccellino???
Ti ringrazio del tuo tempo! JacopoDSCN5138
 “Ciao Jacopo, non disturbi assolutamente anzi.
Mi dici che il tuo conuro testa nera ha due anni; quindi non e’ proprio  giovanissimo…e’ fondamentale capire il suo percorso fino ad adesso; ovvero com’e’  stato gestito e accudito, in particolare se ha gia’ avuto un passaggio di proprietario.
Nel caso provenga da un’unica gestione (negoziante o allevatore), e’ probabile che abbia avuto contatti umani limitati alla semplice somministrazione di acqua e cibo, sviluppando cosi’ una certa diffidenza verso le mani…
Nel caso provenga gia’ da un altro proprietario , e’ anche qui importante capire quanto contatto umano abbia avuto, e se qualitativamente significativo…alludo a maniere brusche, o manovre percepite da lui troppo invadenti…e questo naturalmente vale anche per voi. Vedi, non mi stanchero’ mai di ripetere che i pappagalli in natura sono prede, e questo nella loro memoria antica, li porta a essere sempre allo stato di allerta. Le mani che si avvicinano in determinate maniere vengono percepite talvolta in modo minaccioso; le mani incerte dei bambini vengono percepite cosi’, come anche le mani che si fiondano bruscamente, specialmente alle spalle, cosi’ come lo smalto sulle unghie non e’ gradito. Queste ovviamente sono ipotesi , ma tieni comunque presente una cosa importante”: e’  una caratteristica normale di tutti i conuri quella di essere tendenzialmente un po’ mordaci..
Il loro becco e’ imponente ed e’ una loro necessita’ quella di tenerlo sempre ” in allenamento”.
Quanto a una compagna, teoricamente x un’ esemplare allevato a mano e’ ininfluente avere una compagna o no, in quanto per lui e’ importante il compagno umano….
Inoltre non e’ detto che lo accetti facilmente, dipende sempre da come era abituato prima, se era a contatto con i suoi simili, quanto era socializzato….in ogni caso se decideste di provare, suggerisco due gabbie separate e contatto solo visivo inizialmente. Poi incontri sotto osservazione in luogo neutrale x entrambi. E suggerisco di renderlo piu’ fiducioso verso il contatto manuale offrendorgli cibi molto graditi con le mani, e non punirlo mai in caso di beccate, perche’ servirebbe solo a rinforzare questo comportamento rendendolo.piu’ diffidente. Va invece premiato appena quando non morde. Il famoso ” rinforzo positivo”
Ciao”
Maria
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inviato il 13/07/2015
Ciao Maria. perdona l’intrusione! mi presento. Sono fotogiornalista e pittore 2 figli una moglie, 3 cani adottati 5 cicncillà- 2 scoiattoli ed ora una Calopsite. sono stregato dagli animali e cerco di far vivere i miei figli sempre circondati da qualsiasi essere vivente insegnandoli che siamo tutti uguali. credo fortemente che se alla privazione di libretà si sostituisce un rapporto empatico tutto sale viceversa tutto diventa un orrore e solo desiderio di possesso. una settimana fa mi sono fatto convincere nel prendere una calopsite allevata a mano per mia figlia. avevo sempre rifiutato uccelli in gabbia, ma sono rimasto stregato. mia figlia ormai è in simbiosi. quando lei non c’è ci sono io e toni la calospite sta con me sulla spalla mentre lavoro a casa. fa colazione con noi ecc… una sorpesa micidiale! se non li fai stare in gabbia e la famiglia ha tempo per stare con lei allora è fantiastico! ho pnesato che mi piacerebbe approfondire. vivo a belluno ho un giardino immenso . per farti capire chi sono da tempo sono riuscito ad instaurare anche un equilibrio con il ratto norvegese. qui da noi vivono nei prati e sono sani e mi rifiuto di usare velenei. da quando ho compreso che basta imporre ai vicini il taglio dei prati ho notato che le poiane e le volpi fanno una selezione naturale e mantengono il numero delle pantegane sotto controllo così da lasciare loro il normale lavoro di pulizia. lo so sono un po fuori dalle righe ma questa è la mia filosofia.
arriviamo al dunque . mi piacerebbe prendere un altro pappagallo, ma solo alle seguenti condizioni. 1) solo se posso garantirgli il maggior tempo possibile in nostra compagnia fuori dalla gabbia 2) che non sia aggressivo con la nostra calopsite 3)che sia socievole con tutti.
dagli studi che ho fatto questi punti non sono proprio facili da ottenere.  vivo in mezzo al verde vicino ai boschi. potresti suggerirmi su che tipo di pappagallo potrei orientarmi?. mi piacerebbe un ara o un cacatua, ma da quanto ho capito possono essere molto probelmatici e spesso si attaccano solo ad un famigliare. forse sarebbe meglio un pappagallo di taglia media tipo un parrocchetto indiano. mi piacerebbe adottarne uno così come ho fatto con tutti gli animali di casa. hai consigli da darmi per potermi orientare?
perdona il disturbo
Gian Paolo Perona
” Ciao Gian Paolo, nessun disturbo, anzi! La mia pagina esiste proprio allo scopo di promuovere e divulgare la conoscenza verso il mondo degli psittacidi, oltre che l’amore per gli animali in senso più ampio. E’ lodevole la tua passione per tutte le creature viventi, e concordo sul concetto che la “privazione” della libertà deve essere compensata da un’adeguata empatia, al fine di raggiungere un rapporto equilibrato con loro.
