Alimentazione dei pappagalli

I pappagalli sono distribuiti principalmente nella fascia tropicale e sub tropicale del pianeta, a queste latitudini la frutta ed i vegetali freschi sono presenti praticamente tutto l’anno, questo deve essere tenuto in considerazione sulla dieta che forniamo ai nostri pappagalli.

La dieta deve comprendere una grande varietà di alimenti che devono fornire le proteine, vitamine, grassi ed i sali minerali di cui hanno bisogno, al contrario, alcuni alimenti particolarmente graditi ai pappagalli come i semi di girasole e le arachidi sono invece molto dannosi al loro  fegato e per tutto l’organismo in generale,  specie come le ara ed i Conuri sud Americani invece tollerano una percentuale di grassi molto superiore alle amazzoni o ai parrocchetti Australiani.

La sola dieta di semi secchi può andar bene solo per periodi limitati, ovvero quando le temperature esterne lo richiedono, anche  se alcune specie come gli ondulati che abitano regioni aride sono particolarmente adattate ad una alimentazione del genere.

I pappagalli di foresta invece, compiono molta attività fisica per cercare un’ albero che fornisca frutta matura, spesso devono anche lottare per potersene impossessare,  questo determina un notevole dispendio di energia, cosa che invece non c’è assolutamente nelle nostre voliere.

La frutta deve quindi avere una fonte di energia superiore a quella che normalmente si mette a disposizione,  le mele contengono una grande quantità di acqua e possono andar bene , ma non garantiscono  un’ apporto di proteine e zuccheri che invece si trova nella frutta tropicale o nelle bacche selvatiche.

Anche le verdure e gli ortaggi sono una ottima fonte di queste sostanze, ma spesso bisogna insistere per convincere gli uccelli a mangiarle.

Mandorle,  noci, mango, papaia,bacche di biancospino e rosa canina, ma anche prugne ed albicocche, fragole e pesche, bisogna fornire questi alimenti quando la stagione  lo richiede, fichi  e zucca  nel periodo autunnale, noci e mandorle in inverno, mentre la frutta succosa è gradita nel periodo caldo.

Nel periodo di riproduzione la dieta deve cambiare, le fasi di crescita dei piccoli devono richiedere proteine in percentuali anche molto elevate nei primi giorni, in natura sono molte le specie che si nutrono di larve ed insetti, i parrocchetti Australiani strappano le cortecce degli alberi per cercare gli insetti che vivono nascosti, termiti e persino carcasse di foche e balene  per le specie che abitano l’ emisfero Australe come i kakariki ed i kea, quest’ ultimi sono stati visti strappare il grasso dalle schiene delle pecore con i loro potenti becchi.

Particolare attenzione alle specie che si nutrono di nettare e polline, i loro corti  intestini sono fatti per digerire queste sostanze e non si può cambiare la loro natura, le loro lingue a spazzola sono adattate a leccare il polline e si devono fornire alimenti adatti a questi adattamenti, non tollerano nemmeno il ferro contenuto in frutta o verdure come gli spinaci che si accumula nel loro fegato causando la morte in breve tempo.

Fornire rami di salice od eucalipto freschi oltre a far giocare i pappagalli, contengono sostanze molto utili che sono essenziali per il loro metabolismo.

Gli estrusi ed i pellettati possono essere considerati ottimi integratori alla dieta, ma tendono ad annoiare i pappagalli che preferiscono sempre pezzi grossi da distruggere piuttosto che una macedonia di frutta che spesso viene ignorata.

I legumi sono graditi alle specie più grandi, ottima fonte di proteine e Sali minerali, ma devono essere bolliti perché risultano indigesti e poco appetibili crudi.

Il frumento ed un misto di semi per colombi sono la miscela ideale per quasi tutte le specie, si deve preventivamente ammollare e renderlo appetibile, il processo di germinazione  deve essere solo all’inizio in quanto le muffe che spesso attaccano le radici sono molto pericolose per lo sviluppo di micosi che causano la morte ai nidiacei, anche l’igiene dei contenitori usati deve essere scrupolosa e gli alimenti che non sono consumati in breve tempo vanno rimossi.

I misti di semi secchi devono essere bilanciati, spesso si sottovaluta la percentuale di proteine e grassi che contengono, la scagliola ad esempio fornisce una notevole quantità di proteine e pochi  oli, è quindi adatta a molte specie, canapa, girasole, lino e tutti i semi scuri in generale sono invece ricchi di oli e devono essere forniti con le dovute cautele.

Fornire una percentuale  corretta di semi per avere una dieta bilanciata diventa importante, ma si devono tenere in considerazione diversi fattori, lo spazio degli alloggi, le temperature ed il clima di dove si alleva, la percentuale di sovraffollamento ( alcuni soggetti sono dominanti ), ma soprattutto le diverse specie che si ospitano.

Al momento ci sono diverse ditte che forniscono ottime miscele di semi, ma dobbiamo modificarle con aggiunta di semi più o meno oleosi a seconda dei periodi e delle stagioni, tenendo sempre in considerazione che andremmo ad integrarli con alimenti freschi e di stagione.

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Anellare un pappagallo

come anellare un pappagallo

Anellare un pappagallo può sembrare difficile, ecco alcune sequenze di questa operazione  che in realtà è abbastanza semplice.

Tenendo il pullo con la mano sinistra, con il ventre girato verso il basso, la testa rivolta verso di noi, si prende la zampa (in questo caso la sx) e si uniscono leggermente le tre dita piegandole ad U.

Bagnando con un po di saliva (è sempre a disposizione) si infila l’anello, che deve fare leggermente fatica ad entrare, ricordo che se entra troppo facilmente si sfila anche facilmente,

A questo punto, si deve passare il quarto dito che aspettando qualche istante il sangue defluisce, facilitando il passaggio, se non si ha molta pratica è bene fare attenzione a non rompere la falange, in questo caso, o avete aspettato troppo ad anellare o l’anello è troppo piccolo, per le specie maggiorate di taglia è bene aumentare un numero di anello previsto, importante che risulti inamovibile quando il soggetto è adulto.

Ora che il quarto dito è passato l’operazione è conclusa, come potete vedere il tarso nei pappagalli di solito è corto, ci sono specie come i rosella in cui la zampa lunga facilita l’operazione, le calopsitte invece hanno un tarso breve per cui è bene anticipare di un giorno l’operazione.
Chi prova le prime volte è meglio che lo faccia a sei otto giorni, invece che a otto dieci, anche se dipende molto da specie e periodo, le fasi sembrano complesse, ma dopo un po di pratica diventa un’operazione semplice.

2 pensieri riguardo “Allevamento

  1. Ciao mi chiamo Lino vorrei acquistare dei parrochetti dal collare da un allevamento ,io sono di Ivrea potresti consigliarmi se c’è qualche allevatore nella mia zona o nel canavese ,te ne sarei davvero grato.
    grazie

    1. ciao, non abbiamo iscritti da quella zona mi spiace, se cerchi tra il nostro database allevatori trovi chi li alleva

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