Arriviamo ai pappagalli. Premetto una mia considerazione; tu punti molto sull’aspetto del pappagallo in piena libertà fuori dalla gabbia, e lo condivido, in quanto un pappagallo allevato a mano deve avere la possibilità di trascorrere più tempo possibile con i familiari umani oltre che di esplorare l’ambiente in tutta sicurezza (allo stesso modo di un bambino), ma personalmente sono contraria a una condizione totalmente fuori dalla gabbia o quasi. Il motivo è molto semplice; il pappagallo ha bisogno di esplorare l’ambiente domestico, ma anche di avere un punto di riferimento sicuro, in cui può  sentirsi protetto e potere stare bene…vedi, è un po’ come per noi esseri umani: amiamo esplorare l’ambiente intorno a noi, il mondo intorno a noi, viaggiare; ma abbiamo anche la necessità di avere una casa tutta nostra in cui stare bene, “un porto sicuro”. Lo stesso concetto vale anche per loro, anche perchè avremo sempre la necessità di uscire di casa e di lasciare quindi i nostri amici alati al sicuro. Se il pappagallo si abitua a vivere prevalentemente fuori dalla gabbia, difficilmente vi resterà senza protestare quando questa sarà una necessità. Il concetto di fondo è che non deve esistere una prevalenza troppo in gabbia, ma nemmeno troppo fuori.
Detto ciò, per quanto riguarda l’orientamento sulla specie più idonea alle tue esigenze, che riassume tutte le caratteristiche citate, l’hai già trovata…la Calopsite, oltre che molto curiosa e intelligente, è estremamente socievole con tutti e dal carattere molto accomodante. Osservo con piacere che ti sei già ben documentato sulle caratteristiche dei pappagalli, e sai già che conciliare tutti quegli aspetti in una specie non è facile, e la serena convivenza non è scontata. Ma nemmeno impossibile. Quello che ti suggerisco è di puntare su un soggetto molto giovane, in modo che si abitui da subito a interagire con tutti. Ti sconsiglio i Parrocchetti indiani, in quanto tutte le specie appartenenti al genere Psittacula , come ad esempio il diffuso parrocchetto dal collare e p. Alessandrino, hanno hanno un carattere tendenzialmente molto diffidente, e hanno la netta tendenza ad affezionarsi a una sola persona e diffidare delle altre; sono molto schivi.
Le specie di taglia grande e medio grande sono in effetti molto complesse dal punto di vista psicologico e di non semplice gestione.
Quindi concordo con le specie di taglia medio piccola, e ti suggerirei il parrocchetto monaco, che è estremamente estroverso, giocoso e curioso, oltre che ad avere una notevole predisposizione all’ apprendimento della parola umana tra quelli della sua taglia. Tieni comunque presente che un po’ tutti i pappagalli avranno la tendenza a “scegliere” una persona in particolare.
Altra specie interessante che ti suggerisco è il Pyrrhura molinae  ( vedi la foto che ho allegato alla precedente risposta), in quanto ha quasi le stesse caratteristiche del p. monaco e entrambi, se presi giovani, sono molto adattabili alla convivenza con altri pappagalli. Tra l’altro anche la taglia è molto simile. Altra specie interessante è il Conuro del sole , tra l’altro vivi in mezzo al verde e non dovresti avere problemi di vicinato, per il suo richiamo naturale piuttosto forte.. ha solo una personalità molto decisa ,come tutti i conuri del genere Aratinga, e anche lui sceglie in modo spesso netto chi preferisce e chi no.
Spero di esserti stata d’aiuto nell’orientarti e in caso di ulteriori approfondimenti, scrivi tranquillamente.
Ciao “
Maria
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Ciao Maria, mi chiamo marco e a casa con me ho un rosaecollis di circa 8 mesi , un pó aggressivo devo dire , ma che ultimamente sta migliorando molto , visto che credo di aver capito il giusto comportamento che io devo tenere nei suoi confronti , da un po’ di tempo avevo in mente di mettergli un amichetto vicino , magari un giovane pyrrhura( specie per la quale vado matto ) , so che la convivenza non puo mai essere una cosa certa fra due pappagalli , ma volevo un suo parere ( ovviamente potrei tenerli in gabbie separate e farli entrare a contatto nelle ore in cui sono liberi in casa ….. Grazie e complimenti per il sito
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“Ciao Marco, in effetti la convivenza non e’ affatto scontata, come sai. Ma non e’ nemmeno impossibile; se tu hai la possibilita’ di tenerli in gabbie separate e’ la cosa migliore, perche’ ti consente di farli familiarizzare per gradi, iniziando prima col contatto visivo, per poi farli gradualmente incontrare in luoghi ” neutri” per entrambi, ovvero non le loro gabbie; soprattutto non quella dell’ inseparabile, che per indole molto territoriale e aggressiva ( specialmente le femmine), e in quanto primo arrivato in casa, vedrebbe il pyrrhura come un invasore. Concordo con la scelta di un giovane pyrrhura, in quanto e’ un pappagallo molto simpatico, giocoso, e curioso oltre che molto docile, specialmente il molinae. Ti allego la foto dei miei esemplari che sto svezzando. Ciao
” Maria”
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inviato il 06/07/2015
Ciao Maria,
Ho un conuro testa nera che vive con noi da un mese.
Me ne occupo io, ovvero pulisco la gabbia, cambio l’acqua ed il cibo ogni
giorno. L’abbiamo messo in una grande voliera con rami, giochi e giochini. Ha molto spazio per volare, anche se preferisce arrampicarsi. Abbiamo anche messo una scatola “nido” dove dorme ed alla quale nessuno può fare avvicinarsi. è molto geloso.
Per una settimana lo abbiamo tenuto in una stanza in casa e lo chiudevamo in una gabbia la sera. Finchè viveva lì stava con tutti ed era molto
calmo e coccolone.
Poi l’abbiamo messo all’aperto in voliera. Da allora è vivace, urla, spacca tutto e grida contro chiunque si avvicini alla casa. è felice di vederci, ma mentre adora mio figlio maschio di 15 anni, gli piace anche mio marito, odia me.
All’inizio quando entravo nella voliera mi volava sulla testa e beccava, ora ha, capito che gli porto il cibo, mi tollera. Quando sto per uscire mi vola sulla spalla ed a volte mi becca. Se sto seduta accanto alla voliera si rilassa e mi viene vicino, mangia e si pulisce. Ma se lo tocco mi becca subito a sangue.
Se entra mio figlio lo bacia, lo becca delicatamente. Gli sta sempre sotto il collo.
è possibile che con il tempo si affezioni a me? Io comincio ad avere paura, in quanto le ferite che mi infligge sono dolorose.
Come posso fare?
Tania

“Ciao Tania,
Da quanto dici, si evince che l’ esemplare non e’ propriamente allevato a mano, o comunque nel suo percorso ha conservato un buon istinto naturale. Il cambio di situazione, ovvero passare dalla vostra casa e la vostra presenza, a uno spazio esterno e molto ampio, ha evidenziato la sua necessita’ di riprodursi…il fatto di mostrare ” territorialita’ ” nei confronti del nido e’ un comportamento tipico. Si tratta molto probabilmente di un soggetto femmina, che difende il suo territorio e attacca tutti i potenziali invasori e ” antagonisti”; quindi tu in particolare, visto l’ attaccamento a tuo figlio. C’e’ stato da una parte una sorta di abbandono da parte vostra, il quale ha determinato si , una certa ostilita’, ma ha corrisposto anche un notevole spazio e contesto ideale x la riproduzione…suggerirei di assecondarla, dal momento che il suo destino e’ di rimanere li, e non puo’ restarci da sola. Col tempo si rassicurera’ riguardo la tua presenza, capira’ che in fondo da te si aspetta  solo il cibo, e nessuna minaccia reale. Ma i pappagalli ci scelgono sempre…anche nel comportamento selvatico.
Ciao

” Maria”

Ciao, grazie per la risposta. Visto che presenta una forte territorialità
, possiamo portarla fuori dalla voliera senza pettorina in nostra presenza? O
sicuramente scapperà ?
Tania

” No, le cose non stanno cosi; il fatto che presenti una forte territorialita’ non significa certo che non abbia le ali…! Tanto meno che non sia attratta dall’ esterno, lo spazio e l’ altezza….i pappagalli perdono facilmente l’ orientamento se si allontanano dai punti di riferimento visivi e acustici. Un rischio che io non correrei.”
Maria

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 01/07/2015
Ciao Maria,
sto facendo alcune ricerche su internet e mi sono imbattuta Nell tuo forum. Ti scrivo perché da circa un mese stiamo allevando a mano un pappagallo testa blu e a più di 30 gg ci siamo resi conto che non riusciva a camminare o meglio una zampetta e’ storta. Ieri abbiamo chiamato il veterinario il quale ci ha invitato a  bloccare le zampette con della spugna per cercare di risolvere il suo problema quasi sicuramente causato dalla sua mamma. Solo che da quando l’abbiamo bloccato Pépito e’ cambiato…non gridacchia piu e se lo tocchi tende a mordere…e’ molto spaventato. Cosa mi consigli di fare??? E’ impaurito e sembra non riconoscerci più…Ti ringrazio in anticipo per la tua collaborazione. Anna.
“Ciao Anna,
Per pappagallo testa blu, intendi probabilmente un Conuro testa blu…
in ogni caso il problema in questione è relativamente frequente, e si tratta di distrofia bilaterale o monolaterale dell’anca, e nella maggior parte dei casi ha due cause: ereditaria oppure secondaria a “schiacciamento da parte dei genitori o fratelli, in caso di covate numerose. Quest’ultimo sembra il tuo caso. E’ possibile correggere questo difetto intervenendo però il piu’ precocemente possibile, perché la percentuale di recupero è infatti direttamente proporzionale alla precocità d’intervento. Nel caso di Pepito, iniziare un trattamento di recupero a 30 giorni sarebbe un po’ tardi, ma dipende comunque da molti fattori, e anche dalla gravità del caso; ma il fatto che sia interessata solo una zampetta è già qualcosa.2015-06-23 09.00.06(1)
Comunque nella mia esperienza mi è capitato di trattare molti soggetti con displasie bilaterali importanti, intervenendo molto presto e somministrando contemporaneamente calcio durante la fase correttiva, e ho utilizzato tutor realizzati con la classica spugnetta, ma i risultati migliori, intesi anche come “confort” x il pappagallo, li ho ottenuti mediante un tutor realizzato con un semplice elastico morbido a fascetta, come quello che vedi nella foto allegata; si tratta di realizzare un semplice ” 8″ cucendolo al centro e ai lati, in modo che le zampe risultino allineate. in questo modo il pappagallo ha il giusto e stabile sostegno ( la spugnetta con gli sforzi del tentativo di muoversi, tende a sfilarsi ), e, cosa molto importante, è confortevole , perché permette al soggetto di muoversi, senza che tutto il corpo sia bloccato…E’ quindi assai probabile che Pepito , che tra l’altro è già grandicello, si senta particolarmente frustrato da questa condizione. Comunque avete messo la spugnetta solo ieri, e questa reazione alla suà età è normalissima. Probabilmente ha vissuto anche una manovra per mettergli la spugnetta che ha percepito molto “invasiva”, e ora percepisce le mani come aggressive. Cercate di tranquillizzarlo, proponendo del cibo ghiotto con le mani, come la frutta o un biscotto. cercate di coccolarlo, anche se tende a mordere, insomma, l’essenziale è trasmettere serenità a Pepito. Ciao
Maria “
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ciao io ho preso un amazzone fronte blu da 10 giorni lui ha ora 40 giorni mi spaventa il fatto che ha sempre un po’ paura e se sta dormendo e si sveglia con me vicino mi vuole attaccare si spaventa e lo stesso fa la mattina quando mi vede ha sempre paura la mia paura e che quando diventa piu’ grande ci potrebbe far male ,oppure col tempo potra’ migliorare secondo te grazie tantissimo ciao

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” Ciao, premetto che un po’ tutte le amazzoni in generale hanno un carattere tendenzialmente diffidente e talvolta aggressivo, soprattutto verso le persone che non conoscono;  E la paura e’ un sentimento normale nei giovani esemplari. Tuttavia, l’ amazzone f. Blu, e’ tra le piu’ docili e meno aggressive di carattere….
Detto questo, quello che mi sorprende, e’ che non mi parli di pappa e imbecco….mi sembra strano che un soggetto di 40 gg, che sicuramente svezzata non e’, e che nutri (o dovresti nutrire ) da 10 gg, sia ancora cosi’ timorosa come la descrivi…il mio dubbio e’ che sia gia’ piu’ grande, e questo spiegherebbe la diffidenza.
Ci sono poi altri aspetti da considerare,  ad esempio come ti muovi intorno a lei, se il contesto in generale e’ tranquillo o piuttosto agitato…tieni presente che nella loro memoria antica, i pappagalli, a ogni fase dell’eta’, sono prede…e la paura e’ un sentimento costante quanto normale.
Mi sento in ogni caso di tranquillizzarti circa gli sviluppi futuri, perche’ e’ giovanissima, e c’ e’ tutto il tempo affinche’ lei impari a conoscerti e capire che non ha nulla da temere, e a familiarizzare con il nuovo ambiente. Tra l’altro, dando per scontato che se ha 40 giorni non e’ ancora autonoma, il nutrimento che riceve da te; e’ un ulteriore rinforzo affettivo.
Ti suggerisco una costante presenza da parte tua, qualitativamente significativa…intendo dire, di essere paziente, affettuoso e rispettare i suoi tempi di adattamento….
Allego la foto di un’ amazzone fronte blu che sto allevando a mano, di circa 43 giorni.  Ciao
ciao grazie del consiglio ,lo ho apprezzato molto la foto del tuo amazzone non riesco a vederla per vedere la differenza ,ora lui ha voluto mangiare meno quindi tre pappate al giorno ora ne avra secondo quello che me la venduto quasi 50 giorni piu’ o meno si lui ha paura di venire sulla mano e mette le unghie fuori e fanno male io spero che si fidera’ di piu’ di me e vorrei mandarti una foto cosi vedi quanto ha piu’ o meno .la mia mail e luigi.pannullo@libero.it cmq grazie per tutto si vede che sei espertissima .

ciao visto che il mio amazzone fronte blu ho il foglio di passaggio a me piu’ ho il numero del microcip che loro mi manderanno appena lo hanno e io andro dal veterinario a inserirlo ,ma se io volessi fargli mettere anche lìanello e possibile visto che ha circa 40 giorni.grazie

 ” Gli anelli di marcaggio vengono messi entro pochi giorni di vita, in quanto sono chiusi e inamovibili, rimanendo tali con la crescita. Non ha senso mettere un anello successivo, che invece rimarrebbe aperto. Oltretutto ha il microcip “
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Salve Maria,
mi emozione sempre a vedere questo bellissimo sito. Le avevo già raccontato della mia esperienza e della mia attuale convivenza con un pyrrhura ventre cremisi allevato a mano di 19 mesi maschio che “fa coppia” con un roseicollis ancestrale di 14 anni selvatico maschio. Ora vorrei aggiungere un nuovo amico che sia buono e si lasci accarezzare e Lei mi aveva consigliato un Pappagallo del Senegal. Attualmente me ne hanno proposto uno maschio di 5 mesi, che, mi hanno detto essere buono e non beccare. Secondo Lei potrebbe socializzare con i miei 2 campioni oltre che con me o sarebbe meglio aspettare e prendere una femmina.
Oppure in alternativa cosa pensa se prendessi un pionus? Potrebbe realmente essere tranquillo e convivere con i miei pappagalli? Sarebbe indifferente maschio o femmina? E tra i vari pionus quale mi consiglia?
Scusi se le faccio tante domande ma un pappagallo è per la vita e voglio essere sicura di fare una scelta giusta che sia soddisfacente per me e per gli animali e, pertanto, non voglio sbagliare o essere troppo leggera nella scelta.
Confidando nella sua esperienza, tenuto conto che desidero fortemente un pappagallo da coccolare che non mi distrugga le mani e che non dia adito a tensioni con i miei amori, che hanno totalmente legato tra loro, cosa mi consiglia?
Attendo con ansia sua risposta.
Saluti
Tiziana

Salve Maria,
mi scusi se le scrivo a così breve distanza. Fermo restando la mia volontà di adottare un altro pappagallo di cui le avevo chiesto parere sulla scelta e sto, quindi attendendo suo prezioso parere, volevo chiederle se si può, e in che modo insegnare al mio pyrrhura a non mordere. Sono molto triste e scoraggiata per questo suo atteggiamento. Sono arrivata ad avere quasi paura di lui perché ora attacca anche in viso e le orecchie.
Cosa devo fare?
Grazie per le risposte che mi darà.

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” Salve Tiziana, concordo molto con il fatto che il pappagallo è una scelta per la vita, e apprezzo il suo intento di ponderare attentamente la scelta più giusta. Per prima cosa però devo premetterle che la sua scelta non deve assolutamente essere finalizzata a un’interazione scontata quanto obbligata tra i vari esemplari. I pappagalli, esattamente come accade tra noi umani, si scelgono, e non esiste nessuna possibilità di “garantire” un’affinità tra gli esemplari, la quale è soggetta a variabili e soggettività molto più complesse della specie in sé o il sesso d’appartenenza. Pertanto partire da questo presupposto in partenza, è sbagliato, oltre che ingiusto nei loro confronti. Tenga anche presente che il Pyrrhura manifesta un comportamento non tipicamente di un pet, non a caso ha legato con un selvatico…! tentare di avvicinargli (o imporgli) un soggetto giovanissimo, e con tutte le potenzialità di un soggetto ben imprintato e docilissimo, sarebbe controproducente in quanto si ritroverebbe a sperimentare aggressività nei suoi confronti, e apprenderebbe solo questo comportamento! E questo, a prescindere dalla specie in questione e/o dal sesso. Il suggerimento che le do, è di riflettere bene sulle sue aspettative, e confermo che il piccolo Senegalus di 5 mesi,come specie riassume tutte le  sue esigenze in termini di non rumorosità, giocosità, affettuosità, e capacità di apprendimento della parola umana; ma senza riporre o peggio ancora imporre aspettative errate. La personalità dei pappagalli va rispettata e possono benissimo convivere con noi più di un esemplare, ma rimanendo ognuno nel proprio confine qualora i presupposti lo richiedano, come in questo caso. Quanto alle motivazioni della mordacità del Pyrrhura, e come porvi rimedio l’argomento è molto complesso; per sintetizzare la questione, i pappagalli sono prede, e di fronte a ciò che percepiscono come una minaccia, si comportano da tali: o fuggono o reagiscono. Spesso la beccata è “rinforzata”proprio dal nostro comportamento, in quanto verso una vigorosa beccata, in genere l’essere umano ha reazioni aggressive, minacciose, e questo induce a un circolo vizioso…il pappagallo capisce che con la beccata esercita un controllo verso le nostre mani, e contemporaneamente apprende aggressività. L’atteggiamento più corretto da tenere è di riporlo senza aggressività nella gabbia e andarsene, e premiarlo invece quando fa qualcosa noi gradito. In sintesi: rinforzo positivo.”
Maria “
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Maria ciao sono Paolo, domenica 25 gennaio son passato anche se di corsa a quella meravigliosa mostra di “PAPPI” al Gran Galà. Mai visto niente di simile, mai visto che in una circostanza simile venga creato un percorso in stile galleria d’arte dove si possa ammirare l’amico pappa nel suo ambiente naturale.
“CHE MERAVIGLIA”
Veramente complimenti agli organizzatori e a quati si sono adoperati alla riuscita di questa strordinaria manifestazione. Ma osservando il mio pappa mi domandavo come i “sensi” gusto, vista, olfatto etc. in che modo sono spiccati nei nostri amici. Per esempio l’olfatto che importanza può avere, e quanto ė in loro sviluppato, sente il profumo della frutta, o associa l’odore della mia pelle e mi riconosce se si trova nella mia spalla o in quella diun altro?

Grazie e complimenti per la tua grande professionalità.

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” Ciao Paolo, La nostra mostra, che ha ospitato 20 specie in voliere ambientate, creando qualcosa di unico e innovativo,  ha avuto proprio lo scopo di far conoscere ad un pubblico sempre piu’ attento  e curioso verso questo mondo, l’habitat di questi pappagalli, lo status sociale e le abitudini alimentari. Un risultato che e’ nostro motivo di orgoglio!  Parlando dei 5 sensi nei pappagalli, c’e’ da ricordare che il loro ruolo di prede in natura, la dice lunga sul maggiore o minore sviluppo dell’uno rispetto all’altro. LA VISTA : sviluppatissima; gli occhi dei pappagalli, posti lateralmente, vedono in modo indipendente l’uno dall’altro, e pur avendo le pupille fisse, ha un angolo di visuale molto ampia grazie alla capacita’ di torsione del collo. La percezione dei colori e’ sorprendente rispetto all’occhio umano, grazie al fatto che i loro occhi sono in grado di assorbire il colore dei raggi ultravioletti della luce solare. Questo spiega come il riconoscimento cromatico dei due sessi, sia invisibile ai nostri occhi, ma non nei loro. E’ importante anche al fine del riconoscimento di una minaccia o pericolo; non a caso il ciuffo di buona parte dei cacatua , che alzano in situazioni dipercezione di minaccia, ha una colorazione piu’ accesa.  IL GUSTO: Anch’esso molto sviluppato, ed e’ proprio la lingua, con la quale esplorano tutto, a determinare le differenze tra i sapori, la consistenza, la materia, e la commestibilita’ delle cose.  L’UDITO: uno dei sensi piu’ sviluppati in assoluto, insieme alla vista; I pappagalli hanno la sorprendente capacita’ di frazionare i suoni, cioe’ di scomporli in una serie di messaggi impostati su intonazioni differenti. Suoni che all’orecchio umano appaiono monotoni. I Pappagalli sono in grado di percepire i suoni tra i 400 e i 20.000 hertz.  IL TATTO: relativamente poco sviluppato, rispetto a quello umano, e confinato per lo piu’ alla lingua. Da notare pero’, la capacita’ di comunicare per ” contatto”, ovvero la comunicazione che passa attraverso l’approccio e il toccarsi, rivolto sia verso i propri simili, che all’essere umano.  L’OLFATTO: Senza dubbio il senso meno sviluppato in assoluto. Il suo ruolo di preda in natura non gli ha conferito l’esigenza di avere questo senso sviluppato, come al contrario avviene nell’animale predatore, e come detto prima, il riconoscimento dei sapori passa attraverso la sviluppatissima lingua.  Ciao!    Maria”

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Ciao Maria ,complimenti ho letto alcune tue risposte ad alcune domande e devo dire che mi hanno aiutato.Mi chiamo Sandro e possiedo 2 pappagalli eccezionali un Ecletto maschio di circa 18 mesi e un inseparabile di 3 anni.MI piacerebbe poter far volare i miei pet ma ho il terrore che perdano l’orientamento e di non riuscire più a recuperarli, io abito vicino a Treviso conosci qualche luogo dove poter portare i miei pappagalli a sgranchirsi le ali senza i pericolo di perderli; tipo qualche palazzetto o ecc, dove sia possibile vederli nel loro ambiente? T i ringrazio qualora volessi riapondermi
   “Ciao Sandro,  ma certo che ti rispondo. Purtroppo Treviso non e’ la mia zona, e non saprei indicarti un luogo idoneo per questo tipo di addestramento; ma il suggerimento che ti do, e’ quello di non portarli subito in totale liberta’ se non sono mai stati abituati a stare completamente liberi all’esterno prima. Vedi, i pappagalli sono molto attratti dallo spazio aperto e dall’altezza in generale…ma non sono altrettanto bravi a fare ritorno poi, e soprattutto perdono completamente l’orientamento se non hanno piu’ un contatto visivo e acustico con il proprietario…..! Quindi ti suggerisco di procedere cosi’: esistono in commercio su internet speciali pettorine estensibili finalizzate a questo scopo; puoi cosi’ abituarli in ambiente esterno in modo graduale e sicuro, e sperimentare come si comportano nello spazio aperto, abituandoli al comando di ritorno mediante il “rinforzo positivo”, premiandoli cioe’ con una leccornia o un frutto gradito ogni volta che fanno ritorno a un tuo comando. L’importante e’ sempre la gradualita’ in sicurezza, e vedrai che i risultati arriveranno.  Maria “
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Ciao, ho letto della tua passione, e abbiamo qualcosa in comune solo che io ho poca esperienza, per questo vorrei chiederti qualcosa. Io ho un cacatua rosa e due colopiste non vanno molto daccordo fra loro cosi mi é stato detto di dare anche se sono gia svezzati limbecco serale insieme, perche é un legante li fara sentire piu sicuri e tranquilli. Tu che ne pensi, é vero questo posso ancora dare imbecco serale anche se hanno due anni ?
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“Ciao, l’imbeccata serale, su soggetti ormai adulti e comunque perfettamente autonomi dal punto di vista alimentare, non solo non ha alcuna utilita’ logica al fine di “creare un legame”, ma soprattutto e’ controproducente dal punto di vista psicologico. Ammesso che accettino l’assaggio, cosa che per fortuna dovrebbero rifiutare in quanto si tratta di una fase ormai superata, questo potrebbe, in alcuni soggetti, a indurli a regredire dal punto di vista psicologico, creare forme di “dipendenza”; Non sono piu’ pulli che vengono nutriti e crescono insieme. come nell’essere umano, una volta conquistata l’autonomia alimentare, questa va

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Cleo

incoraggiata; per rendere chiaro il concetto, sarebbe come dare il seno materno a un bambino di 3-4 anni, con tutte le implicazioni regressive del caso. Detto cio’, personalmente non vedo come un problema che i tre esemplari non vadano molto d’accordo…possono benissimo convivere senza mescolare i loro rispettivi spazi, e stare insieme sotto sorveglianza. La cosa fondamentale e’ non rinforzare l’eventuale antagonismo. Suggerisco sempre, quando ad esempio stanno fuori dalla gabbia, di collocarli in una zona neutra per tutti e tre; e se posati sulla spalla mostrano “territorialità” verso la persona, si tratta semplicemente di evitare queste forzature e dedicare a ognuno la propria attenzione. Ma ritengo sempre che l’individualita’ e personalita’ dei pappagalli va sempre rispettata.  Maria”

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Salve Maria,

complimenti per la sua bellissima Passione e per la cura verso queste meravigliose creature.
Ho tante altre domande che vorrei porle.
Intanto mi presento: sono Tiziana e adoro gli animali. Ho tanti animali tra cui un inseparabile Titti da 14 anni e un pyrrhura ventre cremisi Remì da 1 anno, che parla e sono riuscita ad insegnargli a fare cacca a comando…però morde tantissimo ed anche a sangue.
Remi aveva quattro mesi quando l’ho preso e mi è stato detto che era allevato a mano ma è così mordace da sempre che fatico un po a credere che sia allevato a mano.
La mia scelta cadde su Remì perché avevo letto che i pdc sono diffidenti e distruttivi, mentre i pyrrhura tranquilli, silenziosi e coccoloni.
Veramente Remì è tranquillo ma piuttosto che silenzioso è un gran chiaccherone, ma non nel senso che fa il suo verso ma perchè dice in modo chiaro tante parole ma non è effettivamente ne distruttivo ne però giocherellone. Quando è fuori rimane appollaiato sulla mia spalla e dorme oppure tenta di mordermi.
Ora vorrei acquistare un parrocchetto dal collare allevato a mano per poterlo coccolare come non mi permette Remì…lei che cosa ne pensa?
In base alla sua esperienza il parrocchetto è distruttivo con gli oggetti? È rumoroso? È diffidente o coccolone? Oppure mi dovrei orientare su un Parrocchetto Monaco, o Pappagallo del Senegal o Conuro testa blu, Pionus Maximiliani, Lori Arcobaleno.

Tra questi che ho elencati quale ha il carattere più docile, che possa affezionarsi a me senza ripercussioni con la coppia di “inseparabili” (perchè oramai Remì e Titti sono inseparabili per come si sono legati) e che sia anche buono e non rumoroso; nel senso che usi il verso per comunicare come fa Remì insomma. (Per rumoroso intendo come frequenza di verso più che altro, più che altezza di tono, in quanto l’inseparabile se decide di dare fastidio attacca ad urlare in modo insistente). Desidererei un amico pennuto a cui insegnare qualche giochetto e da portarmi a spasso con la pettorina quando il tempo è bello e perchè no che impari anche qualche parolina.
Confidando tantissimo nella Sua preziosa risposta La ringrazio anticipatamente per i suggerimenti e le informazioni che mi darà e Le porgo i miei più affettuosi saluti.
Saluti
Tiziana

“Salve Tiziana,
Entro subito molto volentieri nei quesiti. Confermo il temperamento molto tranquillo, giocoso, affettuoso e la poca rumorosità di tutti i conuri del genere Pyrrhura, al quale appartiene Remi’;
Da sottolineare anche una buona suscettibilità all’apprendimento della parola umana, che scandiscono con una caratteristica voce da “cartone animato”. Esiste talvolta la tendenza alla mordacità, specialmente verso persone estranee, ma la loro simpatia e socievolezza compensa a mio avviso questo aspetto. Questo a volte può anche dipendere da uno scarso contatto umano nella delicata fase di svezzamento. Veniamo ai parrocchetti dal collare; Si tratta di una specie in effetti molto diffidente e schiva e con una marcata tendenza a rinselvatichire se appena terminato lo svezzamento, non vengono costantemente tenuti a stretto contatto con l’uomo, inteso proprio come contatto fisico. Quanto alla distruttività, non lo sono affatto più di altre specie nominate. Questa è una caratteristica caratteriale, che però, io nella mia esperienza con loro, ho avuto modo di sperimentare che esiste un aspetto fondamentale nel condizionarla : l’indole genetica. Ho allevato a mano pdc sorprendentemente docili e affettuosi, e rimasti tali ( E’ poi fondamentale il rapporto che instaura il futuro proprietario con loro),  ma sempre figli di determinate coppie a loro volta poco diffidenti. La predisposizione genetica ed ereditaria alla docilità è importante, ed è fondamentale la qualità dell’allevamento a mano con questa specie. La voce è un po’ acuta ma non eccessiva, e nemmeno continua. X quanto riguarda le altre specie nominate: Il parrocchetto monaco è un ottimo parlatore tra le specie della sua taglia, e direi tra i più dotati. Tra l’altro è veramente molto coccolone, affettuoso e molto predisposto all’apprendimento dei giochi. E’ piuttosto rumoroso però, con un tono piuttosto alto, ma normalmente ricorre alla sua voce naturale solo se spaventato o cerca di attirare l’attenzione su di se. Approfitto x sottolineare che i pappagalli CI IMITANO..mai rispondere con urla alle loro urla. Ma questa è un’altro argomento di trattazione. Altra caratteristica, è molto territoriale verso la sua gabbia. Altra specie che suggerisco è il pappagallo del senegal, x e stesse caratteristiche di giocosità, affettuosità e ottima capacità di apprendimento della parola umana. sottolineo anche una veramente scarsa rumorosità. Carattere però inizialmente molto schivo e timoroso, un po’ timido, almeno finchè non familiarizza con l’ambiente. Tende a legarsi a una persona in particolare. Il Pionus Maximiliani, ha un carattere docile, affettuoso se ben allevato, ma non eccelle molto come parlatore. E’ comunque relativamente poco rumoroso. Del conuro testa blu, avrei molto da dire in quanto è uno dei più dotati tra i conuri del genere Aratinga, per suscettibilità di apprendimento alla parola umana. E’ intelligentissimo, attento, curioso, estroverso, e immediato nell’apprendimento e la mimica. Lo definisco ” il cenerino dei conuri” x la sua fenomenale intelligenza. I contro: poco diffuso poiche’ non si riproduce facilmente, e voce piuttosto forte che usa proprio x attirare l’attenzione su di se’ essendo estremamente monogamo e con forte tendersa a legarsi a una persona in particolare. Infine, sconsiglio il lorichetto arcobaleno, non perche’ il suo carattere non sia interessante; è molto curioso, socievole e giocherellone, talvolta un po’ mordace. Bensì in quanto la sua particolare alimentazione ( nettarivoro e non granivoro), lo porta a sporcare molto in casa, con l’emissione di tipiche deiezioni liquide ” a spruzzo”. Aspetto da tenere bene in considerazione prima. La voce è piuttosto acuta e la percezione di sgradevolezza è influenzata dalla personale soglia. Personalmente trovo più fastidioso il cicaleccio continuo, acuto degli inseparabili, che le detonazioni delle ara..ma è appunto molto relativo. Spero Tiziana di essere stata abbastanza esaustiva nell’orientarla verso la scelta piu’ adatta… Dimenticavo : il conuro del sole è a mio avviso un’altra specie da considerare, x la sua straordinaria affettuosità..un vero coccolone e giocherellone.  Voce piuttosto forte, ma veramente molto bello!
Maria ”
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10 pensieri riguardo “I pappagalli PET

  1. Ciao
    e da un mese che ho adottato un roseicollis allevato a mano, mi hanno detto essere femmina ma una volta presa quando ci siamo risentiti ha rettificato dicendo “dovrebbe” ma a parte questo volevo avere qualche consiglio su come tenerla correttamente cerco di farla star fuori il più possibile ma durante il giorno lavoro e sto pensando di prenderne un altro per fargli compagnia ma i pareri che ho sentito sono molto discordanti
    adesso ha circa 3 mesi e mezzo comunque ogni indicazione e ben accetta
    ah la mia piccolina si chiama blu

    1. Ciao!
      In effetti non e’ facile definire con certezza il sesso di un roseicollis in giovanissima eta’, ci si basa su parametri orientativi. In ogni caso, il carattere di queste specie e’ contraddistinto dal fatto che hanno una forte tendenza ad aggregarsi tra loro, oltre ad un carattere piuttosto territoriale.
      Essendo poi un soggetto allevato a mano, per lui (o lei?) siamo noi umani il suo punto di riferimento.
      Quindi a mio avviso, affiancargli un proprio simile al fine di fargli compagnia, e’ ininfluente, e oltretutto considerando la loro propensione ad aggregarsi tra simili, potrebbe perdere una parte di quella domesticita’ che ora ancora mantiene.
      Suggerirei di creargli un ambiente ricco di giochi nella sua gabbia, per contrastare i momenti di noia, nei momenti in cui non si e’ in casa.
      Per poi dedicargli del tempo qualitativamente ricco di gioco ed interazione quando sei a casa.
      Questo tra l’altro stabilira’ dei rituali molto importanti, in cui Blu imparera’ a riconoscere i vari avvenimenti della giornata, e il loro susseguirsi.
      Ciao.
      Maria

    2. Ciao Annalisa.
      Gli inseparabili sono tendenzialmente gregari tra loro simili, anche se allevati a mano.
      Quindi, capisco il tuo pensiero di affiancargli un compagno/a.
      Ma a mio avviso il rischio che possa in qualche modo perdere la docilita’ acquisita, considerando il loro carattere, esiste.
      Nel caso delle femmine, esiste anche una marcata territorialita’.
      Naturalmente questo non e’ un principio matematico, ma sempre relativo ai singoli soggetti.
      Ciao
      Maria

  2. Ciao Maria, complimenti per lo stile di vita che hai scelto, sempre a contatto con un esplosione di gioia colorata che può dare un amico alato sto pensando da anni a creare un mio allevamento, ho interssi così forti solo in altre poche cose. Passando ad un argomento serio, vorrei parlarti del mio conuro del sole, arrivato a casa proprio ieri. Ho esperienza con cocorita, calopsite e agapornis, non con altri pappagalli ma devo dire che sul web ho sempre trovato tutte le informazioni che volevo, sul conuro non trovo quello che cerco. Il mio conuro femmina è nata il 21 agosto, ad oggi quindi ha 2 mesi e qualche giorno ma ho notato che non sa aprire bene i semi, scarta la buccia e non mangia il seme, l’allevatore mi ha detto di dargli 1 sola poppata al giorno e di lasciargli dentro i semini, ora io qualche hanno fa ho svezzato una calopsite femmina in meno di due mesi, quindi non so se è questione di specie o soggetto o entrambi, in ogni caso non riesco a leggere se l’ aratinga solstitialis ha bisogno o no di più tempo e più poppate per svezzare. Ho letto di due persone che gli continuavano a dare il nutribird due volte al giorno fino al terzo mese e poi hanno iniziato con una e a svezzare, questo ha alimentato il mio dubbio che forse ha bisogno ancora di prendere la pappa due volte al giorno e non una sennò muore di fame, ma al tempo stesso non voglio nemmeno fare il contrario di quello che mi ha detto l’allevatore, non vorrei che gli facesse male prolungare la pappa e dargliela più volte a giorno, o peggio che rischia di non abituarsi mai ai semi. Mi dispiace per il Poema, ma per me dettagliare è importante, e ci tengo a crescerla bene ed in salute. Grazie mille per la tua pazienza. ☺️

    1. Ps: scusa gli errori grammaticali, colpa della tastiera. In ogni caso calcolando che ha più di 60 giorni, dovrebbe essere giusto dare solo 1 poppata al giorno, sempre se queste indicazioni valgono pure per la sua specie, anche perché so che queste indicazioni possono variare. Magari è tutto giusto e deve avere tempo per i semini, ma io nel dubbio di quelle persone che hanno dato due poppate fino ai 3 mesi, chiedo, anche perché magari dipende da soggetto e la mia ha bisogno di prolungare, oppure hanno sbagliato quei due ragazzi a prolungare l’imbecco.

      1. Ciao Dani.
        Ti chiedo scusa per il ritardo nel risponderti, ma mi sono accorta solo da poco del tuo quesito. Scusami ancora.

        Hai proprio colto in pieno il mio essere e sentire, con le tue parole.
        Si, di questa esplosione di gioia e colore alata ne ho fatto proprio uno stile di vita, e alle persone questo arriva, come tutte le cose in cui ci si mette il cuore…..

        Per quanto riguarda la tua piccola conurina del sole, il fatto di dare un solo pasto unico o due, all’ eta’ di 60 giorni, dipende non tanto da uno schema fisso e prestabilito, a prescindere dalla specie, ma da quanto lei in effetti osservi che mangia.
        Non devi fare paragoni con la tua precedente esperienza con la Calopsite.
        E’ Vero che ogni specie ha dei tempi indicativi, ma e’ altrettanto vero che ogni soggetto e’ a se’.

        La fase dello svezzamento e’ sempre estremamente delicata, sia dal punto di vista alimentare, che psicologico.

        Mai interrompere bruscamente i pasti, come non vanno nemmeno protratti oltre un termine corretto, in relazione al raggiungimento dell’ autonomia.
        Quest’ ultima, va favorita mettendo a disposizione del piccolo vari tipi di alimenti, con diverse consistenze.
        Personalmente non metto a disposizione solo la miscela di semi, ma anche altri cibi come pastoncini ( sempre molto graditi ai conuri, che oltretutto sono molto curiosi verso le novita’), e cibi freschi.
        Questo “ stimola” appunto verso l’autonomia alimentare, ma in questa fase va osservato attentamente quanto il piccolo effettivamente mangia durante il giorno.
        Questo e’ verificabile anche attraverso la palpazione del gozzo.
        Quindi in linea indicativa, se a 60 giorni il piccolo spizzica per bene e beve adeguatamente, puo’ andar bene un solo pasto serale. Altrimenti puoi mantenere anche un pasto ridotto mattutino.
        Ma ripeto, una proposta varia di cibo stimola il piccolo a mangiare da solo.
        I semini passano sempre attraverso una fase sperimentale, ossia il piccolo li gira e rigira nel becco, magari cadono e riprova.
        Finche’ comprende come sbucciarli, e quindi nutrirsene.
        Se li sbuccia, probabilmente li mangia.
        Ma la risposta puo’ arrivare solo da un’ attenta osservazione del piccolo in questa fase.
        Ciao!

        Maria

  3. Ciao Maria, da circa un anno mi sto appassionando sempre di più a queste meraviglie con le ali. Ho un inseparabile di 5 mesi e da una settimana un piccolo lori arcobaleno di 40-45 giorni che sto allevando a mano. Il piccolo è quasi completamente piumato e mangia tantissimo. Però piange sempre, davvero sempre, anche mentre gli do da mangiare. L’ho osservato in questi giorni e ogni volta che sente la mia (o quella di chiunque)voce inizia a piangere, appena sente dei passi piange. Quando mi vede si agita e cerca di rifugiarsi. Se lo prendo in braccio corre in un angolino della mia felpa e si accovaccia. A quel punto lo stringo e lo coccolo più che posso per farlo sentire protetto, mi esplora le dita con quella sua lunghissima lingua e leggermente si calma, ma quel verso non lo smette mai. Quando si avvicina l’ora della pappa se lo chiamo dopo un po’, titubante viene, altrimenti si avvicina, mi lecca le mani per vedere se gli ho portato il cibo e se ne va. Il fatto è che quando è da solo è tranquillissimo, anzi, fa dei versetti completamente diversi, di gioia sembra. Al momento lo faccio dormire in una scatola da scarpe con delle copertine, posta dentro al mio armadio. Le ante ovviamente non le chiudo, ma le socchiudo per dargli più la sensazione di protezione. Gli ho ordinato una bella gabbia grande che arriverà giovedì, è il caso di metterlo dentro ora? Una settimana fa è stato visitato dal vet. che ha detto che è bello grosso e in carne, ho provato a pesarlo ma non sta fermo, 3 giorni fa era 125gr, domattina lo ripeso, ma mi sembra che sta crescendo, non vorrei che fosse troppo “grasso”, come faccio a capirlo? Gli do da mangiare 3 volte al giorno, ogni 6 ore. La quantità non la peso, gli faccio un po’ di pappa e quando non ne vuole più smette da solo. Sbaglio?
    Per il fatto che sia un po’ schivo, mi sto scoraggiando un po’, credo che non gli piaccia il contatto con l’essere umano e che mi vede solo come un mezzo per mangiare, perché anche dopo mezz’ore passate ad accarezzarlo e a distrarlo, appena può scappa via. Cosa ne pensi a riguardo? Ti ringrazio Maria e scusa del papiro, ma ci tengo a migliorarmi, vorrei dargli la migliore vita possibile e avere un bel rapporto con lui/lei.

  4. Ciao Maria, prima di tutto ti faccio i miei complimenti per la preparazione e soprattutto per la tua grande disponibilità che dimostra un amore speciale per i pappagalli. Davvero complimenti!
    La tua competenza è un grande aiuto per chi deve orientarsi nel difficile mondo dei pappagalli. Io ho avuto diversi pappagalli tra cui un conuro Nanday affettuosissimo , ma davvero rumoroso, in appartamento, cosa che mi ha creato problemi. Se quando lo presi, ormai più di 20 anni fa, ci fossero state più informazioni probabilmente avrei potuto valutare meglio.
    Dopo aver letto quasi tutti i commenti e risposte qui sul tuo blog, e sono davvero tanti, mi è sorta una domanda. Mi interessa molto sapere come mai non hai particolare apprezzamento per i pionus? Quali sono i motivi che te li fanno in qualche modo mettere in second’ordine rispetto ai Senegal ed ai conuri?
    Grazie in anticipo per la risposta e prosegui cosi!

    1. Ciao Maurizio.
      Grazie per le belle parole di stima, e ti ringrazio di avere attentamente letto tutte le mie risposte ai quesiti che mi vengono posti.
      Da qui hai colto tra le righe la grande passione e amore per questi straordinari animali.
      Sono sempre ben lieta di essere di aiuto alle persone nel conoscere questo mondo, e in particolare nell’orientarli verso la scelta piu’ idonea, verso quello che sara’ a tutti gli effetti un’ adozione importante, oltre che un compagno per la vita.

      L’aspetto della rumorosità’ va sempre tenuto in considerazione, soprattutto se il proprio contesto abitativo e’ un appartamento condominiale.
      Ma ci sono molti altri aspetti di cui tenere conto, e una corretta informazione preventiva, e’ sempre doverosa per una scelta consapevole.

      Il Nanday e’ un conuro straordinario sia per la sua bellezza, che per il carattere che contraddistingue un po’ tutte queste specie: un’ estrema affettuosita’ unita ad una notevole intelligenza. Per non parlare di questa esuberanza innata che li rende pappagalli da compagnia eccellenti.
      Ma certamente il loro tono vocale e’ potente e questo va tenuto in considerazione.

      Per quanto riguarda i Pionus, non ho particolari motivi per non preferirli rispetto ad altre specie. Sono pappagalli dal temperamento tranquillo e docile, oltre che poco rumoroso, e di contenute dimensioni. Ma non hanno mai suscitato il mio particolare interesse.
      D’ altronde ogni allevatore, in qualsiasi ambito specifico in cui sceglie di dedicarsi, avra’ sempre le proprie specie di cui subisce di piu’ il fascino.
      Possono essere motivazioni di carattere estetico, come caratteriali, o per potenzialita’ cognitive piu’ accentuate in alcune specie piuttosto di altre.

      Ma in ogni caso, e’ sempre tutto molto relativo e soggettivo.

      Ciao e grazie ancora!

      Maria

  5. Ciao Maria, innanzitutto complimenti per il sito e per la passione per queste creature.
    Mi sono imbattuta nel suo blog in cerca di risposte: mi piacerebbe tanto un pappagallino pet e sono indecisa tra due specie: la calopsitte e il pappagallino barrato. Sarebbe il mio primo pappagallo ed entrambi sembrano idonei per i neofiti, ma mi chiedevo, c’è tanta differenza tra queste specie nella capacità di parola? Mi piacerebbe addestrarlo/a a ripetere qualcosina. Grazie mille in anticipo!

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